L'appuntamento - finale
di
Miss Serena
genere
gay
Dopo aver cambiato città vissi un periodo a dir poco libertino, passando da un uomo all'altro senza dover più nascondere la mia omosessualità. Jason era sì rimasto un punto fisso, ma vuoi per i suoi impegni di lavoro, o per le feste gay alle quali sembrava mi fossi abbonato, ci vedevamo non più di tre, quattro volte al mese. Va detto che i nostri incontri erano però sempre molto focosi, e che solo con lui tiravo fuori alcuni aspetti del mio carattere, che con altri preferivo nascondere, come una certa propensione a farmi sottomettere, se pur entro i limite del comune buon senso. Inoltre solo con Jason riuscivo ad avere dei “perfetti” orgasmi anali, senza bisogno cioè di toccarmi in alcun modo il pene, e non era certamente per le misure del suo, dato che ne avevo presi di più grandi. Ero stato con uno soprannominato “Mezzo litro”, in quanto aveva la mazza grande come una lattina di quella capienza, solo un po’ più lunga e con una cappella poco sporgente, che mi aveva fatto godere, e del resto era impossibile non farlo con dentro un pene del genere, ma mi ero sentito quasi una tacca in più nel suo palmares. Era andata forse meglio con un altro gay passivo come me, che m’aveva fatto un pompino eccezionale, accompagnato da un massaggio alla prostata, sino a quando non gli ero venuto in bocca, però era chiaro che quello era stata una serata a sé senza alcun futuro.
Jason era l’unico che mi faceva sentire uomo nonostante mi facesse fare la femmina, tanto che non m’aveva mai preso il membro in mano o in bocca, ma nonostante ciò per me rimaneva il numero uno dei maschi. A lui avevo anche dato un mazzo di chiavi nel mio nuovo appartamento, oltre ad averlo messo al primo posto nei miei contatti d'emergenza.
Così quando mi mandò un messaggio per chiedermi cosa facevo quella sera, gli risposi che l’aspettavo alle nove con una sorpresa, per ricevere quasi subito la conferma che sarebbe venuto da me.
Mi misi a pensare a qualcosa per rendere unica la serata, e l’idea buona mi venne proprio mentre avevo perso ogni speranza e mi stavo facendo una doccia, per togliermi quel fastidioso odore di sudaticcio tipico delle giornate estive. Così una volta finito coll’asciugamano mi misi addosso una quantità abbondante di quel Legend di Montblanc che era il suo profumo preferito, per poi “vestirmi” solo un piccolo plug che unsi per bene prima d’infilarmelo nell’ano.
Aspettai quindi l’arrivo di Jason languidamente sdraiato sul divano, guardando un canale satellitare che trasmetteva solo musica d’atmosfera.
Lui arrivò con la sua consueta puntualità, e come mi vide non riuscì a trattenere un’espressione di stupore, finendo col far cadere la scatola di cioccolatini che m’aveva portato per terra.
“Ma guarda un po’ il mio culo preferito come s’è messo bene per stasera.” mi disse coll’aria del lupo cattivo che incontra cappuccetto rosso “Dai mettiti a pecora così iniziamo a giocare con quel tappo che hai nel culo.”
Non feci quasi in tempo a mettermi carponi, che lui mi tolse il plug per poi leccarmi l’ano, e quindi iniziare un gioco perverso fatto di piccole penetrazioni col cuneo d’acciaio alternate a quelle con la sua lingua.
Quando poi passò ad usare due dita, ero abbastanza dilatato da poterle ricevere senza alcun problema, anzi lo presi come un dolce antipasto prima della portata più sostanziosa. Iniziai però a mugolare sempre più forte, cercando anche di spingere indietro il sedere, come a cercare ancor di più le sue dita, mentre lui si spogliava con fin troppa calma.
