Oltre le apparenze 3^

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Oltre le apparenze parte terza


Il giorno seguente, Luca tornò a casa dal lavoro con un sorriso compiaciuto. Entrò in casa con un pacchetto sotto il braccio, il regalo era ovviamente per la sua Martina.

Luca:
"Amore, ho qualcosa per te."

Martina lo guardò incuriosita, mentre Luca posava il pacchetto sul tavolo.

Martina lo aprì eccitata come una bambina la mattina di Natale, all'interno una scatola con disegnato un pene maschile nero, strabuzzò gli occhi quando lo vide, era a dir poco enorme, proprio come lo desiderava nella realtà. Martina rimase in silenzio per un istante, fissando il giocattolo, mentre un sorriso complice si formava sulle sue labbra.

Martina:
"Wow... è perfetto."

Luca si avvicinò a lei, prendendola tra le braccia, mentre continuava a guardarla con intensità.

Luca:
"Voglio che lo usiamo insieme, Martina. Voglio che tu senta cosa significa veramente averlo dentro... e voglio che tu lo faccia con me."

Martina annuì, eccitata all’idea di provare quella nuova esperienza insieme a Luca. La notte precedente li aveva portati a un passo da una nuova realtà, e quella sera sarebbe stato il momento di scoprire cosa avrebbero fatto con quel nuovo “giocattolo”.

Luca:
"Ora vai in camera e preparati come se dovessi incontrare il tuo nuovo amante"

Quelle parole le fecero scorrere un brivido lungo la schiena, sottile e profondo, uno di quelli che non si fermano alla pelle. Si alzò senza aggiungere altro, le gambe leggere come se stesse danzando tra pensieri proibiti, e si diresse verso la camera da letto.

Entrando in bagno, lasciò che l’acqua calda scivolasse sul suo corpo, lavando via il profumo del giorno e lasciando solo quello della sua pelle, morbida e vellutata. Le mani si soffermarono sui seni, accarezzandoli con lentezza, quasi immaginando dita sconosciute che l’avrebbero toccata di lì a poco. Si passò il sapone lentamente tra le cosce, indugiando, lasciandosi trasportare da quell’immagine: una donna che si prepara per un altro uomo, con la complicità di suo marito.

Dopo la doccia si asciugò con cura, lasciando la pelle leggermente umida, e si sedette davanti allo specchio. Scegliendo con attenzione, infilò un paio di autoreggenti nere, morbide come seta, e un reggicalze coordinato, che abbracciava i fianchi con un’eleganza che sapeva di peccato.

Poi, con calma quasi studiata, indossò un completino in pizzo nero, sottile e trasparente quanto bastava per lasciare intravedere tutto ciò che un amante vorrebbe scoprire da solo. Ai piedi, le sue décolleté dal tacco sottile, quelle che Luca amava vederle indossare anche senza un vestito.

Si spruzzò qualche goccia del suo profumo più sensuale, quello che usava solo nelle occasioni in cui voleva sentirsi desiderata. Guardandosi allo specchio, si morse piano il labbro inferiore, immaginando la scena: non più la moglie fedele, ma la donna pronta a ricevere un altro, mentre Luca guardava.

Quando fu pronta, si affacciò sulla porta della camera, in attesa che Luca le dicesse cosa fare.

Luca da fuori dalla porta della camera disse a Martina di indossare la benda che usava quando prendevano voli intercontinentali per dormire.

Luca
"non sarà un vero cazzone nero che ti sfonda, ma 'assenza della vista ti farà concentrare di più sulle sensazioni e potrebbe eccitarti di più". Martina ubbidì, Luca la trovò sul Letto, bendata, in autoreggenti e tacchi alti, reggiseno con le coppe abbassate con una mano che stuzzicava il seno e il tanga spostato di lato mentre si masturbava con due dita.

