Racconti a caso: numero 1
di
Andrea MCMLXXXIV
genere
gay
Fabio è tutto quello che una famiglia può desiderare per una propria figlia, gran lavoratore, intelligente e garbato nei modi.
Chiunque abbia avuto a che fare con lui ne ha sempre parlato bene, anche quella categoria che di solito può avere il dente avvelenato: le ex.
All' apparenza senza grilli per la testa ma nasconde un segreto, il suo lato femminile.
Fabio sente proprio la necessità di tirarlo fuori e, quando proprio non può farne a meno, si depila ogni centimetro del corpo, si passa la lametta più volte, tira fuori dall' armadio tutto il suo armamentario di indumenti femminili e poi, col nome di Diana, parte col favore delle tenebre verso un autogrill con relativa piazzola di sosta per i Tir.
I camionisti sono il suo bersaglio preferito, perfetti perché sono solo di passaggio e la lontananza dalle loro mogli fa in modo che accumulino tantissima voglia.
Anche gli autisti dei pulmann rappresentano un territorio di caccia fertile ma purtroppo per Gianni.
È stata una settimana intensa di lavoro per Gianni, certo, l' intermezzo con la segreteria scopata tra un incontro e l' altro aveva alleviato lo stress ma, in quel weekend voleva un cazzo.
Quella sera Diana avrebbe avuto i capelli mossi color carbone, un vestitino color carta da zucchero, il solito trucco leggero ed un rossetto porpora.
La tecnica è sempre la stessa, Diana va al bar, ordina un caffè, lo sorseggia e poi aspetta che entri un camionista.
Poi lo avrebbe fissato, il camionista avrebbe ricambiato, Diana le avrebbe fatto cenno con la testa e il camionista avrebbe accettato.
Quella volta sarebbe toccato ad un camionista slavo, brizzolato, sulla cinquantina, fisico mostruosamente rubosto.
L' autotrasportatore siede con la sua birra poco defilato rispetto a Diana. Comincia il gioco di sguardi e, in cinque minuti Diana si ritrova dentro alla motrice con il cazzo dello slavo che scivola nella sua bocca.
Diana i pompini li sapeva fare e pure bene. Infatti lo slavo sembra gradire.
Diana però comincia a rendersi conto che quella nerchia è al di fuori del normale perché non riesce ad ingoiarlo tutto, cosa che di solito fa senza problemi.
Il camionista non parla l' italiano ma fa capire bene le sue intenzioni a Diana. Vuole quel culo.
Diana non chiede altro, infila il preservativo aiutandosi con la bocca e poi comincia a cavalcare quel cazzo. La forza di gravità spinge dentro il bastone che sembra quasi lacerare il culo di Diana che, nel frattempo, prova dolori intensi che sembra quasi essere tornata vergine.
Lo slavo non è uno che va per il sottile, si riveste.
La stessa cosa fa Diana. Sembrerebbe quasi che lo slavo sia rimasto deluso ma invece l' idea è un'altra.
Apre la porta del rimorchio ed invita Diana ad entrare.
La fa mettere a pecora su dei pallet che doveva riconsegnare e comincia ad incularla.
Stavolta Diana non poteva fare nulla, doveva farsi inculare.
Lo slavo sembra riversare nel cazzo che pompa tutta la voglia repressa da giorni di lontananza dalla moglie e, inoltre una buona dose di frustrazione perché aveva trovato mille intoppi durante la giornata.
Diana sembra squarciata in due, lo sfintere sta sempre più assomigliando ad un canyon.
I primi minuti sono da incubo ma il camionista non sembra avere pietà ma poi è proprio Diana che comincia ad incitare l' uomo.
I testicoli sono in procinto di esplodere. Il camionista così riversa tutta la sua voglia in forma liquida dentro Diana.
Il buchetto posteriore ormai era pieno di sperma.
Così, come è iniziato, è finito. Lo slavo e Diana si rivestono, se ne vanno senza nemmeno salutarsi.