“Se vuoi qualcuno che ti scopi e via devi andare in uno di quei locali per froci che tanto ti piacciono.” mi disse sorprendendomi “A proposito so che ti ha scopato mezzo litro, però non sei tornato a cercarlo, eppure il cazzo ti piace parecchio.”
“Lui ce l’ha solo grosso mentre tu.”
Non riuscii a finire la frase perché Jason mi saltò letteralmente addosso per infilarmi buona parte del suo randello nel retto, togliendomi il fiato, ma soprattutto facendomi non poco male.
“Ahi così mi rompi il culo.” dissi girandomi con la testa per incontrare il suo sguardo.
“E non è quello che vuoi ? Un bel cazzo piantato nel culo, sino a quando non ti basterà più e ne cercherai due alla volta.” mi rispose dandomi un sonoro schiaffo su una natica “Vai in giro per locali a fare la troia dandolo a tutti quelli che ti possano soddisfare, poi mi chiami per farti trovare col culo pieno e alla fine mi dici che ti devo inculare sì, ma con delicatezza. Per me meriti solo una bella lezione, e poco importa se poi non sarò più il tuo trombamico, ma stasera fai quello che dico e muto.”
Non osai aprire bocca mentre lui mi passava la cinghia intorno al collo per usarla come un guinzaglio, e neppure quando mi rimise il plug nell’ano per poi sedersi e tirarmi a sé fra le sue gambe.
“Succhiami il cazzo, almeno usi la bocca per qualcosa di utile invece di piagnucolare.” m’ordinò in modo repentino.
Non era tanto quel guinzaglio improvvisato a tirarmi a lui, quanto la voglia di farmi perdonare, ma forse ancor di più quella “necessità” di essere sottomesso, e che solo con Jason prendeva vita. Così gli presi il pene fra le labbra che iniziarono a scorrere serrate, quasi avessi paura che scappasse via, cercando allo stesso tempo di ricoprirlo il più possibile con la saliva, ben sapendo che prima o poi m’avrebbe scopato con la stessa violenza di prima.
“Devi capire una cosa, io sapevo che portandoti qui avrei scatenato la troia che è in te.” mi disse dopo aver messo una mano fra i miei capelli per dettare il ritmo “Perché era chiaro che dietro i tuoi impeccabili vestiti da uomo, c’è uno che è buono solo a fare pompini e prenderlo nel culo. E sia chiaro che a succhiare il cazzo sei fantastico, e come se non ciò non bastasse hai un culo che è favola, quindi per certi punti di vista sei perfetto. Anzi sai che ti dico ? A forza di parlare del tuo culo m’è venuta voglia di scoparti, tanto a te prenderlo dentro di non dispiace vero ?”
“No Jason, fai come vuoi.”
Nonostante mi sentissi umiliato per tutti gli insulti ricevuti, sapevo anche che quel che m’aveva appena detto era vero, e che soddisfare uomini come lui mi faceva godere sin dalla prima volta che l’avevo fatto, mentre con le donne erano state sempre delusioni.
Quasi non m’accorsi che lui m’aveva tolto il plug per sodomizzarmi come prima, quasi violentando il mio ano, ma allo stesso tempo mandandomi in estasi col suo modo di fare dominante.
Perché dentro di me volevo che si comportasse da vero maschio alfa, e mi trattasse male, ben sapendo che avrei goduto forse più di lui. Ed indiscutibilmente come toro da monta, Jason era un numero uno, non solo per dimensioni della nerchia, ma anche per forza fisica e resistenza, tanto che quando mi scopava perdevo la dimensione del tempo, Lui amava prendermi saldamente per i fianchi e poi spingermi dentro la sua mazza senza darmi un attimo di sosta, facendomi gemere di piacere sino a quando non inondava il mio retto col suo sperma. Una volta raggiunto l’orgasmo però non si fermava, anzi usava proprio il frutto del suo piacere come lubrificante per dare gli ultimi affondi.
