Dannazione dolce
di
Angelo B
genere
incesti
racconto integrale con Nicole & Gis
⸻
1. Rovinata
Restammo così. Fermi.
Il mio cazzo dentro il suo culo.
I nostri respiri lenti. Il letto devastato.
Lei si voltò. Sorrise.
«Zio… stanotte… mi hai rovinata. E non voglio guarire mai.»
Ma lo sapevamo entrambi: non era davvero la fine.
Era solo l’inizio della dannazione più dolce mai vissuta.
⸻
2. Rovinata per sempre
Nicole non dormì quella notte. E nemmeno io.
I nostri corpi erano incollati. Sudati. Ancora bollenti. Bastava uno sfiorarsi, e tutto ricominciava. Più sporco. Più profondo.
Le passai la mano tra le cosce. Fradicia.
«Zio… mi hai aperta tutta… anche l’anima.»
Le girai il corpo. Il suo culo arrossato, ancora segnato. Il buco umido, ancora aperto. Lo leccai. Le infilai due dita. Nicole tremava.
«Mi fai impazzire…»
«Lo sei già. E sei mia.»
La presi da dietro. Lenta penetrazione. Cruda. Le chiusi i polsi. Il mio cazzo le risalì nel culo con forza. Lei gemeva.
«Sì… scopiami… fammi male…»
Le davo colpi profondi. Le sberle sulle chiappe la facevano urlare. Le infilai le dita in bocca. Le succhiava mentre la scopavo.
«Vieni dentro… fammi tua per sempre…»
Lo feci. Profondo. Caldo.
Lei si accasciò. Esausta. Sporca.
«Mi hai rovinata… e non voglio guarire mai.»
Ma lo sapevamo: non era ancora finita.
⸻
3. Il richiamo del vizio
Nicole leccava il mio cazzo con amore.
«Lo voglio ancora… tutto dentro… voglio tutto di te.»
Poi sentimmo la porta aprirsi.
Gis entrò. Tacchi. Trench. Nuda sotto.
Non parlò. Ci guardò.
«Vi ho sentiti. Il tuo culo, Nicole, che chiedeva ancora. Voglio partecipare.»
Gis si spogliò. Salì su di me.
Nicole le leccava la figa mentre io la scopavo.
Un triangolo perfetto.
Poi Gis spinse Nicole su di me.
«Ora prendi tutto nel culo davanti a me.»
Nicole tremava.
«Sì zia… lo voglio dentro… fammi vedere quanto mi ami.»
Me lo prese tutto. Il mio cazzo la aprì di nuovo.
Gis la leccava mentre io la scopavo.
Urla. Carne. Umori.
Venimmo in tre.
Un vortice. Una rovina meravigliosa.
Gis:
«Ora siamo una cosa sola. In tre. E non esiste via d’uscita.»
⸻
4. Scoperti
Il giorno dopo. Tre colpi alla porta.
Poi: si aprì.
Lui. L’ex marito di Gis.
Ci vide. Tutti nudi.
Il letto sporco. I corpi segnati.
«Sei impazzita? Con tua nipote?! E lui…?»
Nicole si alzò:
«Siamo felici. Qui nessuno finge.»
Gis:
«Ora sai tutto. Ma non puoi farci nulla.»
Lui giurò vendetta.
«Vi rovinerò. Vi distruggerò. Vi denuncio.»
Chiuse la porta. Andò via.
Nicole mi fissò.
«Ci troviamo dentro fino al collo. Ci tieni davvero con te?»
La feci inginocchiare.
«Ora non si torna indietro. Siete mie. Per sempre.»
⸻
5. Fuga
Ore dopo. Valigie leggere. Cuori pesanti.
Gis fumava in terrazza. Nicole correva per casa.
Io guardavo il vuoto.
«Dove andiamo?»
«Brasile. Itacaré. Ho una casa lì. Nessuno ci troverà.»
Partimmo alle quattro del mattino.
Niente cellulari. Nomi falsi. Silenzio.
Gis davanti. Nicole sdraiata dietro, la testa sulle mie gambe.
«Ho paura?»
«No. Ho voglia di essere nuda con voi, libera. Il tuo cazzo. Le sue mani. Le nostre bocche. Il mare.»
⸻
6. Rinascita
Itacaré. Una settimana dopo.
Oceano. Sabbia. Silenzio.
Sempre nudi. Sempre eccitati.
Nicole prendeva il sole con le gambe aperte.
Gis le spalma la crema sulle cosce. Lecca. Gode. Lecca ancora.
Io le guardo. Duro. Caldo.
Al tramonto si avvicinano.
Gis si inginocchia. Nicole si siede sul mio viso.
«Siamo tuoi», dice Gis, succhiandomi.
«E nessuno ci troverà mai», aggiunge Nicole, cavalcando la mia bocca.
Una nuova notte.
