SCAT

di
genere
pissing

Come tutti i mercoledì mi preparo, una bella doccia, l'acqua scivola sul mio corpo depilato, poi mi asciugo con dovizia, e poi inizio a preparararmi.
Reggicalze nero, calze nere velatissime, slip nero e reggiseno nero.
Poiinizio a truccarmi, con calma, curo il trucco, devo nascondere i iei tratti maschili, poi mi metto una camicetta bianca, che lascia intravedere il nero del reggiseno, imbottito con un finto seno da quarta, poi la gonna corta con spacco laterale, che lascia ben vedere l'aggancio del reggicalze, mi metto la parrucca, biondo platino, e per ultimo un rossetto rosso fuoco.
Sono pronta, sistemo per bene il mio cazzetto, ben nascosto trà le cosce, e poi infilo le mie decoltè rosse, e uno spolverino che copre la gonna, ed esco.
Sento il mio ano chiudersi ed aprirsi, sono eccitata, il cazzetto accenna a muoversi, lo sgrido, tù sei morto, non devi più muoverti, o ti taglio, cattivo, io ci parlo con il mio cosino, inutile pene, sin da piccola non ho mai avuto erezioni, la natura mi ha premiata, dandomi un fisico femminile, e un clito un pò cresciuto.
Salgo in auto e mi dirigo ai soliti posti che frequento, il primo parcheggio è deserto, ci verrò più tardi, e passo al secondo, si trova dietro a un centro commerciale, vedo movimento.
Parcheggio lontano e mi incammino, sculetto e proceco, metto sotto braccio lo spolverino, e cammino, attiro gli sguardi dei maschi, mi fermo appoggio il piede ad un pezzo di cemento e mi sistemo la calza, mostrando la coscia, e poi mi incammino.
Poco dopo un paio di marocchini mi si avvicinano, mi fano i complimenti, pesanti a dire il vero, mi piace, uno allunga la mano, sotto la gonna, mi tocca il cazzo, ei compare, è un frocio, un culattone, l'altro ride, dai tanto un buca a gratis vale l'altro e ridono, e mi portano in un angolo buio.
E' quello che cercavo, due cazzi duri e vogliosi, mi slaccio la camicetta e la appoggio al muretto, mi sfilo lo slip, e sollevo la gonna, mi metto a pecora, e mi metto in bocca il cazzo del primo ragazzo, una vera verga di carne, mentre l'altro si prepara dietro, sento lo sputo sul mio ano, e la sua cappella.
Puttana, mi dice quello dietro, ti inculo a pelle niente preservativo, devi prendere il mio sperma, non sciuparlo, certo tesoro gli dico, e mi incula.
Mentre mi cavalca, io succhio il cazzo all'altro, me lo infila in gola, è stupendo, lo spompino e poi all'unisono mi vemgono dentro, e io bevo, e ricevo nel culo l'altro.
Finito si staccano, si rivestono, e mi prendono sotto braccio, vieni puttana che ti presentiamo agli altri, cerco di prendere la camicia e lo spolverino, tranquilla non ti servono, e me li buttano oltrela rete, e mi strappano la gonna, balbetto, ma come faccio a rientrare a casa, ridono, così vacca.
Arriviamo sotto i lampioni, altri ragazzi sono seduti sui muretti, e appena mi vedono iniziano a deridermi, frocio cukattone ecc, e a turno devo soddisfarli.
Sono capiente, il mio culo è largo, però ad un certo punto mi duoleva l'ano, avevo ricevuto parecchi cazzi, così mi sono seduta nei rifiuti e ho iniziato a fare pompe.
Poi ad un tratto hanno iniziato ad urinarmi addosso.
Il caldo del loro piscio mi eccitava, ho aperto la bocca, e il loro licquido biondo mi furiusciva e bagnava il mio seno e scendeva fino alle scarpe.
Mi sono alzata, mi sono appoggiata al muretto e ho chiesto ad alcuni di loro di pisciarmi dentro, e sono stata accontentata.
Ero piena, non resistevo, e mi sono scaricata sporcandomi le cosce e le scarpe di cioccolata licquida.
Mi sono tolta le scarpe, ho rccolto da terra il rimante le ho riempite e poi calzate, il calore degli escrementi e del piscio, attraverso il naylon mi ha fatta sborrare, dal cazzetto è partito un getto di sperma, che li ha fatti ridere.
Ero sfatta e stanca, mi sono diretta alla macchina, ho preso uno stracci dal baule, e mi sono messa alla guida e mi sono recata a casa.
L'odore, l'eccitazione mi hanno costretto a fermarmi a bordo strada erano le quattro di mattina, ho afferrato la scarpa, mi sono fatta colare il contenuto sul cazzetto e mi sono segata con due dita.
Sono venuta urlando il mio piacere, e sono andata di corsa a casa, mi scapava.
Mi sono infilata a letto, con le scarpe, sporcando le candide lenzuola, e ho rilasciato tutto, dal mio ano e dal mio cazzeto è uscito tutto, mi ci sono rotolata dentro, e mi sono addormentata,
Al mattino al mio risveglio, l'odore mi inebriava, ho chiamato in azienda e ho chiesto un giorno di ferie, e sono rimasta ore nel letto, continuando a scaricarmi.
Poi a mezzogiorno mi sono ripulita alla belle e meglio, e sono andata in cucina, ero sporca e puzzolente, ho mangiato e bevuto latte, e poi a letto, dove il latte a fatto il suo dovere.
Poi verso sera ho chiamato mia moglie, moglie sulla carta, e appena è entrata in camera, si è spogliata e infilata nel letto, ci siamo baciate, e mi sono messa trà le sue gambe a leccarle la figa, mentre mi pisciava in bocca.
Poi PECORA HO RICEVUTO IL RESTO DAL SUO ANO.
Viso, labbra, sporche ci siamo baciate, e assaggiato il suo contenuto, sei una puttana mi dice, ma ti amo, e poi siamo andate a farci una doccia, lascia tutto così mi dice che poi andiamo a dormire.
scritto il
2025-11-18
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