“Sotto il vestito: solo figa. E lo zio.”
di
Angelo B
genere
incesti
Prefazione – La promessa del piacere
Ci sono donne che tornano cambiate.
E poi c’è Nicole.
Che torna sporca. Senza freni. Con la figa rasata e affamata.
Era la mia “nipote acquisita”, sì.
Ma bastava guardarla negli occhi, o sentire come diceva “zio”, per capire che era pronta a tutto.
Sotto il vestito non portava niente.
Dentro, solo voglia.
E io, lo zio, non avevo mai desiderato tanto una cosa così proibita.
Quello che successe fu più che sesso. Fu dominio. Distruzione.
Nicole voleva essere scopata.
E io… non mi fermai finché non la spaccai.
⸻
Racconto completo
Il tramonto scivolava sul pavimento.
Il portone si aprì, e lei entrò.
Nicole.
Vestitino bianco. Corto. Niente reggiseno.
Sotto? Nulla. Solo pelle. E voglia.
Mi guardò come si guarda un peccato.
«Ciao zio…» sussurrò con un sorrisetto sporco.
«Indovina cosa non porto sotto?»
Mi prese la mano e me la infilò tra le gambe.
Nuda. Liscissima. Calda.
Già bagnata.
«Ho pensato a te in Brasile… ogni notte. Mi toccavo pensando al tuo cazzo, zio…»
Mi si chiuse la gola.
Le alzai il vestito.
Niente mutandine. Solo la sua figa lucida.
Mi inginocchiai e cominciai a leccarla con furia.
La lingua affondava, le dita la aprivano.
Nicole tremava, gemeva.
«Sì zio… succhiamela… fammi godere come solo tu sai fare…»
Venni inondata dal suo squirting violento. Mi bagnò tutto il viso.
E lei rideva. Soddisfatta.
«Bravo zio… ma io voglio di più.»
La portai al tavolo.
Glielo infilai da dietro, tutto. Di colpo.
SLAM.
Urlo.
Lei si piegò in due, il vestito che cadeva tra le cosce.
Il mio cazzo la prendeva.
Forte. Crudo. Profondo.
«Sì zio! Scopami! Fammi male! Rompimi tutta!»
La scopai come un animale.
Il suono delle mie spinte, i suoi gemiti, il tavolo che tremava.
Nicole urlava, veniva, graffiava.
Era una troia sfrenata.
E io lo zio porco che l’aveva sognata per mesi.
Poi si girò. Mi guardò negli occhi.
«Riempimi. Voglio il tuo sperma dentro, zio. Voglio sentirmi tua per tutto il giorno.»
E io glielo diedi.
Una venuta mostruosa.
Le riempii la figa fino all’ultima goccia.
Sentivo il mio seme colare lungo le sue cosce.
Nicole ansimava, il sorriso sporco sulle labbra.
⸻
Epilogo – Follia finale
Pensavo fosse finita.
Nicole si inginocchiò, mi guardò da sotto.
Il cazzo ancora duro, lucido di lei.
«Zio… adesso fammi venire in gola. Voglio ingoiare tutto. Tutto.»
Se lo prese. Profondo. Violento.
Si toccava mentre mi succhiava.
Tre dita nella sua figa.
Scopandosela da sola.
E poi urlò. Un orgasmo totale.
E io esplosi in bocca a lei.
Una seconda venuta ancora più potente.
Lei bevve. Tutto. E sorrise.
«Lo vedi zio? Sono tornata solo per il tuo cazzo.»
Si alzò, sistemò il vestito. Niente mutandine.
E se ne andò scalza, col tuo sperma dentro.
«Stasera torno. Voglio che mi chiudi la bocca con la cintura, zio. E che mi prendi il culo.»
Capitolo Finale – La Notte Proibita
La mezzanotte era passata.
La porta si aprì senza bussare.
Nicole. Vestita di nero. Più corta, più stretta, più porca.
Tacchi alti. Rossetto rosso. Nessuna vergogna.
«Zio… sono tornata per farmi finire. Come promesso.»
Chiuse la porta con un piede, e si inginocchiò subito.
Mi tirò giù i pantaloni. Il cazzo era già duro.