Nella camera il suo profumo più intimo si spandeva nell'aria, Luca si avvicinò e senza dire una parola poggiò il glande del dildo sulle labbra di martina, la quale cominciò timidamente a leccarlo, rimase stupita dalla qualità del materiale, sembrava pelle vera e appena lo prese in mano sentì che una parte andava a coprire il glande come fosse un vero prepuzio, tanto che chiese a Luca "ma sei sicuro che sia finto?" Luca rispose che era quanto di meglio il mercato dei sex toys offrisse al momento. Martina tranquillizzata dal marito lo prese in mano e si rese conto solo allora della dimensione, la mano non riusciva a chiudersi intorno all'asta da quanto era grossa. Lo segò come se fosse un cazzo vero e poi, spalancata la bocca, cercò di prenderne il più possibile. Martina non sapeva che il dildo era del tipo indossabile, non aveva quindi percepito che dentro all'enorme guaina stava masturbando il marito.
Luca la incitava a continuare. "Leccalo per bene troia, perchè adesso ti sfondo con il mio cazzone" Maerina riuscì a rispondere solamente con un mugolio....

Si inginocchiò davanti alla figa luccicante di Martina e poggò la punta del glande sull'ingresso della figa, cominciò a spingere per infilarlo dentro e rimase stupito nel vedere che i primi venti centimetri entrarono senza alcun problema, nonostante la figa fosse aperta all'inverosimile, testimonianza di ciò erano gli urli di pieno godimento che Laura stava emettendo, la sua figa grondava di liquido e chiese a Luca di cominciare a pompare avanti e indietro. Il ritmo imposto da Luca aumentava in continuazione e Martina cominciò ad avere un orgasmo devastante, al quale ne seguirono altri in rapida successione che la lasciarono senza fiato finchè chiese al suo Luca di fermarsi e di farle riprendere fiato. Era talmente stremata per il piacere provato che Luca dovette metterla a letto di peso, Martina lo baciò adorante e gli sussurrò all'orecchio, "se questo che è finto mi fa questo effetto, chissà come sarà con quello vero". Luca spense la luce e lasciò riposare sua moglie, l'ultima frase lo aveva fatto godere senza neanche doversi toccare.

La sera successiva era martedì e Martina, ormai con una crescente ansia, si trovò a sedere accanto a Luca sul divano. Era chiaro che entrambi stavano pensando alla stessa cosa. La conversazione fluì in modo naturale, ma sotto la superficie c'era una tensione palpabile.

Martina:
"Luca, ho ricevuto finalmente una risposta interessante. Un uomo alto, muscoloso, proprio come avevamo immaginato. Mi ha scritto che è disponibile per sabato sera. Che ne pensi?"

Luca guardò Martina per un momento, leggendo nei suoi occhi l'eccitazione ma anche una leggera preoccupazione. Sapeva quanto stessero mettendo in gioco, ma era anche consapevole che questo passo era necessario per portare la loro fantasia a compimento.

Luca:
"Sei sicura che sia lui quello giusto? Non voglio che tu faccia qualcosa di cui ti possa pentire."

Martina sorrise, stringendo la mano di Luca. Aveva già preso la sua decisione, ma voleva sentire il suo supporto, la sua approvazione.

Martina:
"Sì, sono sicura. Penso che sia il momento giusto, e voglio che tu sia con me in tutto questo. Ti prometto che andrà tutto bene."

Luca la guardò negli occhi e, dopo una lunga pausa, annuì lentamente. Il pensiero di vedere Martina con un altro uomo lo eccitava, ma allo stesso tempo lo rendeva nervoso. Ma in fondo, sapeva che questo era ciò che avevano deciso insieme.

Luca:
"Allora facciamolo. Invitalo per sabato, e vediamo come va. Ma ricordati che sarò sempre lì con te."

Martina, felice della sua risposta, prese il telefono e inviò il messaggio definitivo al candidato, confermando l'appuntamento per sabato sera.

Martina:
"Perfetto, sabato sera alle 20. Sarà un piacere conoscerti di persona."

Mentre il messaggio veniva inviato, Martina sentì una scarica di eccitazione attraversarla. Il gioco stava per entrare in una nuova fase. Sabato sera sarebbe stato il momento decisivo.

Martina, dopo aver inviato il messaggio di conferma, sentiva un mix di emozioni. L'eccitazione per il sabato era palpabile, ma c'era anche una certa tensione nell'aria. Si girò verso Luca, che la stava osservando con uno sguardo che nascondeva molteplici pensieri.

Luca:
"Martina, sarò io ad accogliere il maschio quando arriverà. Vogliamo essere sicuri che sia davvero quello che dice di essere, no? Dobbiamo essere cauti, voglio conoscerlo prima di farti entrare in gioco."

