Bestiale 3
          
            
              di
samas2
            
            
              genere
tradimenti
            
          
        
        
          Era rimasta sola in casa in quella calda, tarda mattinata di luglio. Il marito era già uscito per lavoro, e lei aveva deciso di dedicarsi agli ultimi preparativi per la partenza del giorno dopo. Sandra, quarantenne senza figli, scivolava tra i corridoi dell’appartamento, consapevole della propria sensualità e della forma invidiabile del corpo. Gli short leggeri e la canotta aderente lasciavano intravedere curve morbide e seni prosperosi, e il sudore che le imperlava la pelle la faceva sentire ancora più viva e provocante.
Si diresse verso il garage per prendere una borsa da mare e alcuni accessori. Lì incontrò Ciro, il nipote dei coniugi Resi, universitario, bruno e muscoloso, intento a spostare alcune cassette. I loro occhi si incrociarono: lo sguardo giovane di Ciro era pieno di interesse, e Sandra sentì immediatamente un brivido percorrerle la schiena.
—Non ci penso proprio a farla salire con quei pesi— disse lui con un sorriso malizioso. —Glieli porto io» aggiunse, raccogliendo la borsa.
Sandra gli lanciò un’occhiata di tralice, percependo l’eccitazione crescere dentro di sé. Il sudore le scendeva lungo i seni e la schiena, e la consapevolezza di essere osservata così da vicino la fece sentire stranamente potente e vulnerabile allo stesso tempo.
Arrivati in casa, chiusa la porta dietro di sé, il silenzio fu immediatamente carico di tensione. Ciro lasciò cadere i pesi a terra, i suoi occhi fissi su di lei come se volesse leggerle ogni desiderio nascosto. Il cuore di Sandra batteva all’impazzata: era l’occasione perfetta per lasciarsi andare, per vivere un incontro proibito ma desideratissimo.
Un passo, due, e lui era già vicino, il respiro caldo che le accarezzava il collo. Le mani di Ciro sfiorarono la pelle sudata, lungo le braccia e i fianchi, e Sandra chiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore. Ogni carezza accendeva in lei una voglia incontrollabile.
«Sei tutta bagnata…» mormorò lui, sentendo la canotta aderire ai seni. Sandra lasciò scivolare le mani lungo i fianchi, quasi a invitarlo. «Zitto…» ansimò, ma la voce tradiva la sua eccitazione.
Ciro si inginocchiò davanti a lei, liberandole lentamente i piedi dalle infradito. Li portò alla bocca, leccandoli con avidità, e l’odore caldo e acre del sudore la fece rabbrividire. Si coprì il volto con le mani, ma era solo un gioco: ogni gesto la eccitava di più.
Poi risalì con le labbra lungo le cosce, mordicchiando e baciando la pelle sudata, fino a raggiungere le mutandine umide. Con un sorriso perverso, le abbassò delicatamente, liberando la fessura già pronta a lui. Sandra si aprì, gemendo con forza, e lui leccò con intensità, lasciandosi travolgere dall’aroma caldo e sensuale.
— Ciro…— gemeva, sentendo il corpo bruciare di desiderio. «Prendimi… fammi dimenticare chi sono.»
Non ci fu esitazione. Lui la sollevò sul divano, il corpo giovane e teso premuto contro il suo, e la baciò con furia, affondando i denti e la lingua nei suoi seni sudati. Sandra si aprì completamente, godendo della sensazione di abbandono e della consapevolezza di essere desiderata senza filtri.
Il ragazzo si liberò dei pantaloni e la penetrò con forza, le loro urla e gemiti riempirono l’appartamento. Ogni colpo era un’esplosione di piacere, ogni carezza e morso un invito a perdersi completamente. I piedi di Sandra caldi e sudati venivano baciati e leccati tra un movimento e l’altro, il suo odore avvolgeva Ciro come un incantesimo proibito.
Sandra urlava, stringendo i cuscini e il corpo di Ciro, sentendo l’orgasmo montare con violenza.
—Sì… sì… più forte!» gemeva, sentendo il piacere travolgerla. Anche lui, perso tra sudore e odore, esplose dentro di lei con un gemito animalesco, riempiendola completamente.
Dopo qualche istante, rimasero corpi intrecciati, ansimanti, la pelle lucida di sudore, i capelli incollati, i cuori ancora in corsa. Sandra si passò la lingua sulle labbra, sorridendo. «Adesso sì… questo era l’inferno che volevo.»
Si alzò lentamente, i sensi ancora accesi, e si avviò verso la camera da letto per completare i preparativi per la vacanza. Il ricordo di Ciro, della sua bocca, delle mani, dei piedi, del piacere condiviso, le avrebbe accompagnato per tutta l’estate, come un segreto proibito e irresistibile.
        
