Finocchio

di
genere
gay

Non è la prima volta che me lo sento dire, di solito non sbandiero la mia omosessualità, anzi, cerco sempre di comportarmi come un vero maschio.
Peccato che di maschio, io habbia poco.
Sin da ragazzino mi sentivo attratto dai miei compagni, in palestra osservavo con la coda dell'occhio i loro cazzi di giovani stalloni, duri, svettanti, li avrei accarezzati volentieri, ma qualcosa mi frenava, mi diceva di stare attento.
Poi un pomeriggio di luglio, ero a casa di uno dei miei compagni a fare i compiti, quando, con la scusa del troppo caldo, Gianni si spogliò, e rimase in mutande, insistette e mi disse, ma dai spogliati anche tù, non senti che caldo, e così, mi ritrovai in slip, e alla vista del suo corpo già ben tonico, mi si rizzò.
Ma dai mi disse, sei un finocchio, e io divenni rosso in viso, e balbettai di nò.
Lui rise, certo che lo sei, tivedo come ci guardi in palestra, ci mangi con gli occhi frocione, e si avvicinò, dai toccami il cazzo forza fighetta, era bello duro nelle mutande, no riuscii a resistere e lo toccai.
Lo estrassi dalle mutande e me lo trovai nella mano, ma sei veramente frocio allora, dai segami finocchio, e io in preda alla follia lo segai, e mi venne nella mano.
Spogliati finocchio, e alla vista del mio cazzetto si mise a ridere.
Segati, e iomi segai, guardami negli occhi finocchio e dimmi che ti piaccio, non avevo bisogno che me lo dicesse, mi piaceva eccome, ne ero innamorato, Gianni era il classico maschi Alpha, dominante con tutti, e figurarsi con mè, debole frocetto.
Lo guardai negli occhi e presi il coraggio, mentre stavo quasi per venire dissi, si amore mi piaci, sono innamorato di tè, vorrei essere la tua donna, e sborrai un getto pazzesco, mai fatto in vita mia.
Bene finocchio vattene e torna domani.
In classe il giorno dopo, nemmeno mi rivolse il saluto, e anzi ridacchiava con i suoi amici indicandomi, ero depresso e spaventato, e a ragione.
Poco prima di uscire da scuola, mi si avvicinano due suoi amici, allora Paoletta, sei un vero finocchio, vedrai che servizio ti farà Gianni, preparati, e si allontanarono ridendo.
Ero terrorizzato, sapevano, Gianni aveva parlato e racontato tutto, e così mi presentai a casa sua alle sedici come convenuto.
Avevo il cuore a mille, e avevo intenzione di farla subito finito, ci eravamo spinti troppo oltre e così una volta in casa presi coraggio e lo affrontai.
Certo no in modo duro, non ne sarei mai stato capace, ma cercai di spiegargli che non volevo essere sputtanato per una cosa stupida come una sega.
Mi arrivò un ceffone deciso, violento, ascolta finocchio tu sei mio, sei un frocio, e lo sai, e spogliati finocchio.
Mi veniva da piangere, ma l'istinto mi diceva di assecondarlo, o schiaffo mi aveva spaventato ma anche eccitato
Rimasi nudo col cazzeto duro, lui si spogliò, girati frocio e apri le gambe, e un attimo dopo lo sentivo violere il mio buco.
Cercai di resistere, mi arrivarono altri due schiaffi, e allo cedetti, entrò in mè in un lampo dandomi dolore e bruciore.
Mi scopò fino a venirmi dentro, e io sentii solo bruciore.
Mi mandò via in malo modo, mi rivestii e mi allontanai, avevo un forte dolore all'ano, e una volta a casa mi feci degli impacchi co acqua fredda.
Era fine settimana e non incontrai Gianni, e al lunedì in classe tutti mi guardavano e ridevano.
Alla fine delle lezioni Gianni si avvicinò, aggi vieni da mè, porta intimi della vacca di tua madre, io cercai di rivoltarmi, mi prese mi buttò nei bagni, mi mise in ginocchio, e il suo cazo in bocca succhia finocchio, e mi venne in gola.
Al pomeriggio mi recai da lui, con un paio di autoreggenti di mamma e uno slip, me li fece indossare e mi scattò delle foto con la polaroid, mi vergognavo, ma ero ecitata.
Mi scopò con più calma e con l'ausilio di una crema di sua madre, fù piacevole, anzi mi fece venire, e se ne accorse.
Il giorno dopo in aula giravano le mie foto da finocchio, e lì compresi che la mia vita sarebbe cambiata.
scritto il
2025-05-25
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