La moglie ceduta ad un’asta particolare (parte 14)

Scritto da , il 2021-09-09, genere dominazione

Mentre Marianna era in attesa di entrare nell’ufficio del Padrone, vide arrivare la donna incontrata nel bagno.
Le sorrideva, ma era quel sorriso di chi sa qualcosa che la destinataria non sa, quel sorriso che mette in agitazione colui che si trova in una situazione di inferiorità.
Quando le fu vicina la si fermò davanti.
“Tu sei la nuova schiava di Alberto”.
Marianna restò impietrita.
D’improvviso capì tutti gli sguardi che le erano stati destinati, capì che se non avesse ubbidito in bagno il Padrone non sarebbe stato contento di lei. A lei interessava che il Padrone fosse contento, le dava piacere soddisfarlo, tanto quanto essere usata.
“Vieni dentro, cagna”.
Appena entrate la prese per i capelli e la fece mettere in ginocchio.
Alberto le sorrise e le si avvicinò per baciarla.
Marianna venne a sapere che era una donna amica del Padrone con il quale a volte faceva sesso.
“Bella questa bestia, tesoro”.
Mentre Alberto la accarezzava e baciava, la donna, Eleanor, si alzò la gonna.
“Leccami il culo, donna bianca”.
Adorava umiliarla anche verbalmente.
Alberto ed Eleanor erano eccitati.
Quando l’eccitazione aumentò, Eleanor la fece denudare e stendere a terra ai loro piedi sulla schiena.
La Signora voleva leccare il sesso di Alberto così si inginocchiò sui seni della schiava e lo prese in bocca, mentre il Padrone posava un piede sul viso di Marianna.
La donna era sempre più eccitata, la faceva impazzire sentire sotto di sé il corpo di una schiava bianca alla quale stava procurando dolore.
Si spostò in avanti facendo arretrare appena Alberto, in modo da potersi sedere sul viso della donna sotto di lei e farsi leccare il sesso mentre lei continuava a dedicarsi a quello dell’uomo.
La schiava era frastornata in quanto cosa inattesa, pur capendo che il Padrone l’aveva programmata pensando di usarla. Questo le fece sentire tutta la sua sottomissione, benchè stesse leccando una donna, si sentiva usata dal suo Padrone.
Voleva provare cose forti e le piaceva essere trattata come una schiava, senza considerazione, un oggetto da usare.
Eleanor era bagnatissima ed aveva voglia di sentirsi dentro l’amico.
Si sedette sul petto di Marianna poggiando le mani appena indietro e aprendo le gambe, avendo tra esse la testa della serva.
Alberto si inginocchiò tra le cosce dell’amica e, avendo la bocca di Marianna a pochi centimetri dai testicoli, penetrò Eleanor, scopando, di fatto, sopra la schiava.
La usavano come materasso e non ne avevano cura.
La donna, mentre veniva penetrata, dava forti pizzicotti alla schiava sotto di sé, finché i Padroni non godettero.
Alberto si fece pulire dalla lingua che stava sotto di sé.
Fu poi il turno di Eleanor sedersi sulla bocca per far colare dentro lo sperma.
“Puliscimi, bestia”.
Marianna la leccò per pulirla fino a farle avere un altro orgasmo.
Restò a chiacchierare un po’ con Alberto lasciando marianna, nuda, a terra ai loro piedi.
Si divertirono a colare le loro salive nella bocca facendole divieto di ingoiare.
La fotografarono mentre, con la bocca piena di saliva, le tenevano sopra un piede e mandarono l’immagine al marito.
Prima di andarsene le mise un piede sulla gola.
“Ci rivedremo e starai ancora sotto i miei tacchi, puttanella bianca”.
Le mise la scarpa sul petto e, passandole sopra, se ne andò salutando l’amico.
Alberto aveva il potere di farla sentire un oggetto, una schiava, un niente e questo le dava in testa. Non aveva mai provato queste sensazioni. Aveva giocato, sì, ma era quasi sempre lei a decidere come il Padrone la dovesse trattare.
Alberto era diverso, era esattamente come era sembrato al momento dell’asta e stava mantenendo tutte le sue promesse, facendole provare sensazioni forti.

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