Martina lo guardò, un po' sorpresa, ma capì che era la cosa giusta da fare. Luca voleva proteggere lei, ma allo stesso tempo non voleva rinunciare a questa esperienza. Lo apprezzava profondamente.

Martina:
"Capisco, Luca. E mi piace che tu voglia prenderti cura di me. D'accordo, farò come dici."

Luca annuì, soddisfatto della risposta di Martina. Sentiva che la loro intesa fosse sempre più forte e che questo gioco avrebbe soltanto avvicinato ancora di più la loro connessione. Ma sapeva che dovevano prepararsi, era ancora solo martedì, e il tempo fino al sabato sembrava lungo, ma la tensione cresceva.

Luca:
"Sabato ci prepareremo insieme. Voglio che tu ti senta al meglio, che tu sia in grado di goderti ogni momento. Ma prima dobbiamo prepararci mentalmente e fisicamente. Come ti senti? Sei pronta?"

Martina lo guardò negli occhi, una scintilla di eccitazione e desiderio nei suoi occhi. Aveva pensato a tutto ciò per giorni, e ora che era così vicina al momento decisivo, si sentiva incredibilmente viva.

Martina:
"Sì, sono pronta. Ho pensato a lungo a questa possibilità, e voglio viverla appieno. L’importante è che ci sia fiducia tra noi, e lo so che ci sarà."

Luca sorrise, le accarezzò il viso e si avvicinò a darle un bacio dolce, ma carico di promesse per la sera che stava per arrivare.

Luca:
"Va bene, sabato faremo tutto insieme, e poi vedremo come andrà. Ma ricordati, ogni passo che faremo sarà un passo che faremo insieme."

Arrivò il venerdì sera, Martina aveva prenotato per il sabato mattina una serie di sedute dal parrucchiere estetista e manicure, Luca si era impegnato per andare a scegliere un nuovo completino intimo ed un abito per Martina. si sarebbero trovati a pranzo in un ristorante del centro verso la una.

Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. Martina si era svegliata presto, con un misto di emozione e complicità che le faceva battere il cuore più forte del solito. Aveva passato la giornata a prendersi cura di sé come non faceva da tempo: prima dal parrucchiere, dove aveva scelto una piega morbida e ondulata, capace di incorniciare il viso con eleganza e quel tocco malizioso che sapeva di tentazione. Poi, un salto dall’estetista per lasciare la pelle liscia come seta e infine dalla manicure, dove aveva scelto uno smalto rosso profondo, sensuale e raffinato, perfetto per stasera.

Quando Luca la raggiunse al ristorante, le sue parole si bloccarono per un istante. Martina era semplicemente perfetta. Un vestitino nero aderente, corto quanto basta per lasciare scoperte le gambe fasciate da un paio di autoreggenti con la balza di pizzo, visibile solo quando accavallava le gambe con noncuranza. Tacchi alti, sottili, che sottolineavano ogni passo e un rossetto dello stesso tono deciso delle unghie, morbido e invitante.

Durante il pranzo, il gioco tra loro era sottile ma costante: sguardi complici, sorrisi nascosti dietro al bordo del calice, dita che si sfioravano sotto il tavolo, come se nessuno intorno esistesse davvero. Luca faticava a restare concentrato sulle portate, la sua mente già completamente assorbita dall’idea di cosa sarebbe successo quella sera.

Martina, con fare sornione, si sporse verso di lui, le labbra appena sfiorarono il suo orecchio, la voce bassa e calda:
«Vieni con me in bagno, amore... voglio ringraziarti come meriti.»

Si alzò con naturalezza, lanciando un ultimo sguardo a Luca, e si diresse verso il bagno femminile. Lui la seguì pochi istanti dopo, il cuore martellante nel petto. Quando la raggiunse, Martina lo tirò dentro con decisione, chiudendo la porta alle sue spalle.

Non disse nulla. Le sue mani scivolarono lente sulla cintura dei pantaloni di Luca, aprendoli con gesti esperti e desiderosi, gli occhi fissi nei suoi, carichi di quella fame che aveva coltivato per giorni. Poi si inginocchiò con grazia, le ginocchia sul pavimento freddo, le labbra che si posarono prima in un bacio lento, quasi devoto, prima di accoglierlo tra le sue labbra, iniziando un movimento morbido e profondo, senza fretta, come se volesse assaporare ogni secondo.