        
        Si diresse verso il garage per prendere una borsa da mare e alcuni accessori. Lì incontrò Ciro, il nipote dei coniugi Resi, universitario, bruno e muscoloso, intento a spostare alcune cassette. I loro occhi si incrociarono: lo sguardo giovane di Ciro era pieno di interesse, e Sandra sentì immediatamente un brivido percorrerle la schiena.
—Non ci penso proprio a farla salire con quei pesi— disse lui con un sorriso malizioso. —Glieli porto io» aggiunse, raccogliendo la borsa.
Sandra gli lanciò un’occhiata di tralice, percependo l’eccitazione crescere dentro di sé. Il sudore le scendeva lungo i seni e la schiena, e la consapevolezza di essere osservata così da vicino la fece sentire stranamente potente e vulnerabile allo stesso tempo.
Arrivati in casa, chiusa la porta dietro di sé, il silenzio fu immediatamente carico di tensione. Ciro lasciò cadere i pesi a terra, i suoi occhi fissi su di lei come se volesse leggerle ogni desiderio nascosto. Il cuore di Sandra batteva all’impazzata: era l’occasione perfetta per lasciarsi andare, per vivere un incontro proibito ma desideratissimo.
Un passo, due, e lui era già vicino, il respiro caldo che le accarezzava il collo. Le mani di Ciro sfiorarono la pelle sudata, lungo le braccia e i fianchi, e Sandra chiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore. Ogni carezza accendeva in lei una voglia incontrollabile.
«Sei tutta bagnata…» mormorò lui, sentendo la canotta aderire ai seni. Sandra lasciò scivolare le mani lungo i fianchi, quasi a invitarlo. «Zitto…» ansimò, ma la voce tradiva la sua eccitazione.
Ciro si inginocchiò davanti a lei, liberandole lentamente i piedi dalle infradito. Li portò alla bocca, leccandoli con avidità, e l’odore caldo e acre del sudore la fece rabbrividire. Si coprì il volto con le mani, ma era solo un gioco: ogni gesto la eccitava di più.
Poi risalì con le labbra lungo le cosce, mordicchiando e baciando la pelle sudata, fino a raggiungere le mutandine umide. Con un sorriso perverso, le abbassò delicatamente, liberando la fessura già pronta a lui. Sandra si aprì, gemendo con forza, e lui leccò con intensità, lasciandosi travolgere dall’aroma caldo e sensuale.
— Ciro…— gemeva, sentendo il corpo bruciare di desiderio. «Prendimi… fammi dimenticare chi sono.»
Non ci fu esitazione. Lui la sollevò sul divano, il corpo giovane e teso premuto contro il suo, e la baciò con furia, affondando i denti e la lingua nei suoi seni sudati. Sandra si aprì completamente, godendo della sensazione di abbandono e della consapevolezza di essere desiderata senza filtri.
Il ragazzo si liberò dei pantaloni e la penetrò con forza, le loro urla e gemiti riempirono l’appartamento. Ogni colpo era un’esplosione di piacere, ogni carezza e morso un invito a perdersi completamente. I piedi di Sandra caldi e sudati venivano baciati e leccati tra un movimento e l’altro, il suo odore avvolgeva Ciro come un incantesimo proibito.
Sandra urlava, stringendo i cuscini e il corpo di Ciro, sentendo l’orgasmo montare con violenza.
—Sì… sì… più forte!» gemeva, sentendo il piacere travolgerla. Anche lui, perso tra sudore e odore, esplose dentro di lei con un gemito animalesco, riempiendola completamente.
Dopo qualche istante, rimasero corpi intrecciati, ansimanti, la pelle lucida di sudore, i capelli incollati, i cuori ancora in corsa. Sandra si passò la lingua sulle labbra, sorridendo. «Adesso sì… questo era l’inferno che volevo.»
Si alzò lentamente, i sensi ancora accesi, e si avviò verso la camera da letto per completare i preparativi per la vacanza. Il ricordo di Ciro, della sua bocca, delle mani, dei piedi, del piacere condiviso, le avrebbe accompagnato per tutta l’estate, come un segreto proibito e irresistibile.
            
            
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