First excange? L'approccio

di
genere
scambio di coppia

Primo giorno di ponte primaverile: Marco ed io ci siamo regalati un viaggio in Algarve e questo pomeriggio ci siamo subito spiaggiati -è il caso di dirlo- poco a est di Albufeira.
L'aria è fresca, nonostante il sole. Ombrelloni e lettini bianchi hanno alle spalle la falesia sulla quale poggia il nostro albergo: una di quelle grandi strutture bianche orrende, ma funzionali. Lo circonda un parco con cespugli di cisto, ginestra e lavanda selvatica: tripudio di colori e profumi.
Guardando l'oceano, la spiaggia si sviluppa a perdita d'occhio. E' molto profonda e, per le onde, rappresenta un parco giochi per surfisti. Osservo le dinamiche: mentre aspettano l'onda sembrano uccelli acquatici che galleggiano con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte, quando la vedono arrivare scattano in bracciate veloci per poi ergersi in piedi sulla tavola con agilità e danzare sotto la cresta dell'onda. Avessi vent'anni in meno dei miei cinquanta, mi piacerebbe iniziare quello sport: deve dare una bella sensazione di libertà.
Seguo con gli occhi una delle tante mute nere: ha preso un'onda imponente e la sfrutta tutta muovendosi con grazia e facendosi trasportare proprio fino alla spiaggia. Quasi si arena, rimanendo in piedi fino all’ultimo; poi si china, raccoglie la tavola legata alla caviglia e la porta sotto al braccio. Cammina verso gli ombrelloni. Quando è a pochissimi metri da me, la osservo bene: meno di un metro e settanta, slim, capelli scuri non lunghi. Sembra emanare luminosità (gli occhi chiari? il sorriso splendente? il riflesso sui capelli bagnati?).
Poggia la tavola sulla sabbia, si flette con docilità e slega il velcro alla caviglia; quindi, dal basso porta un braccio dietro la schiena e impugna l'estremità di un lungo laccio; lo tira in giù aprendo la cerniera della muta. La tuta in neoprene dev'essere proprio stretta, a giudicare dalla fatica che fa a sfilarsela dalle spalle; quando riesce nell'impresa di svincolarle, abbassa sui fianchi la parte alta della muta ed espone il suo piccolo seno nudo. Immagine bella e inattesa. Poi finisce di togliersi quella tuta scura: pochi centimetri di tessuto nero della parte bassa del bikini, sono tutto ciò che indossa. Nel suo topless è, ai miei occhi, la regina della spiaggia: esprime sicurezza, libertà e invidiabile freschezza.
Avrà quarant'anni scarsi, è francese e la sua voce è morbida e rotonda. Il suo compagno le lancia una spugna bianca con cui lei si copre le spalle; il freddo dell'aria le ha fatto venire la pelle d'oca; si adagia su una sdraio baciata dal sole, ostentando con impertinenza il suo piccolo seno dai capezzoli scuri. Dopo pochi minuti, indossa una maglietta di cotone leggero. E' una bella donna, tonica; ne osservo le gambe, le caviglie sottili, i piedi affusolati.
Marco si ridesta dalla lettura del suo libro; gli dico di non farsi tradire dal fresco: anche se l'aria ne nasconde il calore, il sole ustiona. Mi alzo, prendo la crema e la spalmo su di lui, ora seduto innanzi a me: il collo, le spalle, il viso. E la testa, non più ricoperta da quei riccioli folti di quando ci siamo conosciuti nell’aula dove discutevamo entrambi la tesi di giurisprudenza. Ventisei anni fa!
Lui dà un bacio affettuoso al mio ventre.
I nostri vicini sentono che parliamo italiano e il lui chiede di quale città siamo. Risponde Marco e, in men che non si dica, il calcio è protagonista del dialogo perché le squadre delle rispettive città (loro sono francesi) si sfideranno a breve nelle semifinali di qualcosa. Claire -così mi si presenta lei- si complimenta con me per come parlo in maniera fluente la sua lingua nel commentare l'implacabile capacità di mio marito di trattare di calcio ovunque e con chiunque.
E' una donna espansiva; quando le dico che invidio il suo surfare, si propone di farmi provare: è originaria di Biarritz e pratica quello sport da quando è bambina, inoltre mi indica sulla spiaggia un attrezzo per imparare a stare in equilibrio sulla tavola. Così, nell'ora successiva, mi fa fare degli esercizi su una specie di surf adagiato come su un rullo. Domani proveremo tra le onde. La osservo mentre mi mostra una posizione: le sue ginocchia hanno le rotule sporgenti, i suoi fianchi sono stretti, il suo sedere è piccolo.
Dopo esserci accordati per cenare assieme, loro si allontanano mentre io e Marco restiamo in spiaggia. La sera ci prepariamo e li raggiungiamo direttamente al tavolo del ristorante: ambiente intimo e di design, forse la parte più elegante dell'hotel.
Cena allegra e vivace; tra noi quattro si crea quella complicità spontanea che solo alcune combinazioni fortunate riescono a generare: ridiamo spesso, ci interrompiamo senza imbarazzo, ci raccontiamo con la disinvoltura di chi si conosce da anni. Immagino che, agli occhi di chi siede agli altri tavoli, sembriamo una compagnia affiatata, amici di lunga data. Eppure, tutto è nato solo qualche ora fa.
A un certo punto, mi sorprendo a osservare come Claire guarda Marco. Non c'è nulla di esplicito, ma qualcosa nel suo sguardo è lento, calibrato, leggermente obliquo, come una carezza che non tocca. E poi il modo in cui ride alle sue battute o posa la mano sul suo braccio un attimo più del necessario: ha una grazia naturale e, insieme, qualcosa di deliberato. Quasi un gioco.
Dovrei sentire fastidio, forse. O almeno un pizzico di gelosia. Invece, niente. Anzi.
Per la prima volta nella mia vita, mi scopro ad assaporare l’idea che qualcun'altra desideri mio marito. Mi sorprende quanto mi piaccia. Di più ancora, mi affascina immaginare lui con lei. Vederlo da fuori, con occhi che non sono i miei, come se guardassi una scena da spettatrice invisibile. Una parte di me si risveglia in quelle fantasie: le sue mani su di lei, le sue parole, quel tono che conosco bene… tutto mentre io sto lì. A guardare.
Una vertigine sottile, pericolosa e irresistibile mi coglie; c’è qualcosa di profondamente erotico in questo mio pensiero. Non riesco nemmeno a giudicarlo come tradimento, no. E' una condizione di desiderio in una forma nuova, inattesa: paradossalmente, vedendo lei guardare mio marito, io stessa lo desidero di più.
Mi sento dentro un gioco di specchi: osservo Marco attraverso gli occhi di Claire, mentre lei — e ne sono certa — percepisce me che la guardo. Una triangolazione di sguardi, sussurri non detti, tensione lieve ma continua.