Un nuovo inferno.
Una dolce, eterna dannazione.
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1. Rovinata
Restammo così. Fermi.
Il mio cazzo dentro il suo culo.
I nostri respiri lenti. Il letto devastato.
Lei si voltò. Sorrise.
«Zio… stanotte… mi hai rovinata. E non voglio guarire mai.»
Ma lo sapevamo entrambi: non era davvero la fine.
Era solo l’inizio della dannazione più dolce mai vissuta.
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2. Rovinata per sempre
Nicole non dormì quella notte. E nemmeno io.
I nostri corpi erano incollati. Sudati. Ancora bollenti. Bastava uno sfiorarsi, e tutto ricominciava. Più sporco. Più profondo.
Le passai la mano tra le cosce. Fradicia.
«Zio… mi hai aperta tutta… anche l’anima.»
Le girai il corpo. Il suo culo arrossato, ancora segnato. Il buco umido, ancora aperto. Lo leccai. Le infilai due dita. Nicole tremava.
«Mi fai impazzire…»
«Lo sei già. E sei mia.»
La presi da dietro. Lenta penetrazione. Cruda. Le chiusi i polsi. Il mio cazzo le risalì nel culo con forza. Lei gemeva.
«Sì… scopiami… fammi male…»
Le davo colpi profondi. Le sberle sulle chiappe la facevano urlare. Le infilai le dita in bocca. Le succhiava mentre la scopavo.
«Vieni dentro… fammi tua per sempre…»
Lo feci. Profondo. Caldo.
Lei si accasciò. Esausta. Sporca.
«Mi hai rovinata… e non voglio guarire mai.»
Ma lo sapevamo: non era ancora finita.
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3. Il richiamo del vizio
Nicole leccava il mio cazzo con amore.
«Lo voglio ancora… tutto dentro… voglio tutto di te.»
Poi sentimmo la porta aprirsi.
Gis entrò. Tacchi. Trench. Nuda sotto.
Non parlò. Ci guardò.
«Vi ho sentiti. Il tuo culo, Nicole, che chiedeva ancora. Voglio partecipare.»
Gis si spogliò. Salì su di me.
Nicole le leccava la figa mentre io la scopavo.
Un triangolo perfetto.
Poi Gis spinse Nicole su di me.
«Ora prendi tutto nel culo davanti a me.»
Nicole tremava.
«Sì zia… lo voglio dentro… fammi vedere quanto mi ami.»
Me lo prese tutto. Il mio cazzo la aprì di nuovo.
Gis la leccava mentre io la scopavo.
Urla. Carne. Umori.
Venimmo in tre.
Un vortice. Una rovina meravigliosa.
Gis:
«Ora siamo una cosa sola. In tre. E non esiste via d’uscita.»
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4. Scoperti
Il giorno dopo. Tre colpi alla porta.
Poi: si aprì.
Lui. L’ex marito di Gis.
Ci vide. Tutti nudi.
Il letto sporco. I corpi segnati.
«Sei impazzita? Con tua nipote?! E lui…?»
Nicole si alzò:
«Siamo felici. Qui nessuno finge.»
Gis:
«Ora sai tutto. Ma non puoi farci nulla.»
Lui giurò vendetta.
«Vi rovinerò. Vi distruggerò. Vi denuncio.»
Chiuse la porta. Andò via.
Nicole mi fissò.
«Ci troviamo dentro fino al collo. Ci tieni davvero con te?»
La feci inginocchiare.
«Ora non si torna indietro. Siete mie. Per sempre.»
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5. Fuga
Ore dopo. Valigie leggere. Cuori pesanti.
Gis fumava in terrazza. Nicole correva per casa.
Io guardavo il vuoto.
«Dove andiamo?»
«Brasile. Itacaré. Ho una casa lì. Nessuno ci troverà.»
Partimmo alle quattro del mattino.
Niente cellulari. Nomi falsi. Silenzio.
Gis davanti. Nicole sdraiata dietro, la testa sulle mie gambe.
«Ho paura?»
«No. Ho voglia di essere nuda con voi, libera. Il tuo cazzo. Le sue mani. Le nostre bocche. Il mare.»
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6. Rinascita
Itacaré. Una settimana dopo.
Oceano. Sabbia. Silenzio.
Sempre nudi. Sempre eccitati.
Nicole prendeva il sole con le gambe aperte.
Gis le spalma la crema sulle cosce. Lecca. Gode. Lecca ancora.
Io le guardo. Duro. Caldo.
Al tramonto si avvicinano.
Gis si inginocchia. Nicole si siede sul mio viso.
«Siamo tuoi», dice Gis, succhiandomi.
«E nessuno ci troverà mai», aggiunge Nicole, cavalcando la mia bocca.
Una nuova notte.
Un nuovo inferno.
Una dolce, eterna dannazione.
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