Papino
di
FILIPPO
genere
incesti
Mamma dopo aver lasciato papà, si era messa con un altro uomo, lei non poteva fare a meno di avere un maschio nel letto, era questa la causa del loro divozio, amava troppo il cazzo.
Io ho seguito mamma, la mamma è sempre la mamma, e poi a dire il vero ero troppo simile a lei.
Come lei amavo il cazzo, ero e sono omosessuale, sin da giovanissimo, appena uscivo da scuola mi incontravo con dei ragazzi più grandi, e mi facevo una scorpacciata di sperma, amavo fare pompini, ero diventato una leggenda, vuoi divertirti? trovati in tal posto a tal ora e il frocetto ti svuota con la bocca.
Talis madri talis filli verrebbe da dire.
Marco, il compagno della troia, aveva saputo da alcuni amici del bar, che io, come mi chiamavano, LA RAGZZINA, ero frocio, ma vista la giovane età, nessuno di loro si avvicinava.
Così Marco, un pomeriggio che eravamo soli, esce dal bagno, dopo una doccia, con l'accappatoio aperto, e mostra quello che io amo sopra tutto, il suo cazzo scappellato e duro come il marmo.
Lo osservo, e mi eccito, caspita un vero cazzo di un vero maschio, lui se lo tocca e mi guarda, io rimango di stucco, se lo sega e poi và in camera.
Io non resisto, entro, e lo trovo nudo sul letto dai troietta vieni, mi precipito e lo imbocco, con frenesia, tanto che lui mi stacca dal suo cazzo, ma sei matta me lo stacchi così, e ride.
Mi calmo e lo spompino, e mi viene in bocca, io bevo, sono abituata a inghiottire lo sperma dei ragazzi.
Mi spoglia, mi bacia, mi tocca il cazzo duro, poi mi dice, vuoi diventare come tua madre?, in che senso chiedo, lui mi risponde, aperta e troia come lei, prendere il mio cazzo nel culo, lo vuoi? certo che sì rispondo.
Passano alcuni giorni, mamma è in casa e quindi non possiamo fare nulla, ma poi un sabato pomeriggio si assenta fino a sera, e così, Marco, mi porta in camera loro, mi fà indossare delle autoreggenti, e inizia a baciarmi, mi porta al massimo dell'ecitazione leccandomi l'ano, e poi prende della crema, la spalma sul suo cazzo duro, e me ne infila un poco dentro con l'ausilio delle dita, e poi avvicina la cappella al mio buchetto.
Ora puttanella ti renderò donna, di deflorerò, mi prenderò la tua verginità e sarai mia, ti prego dico, fallo, e sento un forte doore e bruciore, era entrato in mè.
Poi scivola dentro il mio intestino, mi allarga, mi deflora, mi stringe ai fianchi e mi sbatte.
Godo godo e vengo più volte e lui mi riempie di sperma, mi accascio dolorante, larga ma soddisfatta.
I mesi successivi mi oinsegna di tutto, e mi mette nel letto di altri maschi, mi tarformo, mi trucco, indosso cosine acquistate da lui e divento una troietta.
Poi un anno dopo mi convince ad andare ad abitare per un pò con papò, devi finirci a letto capito?.
Due mesi dopo mi stò impalando sul cazzo di papà, mi faccio sfondare il culo dal suo palo, in reggicalze.
Io ho seguito mamma, la mamma è sempre la mamma, e poi a dire il vero ero troppo simile a lei.
Come lei amavo il cazzo, ero e sono omosessuale, sin da giovanissimo, appena uscivo da scuola mi incontravo con dei ragazzi più grandi, e mi facevo una scorpacciata di sperma, amavo fare pompini, ero diventato una leggenda, vuoi divertirti? trovati in tal posto a tal ora e il frocetto ti svuota con la bocca.
Talis madri talis filli verrebbe da dire.
Marco, il compagno della troia, aveva saputo da alcuni amici del bar, che io, come mi chiamavano, LA RAGZZINA, ero frocio, ma vista la giovane età, nessuno di loro si avvicinava.
Così Marco, un pomeriggio che eravamo soli, esce dal bagno, dopo una doccia, con l'accappatoio aperto, e mostra quello che io amo sopra tutto, il suo cazzo scappellato e duro come il marmo.
Lo osservo, e mi eccito, caspita un vero cazzo di un vero maschio, lui se lo tocca e mi guarda, io rimango di stucco, se lo sega e poi và in camera.
Io non resisto, entro, e lo trovo nudo sul letto dai troietta vieni, mi precipito e lo imbocco, con frenesia, tanto che lui mi stacca dal suo cazzo, ma sei matta me lo stacchi così, e ride.
Mi calmo e lo spompino, e mi viene in bocca, io bevo, sono abituata a inghiottire lo sperma dei ragazzi.
Mi spoglia, mi bacia, mi tocca il cazzo duro, poi mi dice, vuoi diventare come tua madre?, in che senso chiedo, lui mi risponde, aperta e troia come lei, prendere il mio cazzo nel culo, lo vuoi? certo che sì rispondo.
Passano alcuni giorni, mamma è in casa e quindi non possiamo fare nulla, ma poi un sabato pomeriggio si assenta fino a sera, e così, Marco, mi porta in camera loro, mi fà indossare delle autoreggenti, e inizia a baciarmi, mi porta al massimo dell'ecitazione leccandomi l'ano, e poi prende della crema, la spalma sul suo cazzo duro, e me ne infila un poco dentro con l'ausilio delle dita, e poi avvicina la cappella al mio buchetto.
Ora puttanella ti renderò donna, di deflorerò, mi prenderò la tua verginità e sarai mia, ti prego dico, fallo, e sento un forte doore e bruciore, era entrato in mè.
Poi scivola dentro il mio intestino, mi allarga, mi deflora, mi stringe ai fianchi e mi sbatte.
Godo godo e vengo più volte e lui mi riempie di sperma, mi accascio dolorante, larga ma soddisfatta.
I mesi successivi mi oinsegna di tutto, e mi mette nel letto di altri maschi, mi tarformo, mi trucco, indosso cosine acquistate da lui e divento una troietta.
Poi un anno dopo mi convince ad andare ad abitare per un pò con papò, devi finirci a letto capito?.
Due mesi dopo mi stò impalando sul cazzo di papà, mi faccio sfondare il culo dal suo palo, in reggicalze.
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