Riscoprire papa'
di
FILIPPO
genere
incesti
Riscoprire di avere un padre, a volte può essere bello, specialmente se lo hai perso di vista anni prima.
Mamma e papà si erano separati che ero ancora piccolo, e come voluto dal tribunale, sono rimasto con mamma, poi papà per motivi di lavoro, si è dovuto trasferire all'estero.
Lo incontravo poche volte all'anno, per le solite feste, e passavo con lui alcuni giorni, non mi piaceva come persona, forse anche perchè mamma me ne parlava sempre male.
Poi crescendo ho intrapreso la mia vita sentimentale e sessuale, o forse meglio dire omosessuale.
Ho perso presto la mia verginità, con un ragazzo più grande di mè, e con lui ho intrapreso la strada della syssificazione, ero attratta da tutto quello che ra femminile, e ben presto mamma se n'è accorta.
Non ha fatto scenate, anzi, ne abbiamo parlato, e mi ha portato da uno psicologo, che mi ha aiutato a capire cosa fossi, una donna dise a mamma suo figlio, è una figlia.
Una volta a casa mi ha chiesto cosa volessi fare, le chiesi da subito se fosse possibile parlarci al femminile, e di cambiarmi nome, almeno trà di noi, e così fù, divenni Paola, e iniziò a trattarmi da figlia, andammo a fare spese, mutandine, reggiseni, calze, e camicette, gonne pantaloni, vestitini, e scarpe.
Mi lasciai crescere i capelli, e in poco meno di un anno, ero pronta, una bella ragazza adolescente.
Grazie agli insegnamenti di mamma imparai a truccarmi in modo stupendo, e come succede trà donne, spesso giravamo nude per casa, o mentre faceva la doccia io andavo ai servizi, vederci nude, e a volte toccarci era prassi comune.
Ammiravo il corpo di mamma era piccola, un bel seno una terza, fianchi giusti, e una figa chiusa si vedeva solo il taglio, io iniziavo adavere due tettine pronunciate, il capezzolo ben formato, con una bella aureola, e il cazzo diciamo, poco più di un grosso clito, i testicoli, mai scesi facevano sì che non si notasse poco nulla.
Il mio ano invece era una capiente figa, scopavo e molto, avevo stretto amicizia con una coppia che gestiva un bar poco distante, una zona decentrata.
Il bar era frequentato da personaggi volgari, e a volte poco raccomandabili, così iniziai al pomeriggio a lavorare per Angelo e Anna, lui un meridionale, cicciotto e volgarissimo, lei una donna magra e gentile, direi sottomessa da lui come poi scoprirò.
La prima settimana passò tra pesanti apprezzamenti, e qualche manata sul culo, non era proprio quello che pensavo, ma non mi dispiaceva nemmeno, essere apprezzata come donna era il mio traguardo.
Angelo sapeva che erouna trav, ma non disse mai nulla, però spesso mentre ero sola con lui, mi abbracciava, mi baciava, e mi palpava il culetto, sentivo il suo pacco duro, e così, dopo alcuni giorni, non resistetti, mi inginocchiai, e liberata la bestia, me lo sono ficcata in bocca e l'ho spompinato fino a bere il suo sperma.
Intanto iniziai a conoscere gli avventori, uno per uno, scambiando battute, spesso pesanti sù di mè, ma mi eccitava, così iniziai a fare la troietta, intanto indossavo mini abiti, minigonne, camicette scollate, il mio seno cresceva, grazie alle cure ormonali, e i capezzoli spingevano il tessuto delle camicette, i maschi impazzivano.
Poi spesso mi sedevo sulle loro ginocchia, e il loro cazzo esplodeva, io muovevo lentamente le mie coscie e loro godevano.
Poi un pomeriggio, eravamo nel locale dietro il locale a sistemare i vari prodotti, il bar era ancora chiuso, e notai un divanetto, che prima non c'era, guardai Angelo, che sorrise, e si avvicinò, è ora di provare il mio cazzo bimba, sorrisi, si era ora, mi spogliai in un secondo, e rimasi con le sole autoreggenti e le scarpe, lui una volta nudo, si avvicinò, mi baciò a lungo, poi mi mise a pwcora, mi appoggiai per bene e allargai le gambe, Angelo mi leccò il buchetto e introdusse la lingua, gemevo dal piacere, poi introdusse due dita, certo che per essere una ragazzina sei bella larga, risposi, amo il cazzo, duro e grosso, lui rise mi diede due sberle sul culo, appoggiò la cappella e mi deflorò.