A un certo punto Claire posa con grazia il tovagliolo accanto al piatto, poi mi guarda. È uno sguardo complice, calmo, appena incurvato da un sorriso che pare innocente. Ma non lo è. Mentre si alza, mi chiede se l'accompagno.
Annuisco: in un locale pubblico noi femmine affrontiamo la toilette facendoci sempre compagnia. La seguo. Indossa sandali argento dal tacco alto e sottile; il suono delicato dei suoi passi sul marmo mi sembra più forte di ogni altro. Cammina con quella sicurezza distratta di chi sa di essere osservata; il movimento ondulatorio dei fianchi è evidenziato dalla scollatura profonda sulla schiena. Sfioriamo sedie, persone, sguardi. Poi, appena oltre il brusio sommesso dei tavoli, ci accoglie il silenzio ovattato del corridoio che porta alle toilette. È come entrare in una bolla sospesa.
Claire si ferma. Si appoggia con la schiena al muro, un piede piegato, la testa inclinata. I suoi occhi cercano i miei con una dolcezza disarmante, come se stesse per confidarmi qualcosa di prezioso.
Inizia, con voce bassa, modulata: “Siete una coppia bellissima. E tuo marito è irresistibile. Ha quella combinazione rara… -muove una mano nell’aria, cercando le parole- un fascino maturo, ma ancora pieno di forza. Di desiderio. Come se potesse sollevarti da terra senza fatica".
Ride, sottovoce. Un suono morbido, liquido. Forse per alleggerire o per vedere come reagisco. Sorrido lusingata e le rispondo scherzando: "Grazie. Non saprei se lui ha quel fascino..."
"A volte -riprende lei- penso che certe coppie siano ancora più affascinanti quando si concedono il lusso di guardarsi da fuori. Magari con gli occhi di qualcun altro. Solo per un momento: quel tanto che basta a ritrovare ciò che la routine tende a sfumare".
Cerco di seguirla, ma le sue parole mi avvolgono più che spiegarsi.
"Ad esempio, io vedo che Marco è molto attraente. Ha un modo di guardarti che… ti spoglia. Anche se sei vestita. Ma tu questo lo sai già, vero?"
Mi guarda di lato. È una provocazione? Forse. Ma la lancia con tale naturalezza che sembra quasi una carezza. Rido, a metà tra il disagio e l’incanto.
"Claire…", mormoro.
Lei fa un piccolo passo avanti. Si avvicina, senza toccarmi, ma abbastanza da sentire il calore del suo corpo. Il suo profumo è discreto, ma avvolgente. Quasi ipnotico.
"Se solo per una sera, una di queste sere, solo per gioco, tu fossi… me. E io fossi te?"
Lo dice con voce bassa, profonda e musicale. Le ultime parole sono pronunciate con lentezza. Il suo sguardo è fisso, calmo, quasi indecente nella sua tranquillità.
"Non ci conosciamo -continua- ma non dirmi che non ti sei mai chiesta come sarebbe. Non solo immaginarlo… ma guardarlo. Guardarlo, in questo caso, con i miei occhi. Osservarlo. Desiderarlo."
Il cuore mi batte più forte. È come se lei avesse dato voce ai miei pensieri. Mi sento improvvisamente nuda, come se le mie fantasie fossero state lette, disegnate con precisione. Sviluppate.
Claire mi sfiora il polso. Un tocco leggero, quasi inesistente. Ma preciso. Intenzionale.
E’ come se non trovassi fiato per rispondere. O forse parole. Sorrido. Ma dentro quel sorriso c'è tutto: imbarazzo, eccitazione, paura, curiosità. E una nuova, vibrante complicità.
Lei entra nella toilette io resto lì, davanti alla porta. Immobile. Mi volto e mi guardo nello specchio alla parete. Il mio volto è quello di sempre, ma qualcosa negli occhi è cambiato. C’è una scintilla nuova. Una domanda che è già diventata risposta.
Forse è che ho bevuto un bicchiere di troppo, ma non importa: quel vino minerale ha solo sciolto i nodi, fatto cadere il velo. Perché adesso lo so.
Non so ancora come. Non so quando.
Ma so che voglio.
Voglio vedere. Voglio sentire. Voglio capire questo desiderio che ha preso forma in me.

(1/5 - Segue)
scritto il
2025-04-25
4 . 2 K
visite
1 0 5
voti
valutazione
5.1
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.