“Puliscimi il cazzo che con te stasera non ho ancora finito.” mi disse dopo avermi rimesso il plug a mo’ di tappo per non farmi sporcare in giro.
Dopo l’orgasmo la sua mazza aveva il sapore del piacere d’entrambi, così leccarla dalla base alla punta fu una vera goduria, che purtroppo durò poco vista la focosità del mio amante. Jason Infatti mi fece sdraiare per terra per poi mettersi sopra di me in modo che gli leccassi sia le palle che l’ano, mentre lui si rimise a giocare col plug, facendo entrare ed uscire in continuazione.
Io sentivo la sua mazza riprendere vigore, e ben presto tornò alla sua piena erezione, non sapendo che lui aveva ben altre idee prima di prendermi nuovamente. Spostandosi come un felino me lo ritrovai fra le gambe, e questa volta tolto il plug, mi ritrovai il retto riempito prima con due e poi con tre dita, che complice lo sperma ancora presente, quasi sguazzavano dentro di me.
“Scommetto che non vedi l’ora che ti scopi peggio di prima, ma il mio cazzo te lo devi meritare, quindi vedi di fare la troia come si deve.” mi disse facendomi sentire il quarto dito contro il mio ano.
“Jason ti prego, farò tutto quello che vuoi ma scopami, voglio godere con te.” risposi supplicandolo.
“Va ben ma poi non lamentarti neanche fossi una verginella al primo cazzo che prende.”
Lui si girò per prendermi da sopra, ma solo dopo avermi afferrato le caviglie per spalancarmi al massimo le gambe. Non appena mi fu dentro ebbi l’irrefrenabile voglia di prendermi il membro in mano, ma invece di masturbarmi iniziai a stringerlo quasi volessi farmi male.
Jason non disse nulla anche se fu colpito dal vedermi col pene in mano dato che non lo facevo quasi mai, preferendo “concentrarmi” sul sesso anale, neanche quando mi girò come una trottola per prendermi da dietro.
“Adesso diamo il via alle danze, e sia chiaro che voglio sentirti dire quanto sei puttana dentro.” mi urlò contro mentre riprendeva la cinghia per tirarmi ancor di più a sé.
“Lo sai che amo il tuo cazzo quindi cosa dovrei dirti ?”
“Perché vai in giro a fare la troia tanto per iniziare.” mi disse dandomi due bei ceffoni sulle natiche.
“Perché non l’ho mai potuto fare, e adesso mi sento libero, ma se vuoi lo faccio solo con te.”
Jason continuò a martellarmi il culo con la sua mazza, quando non mi penetrava con le dita, accompagnando tutto ciò con delle belle manate sulle chiappe.
Mi sentivo usato in modo malsano, ma godevo senza un attimo di sosta, tanto che venni un paio di volte prima di lui, riempendomi la mano col mio stesso seme. Non sapevo come dirgli quanto lui fosse importante per me, fosse solo perché era l’unico col quale mi lasciavo andare completamente, certo che non m’avrebbe mai fatto realmente male. Anche quando mi tirava il collo con la cinghia era più un modo per farmi sentire ancora più suo che altro, e gli sculaccioni erano più umilianti che dolorosi.
Alla fine si mise in piedi davanti a me, per tenermi ferma la testa con una mano e venirmi in faccia, cosa che ben sapeva quanto odiassi, per poi infilarmi la mazza un paio di volte in bocca.
“Adesso sarebbe da farti una foto dal titolo la puttana.” mi disse ridacchiando.
“Jason hai ragione ma cerca di capire…”
Lui mi mise un dito davanti alla bocca per farmi capire che dovevo rimanere in silenzio; quindi, prese fiato e s’inginocchio davanti a me.