Mi scopò per una ventina di minuti, e io venni più volte, con poche gocce di sperma, ma godetti e molto, e poi mi venne dentro.
Alla riapertura del bar, ero euforica, e avevo ancora voglia di cazzo, chiesi ad Angelo se potevo utilizzare il retrobottega, rise e disse certo che sì puttanella.
Così verso le sedici, iniziai a fare la stupida con un cliente, e per farlo impazzire mi tolsi il reggiseno, sbottonai la camicetta e andai a servirlo, e una volta piegata potè vedere i miei giovani seni, gli sussurrai, ti piacciono? li vuoi toccare?, lui mi guardò fisso negli occhi, seguimi dissi.
In un attimo eravamo nel magazzeno, mi slacciai la camicetta e lui iniziò a toccare i miei seni, a leccarli e succhiare i capezzoli durissimi, io armeggiavo co i suoi pantaloni e finalmente estrassi il cazzo, lo segavo, poi feci scivolare la gonna e rimasi in slip, lui mi palpò la figa e si accorse del cazzetto, mi guardò, ma cazzo sei un frocio, lo bacia, e poi dissi, mi vuoi o nò?, mi girai abbassai gli sliop e gli mostrai il culetto.
Lo sentii entrare e montarmi, siiii ti voglio troietta, e mi sborrò dentro dopo una decina di minuti.
Una volta in sala, tutti capirono cosa fosse successo, e così iniziai una settimana da favola.
Mi prendevano per mano, e andavamo dietro, spompinavo e mi facevo inculare da chiunque,a volte erano giovani, a volte anziani, e a volte extracomunitari, ero diventata la puttanella del bar.
Dopo alcuni anni papà rientrò in patria, aveva finito il suo contratto e si era acquistato un appartamente nelle vicinanze, e la prima cosa che volle fare era incontrarmi, io mi ricordavo un tipo buebero, un omone ben piazzato, volgarotto, e sicuramenteil fatto di ritrovarsi davanti una figli, credevo non ne fosse felice.
Ma per dispetto e disprezzo accettai di incontrarlo, e mi recai il giorno deciso, era inverno, mi preparai per bene, trucco pesante, rossetto rosso troia, reggiseno e slip colorati, reggicalze calze nere, tacchi decoltè, una camicetta attillata e una gonna a tubino corta, e il cappotto.
Suona alla porta e lui viene ad aprirmi, e rimane basito, scusi che cosa ha bisogno? dai papà sono io ed entro, lui rimane alla porta, ma scherzi mi dice, sei, sei... si sono travestita, sono gay, omosessuale, frocio, chiamami come vuoi.
Una volta entrata mi accomodo, mi tolgo il cappotto e lo sistemo vicino a mè, allora papino, sorpreso? direi dice lui, parto che ho un figlio ritorno e mi trovo una trans, io rido non sono trans, sono solo una donna papà, speciale certo, quindi tu... mi chiede, si papà lo perndo nel culo, dai maschi, li spompino e bevo il loro sperma, e sì sono una puttana.
Mi alzo, mi slaccio la camkicetta, mi tolgo la gonna e mi mostro, ti piaccio?, vedo nel suo sguardo eccitazione, mi sembra che non ti sei mai fatto scappare un buco così dice mamma, mi giro gli mostro il mio lato B, e sento poco dopo le sue manone sul mio culo, mi accarezza, io mi abbasso lo slip, dai forza inculami, infila iltuocazzo nel culo di tua figlia, e poco dopo entra in mè, con violenza, era quello che desideravo, siii lo incito, montami fammi male scopami, e lui spinge, spinge ha un bel cazzo, e io godo, mi masturbo il cazzetto,lo incito.
Poi mi viene dentro, con colpi secchi, e scivola fuori, mi butto esausta sul divano, tra tutti i cazzi che ho preso e prendo, il tuo non è male dai, erido.
Mi guarda, che cosa fai nella vita, prendo cazzi papà, facciomarchette in un bar quì vicino, e tua madre?, mia madre scopa con un tizio, geloso? poi mi alzo lo bacio in bocca, ora vado, se vuoi incontrarmi telefonami, sono 50 euro, 300 tutta la notte, mi rivesto e vado.