Lo prese in bocca come una fame mai sazia.
Senza grazia. Profondo.
Faceva rumore, saliva, scendeva.
Bava ovunque.
Poi si fermò.
Mi guardò con gli occhi accesi.
«Zio… prendimi il culo. Fammi diventare tua per davvero.»
Mi esplose il sangue in testa.
La presi per mano e la portai in camera.
Sul letto. Pancia in giù.
Le alzai il vestito. Nessuna sorpresa: niente sotto.
Lubrificai con la saliva. Lei si toccava da sola la figa mentre le aprivo il culo con le dita.
«Dai zio… sfondami il culo… fallo! Spaccami!»
Appoggiai il glande.
Lei spinse all’indietro.
Entrai.
Stretto. Caldo. Osceno.
Un grido. Di piacere, non di dolore.
Cominciai piano. Poi più forte.
Ogni colpo faceva tremare il letto.
Il suo culo sbatteva contro il mio ventre.
Io ansimavo. Lei urlava.
«Sììì zio! Sììì! Il tuo cazzo nel culo! Finalmente!»
La presi per i capelli. Le morsi la spalla. Le tenni le braccia ferme.
La dominai.
Fino a farla venire di nuovo. Nel culo. In figa. Ovunque.
Uno squirt impazzito, che bagnò lenzuola e pareti.
Io non mi fermai.
SLAP SLAP SLAP
Poi lo sentii.
Il mio corpo esplodere.
Il seme che montava.
Le afferrai il culo.
«Tieni, troia. Prenditi il mio inferno.»
E venni. Nel suo culo.
Tutto. Caldo. Profondo. Senza scuse.
Lei strinse le gambe, il viso affondato nel cuscino.
Restammo così. Fermi.
Il mio cazzo dentro il suo culo.
I nostri respiri lenti.
Il letto devastato.
Lei si voltò. Sorrise.
«Zio… stanotte… mi hai rovinata. E non voglio guarire mai.»
⸻
FINE.
Ma lo sappiamo entrambi: non era davvero la fine.
Era solo l’inizio della dannazione più dolce mai vissuta.
Ci sono donne che tornano cambiate.
E poi c’è Nicole.
Che torna sporca. Senza freni. Con la figa rasata e affamata.
Era la mia “nipote acquisita”, sì.
Ma bastava guardarla negli occhi, o sentire come diceva “zio”, per capire che era pronta a tutto.
Sotto il vestito non portava niente.
Dentro, solo voglia.
E io, lo zio, non avevo mai desiderato tanto una cosa così proibita.
Quello che successe fu più che sesso. Fu dominio. Distruzione.
Nicole voleva essere scopata.
E io… non mi fermai finché non la spaccai.
⸻
Racconto completo
Il tramonto scivolava sul pavimento.
Il portone si aprì, e lei entrò.
Nicole.
Vestitino bianco. Corto. Niente reggiseno.
Sotto? Nulla. Solo pelle. E voglia.
Mi guardò come si guarda un peccato.
«Ciao zio…» sussurrò con un sorrisetto sporco.
«Indovina cosa non porto sotto?»
Mi prese la mano e me la infilò tra le gambe.
Nuda. Liscissima. Calda.
Già bagnata.
«Ho pensato a te in Brasile… ogni notte. Mi toccavo pensando al tuo cazzo, zio…»
Mi si chiuse la gola.
Le alzai il vestito.
Niente mutandine. Solo la sua figa lucida.
Mi inginocchiai e cominciai a leccarla con furia.
La lingua affondava, le dita la aprivano.
Nicole tremava, gemeva.
«Sì zio… succhiamela… fammi godere come solo tu sai fare…»
Venni inondata dal suo squirting violento. Mi bagnò tutto il viso.
E lei rideva. Soddisfatta.
«Bravo zio… ma io voglio di più.»
La portai al tavolo.
Glielo infilai da dietro, tutto. Di colpo.
SLAM.
Urlo.
Lei si piegò in due, il vestito che cadeva tra le cosce.
Il mio cazzo la prendeva.
Forte. Crudo. Profondo.
«Sì zio! Scopami! Fammi male! Rompimi tutta!»
