Iniziazione - parte 2
di
Umile.e.sottomesso
genere
dominazione
4. (continua)
Ad un certo punto, mi sono accorto di pensare sempre più intensamente a quello che ormai era l'amante fisso di mia moglie. Ero affascinato dal suo modo di fare deciso e un po' arrogante e sempre sicuro di sé
Mia moglie sapeva di questa cosa e pensate che, insieme, si sono anche divertiti a farmi assistere a qualche loro scopata
Questo non ha fatto che peggiorare le cose, nel senso che, vedendo il suo cazzo all'opera ho subito desiderato di leccarlo, ingoiarlo, servirlo in ogni modo
Non ho mai avuto il coraggio di confessarlo a mia moglie ma...a lui sì, gliel'ho detto e da lì è nato tutto: il suo rifiuto quasi schifato e la mia insistenza che, alla fine, ha portato a questa serata
5.
Ma ora basta "chiacchierare", devo ancora vestirmi e sono già le sette, devo sbrigarmi
Ma faccio presto anche perché per i vestiti non ho da scegliere: camicetta chiara semplice che, mi si dice nelle istruzioni, devo tenere sbottonata quanto necessario perché il seno si intraveda (e no: il reggiseno non è previsto...)
Una gonna piuttosto corta anche questa facilmente sollevabile per consentire, evidentemente, l'accesso al mio corpo in qualsiasi momento
Calze nere, autoreggenti e piuttosto coprenti
Ho sempre avuto gambe piuttosto magre (fin troppo) e non mi sono mai piaciute. Queste calze sono perfette per nascondere qualche difetto
Delle scarpe con tacco semplice ma "impegnativo" (saranno almeno 8 cm, direi)
Provo a camminare in su e giù per la camera e mi rendo conto che tutto il tempo che ho utilizzato per esercitarmi con i tacchi sta dando in suoi frutti: mi muovo con una certa confidenza e sono contento
In casa, ben nascoste, ho due paia di scarpe da donna con tacchi anche più impegnativi che mi sono sempre divertito ad indossare tutte le volte che ho potuto, quando mia moglie non c'era
Infine una pelliccia sintetica, corta, piuttosto sgargiante, forse un po' volgare ma che indosso molto volentieri e due ultimi accessori: un bel paio di occhiali da sole, anche questi un po' appariscenti ma perfetti nell'insieme e una borsetta che porto in spalla e nella quale trovano spazio i trucchi, dei fazzoletti e il portafoglio
Mi guardo e, lo confesso, mi piaccio: una Milf pronta per essere usata
Sette e un venti... perfetto: posso scendere al ristorante, sono in orar...cazzo! Gli operai!! Me li ero dimenticati...li sento ancora lavorare qui di fronte alla mia camera
E ora? Che faccio?!? Sette e venti...mi sento il cuore in gola ma...esco! Non posso vanificare tutto: esco e...succeda quel che succeda!
Apro la porta e me li trovo di fronte, tutti e tre. Le loro espressioni dicono tutto. Non riescono a parlare. Poi, quello con gli occhiali scoppia a ridere in modo incontrollato
Sono imbarazzatissimo ma devo scendere, è tardissimo
Mi faccio spazio tra un paio di attrezzi e prendo le scale. L'uomo con gli occhiali rossi continua a ridere
"Falla finita, idiota!" sento che gli dice Marco con tono severo "e vediamo di finire il lavoro che è molto tardi e dopocena abbiamo da fare..ve lo siete dimenticato?!?"
Non ci do peso e mi affretto per le scale
6.
Sette e mezzo: entro nella sala del ristorante
Mi guardo intorno, sono imbarazzatissima: mi sembra che tutti stiano guardando me e, visto come sono vestita, non ci troverei neppure niente di strano: lo farei anch'io
Ti vedo in un tavolo in fondo alla sala e, lentamente, mi avvicino per salutarti
"Ciao Franco, eccomi. Sono in ritardo?"