Luca tratteneva il fiato, una mano tra i suoi capelli perfetti, mentre lei si muoveva con maestria, alternando sguardi carichi di malizia e piccoli gemiti strozzati che sembravano volerlo mandare fuori di testa.

Quando si fermò, lentamente, si leccò le labbra come se volesse assaporarne ancora il gusto, poi si alzò, aggiustandosi il vestito con eleganza, e sussurrò piano:
«Questa è solo un’anticipazione di quello che succederà dopo... quando sarai l’unico spettatore.»

Poi, lasciò il bagno camminando con quella naturale sensualità che solo lei sapeva indossare, lasciando Luca immobile, ancora con il sapore della sua bocca addosso e la mente travolta da quell’immagine.

La giornata scivolava via con una tensione dolce e sottile, sospesa tra sguardi e silenzi carichi di promesse non dette. Dopo il pranzo al ristorante, Luca e Martina percorrevano le strade del centro con calma, senza fretta, quasi volessero prolungare quel momento di attesa. Lei, seduta accanto a lui in auto, accarezzava con le dita la sua coscia, giocando distrattamente, consapevole di quanto il gesto lo tenesse sospeso tra desiderio e impazienza.

Appena varcata la soglia di casa, Luca si voltò verso di lei con un sorriso complice. «Ho una sorpresa per te...» sussurrò, guidandola verso il divano, dove aveva già posato una busta elegante, nera, con nastri in raso e carta velina che lasciava intravedere qualche dettaglio provocante.

Martina si sedette, accavallando lentamente le gambe, e iniziò a scartare i regali, una piega divertita e sensuale sul volto. Dalla busta tirò fuori per primo una guepière nera, raffinata e audace, con inserti in pizzo e piccoli ganci che sembravano fatti apposta per farsi slacciare con desiderio. Il tanga coordinato, sottile e quasi simbolico, scivolò tra le sue dita, seguito da un paio di autoreggenti nere, velate, con la balza decorata da un pizzo fine ed elegante.

Ma fu l’ultimo capo a farle rallentare il gesto: un miniabito in tessuto nero effetto bagnato, con uno scollo a cuore che prometteva di accendere più sguardi di quanti lei fosse disposta a incrociare, e una lunghezza che si fermava a metà coscia, lasciando poco spazio all’immaginazione. Le mani accarezzarono la stoffa lucida, morbida e aderente, come se già la stesse indossando nella mente.

«Voglio vederti con questi, adesso» le disse Luca, la voce bassa e carica di aspettativa.

Martina si alzò senza dire una parola, i tacchi che scandivano ogni passo verso la camera da letto. Lentamente si spogliò, lasciando cadere a terra il vestitino nero che aveva indossato per la cena, restando nuda per un attimo davanti allo specchio, ammirando la propria immagine con un sorriso compiaciuto.

Iniziò a infilare le autoreggenti, lisciandole sulle gambe con movimenti lenti e precisi, come un rito privato, e poi il tanga minuscolo, che si adattava perfettamente alle curve morbide dei suoi fianchi. La guepière la avvolse come una seconda pelle, stringendo la vita e sollevando il seno con un’eleganza provocante.

Infine, prese il miniabito nero, lo sfilò lentamente lungo il corpo, lasciandolo scivolare sulle forme avvolte dalla lingerie, fino a sentire il tessuto aderire alla pelle, esaltandone ogni dettaglio, ogni curva, ogni centimetro di femminilità.

Si guardò ancora un istante allo specchio, passandosi distrattamente una mano tra i capelli, prima di rientrare in salotto, sfilando con quella naturale eleganza che sapeva di tentazione consapevole.

«Allora, amore... così può andare?» sussurrò, fermandosi davanti a Luca, lasciandolo senza fiato.
Non ti sei mai vestita così per me, sono davvero molto geloso che tu lo faccia per il primo sconosciuto che ci viene a bussare alla porta, mi spiace ma devo dirtelo Martina.

"hai ragione tesoro, allora facciamo così, visto che da oggi sarò ufficialmente la tua troia, potrai decidere come farmi vestire tutte le volte che usciremo insieme con l'intento di stuzzicarci, ci stai? Potrai anche farmi uscire nuda con sopra solo un soprabito se vorrai"

Luca riflettè su quanto appena detto da Martina e accettò la sua proposta. Ora c'era solo da aspettare il maschio per Martina.

