Fottimi Dove Vuoi – Ely a Riccione

di
genere
prime esperienze

Prefazione

Da settimane non pensavo ad altro. Il suo corpo. Quel modo in cui muoveva i fianchi quando camminava. Il ricordo della sua voce, calda, un po’ roca, e quei messaggi sporchi che ci scambiavamo la notte.

Sapevo che ci saremmo visti a Riccione. Sapevo che l’avrei voluta senza mezze misure. Ma non immaginavo quanto Ely fosse disposta a darmi… tutto.

Me la sognavo già con il cazzo in bocca, con la figa bagnata che mi implorava di entrare. E appena arrivato in spiaggia, bastò vederla una volta sola per capire che quella giornata non sarebbe finita senza che la scopassi in ogni modo possibile.

Non c’erano regole. C’eravamo solo io, lei, il mare… e una voglia che bruciava.



Ely, voglio tutto

Era lì davanti a me, con quel culo da sogno che ondeggiava sotto il bikini rosa. La guardavo camminare nell’acqua bassa, i capelli lunghi che le scendevano sulla schiena, il corpo bagnato dal mare e dal sole. Avevo il cazzo duro solo a guardarla. Non ce la facevo più.

Mi avvicinai da dietro, in silenzio. Le presi i fianchi e glieli strinsi forte, affondando il viso nel suo collo bagnato. Ely sospirò, piegandosi leggermente, come se stesse aspettando esattamente quel momento.

— Ti piace guardarmi il culo, vero Angelo? — sussurrò, maliziosa.

— Non solo guardarlo. Voglio scoparti qui. Adesso.

Le abbassai lo slip. La sua figa era bagnata, gonfia, calda. La toccai con due dita, le passai dentro lentamente. Lei si piegò di più, aprendosi a me, offrendosi.

Non resistevo. Tirai fuori il cazzo, già duro e pulsante, e glielo infilai dentro con un colpo secco. Ely gemette subito, si aggrappò al muretto e spinse quel culo contro di me.

— Cazzo, sì… così… fammi tua… scopami forte…

Affondavo dentro la sua figa con colpi sempre più violenti. La prendevo da dietro con rabbia, con fame. Le mie mani sui suoi fianchi, poi sui suoi seni. Sentivo i suoi gemiti salire, il suo respiro spezzato.

Poi la tirai su, la girai, e le misi il cazzo in bocca. Ely lo prese con una voracità che mi fece impazzire. Mi guardava negli occhi mentre me lo succhiava, lenta e profonda, con la lingua che mi leccava tutto. Le colava la saliva sul mento, e continuava a masturbarsi con una mano, mentre con l’altra mi stringeva le palle.

— Brava troia… succhiamelo bene… fammelo sparare in gola…

Mi trattenni a fatica. La feci alzare di nuovo, la piegai e le spalancai quel culo perfetto. Lo volevo. Lo meritavo. Le sputai sopra e le infilai il cazzo nell’ano con un colpo deciso.

Ely urlò. Un urlo di piacere puro. Si aprì per me, accettandomi tutta dentro. La scopavo nel culo con forza, mentre la sua figa grondava. Le accarezzai i capezzoli, la baciai sulla schiena, la tenevo stretta.

— Angelo… sto venendo… ti sento ovunque… scopami così… vieni dentro…

E io venni. Dentro il suo culo, profondo, mentre Ely tremava e godeva sotto di me. Restammo fermi, ancora uniti, con il mare che ci toccava le gambe e il sole che scaldava i nostri corpi.

Le baciai la nuca, ancora dentro di lei.

— Non è finita, Ely. Domani ti voglio sulla sabbia, sotto le stelle. E voglio sentire la tua figa di nuovo stringermi forte.

Lei si voltò e sorrise.

— E io voglio il tuo cazzo in ogni mio buco, Angelo. Sempre.



Epilogo

Ely si stese accanto a me sulla sabbia, con il corpo ancora caldo, i segni del mio piacere sulla pelle. Le accarezzai la coscia, poi la figa, ancora gonfia, sensibile.

Lei aprì le gambe, senza dire una parola. Mi guardò e sussurrò solo:

— Ancora…

Glielo ridiedi. Lento, profondo. Come una promessa. I nostri corpi si cercavano senza stanchezza. Il mio cazzo duro di nuovo dentro di lei. Le nostre bocche incollate. Le dita intrecciate. Il tramonto davanti. E un pensiero solo nella testa:

Non voglio smettere mai di scopare con Ely.
Non voglio più una vita senza la sua figa.
Senza quel culo. Senza la sua bocca sul mio cazzo.
Senza lei che geme il mio nome come fosse una preghiera.

E so che nemmeno lei lo vuole.
scritto il
2025-06-13
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