Non sapevo bene cosa dire
"Se tu fossi arrivata in ritardo, non mi avresti trovato"
"Hai ragione, scusami...sono il solito idiota o preferisci se utilizzo il femminile?"
Cercavo di sembrare simpatico ma, evidentemente, con scarso successo visto che non mi hai degnato neppure di uno sguardo
"Posso sedermi?" ti chiedo
Lentamente bevi un sorso della tua acqua tonica e lentamente mi guardi
Abbasso subito lo sguardo
"No, non puoi" e riprendi a bere
Rimango quindi in piedi di fianco al tavolo, potete immaginare l'imbarazzo
"Fatti vedere: gira su te stessa finché non ti dico di smettere" mi dici improvvisamente
Esito...
"Bè! Muoviti, gira!" dici con un tono più alto
Inizio, tenendo lo sguardo basso: non ho il coraggio di alzare gli occhi
"Perché guardi in basso? Ti vergogni? Alza subito la testa e guarda di fronte a te!"
Continuo a girare...una, due, tre volte. Non so quanti giri mi hai fatto fare ma, in fondo, non mi interessa: mi interessa solo la tua voce
"Basta! Adesso ti puoi sedere ma, attenta: sai come si siede una schiava?"
"Una schiava?" Non avevo idea di che cosa volesse dire ma non volevo apparire inadeguato
"No, Franco, purtroppo non lo so...ma sono qui anche per imparare, no?"
"Sì, ma vedi di fare molta attenzione a quello che ti dico e di imparare alla svelta, perché non lo ripeterò"
"Va bene, Franco"
"E basta con questa confidenza: da questo momento dovrai rivolgerti a me chiamandomi Padrone, chiaro?"
"Ss.. sì...Padrone..." dico con voce incertissima e tono molto basso
"Perché parli piano? Ti vergogni? Vuoi andare via? O vuoi che me ne vada io?"
Il tuo tono era calmissimo e tremendamente sicuro
"No, no...ti prego..." dico preoccupatissimo
"E allora parla più forte: da questo momento dovrai chiamarmi Padrone, hai capito?"
"Sì, Padrone"
"Bene, ascoltami con attenzione: ogni volta che ti siedi, in qualunque posto e in qualunque contesto o circostanza, prima di sederti, devi sollevare la gonna in modo da sederti sul culo, hai capito?"
"Sì, Padrone"
"Vediamo subito: siediti!"
Mi avvicino alla sedia, la sposto, sollevo la gonna e mi siedo direttamente con il culo a contatto il metallo. E freddo, ma si scalda subito. Spontaneamente mi viene da accavallare le gambe
"Che stai facendo?"
"Scusami, non capisco" dico imbarazzata
"Le gambe: non puoi accavallarle. Il tuo corpo deve sempre essere accessibile in modo facile diretto per chiunque. Quindi, gambe sempre aperte. Sempre, intesi?"
"Sì, Padrone...non lo sapevo, scusa..."
" Bè, ora lo sai. Ma siccome voglio essere sicuro che tu abbia capito bene come si siede una schiava, adesso, ti alzi e ti siedi nuovamente. Forza!"
Sposto la sedia, mi alzo lentamente e sistemo la gonna. Poi torno a sollevarla e mi siedo nuovamente, facendo attenzione a tenere gambe ben aperte
"Uhm, così va meglio. Ora ascoltami bene: lo vedi questo?"
Tiri fuori dalla tasca un plug anale e lo appoggi sul tavolo di fronte a me
Sta arrivando il cameriere. Vorrà sapere se anche io voglio qualcosa da bere. Sono preoccupatissima: si accorgerà sicuramente del plug ma tu sembri divertito e tranquillo
Il plug è lì, sul tavolo, il cameriere mi guarda e chiede se può portare qualcosa. Ha visto il plug, ne sono certa. Non riesco a parlare...