“Senti io capisco bene che una volta aperta la gabbia, la belva è uscita fuori, e sia chiaro è la tua vita e puoi farne quello che vuoi. Però per me non sei solo un culo da scopare, e ripeto lo hai bellissimo, ma una persona meravigliosa con la quale si può discutere di tutto, al limite un po’ porca a modo suo, ma del resto nessuno è perfetto. Stasera ho solo voluto vedere sino a che punto mi potevo spingere, e sia chiaro che non saprei andare oltre, quindi sai dove posso arrivare. Ora datti una lavata che usciamo a bere qualcosa.”
Ebbi l’impulso irrefrenabile di baciarlo, cosa che feci senza pensarci un attimo, così ci ritrovammo tutti e due sporchi del suo sperma, ma felici come due bambini in un negozio di giocattoli.
Da quella sera siamo una coppia come tante altre, e poco importa se ogni tanto l’aspetto a casa nudo con un bel plug nel culo.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Jason era l’unico che mi faceva sentire uomo nonostante mi facesse fare la femmina, tanto che non m’aveva mai preso il membro in mano o in bocca, ma nonostante ciò per me rimaneva il numero uno dei maschi. A lui avevo anche dato un mazzo di chiavi nel mio nuovo appartamento, oltre ad averlo messo al primo posto nei miei contatti d'emergenza.
Così quando mi mandò un messaggio per chiedermi cosa facevo quella sera, gli risposi che l’aspettavo alle nove con una sorpresa, per ricevere quasi subito la conferma che sarebbe venuto da me.
Mi misi a pensare a qualcosa per rendere unica la serata, e l’idea buona mi venne proprio mentre avevo perso ogni speranza e mi stavo facendo una doccia, per togliermi quel fastidioso odore di sudaticcio tipico delle giornate estive. Così una volta finito coll’asciugamano mi misi addosso una quantità abbondante di quel Legend di Montblanc che era il suo profumo preferito, per poi “vestirmi” solo un piccolo plug che unsi per bene prima d’infilarmelo nell’ano.
Aspettai quindi l’arrivo di Jason languidamente sdraiato sul divano, guardando un canale satellitare che trasmetteva solo musica d’atmosfera.
Lui arrivò con la sua consueta puntualità, e come mi vide non riuscì a trattenere un’espressione di stupore, finendo col far cadere la scatola di cioccolatini che m’aveva portato per terra.
“Ma guarda un po’ il mio culo preferito come s’è messo bene per stasera.” mi disse coll’aria del lupo cattivo che incontra cappuccetto rosso “Dai mettiti a pecora così iniziamo a giocare con quel tappo che hai nel culo.”
Non feci quasi in tempo a mettermi carponi, che lui mi tolse il plug per poi leccarmi l’ano, e quindi iniziare un gioco perverso fatto di piccole penetrazioni col cuneo d’acciaio alternate a quelle con la sua lingua.
Quando poi passò ad usare due dita, ero abbastanza dilatato da poterle ricevere senza alcun problema, anzi lo presi come un dolce antipasto prima della portata più sostanziosa. Iniziai però a mugolare sempre più forte, cercando anche di spingere indietro il sedere, come a cercare ancor di più le sue dita, mentre lui si spogliava con fin troppa calma.
“Se vuoi qualcuno che ti scopi e via devi andare in uno di quei locali per froci che tanto ti piacciono.” mi disse sorprendendomi “A proposito so che ti ha scopato mezzo litro, però non sei tornato a cercarlo, eppure il cazzo ti piace parecchio.”
“Lui ce l’ha solo grosso mentre tu.”
Non riuscii a finire la frase perché Jason mi saltò letteralmente addosso per infilarmi buona parte del suo randello nel retto, togliendomi il fiato, ma soprattutto facendomi non poco male.
“Ahi così mi rompi il culo.” dissi girandomi con la testa per incontrare il suo sguardo.