Preciso come un orologio arrivò il bull, Luca fece gli onori di casa a questo maschio enorme, il quale si presentò a mani vuote chiedendo di vedere la sua puledra. Questo atteggiamento indispettì molto Luca, il quale chiese di vedere la dotazione, il fisico era ben evidente anche da sopra i vestiti. Il nuovo arrivato, sprezzante della presenza di Luca tirò fuori il suo cazzo ancora a riposo ma già di dimensioni più che ragguardevoli.
Chiese quindi a Luca di portarlo dalla troia, che voleva subito montarla e godere. Luca non era assolutamente convinto del personaggio, tanto che gli disse di aspettarlo in soggiorno. Si recò da Martina che era in trepidante attesa per conoscere il nuovo arrivato e rimase delusa quando Luca le disse che il suo amante non era di suo gusto. Martina rimase delusa, ma disse a Luca che dopo tutta la fatica fatta voleva provare lo stesso, Luca non era convinto, ma accettò di seguire i desideri di Martina.

Entrarono entrambi in soggiorno, dove il maschio stava aspettando già nudo dalla cintola in giù. Era spaparanzato sul divano e si masturbava lentamente il bastone che aveva tra le gambe. Martina non l guardò neanche in faccia, ma il sorriso che aveva in volto alla vista del suo attrezzo era eloquente. Il maschio la guardò con cupidigia, affibbiandole una serie di epiteti che non piacquero per nulla a Luca, ma Martina era già partita, si inginocchiò davanti all'uomo e cominciò a segarlo con due mani, la parte restante che usciva veniva catturata dalla sua bocca, che faceva di tutto per contenere l'enorme cappella. il maschio la spogliò del miniabito che Luca aveva scelto con tanta cura, senza neanche degnarlo di uno sguardo, "ti sei proprio vetita come una puttana per il mio cazzone nero vero? Adesso te lo metto dappertutto e ti faccio capire cosa vul dire godere piccola troia bianca". Detto fatto la sdraiò sul divano e dopo averle strappato il tanga di dosso le entrò dentro come un treno. Martina resse il colpo e pur essendo molto intimorita dai modi dell'uomo, si sentì riempire come non mai, l'uomo cominciò a pomparla con un ritmo impressionate facendo avere a Martina il primo intensissimo orgasmo. Luca assisteva a questa monta bestiale a cui era sottoposta sua moglie, le aveva promesso che non sarebbe intervenuto se non su sua richiesta e così fece, ma il modo in cui quell'animale la stava trattando non piaceva per nulla a Luca. Intanto il maschio si era messo sotto e si faceva cavalcare da Martina, le teneva le mani sulle spalle e le pinatava l'intero cazzo dentro dfino all'utero, Martina era in trance, non capiva più nulla, per quanto quel maschio non le piacesse, adorava quello che il su cazzo le stava facendo, nn riusciva a scindere le due cose e continuava a godere ed urlare il piacere nel soggiorno, ogni volta che le mani del maschio la piantavano su quel palo, lei aveva un piccolo orgasmo e questo la portò ad un piacere fisico mai provato, il maschio la montò e usò per più di due ore, il tutto culminò con una enorme sborrata sul volto di Martina che la ridusse a una maschera di piacere e di sperma. Appena venuto usò i suoi capelli per pulirsi il cazzo ancora duro, si vestì e se ne andò dicendo "preparati, la prossima volta ti apro quel bel culetto che hai" e se ne andò.
Luca raccolse Martina senza forze dal divano, la portò a fare una doccia e la mise a dormire dopo averla accuratamente asciugata, poi andò in salotto, dove cancellò qualunque traccia di quello che era successo quella sera. Mentalmente giurò a se stesso che mai nessuno avrebbe nuovamente fatto alla sua dolce mogliettina quell a cui si era voluta sottomettere quella sera. Poi si coricò sul divano e dormì.

Fine..........?

Questo è il mio primo racconto, ho preferito concentrarmi sulla parte cerebrale/emozionale che non sulla componente meramente sessuale, mi piace il gioco, l'intrigo e la complicità più che il mero atto fisico. Spero vi possa piacere. Non ho ancora deciso se il racconto è finito qui o meno, aspetto anche vostre idee e suggerimenti per un eventuale prosieguo. Potete scrivere a mogliemonella2024@gmail.com
scritto il
2025-04-22
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