Diana ha ancora il culo che fa male, per oggi può dirsi soddisfatta.
Chiunque abbia avuto a che fare con lui ne ha sempre parlato bene, anche quella categoria che di solito può avere il dente avvelenato: le ex.
All' apparenza senza grilli per la testa ma nasconde un segreto, il suo lato femminile.
Fabio sente proprio la necessità di tirarlo fuori e, quando proprio non può farne a meno, si depila ogni centimetro del corpo, si passa la lametta più volte, tira fuori dall' armadio tutto il suo armamentario di indumenti femminili e poi, col nome di Diana, parte col favore delle tenebre verso un autogrill con relativa piazzola di sosta per i Tir.
I camionisti sono il suo bersaglio preferito, perfetti perché sono solo di passaggio e la lontananza dalle loro mogli fa in modo che accumulino tantissima voglia.
Anche gli autisti dei pulmann rappresentano un territorio di caccia fertile ma purtroppo per Gianni.
È stata una settimana intensa di lavoro per Gianni, certo, l' intermezzo con la segreteria scopata tra un incontro e l' altro aveva alleviato lo stress ma, in quel weekend voleva un cazzo.
Quella sera Diana avrebbe avuto i capelli mossi color carbone, un vestitino color carta da zucchero, il solito trucco leggero ed un rossetto porpora.
La tecnica è sempre la stessa, Diana va al bar, ordina un caffè, lo sorseggia e poi aspetta che entri un camionista.
Poi lo avrebbe fissato, il camionista avrebbe ricambiato, Diana le avrebbe fatto cenno con la testa e il camionista avrebbe accettato.
Quella volta sarebbe toccato ad un camionista slavo, brizzolato, sulla cinquantina, fisico mostruosamente rubosto.
L' autotrasportatore siede con la sua birra poco defilato rispetto a Diana. Comincia il gioco di sguardi e, in cinque minuti Diana si ritrova dentro alla motrice con il cazzo dello slavo che scivola nella sua bocca.
Diana i pompini li sapeva fare e pure bene. Infatti lo slavo sembra gradire.
Diana però comincia a rendersi conto che quella nerchia è al di fuori del normale perché non riesce ad ingoiarlo tutto, cosa che di solito fa senza problemi.
Il camionista non parla l' italiano ma fa capire bene le sue intenzioni a Diana. Vuole quel culo.
Diana non chiede altro, infila il preservativo aiutandosi con la bocca e poi comincia a cavalcare quel cazzo. La forza di gravità spinge dentro il bastone che sembra quasi lacerare il culo di Diana che, nel frattempo, prova dolori intensi che sembra quasi essere tornata vergine.
Lo slavo non è uno che va per il sottile, si riveste.
La stessa cosa fa Diana. Sembrerebbe quasi che lo slavo sia rimasto deluso ma invece l' idea è un'altra.
Apre la porta del rimorchio ed invita Diana ad entrare.
La fa mettere a pecora su dei pallet che doveva riconsegnare e comincia ad incularla.
Stavolta Diana non poteva fare nulla, doveva farsi inculare.
Lo slavo sembra riversare nel cazzo che pompa tutta la voglia repressa da giorni di lontananza dalla moglie e, inoltre una buona dose di frustrazione perché aveva trovato mille intoppi durante la giornata.
Diana sembra squarciata in due, lo sfintere sta sempre più assomigliando ad un canyon.
I primi minuti sono da incubo ma il camionista non sembra avere pietà ma poi è proprio Diana che comincia ad incitare l' uomo.
I testicoli sono in procinto di esplodere. Il camionista così riversa tutta la sua voglia in forma liquida dentro Diana.
Il buchetto posteriore ormai era pieno di sperma.
Così, come è iniziato, è finito. Lo slavo e Diana si rivestono, se ne vanno senza nemmeno salutarsi.
Diana ha ancora il culo che fa male, per oggi può dirsi soddisfatta.
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