Al pomeriggio al bar, ormai non scopo più a gratis, mi pagano, ricevo un messaggio, questa sera ti aspetto, rispono, certo papà a dopo cena.
Mamma e papà si erano separati che ero ancora piccolo, e come voluto dal tribunale, sono rimasto con mamma, poi papà per motivi di lavoro, si è dovuto trasferire all'estero.
Lo incontravo poche volte all'anno, per le solite feste, e passavo con lui alcuni giorni, non mi piaceva come persona, forse anche perchè mamma me ne parlava sempre male.
Poi crescendo ho intrapreso la mia vita sentimentale e sessuale, o forse meglio dire omosessuale.
Ho perso presto la mia verginità, con un ragazzo più grande di mè, e con lui ho intrapreso la strada della syssificazione, ero attratta da tutto quello che ra femminile, e ben presto mamma se n'è accorta.
Non ha fatto scenate, anzi, ne abbiamo parlato, e mi ha portato da uno psicologo, che mi ha aiutato a capire cosa fossi, una donna dise a mamma suo figlio, è una figlia.
Una volta a casa mi ha chiesto cosa volessi fare, le chiesi da subito se fosse possibile parlarci al femminile, e di cambiarmi nome, almeno trà di noi, e così fù, divenni Paola, e iniziò a trattarmi da figlia, andammo a fare spese, mutandine, reggiseni, calze, e camicette, gonne pantaloni, vestitini, e scarpe.
Mi lasciai crescere i capelli, e in poco meno di un anno, ero pronta, una bella ragazza adolescente.
Grazie agli insegnamenti di mamma imparai a truccarmi in modo stupendo, e come succede trà donne, spesso giravamo nude per casa, o mentre faceva la doccia io andavo ai servizi, vederci nude, e a volte toccarci era prassi comune.
Ammiravo il corpo di mamma era piccola, un bel seno una terza, fianchi giusti, e una figa chiusa si vedeva solo il taglio, io iniziavo adavere due tettine pronunciate, il capezzolo ben formato, con una bella aureola, e il cazzo diciamo, poco più di un grosso clito, i testicoli, mai scesi facevano sì che non si notasse poco nulla.
Il mio ano invece era una capiente figa, scopavo e molto, avevo stretto amicizia con una coppia che gestiva un bar poco distante, una zona decentrata.
Il bar era frequentato da personaggi volgari, e a volte poco raccomandabili, così iniziai al pomeriggio a lavorare per Angelo e Anna, lui un meridionale, cicciotto e volgarissimo, lei una donna magra e gentile, direi sottomessa da lui come poi scoprirò.
La prima settimana passò tra pesanti apprezzamenti, e qualche manata sul culo, non era proprio quello che pensavo, ma non mi dispiaceva nemmeno, essere apprezzata come donna era il mio traguardo.
Angelo sapeva che erouna trav, ma non disse mai nulla, però spesso mentre ero sola con lui, mi abbracciava, mi baciava, e mi palpava il culetto, sentivo il suo pacco duro, e così, dopo alcuni giorni, non resistetti, mi inginocchiai, e liberata la bestia, me lo sono ficcata in bocca e l'ho spompinato fino a bere il suo sperma.
Intanto iniziai a conoscere gli avventori, uno per uno, scambiando battute, spesso pesanti sù di mè, ma mi eccitava, così iniziai a fare la troietta, intanto indossavo mini abiti, minigonne, camicette scollate, il mio seno cresceva, grazie alle cure ormonali, e i capezzoli spingevano il tessuto delle camicette, i maschi impazzivano.
Poi spesso mi sedevo sulle loro ginocchia, e il loro cazzo esplodeva, io muovevo lentamente le mie coscie e loro godevano.
Poi un pomeriggio, eravamo nel locale dietro il locale a sistemare i vari prodotti, il bar era ancora chiuso, e notai un divanetto, che prima non c'era, guardai Angelo, che sorrise, e si avvicinò, è ora di provare il mio cazzo bimba, sorrisi, si era ora, mi spogliai in un secondo, e rimasi con le sole autoreggenti e le scarpe, lui una volta nudo, si avvicinò, mi baciò a lungo, poi mi mise a pwcora, mi appoggiai per bene e allargai le gambe, Angelo mi leccò il buchetto e introdusse la lingua, gemevo dal piacere, poi introdusse due dita, certo che per essere una ragazzina sei bella larga, risposi, amo il cazzo, duro e grosso, lui rise mi diede due sberle sul culo, appoggiò la cappella e mi deflorò.
