Lago di Fuoco
di
Angelo B
genere
orge
silenzio della notte sul lago di Como era rotto solo dai nostri respiri. Nicole era nuda, il suo corpo illuminato dalla luce calda della lampada. Si avvicinò a me lentamente, con gli occhi accesi, e mi baciò sul collo, poi sul petto, poi scese ancora. Si inginocchiò tra le mie gambe e iniziò a leccare piano il mio cazzo, che pulsava sotto la sua lingua calda. La guardavo, rapito. Lo prese tutto in bocca, senza fretta, inghiottendomi fino in fondo.
Poi salì su di me, le tette morbide e sode premevano contro il mio petto, e si infilò il cazzo dentro, lentamente, centimetro dopo centimetro, godendo, gemendo. La sua figa era caldissima, stretta, perfetta. Iniziò a muoversi, cavalcandomi come se fossi suo da sempre, con movimenti decisi, profondi. La prendevo per i fianchi, le stringevo il culo, la facevo sprofondare su di me fino a sentire le sue labbra battere contro la base del mio cazzo.
La girai. La misi a quattro zampe. Le aprii la figa con due dita e la penetrati con un colpo secco. Lei urlò. La sua voce era un canto di piacere. Le afferrai i capelli e le sussurrai all’orecchio quanto era troia. Lei rideva, godendo, spingendosi contro di me. La presi con forza, affondando dentro di lei con ritmo crescente, mentre la sua figa gocciolava di voglia.
Venimmo insieme, io dentro di lei, lei stringendomi, tremando.
Ma non era finita.
Nicole si voltò, mi prese il cazzo con una mano, e iniziò a leccarlo, a pulirlo colla lingua. Poi, senza dire nulla, scese ancora più in basso, leccandomi le palle, poi oltre, fino al mio buco. E lì, con una calma incredibile, mi baciò, mi leccò, mi infilò la lingua. Sentii un brivido fortissimo. Non avevo mai provato nulla di simile.
«Ora fammi tua, con tutto. Voglio che mi scopi il culo, amore… voglio sentirtelo dentro finché non urlo.»
Si mise in posizione, aprì il culo con le mani. Lo vidi pulsare, pronto. Le passai la punta del cazzo, lei gemeva già solo al contatto. Poi spinsi. Piano, con calma, fino a sentirmi completamente dentro. Lei gridò, poi gemette forte.
«Sì… sì! Scopami il culo!»
E io lo feci. La presi con potenza, con fame, sentendo il suo culo stretto che mi avvolgeva, che mi massaggiava ad ogni spinta. Era fuoco puro. Nicole si toccava mentre la prendevo, voleva venire ancora.
Venni dentro il suo culo, con un urlo, un’esplosione. Ma ancora non era finita. La girai e le venni in bocca, mentre lei se lo prendeva tutto tra le labbra, leccando fino all’ultima goccia.
La mattina dopo arrivarono Gis e Thaise. Nicole era ancora nuda, aperta, sazia eppure vogliosa. Le accolse con un bacio. Gis si inginocchiò subito davanti a me, prese il mio cazzo in bocca, lo succhiava con esperienza. Nicole si sedette sulla mia faccia, mentre Thaise si chinava sotto per leccarmi il buco con movimenti esperti e lenti.
Era il giorno del piacere infinito.
Ci muovevamo tutti e quattro come un unico corpo. Scopai Gis con il culo, mentre Nicole e Thaise si leccavano con passione animalesca. Cambiavamo posizione, cambiavamo combinazioni. La mia bocca era sulla figa di Nicole, il mio cazzo nel culo di Thaise, le mani sulle tette di Gis.
Si misero tutte e tre in fila sul letto, a quattro zampe. Passavo da una all’altra: bocca, figa, culo. Senza sosta. Le facevo godere e loro gemevano come puttane innamorate. Le venni dentro, fuori, ovunque. Sul viso, sulle chiappe, tra le tette. Ogni parte del loro corpo era fatta per godere.