La scopai come un animale.
Il suono delle mie spinte, i suoi gemiti, il tavolo che tremava.
Nicole urlava, veniva, graffiava.
Era una troia sfrenata.
E io lo zio porco che l’aveva sognata per mesi.
Poi si girò. Mi guardò negli occhi.
«Riempimi. Voglio il tuo sperma dentro, zio. Voglio sentirmi tua per tutto il giorno.»
E io glielo diedi.
Una venuta mostruosa.
Le riempii la figa fino all’ultima goccia.
Sentivo il mio seme colare lungo le sue cosce.
Nicole ansimava, il sorriso sporco sulle labbra.
⸻
Epilogo – Follia finale
Pensavo fosse finita.
Nicole si inginocchiò, mi guardò da sotto.
Il cazzo ancora duro, lucido di lei.
«Zio… adesso fammi venire in gola. Voglio ingoiare tutto. Tutto.»
Se lo prese. Profondo. Violento.
Si toccava mentre mi succhiava.
Tre dita nella sua figa.
Scopandosela da sola.
E poi urlò. Un orgasmo totale.
E io esplosi in bocca a lei.
Una seconda venuta ancora più potente.
Lei bevve. Tutto. E sorrise.
«Lo vedi zio? Sono tornata solo per il tuo cazzo.»
Si alzò, sistemò il vestito. Niente mutandine.
E se ne andò scalza, col tuo sperma dentro.
«Stasera torno. Voglio che mi chiudi la bocca con la cintura, zio. E che mi prendi il culo.»
Capitolo Finale – La Notte Proibita
La mezzanotte era passata.
La porta si aprì senza bussare.
Nicole. Vestita di nero. Più corta, più stretta, più porca.
Tacchi alti. Rossetto rosso. Nessuna vergogna.
«Zio… sono tornata per farmi finire. Come promesso.»
Chiuse la porta con un piede, e si inginocchiò subito.
Mi tirò giù i pantaloni. Il cazzo era già duro.
Lo prese in bocca come una fame mai sazia.
Senza grazia. Profondo.
Faceva rumore, saliva, scendeva.
Bava ovunque.
Poi si fermò.
Mi guardò con gli occhi accesi.
«Zio… prendimi il culo. Fammi diventare tua per davvero.»
Mi esplose il sangue in testa.
La presi per mano e la portai in camera.
Sul letto. Pancia in giù.
Le alzai il vestito. Nessuna sorpresa: niente sotto.
Lubrificai con la saliva. Lei si toccava da sola la figa mentre le aprivo il culo con le dita.
«Dai zio… sfondami il culo… fallo! Spaccami!»
Appoggiai il glande.
Lei spinse all’indietro.
Entrai.
Stretto. Caldo. Osceno.
Un grido. Di piacere, non di dolore.
Cominciai piano. Poi più forte.
Ogni colpo faceva tremare il letto.
Il suo culo sbatteva contro il mio ventre.
Io ansimavo. Lei urlava.
«Sììì zio! Sììì! Il tuo cazzo nel culo! Finalmente!»
La presi per i capelli. Le morsi la spalla. Le tenni le braccia ferme.
La dominai.
Fino a farla venire di nuovo. Nel culo. In figa. Ovunque.
Uno squirt impazzito, che bagnò lenzuola e pareti.
Io non mi fermai.
SLAP SLAP SLAP
Poi lo sentii.
Il mio corpo esplodere.
Il seme che montava.
Le afferrai il culo.
«Tieni, troia. Prenditi il mio inferno.»
E venni. Nel suo culo.
Tutto. Caldo. Profondo. Senza scuse.
Lei strinse le gambe, il viso affondato nel cuscino.
Restammo così. Fermi.
Il mio cazzo dentro il suo culo.
I nostri respiri lenti.
Il letto devastato.
Lei si voltò. Sorrise.
«Zio… stanotte… mi hai rovinata. E non voglio guarire mai.»
⸻
FINE.
Ma lo sappiamo entrambi: non era davvero la fine.
Era solo l’inizio della dannazione più dolce mai vissuta.
4
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
“Piegata e presa – Laura non dice no”
Commenti dei lettori al racconto erotico