“E non è quello che vuoi ? Un bel cazzo piantato nel culo, sino a quando non ti basterà più e ne cercherai due alla volta.” mi rispose dandomi un sonoro schiaffo su una natica “Vai in giro per locali a fare la troia dandolo a tutti quelli che ti possano soddisfare, poi mi chiami per farti trovare col culo pieno e alla fine mi dici che ti devo inculare sì, ma con delicatezza. Per me meriti solo una bella lezione, e poco importa se poi non sarò più il tuo trombamico, ma stasera fai quello che dico e muto.”
Non osai aprire bocca mentre lui mi passava la cinghia intorno al collo per usarla come un guinzaglio, e neppure quando mi rimise il plug nell’ano per poi sedersi e tirarmi a sé fra le sue gambe.
“Succhiami il cazzo, almeno usi la bocca per qualcosa di utile invece di piagnucolare.” m’ordinò in modo repentino.
Non era tanto quel guinzaglio improvvisato a tirarmi a lui, quanto la voglia di farmi perdonare, ma forse ancor di più quella “necessità” di essere sottomesso, e che solo con Jason prendeva vita. Così gli presi il pene fra le labbra che iniziarono a scorrere serrate, quasi avessi paura che scappasse via, cercando allo stesso tempo di ricoprirlo il più possibile con la saliva, ben sapendo che prima o poi m’avrebbe scopato con la stessa violenza di prima.
“Devi capire una cosa, io sapevo che portandoti qui avrei scatenato la troia che è in te.” mi disse dopo aver messo una mano fra i miei capelli per dettare il ritmo “Perché era chiaro che dietro i tuoi impeccabili vestiti da uomo, c’è uno che è buono solo a fare pompini e prenderlo nel culo. E sia chiaro che a succhiare il cazzo sei fantastico, e come se non ciò non bastasse hai un culo che è favola, quindi per certi punti di vista sei perfetto. Anzi sai che ti dico ? A forza di parlare del tuo culo m’è venuta voglia di scoparti, tanto a te prenderlo dentro di non dispiace vero ?”
“No Jason, fai come vuoi.”
Nonostante mi sentissi umiliato per tutti gli insulti ricevuti, sapevo anche che quel che m’aveva appena detto era vero, e che soddisfare uomini come lui mi faceva godere sin dalla prima volta che l’avevo fatto, mentre con le donne erano state sempre delusioni.
Quasi non m’accorsi che lui m’aveva tolto il plug per sodomizzarmi come prima, quasi violentando il mio ano, ma allo stesso tempo mandandomi in estasi col suo modo di fare dominante.
Perché dentro di me volevo che si comportasse da vero maschio alfa, e mi trattasse male, ben sapendo che avrei goduto forse più di lui. Ed indiscutibilmente come toro da monta, Jason era un numero uno, non solo per dimensioni della nerchia, ma anche per forza fisica e resistenza, tanto che quando mi scopava perdevo la dimensione del tempo, Lui amava prendermi saldamente per i fianchi e poi spingermi dentro la sua mazza senza darmi un attimo di sosta, facendomi gemere di piacere sino a quando non inondava il mio retto col suo sperma. Una volta raggiunto l’orgasmo però non si fermava, anzi usava proprio il frutto del suo piacere come lubrificante per dare gli ultimi affondi.
“Puliscimi il cazzo che con te stasera non ho ancora finito.” mi disse dopo avermi rimesso il plug a mo’ di tappo per non farmi sporcare in giro.
Dopo l’orgasmo la sua mazza aveva il sapore del piacere d’entrambi, così leccarla dalla base alla punta fu una vera goduria, che purtroppo durò poco vista la focosità del mio amante. Jason Infatti mi fece sdraiare per terra per poi mettersi sopra di me in modo che gli leccassi sia le palle che l’ano, mentre lui si rimise a giocare col plug, facendo entrare ed uscire in continuazione.