Il finale fu una sinfonia di eccesso. In ginocchio, una accanto all’altra, bocche aperte, si passarono lo sperma con la lingua, si leccarono a vicenda. Si guardavano e ridevano, complici, felici, sfinite.
Il sole calava sul lago.
Io, nudo, svuotato, le guardavo, e pensavo: questo è il mio paradiso. Il mio lago di fuoco.
Poi salì su di me, le tette morbide e sode premevano contro il mio petto, e si infilò il cazzo dentro, lentamente, centimetro dopo centimetro, godendo, gemendo. La sua figa era caldissima, stretta, perfetta. Iniziò a muoversi, cavalcandomi come se fossi suo da sempre, con movimenti decisi, profondi. La prendevo per i fianchi, le stringevo il culo, la facevo sprofondare su di me fino a sentire le sue labbra battere contro la base del mio cazzo.
La girai. La misi a quattro zampe. Le aprii la figa con due dita e la penetrati con un colpo secco. Lei urlò. La sua voce era un canto di piacere. Le afferrai i capelli e le sussurrai all’orecchio quanto era troia. Lei rideva, godendo, spingendosi contro di me. La presi con forza, affondando dentro di lei con ritmo crescente, mentre la sua figa gocciolava di voglia.
Venimmo insieme, io dentro di lei, lei stringendomi, tremando.
Ma non era finita.
Nicole si voltò, mi prese il cazzo con una mano, e iniziò a leccarlo, a pulirlo colla lingua. Poi, senza dire nulla, scese ancora più in basso, leccandomi le palle, poi oltre, fino al mio buco. E lì, con una calma incredibile, mi baciò, mi leccò, mi infilò la lingua. Sentii un brivido fortissimo. Non avevo mai provato nulla di simile.
«Ora fammi tua, con tutto. Voglio che mi scopi il culo, amore… voglio sentirtelo dentro finché non urlo.»
Si mise in posizione, aprì il culo con le mani. Lo vidi pulsare, pronto. Le passai la punta del cazzo, lei gemeva già solo al contatto. Poi spinsi. Piano, con calma, fino a sentirmi completamente dentro. Lei gridò, poi gemette forte.
«Sì… sì! Scopami il culo!»
E io lo feci. La presi con potenza, con fame, sentendo il suo culo stretto che mi avvolgeva, che mi massaggiava ad ogni spinta. Era fuoco puro. Nicole si toccava mentre la prendevo, voleva venire ancora.
Venni dentro il suo culo, con un urlo, un’esplosione. Ma ancora non era finita. La girai e le venni in bocca, mentre lei se lo prendeva tutto tra le labbra, leccando fino all’ultima goccia.
La mattina dopo arrivarono Gis e Thaise. Nicole era ancora nuda, aperta, sazia eppure vogliosa. Le accolse con un bacio. Gis si inginocchiò subito davanti a me, prese il mio cazzo in bocca, lo succhiava con esperienza. Nicole si sedette sulla mia faccia, mentre Thaise si chinava sotto per leccarmi il buco con movimenti esperti e lenti.
Era il giorno del piacere infinito.
Ci muovevamo tutti e quattro come un unico corpo. Scopai Gis con il culo, mentre Nicole e Thaise si leccavano con passione animalesca. Cambiavamo posizione, cambiavamo combinazioni. La mia bocca era sulla figa di Nicole, il mio cazzo nel culo di Thaise, le mani sulle tette di Gis.
Si misero tutte e tre in fila sul letto, a quattro zampe. Passavo da una all’altra: bocca, figa, culo. Senza sosta. Le facevo godere e loro gemevano come puttane innamorate. Le venni dentro, fuori, ovunque. Sul viso, sulle chiappe, tra le tette. Ogni parte del loro corpo era fatta per godere.
Il finale fu una sinfonia di eccesso. In ginocchio, una accanto all’altra, bocche aperte, si passarono lo sperma con la lingua, si leccarono a vicenda. Si guardavano e ridevano, complici, felici, sfinite.
Il sole calava sul lago.
Io, nudo, svuotato, le guardavo, e pensavo: questo è il mio paradiso. Il mio lago di fuoco.
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