Come se il mondo stesse finendo
di
Angelo B
genere
orge
Era iniziato con uno sguardo.
Daniela e Alidiana si scrutavano da minuti, il vino nei bicchieri appena toccato, la luce morbida nella stanza.
Io ero lì.
Seduto.
A guardarle.
Presente, ma fuori dal gioco. O almeno così credevo.
Daniela, spavalda, lasciò che la sua mano cercasse il ginocchio di Ali.
“Ti sei mai fatta toccare da una donna?”, le chiese.
Ali sorrise. Rosso sulle guance, un lampo negli occhi. “Non così.”
Poi si baciarono.
Piano, poi più forte.
Le lingue si trovavano come se lo facessero da sempre.
In pochi secondi sparirono nella stanza accanto.
E io restai. A guardare. A desiderare. A prepararmi.
⸻
“Apri le gambe per me,” sussurrò Daniela.
Ali obbedì. La fica già lucida, calda, tremante.
Dani scese subito. Le mani le allargarono le cosce. La lingua affondò tra le labbra bagnate, leccando ogni piega, ogni gemito.
“Sapori così non li dimentichi mai…” mormorò.
La sua bocca succhiava forte il clitoride, mentre una mano la apriva e l’altra già accarezzava l’ano con lentezza peccaminosa.
Ali si contorceva.
“Ti sto venendo in faccia…” ansimava, e fu proprio così.
Un getto caldo. Uno squirt improvviso. La faccia di Dani lucida. Il letto un lago.
E io, nel buio, non ce la feci più.
“Posso venire anch’io?”
⸻
Mi spogliai. Il cazzo duro, teso, palpitante.
Ali salì su di me, si sedette sul mio petto e mi offrì la fica ancora bagnata.
“Leccami, fammi venire di nuovo…”
E io lo feci.
Con fame. Con passione.
Le labbra tra le mie labbra. La lingua sul clitoride, poi giù, poi di nuovo su, mentre lei si muoveva piano.
Nel frattempo Daniela mi prese il cazzo tra le mani, poi tra le labbra.
Profonda. Lenta. Bagnata.
Una sopra. Una sotto.
Io al centro del loro godimento.
Ali si allontanò, esausta.
Daniela salì su di me e si calò sopra al mio cazzo.
Calda. Stretta.
La sua fica lo inghiottì tutto, lentamente.
“Oh, cazzo sì… così… tutto dentro…”
Ali le stava dietro, la baciava sul collo, le mordeva l’orecchio.
Dani si muoveva su e giù, io la stringevo per i fianchi e la prendevo più forte, più a fondo.
La stanza tremava. I corpi urlavano.
Quando venni, lo feci dentro di lei.
Tutto.
Dani si piegò all’indietro, urlando.
Ali venne accanto a noi, stringendoci.
⸻
Epilogo – Il mattino dopo
Il sole filtrava tra le tende leggere.
Io ero disteso tra loro, le lenzuola buttate sul pavimento, i corpi nudi, caldi.
Ali si mosse per prima. Si stiracchiò, poi mi montò il fianco, nuda, con la fica ancora morbida e pulsante.
“Ti sei guadagnato un altro giro,” disse con un sorriso sporco e dolce.
Daniela si svegliò ridendo.
“Allora dividiamocelo: mezza mattina a testa.”
E lo fecero davvero.
Con calma. Con baci lenti. Con la pelle che si risvegliava.
Le loro bocche sul mio collo, poi sul petto, poi più giù.
Ancora la lingua. Ancora le mani. Ancora tutto.
Non c’era più fretta.
Solo un lento ritorno al piacere.
Senza tempo. Senza colpa.
Solo noi tre.
⸻
“Se questa è una colpa… voglio peccare per sempre.”
Daniela e Alidiana si scrutavano da minuti, il vino nei bicchieri appena toccato, la luce morbida nella stanza.
Io ero lì.
Seduto.
A guardarle.
Presente, ma fuori dal gioco. O almeno così credevo.
Daniela, spavalda, lasciò che la sua mano cercasse il ginocchio di Ali.
“Ti sei mai fatta toccare da una donna?”, le chiese.
Ali sorrise. Rosso sulle guance, un lampo negli occhi. “Non così.”
Poi si baciarono.
Piano, poi più forte.
Le lingue si trovavano come se lo facessero da sempre.
In pochi secondi sparirono nella stanza accanto.
E io restai. A guardare. A desiderare. A prepararmi.
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“Apri le gambe per me,” sussurrò Daniela.
Ali obbedì. La fica già lucida, calda, tremante.
Dani scese subito. Le mani le allargarono le cosce. La lingua affondò tra le labbra bagnate, leccando ogni piega, ogni gemito.
“Sapori così non li dimentichi mai…” mormorò.
La sua bocca succhiava forte il clitoride, mentre una mano la apriva e l’altra già accarezzava l’ano con lentezza peccaminosa.
Ali si contorceva.
“Ti sto venendo in faccia…” ansimava, e fu proprio così.
Un getto caldo. Uno squirt improvviso. La faccia di Dani lucida. Il letto un lago.
E io, nel buio, non ce la feci più.
“Posso venire anch’io?”
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Mi spogliai. Il cazzo duro, teso, palpitante.
Ali salì su di me, si sedette sul mio petto e mi offrì la fica ancora bagnata.
“Leccami, fammi venire di nuovo…”
E io lo feci.
Con fame. Con passione.
Le labbra tra le mie labbra. La lingua sul clitoride, poi giù, poi di nuovo su, mentre lei si muoveva piano.
Nel frattempo Daniela mi prese il cazzo tra le mani, poi tra le labbra.
Profonda. Lenta. Bagnata.
Una sopra. Una sotto.
Io al centro del loro godimento.
Ali si allontanò, esausta.
Daniela salì su di me e si calò sopra al mio cazzo.
Calda. Stretta.
La sua fica lo inghiottì tutto, lentamente.
“Oh, cazzo sì… così… tutto dentro…”
Ali le stava dietro, la baciava sul collo, le mordeva l’orecchio.
Dani si muoveva su e giù, io la stringevo per i fianchi e la prendevo più forte, più a fondo.
La stanza tremava. I corpi urlavano.
Quando venni, lo feci dentro di lei.
Tutto.
Dani si piegò all’indietro, urlando.
Ali venne accanto a noi, stringendoci.
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Epilogo – Il mattino dopo
Il sole filtrava tra le tende leggere.
Io ero disteso tra loro, le lenzuola buttate sul pavimento, i corpi nudi, caldi.
Ali si mosse per prima. Si stiracchiò, poi mi montò il fianco, nuda, con la fica ancora morbida e pulsante.
“Ti sei guadagnato un altro giro,” disse con un sorriso sporco e dolce.
Daniela si svegliò ridendo.
“Allora dividiamocelo: mezza mattina a testa.”
E lo fecero davvero.
Con calma. Con baci lenti. Con la pelle che si risvegliava.
Le loro bocche sul mio collo, poi sul petto, poi più giù.
Ancora la lingua. Ancora le mani. Ancora tutto.
Non c’era più fretta.
Solo un lento ritorno al piacere.
Senza tempo. Senza colpa.
Solo noi tre.
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“Se questa è una colpa… voglio peccare per sempre.”
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