Cinema per adulti - Parte 4

di
genere
dominazione

La serata era finita e me ne accorsi subito dopo, quando Piero e Mario vennero a liberarmi: evidentemente me l’ero meritato “Vieni, puttana, devo farti vedere una cosa” mi disse Piero. Li seguii in una stanza adiacente “Guarda, ti riconosci?” Sul video scorrevano le immagini di tutto quello che ero stata costretta a fare quella sera: tutto, ma proprio tutto era stato filmato, fin dal momento in cui ero arrivato ed ero andato in camerino per cambiarmi “Vedi troia, adesso, anche se mai ti balenasse per la mente di disobbedire ad un mio ordine, sappi che, immediatamente dopo, tutti sapranno quanto sei brava succhiare cazzi e a prenderlo nel culo….mi sono spiegato bene?” Piero sapeva che non ne avrebbe mai avuto bisogno, sapeva che ero una cosa sua e poteva fare di me tutto quello che voleva, ma, in questo modo, diciamo che c’aveva messo il sigillo.
“S…Sì…Padrone, ho capito” risposi umilmente
“Ed allora ringraziami, puttana: mettiti in ginocchio, leccami le scarpe e poi fammi un pompino, muoviti!”
Mi inginocchiai davanti a lui, come sapevo che a lui piaceva, alzando il culo il più possibile e andando a leccare le sue scarpe con tutta la lingua, come sempre mi sollevò la gonna, lasciandomi con il culo completamente scoperto e, dopo un po’ mi rifilo una sonora cinghia sulle chiappe, segno che si era stufato e voleva che cominciassi ad occuparmi del suo cazzo.
Mi sollevai lentamente, come piaceva a lui e, lentamente avvicinai la mia bocca ai suoi pantaloni. Se li era già sganciati e sapevo cosa dovevo fare: presi il bordo delle mutande con i denti e le abbassai il più possibile, senza usare le mani, solo con la bocca: il cazzo di Piero, saltò fuori poderoso come sempre “Leccami le palle, troia!” mi disse e così feci, mi dedicai delicatamente alle sue palle, leccandole e succhiandole finché non ricevetti un’altra frustata sul culo, era il segnale che dovevo cambiare, ma non sapevo cosa dovevo fare, era un gioco fatto così: lui mi frustava sul culo ed io cominciavo a fare un’altra cosa rispetto a quella che stavo facendo fino a quel momento, ma non sapevo se quest’altra cosa era quella che il mio Padrone voleva: se sbagliavo mi arrivava un’altra bella frustata e così via fin tanto che non indovinavo quello che dovevo fare. Smisi di leccargli le palle e iniziai a risalire con la lingua lungo l’asta per raggiungere la sua splendida cappella, ma mi arrivò un’altra frustata. Allora, immediatamente tornai a leccargli le palle, credendo di aver capito male, ma non feci in tempo, perché, improvvisa ecco un’altra frustata “Non capisci un cazzo, puttana! Puliscimi bene il culo, forza!” e giù un’altra frustata “Perdonatemi Padrone…”
“E vedi di farlo bene, brutto cesso…ho cagato giusto prima di venire qui e non mi sono pulito apposta….proprio per farmi ripulire bene da te, hai capito, troia?!”
“Sì Padrone, subito...”
“E allora muovi bene le lingua e puliscimi il culo, forza!” Si alzò in piedi e piegandosi bene in avanti mi mise il buco del culo proprio in faccia, allargandolo bene con le mani “Lecca!”
La sua voce per me era una specie di droga….i suoi ordini non si discutevano….godevo al pensiero di eseguire un suo ordine….anche il più terribile…come questo….mi avvicinai e sentii l’odore forte del suo culo: era vero, aveva cagato e non si era pulito…piccoli pezzetti di merda erano attaccati ai peli del culo e si vedevano benissimo…l’odore era intenso, fortissimo “Lecca ti ho detto!” e mi rifila un’altra frustata….
scritto il
2025-07-04
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