Io sentivo la sua mazza riprendere vigore, e ben presto tornò alla sua piena erezione, non sapendo che lui aveva ben altre idee prima di prendermi nuovamente. Spostandosi come un felino me lo ritrovai fra le gambe, e questa volta tolto il plug, mi ritrovai il retto riempito prima con due e poi con tre dita, che complice lo sperma ancora presente, quasi sguazzavano dentro di me.
“Scommetto che non vedi l’ora che ti scopi peggio di prima, ma il mio cazzo te lo devi meritare, quindi vedi di fare la troia come si deve.” mi disse facendomi sentire il quarto dito contro il mio ano.
“Jason ti prego, farò tutto quello che vuoi ma scopami, voglio godere con te.” risposi supplicandolo.
“Va ben ma poi non lamentarti neanche fossi una verginella al primo cazzo che prende.”
Lui si girò per prendermi da sopra, ma solo dopo avermi afferrato le caviglie per spalancarmi al massimo le gambe. Non appena mi fu dentro ebbi l’irrefrenabile voglia di prendermi il membro in mano, ma invece di masturbarmi iniziai a stringerlo quasi volessi farmi male.
Jason non disse nulla anche se fu colpito dal vedermi col pene in mano dato che non lo facevo quasi mai, preferendo “concentrarmi” sul sesso anale, neanche quando mi girò come una trottola per prendermi da dietro.
“Adesso diamo il via alle danze, e sia chiaro che voglio sentirti dire quanto sei puttana dentro.” mi urlò contro mentre riprendeva la cinghia per tirarmi ancor di più a sé.
“Lo sai che amo il tuo cazzo quindi cosa dovrei dirti ?”
“Perché vai in giro a fare la troia tanto per iniziare.” mi disse dandomi due bei ceffoni sulle natiche.
“Perché non l’ho mai potuto fare, e adesso mi sento libero, ma se vuoi lo faccio solo con te.”
Jason continuò a martellarmi il culo con la sua mazza, quando non mi penetrava con le dita, accompagnando tutto ciò con delle belle manate sulle chiappe.
Mi sentivo usato in modo malsano, ma godevo senza un attimo di sosta, tanto che venni un paio di volte prima di lui, riempendomi la mano col mio stesso seme. Non sapevo come dirgli quanto lui fosse importante per me, fosse solo perché era l’unico col quale mi lasciavo andare completamente, certo che non m’avrebbe mai fatto realmente male. Anche quando mi tirava il collo con la cinghia era più un modo per farmi sentire ancora più suo che altro, e gli sculaccioni erano più umilianti che dolorosi.
Alla fine si mise in piedi davanti a me, per tenermi ferma la testa con una mano e venirmi in faccia, cosa che ben sapeva quanto odiassi, per poi infilarmi la mazza un paio di volte in bocca.
“Adesso sarebbe da farti una foto dal titolo la puttana.” mi disse ridacchiando.
“Jason hai ragione ma cerca di capire…”
Lui mi mise un dito davanti alla bocca per farmi capire che dovevo rimanere in silenzio; quindi, prese fiato e s’inginocchio davanti a me.
“Senti io capisco bene che una volta aperta la gabbia, la belva è uscita fuori, e sia chiaro è la tua vita e puoi farne quello che vuoi. Però per me non sei solo un culo da scopare, e ripeto lo hai bellissimo, ma una persona meravigliosa con la quale si può discutere di tutto, al limite un po’ porca a modo suo, ma del resto nessuno è perfetto. Stasera ho solo voluto vedere sino a che punto mi potevo spingere, e sia chiaro che non saprei andare oltre, quindi sai dove posso arrivare. Ora datti una lavata che usciamo a bere qualcosa.”
Ebbi l’impulso irrefrenabile di baciarlo, cosa che feci senza pensarci un attimo, così ci ritrovammo tutti e due sporchi del suo sperma, ma felici come due bambini in un negozio di giocattoli.
Da quella sera siamo una coppia come tante altre, e poco importa se ogni tanto l’aspetto a casa nudo con un bel plug nel culo.
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