"Porti un po' d'acqua: mi pare che la Signora ne abbia bisogno" dici con ironia
"Sì, gr..azie: un po' d'acqua andrà benissimo" farfuglio, confusa
"Per me, invece, un Negroni"
"Bene, sono subito da voi, Signori"
Il cameriere si allontana non dopo aver lanciato un'altra occhiata al tavolo. Sono sempre più sicura che abbia visto tutto
"Allora, lo vedi il plug?" mi dici con calma "ora ti alzi, vai in bagno, te lo infili e torni al tavolo e, attenta, prima di sederti, aspetta il mio permesso, chiaro?"
"Sì, Padrone"
"E allora che aspetti? Vai!"
Sono inebetita e faccio fatica a muovermi
"Vai! È l'ultima volta che te lo dico!"
Mi alzo come di scatto, afferro il plug e lo nascondo subito, camminando rapidamente verso il bagno ma...in quale devo entrare?!? Uomini? Donne? Cazzo e ora?!? Franco mi aspetta
Decido di tornare indietro per chiedere a lui, magari mi può aiutare
"Perdonami, sono il solito idiota, lo so..."
"Cosa hai combinato?"
"No, niente, niente... è che...non so in quale bagno devo entrare...uomini, donne? Qual è quello giusto, secondo te? Scusami, scusami ma non sapevo che fare"
"Bè, in realtà ti capisco" rispondi con calma "sei vestito da donna e devo dire che stai anche bene"
Mi hai fatto un complimento...mi hai fatto un complimento...sono felice e mi sento arrossire
"Grazie, Padrone: sono felice che tu apprezzi"
"Sei vestito da donna ma...rimani un uomo. Quindi, vai nel bagno degli uomini e, ti dirò, già che ci sei devi fare anche un'altra cosetta. Mentre ti infili il plug, devi tenere la porta del bagno aperta"
"Senza il lucchetto?!? Ma...ma, potrebbe entrare qualcuno e.."
"Ho detto porta aperta, non senza lucchetto: aperta, sai cosa vuol dire? Te lo devo spiegare?!? Ti vuoi muovere o dobbiamo stare qui tutta la sera as aspettare i tuoi comodi?!?"
Il tono era calmo ma molto deciso
"Va bene, sì, scusami, scusami ma... è tutto così nuovo per me...scusami...vado subito..." (continua)
Ad un certo punto, mi sono accorto di pensare sempre più intensamente a quello che ormai era l'amante fisso di mia moglie. Ero affascinato dal suo modo di fare deciso e un po' arrogante e sempre sicuro di sé
Mia moglie sapeva di questa cosa e pensate che, insieme, si sono anche divertiti a farmi assistere a qualche loro scopata
Questo non ha fatto che peggiorare le cose, nel senso che, vedendo il suo cazzo all'opera ho subito desiderato di leccarlo, ingoiarlo, servirlo in ogni modo
Non ho mai avuto il coraggio di confessarlo a mia moglie ma...a lui sì, gliel'ho detto e da lì è nato tutto: il suo rifiuto quasi schifato e la mia insistenza che, alla fine, ha portato a questa serata
5.
Ma ora basta "chiacchierare", devo ancora vestirmi e sono già le sette, devo sbrigarmi
Ma faccio presto anche perché per i vestiti non ho da scegliere: camicetta chiara semplice che, mi si dice nelle istruzioni, devo tenere sbottonata quanto necessario perché il seno si intraveda (e no: il reggiseno non è previsto...)