Mi scopò per una ventina di minuti, e io venni più volte, con poche gocce di sperma, ma godetti e molto, e poi mi venne dentro.
Alla riapertura del bar, ero euforica, e avevo ancora voglia di cazzo, chiesi ad Angelo se potevo utilizzare il retrobottega, rise e disse certo che sì puttanella.
Così verso le sedici, iniziai a fare la stupida con un cliente, e per farlo impazzire mi tolsi il reggiseno, sbottonai la camicetta e andai a servirlo, e una volta piegata potè vedere i miei giovani seni, gli sussurrai, ti piacciono? li vuoi toccare?, lui mi guardò fisso negli occhi, seguimi dissi.
In un attimo eravamo nel magazzeno, mi slacciai la camicetta e lui iniziò a toccare i miei seni, a leccarli e succhiare i capezzoli durissimi, io armeggiavo co i suoi pantaloni e finalmente estrassi il cazzo, lo segavo, poi feci scivolare la gonna e rimasi in slip, lui mi palpò la figa e si accorse del cazzetto, mi guardò, ma cazzo sei un frocio, lo bacia, e poi dissi, mi vuoi o nò?, mi girai abbassai gli sliop e gli mostrai il culetto.
Lo sentii entrare e montarmi, siiii ti voglio troietta, e mi sborrò dentro dopo una decina di minuti.
Una volta in sala, tutti capirono cosa fosse successo, e così iniziai una settimana da favola.
Mi prendevano per mano, e andavamo dietro, spompinavo e mi facevo inculare da chiunque,a volte erano giovani, a volte anziani, e a volte extracomunitari, ero diventata la puttanella del bar.
Dopo alcuni anni papà rientrò in patria, aveva finito il suo contratto e si era acquistato un appartamente nelle vicinanze, e la prima cosa che volle fare era incontrarmi, io mi ricordavo un tipo buebero, un omone ben piazzato, volgarotto, e sicuramenteil fatto di ritrovarsi davanti una figli, credevo non ne fosse felice.
Ma per dispetto e disprezzo accettai di incontrarlo, e mi recai il giorno deciso, era inverno, mi preparai per bene, trucco pesante, rossetto rosso troia, reggiseno e slip colorati, reggicalze calze nere, tacchi decoltè, una camicetta attillata e una gonna a tubino corta, e il cappotto.
Suona alla porta e lui viene ad aprirmi, e rimane basito, scusi che cosa ha bisogno? dai papà sono io ed entro, lui rimane alla porta, ma scherzi mi dice, sei, sei... si sono travestita, sono gay, omosessuale, frocio, chiamami come vuoi.
Una volta entrata mi accomodo, mi tolgo il cappotto e lo sistemo vicino a mè, allora papino, sorpreso? direi dice lui, parto che ho un figlio ritorno e mi trovo una trans, io rido non sono trans, sono solo una donna papà, speciale certo, quindi tu... mi chiede, si papà lo perndo nel culo, dai maschi, li spompino e bevo il loro sperma, e sì sono una puttana.
Mi alzo, mi slaccio la camkicetta, mi tolgo la gonna e mi mostro, ti piaccio?, vedo nel suo sguardo eccitazione, mi sembra che non ti sei mai fatto scappare un buco così dice mamma, mi giro gli mostro il mio lato B, e sento poco dopo le sue manone sul mio culo, mi accarezza, io mi abbasso lo slip, dai forza inculami, infila iltuocazzo nel culo di tua figlia, e poco dopo entra in mè, con violenza, era quello che desideravo, siii lo incito, montami fammi male scopami, e lui spinge, spinge ha un bel cazzo, e io godo, mi masturbo il cazzetto,lo incito.
Poi mi viene dentro, con colpi secchi, e scivola fuori, mi butto esausta sul divano, tra tutti i cazzi che ho preso e prendo, il tuo non è male dai, erido.
Mi guarda, che cosa fai nella vita, prendo cazzi papà, facciomarchette in un bar quì vicino, e tua madre?, mia madre scopa con un tizio, geloso? poi mi alzo lo bacio in bocca, ora vado, se vuoi incontrarmi telefonami, sono 50 euro, 300 tutta la notte, mi rivesto e vado.
Al pomeriggio al bar, ormai non scopo più a gratis, mi pagano, ricevo un messaggio, questa sera ti aspetto, rispono, certo papà a dopo cena.
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