Una gonna piuttosto corta anche questa facilmente sollevabile per consentire, evidentemente, l'accesso al mio corpo in qualsiasi momento
Calze nere, autoreggenti e piuttosto coprenti
Ho sempre avuto gambe piuttosto magre (fin troppo) e non mi sono mai piaciute. Queste calze sono perfette per nascondere qualche difetto
Delle scarpe con tacco semplice ma "impegnativo" (saranno almeno 8 cm, direi)
Provo a camminare in su e giù per la camera e mi rendo conto che tutto il tempo che ho utilizzato per esercitarmi con i tacchi sta dando in suoi frutti: mi muovo con una certa confidenza e sono contento
In casa, ben nascoste, ho due paia di scarpe da donna con tacchi anche più impegnativi che mi sono sempre divertito ad indossare tutte le volte che ho potuto, quando mia moglie non c'era
Infine una pelliccia sintetica, corta, piuttosto sgargiante, forse un po' volgare ma che indosso molto volentieri e due ultimi accessori: un bel paio di occhiali da sole, anche questi un po' appariscenti ma perfetti nell'insieme e una borsetta che porto in spalla e nella quale trovano spazio i trucchi, dei fazzoletti e il portafoglio
Mi guardo e, lo confesso, mi piaccio: una Milf pronta per essere usata
Sette e un venti... perfetto: posso scendere al ristorante, sono in orar...cazzo! Gli operai!! Me li ero dimenticati...li sento ancora lavorare qui di fronte alla mia camera
E ora? Che faccio?!? Sette e venti...mi sento il cuore in gola ma...esco! Non posso vanificare tutto: esco e...succeda quel che succeda!
Apro la porta e me li trovo di fronte, tutti e tre. Le loro espressioni dicono tutto. Non riescono a parlare. Poi, quello con gli occhiali scoppia a ridere in modo incontrollato
Sono imbarazzatissimo ma devo scendere, è tardissimo
Mi faccio spazio tra un paio di attrezzi e prendo le scale. L'uomo con gli occhiali rossi continua a ridere
"Falla finita, idiota!" sento che gli dice Marco con tono severo "e vediamo di finire il lavoro che è molto tardi e dopocena abbiamo da fare..ve lo siete dimenticato?!?"
Non ci do peso e mi affretto per le scale
6.
Sette e mezzo: entro nella sala del ristorante
Mi guardo intorno, sono imbarazzatissima: mi sembra che tutti stiano guardando me e, visto come sono vestita, non ci troverei neppure niente di strano: lo farei anch'io
Ti vedo in un tavolo in fondo alla sala e, lentamente, mi avvicino per salutarti
"Ciao Franco, eccomi. Sono in ritardo?"
Non sapevo bene cosa dire
"Se tu fossi arrivata in ritardo, non mi avresti trovato"
"Hai ragione, scusami...sono il solito idiota o preferisci se utilizzo il femminile?"
Cercavo di sembrare simpatico ma, evidentemente, con scarso successo visto che non mi hai degnato neppure di uno sguardo
"Posso sedermi?" ti chiedo
Lentamente bevi un sorso della tua acqua tonica e lentamente mi guardi
Abbasso subito lo sguardo
"No, non puoi" e riprendi a bere
Rimango quindi in piedi di fianco al tavolo, potete immaginare l'imbarazzo
"Fatti vedere: gira su te stessa finché non ti dico di smettere" mi dici improvvisamente
Esito...
"Bè! Muoviti, gira!" dici con un tono più alto
Inizio, tenendo lo sguardo basso: non ho il coraggio di alzare gli occhi
"Perché guardi in basso? Ti vergogni? Alza subito la testa e guarda di fronte a te!"
Continuo a girare...una, due, tre volte. Non so quanti giri mi hai fatto fare ma, in fondo, non mi interessa: mi interessa solo la tua voce
"Basta! Adesso ti puoi sedere ma, attenta: sai come si siede una schiava?"
"Una schiava?" Non avevo idea di che cosa volesse dire ma non volevo apparire inadeguato
"No, Franco, purtroppo non lo so...ma sono qui anche per imparare, no?"
"Sì, ma vedi di fare molta attenzione a quello che ti dico e di imparare alla svelta, perché non lo ripeterò"
"Va bene, Franco"
"E basta con questa confidenza: da questo momento dovrai rivolgerti a me chiamandomi Padrone, chiaro?"
"Ss.. sì...Padrone..." dico con voce incertissima e tono molto basso
"Perché parli piano? Ti vergogni? Vuoi andare via? O vuoi che me ne vada io?"
Il tuo tono era calmissimo e tremendamente sicuro
"No, no...ti prego..." dico preoccupatissimo
"E allora parla più forte: da questo momento dovrai chiamarmi Padrone, hai capito?"
"Sì, Padrone"
"Bene, ascoltami con attenzione: ogni volta che ti siedi, in qualunque posto e in qualunque contesto o circostanza, prima di sederti, devi sollevare la gonna in modo da sederti sul culo, hai capito?"
"Sì, Padrone"
"Vediamo subito: siediti!"
Mi avvicino alla sedia, la sposto, sollevo la gonna e mi siedo direttamente con il culo a contatto il metallo. E freddo, ma si scalda subito. Spontaneamente mi viene da accavallare le gambe
"Che stai facendo?"
"Scusami, non capisco" dico imbarazzata
"Le gambe: non puoi accavallarle. Il tuo corpo deve sempre essere accessibile in modo facile diretto per chiunque. Quindi, gambe sempre aperte. Sempre, intesi?"
"Sì, Padrone...non lo sapevo, scusa..."
" Bè, ora lo sai. Ma siccome voglio essere sicuro che tu abbia capito bene come si siede una schiava, adesso, ti alzi e ti siedi nuovamente. Forza!"
Sposto la sedia, mi alzo lentamente e sistemo la gonna. Poi torno a sollevarla e mi siedo nuovamente, facendo attenzione a tenere gambe ben aperte
"Uhm, così va meglio. Ora ascoltami bene: lo vedi questo?"
Tiri fuori dalla tasca un plug anale e lo appoggi sul tavolo di fronte a me
Sta arrivando il cameriere. Vorrà sapere se anche io voglio qualcosa da bere. Sono preoccupatissima: si accorgerà sicuramente del plug ma tu sembri divertito e tranquillo
Il plug è lì, sul tavolo, il cameriere mi guarda e chiede se può portare qualcosa. Ha visto il plug, ne sono certa. Non riesco a parlare...
"Porti un po' d'acqua: mi pare che la Signora ne abbia bisogno" dici con ironia
"Sì, gr..azie: un po' d'acqua andrà benissimo" farfuglio, confusa
"Per me, invece, un Negroni"
"Bene, sono subito da voi, Signori"
Il cameriere si allontana non dopo aver lanciato un'altra occhiata al tavolo. Sono sempre più sicura che abbia visto tutto
"Allora, lo vedi il plug?" mi dici con calma "ora ti alzi, vai in bagno, te lo infili e torni al tavolo e, attenta, prima di sederti, aspetta il mio permesso, chiaro?"
"Sì, Padrone"
"E allora che aspetti? Vai!"
Sono inebetita e faccio fatica a muovermi
"Vai! È l'ultima volta che te lo dico!"
Mi alzo come di scatto, afferro il plug e lo nascondo subito, camminando rapidamente verso il bagno ma...in quale devo entrare?!? Uomini? Donne? Cazzo e ora?!? Franco mi aspetta
Decido di tornare indietro per chiedere a lui, magari mi può aiutare
"Perdonami, sono il solito idiota, lo so..."
"Cosa hai combinato?"
"No, niente, niente... è che...non so in quale bagno devo entrare...uomini, donne? Qual è quello giusto, secondo te? Scusami, scusami ma non sapevo che fare"
"Bè, in realtà ti capisco" rispondi con calma "sei vestito da donna e devo dire che stai anche bene"
Mi hai fatto un complimento...mi hai fatto un complimento...sono felice e mi sento arrossire
"Grazie, Padrone: sono felice che tu apprezzi"
"Sei vestito da donna ma...rimani un uomo. Quindi, vai nel bagno degli uomini e, ti dirò, già che ci sei devi fare anche un'altra cosetta. Mentre ti infili il plug, devi tenere la porta del bagno aperta"
"Senza il lucchetto?!? Ma...ma, potrebbe entrare qualcuno e.."
"Ho detto porta aperta, non senza lucchetto: aperta, sai cosa vuol dire? Te lo devo spiegare?!? Ti vuoi muovere o dobbiamo stare qui tutta la sera as aspettare i tuoi comodi?!?"
Il tono era calmo ma molto deciso
"Va bene, sì, scusami, scusami ma... è tutto così nuovo per me...scusami...vado subito..." (continua)
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