Antonella 7
di
ANNA BOLERANI
genere
corna
Capitolo sette
L'incontro tra Ettore e Luis
Il mattino dopo il dolore al bacino si era trasformato in un pulsare sordo. Andai alla Galleria Morgese per sistemare i disegni per una mostra che la mia agenzia stava allestendo in quei locali. La galleria era proprio di fronte agli uffici di mio marito. Monti, che sapeva del mio allestimento della mostra, attendeva alla finestra in attesa di vedermi entrare. Quando mi vide scese e irruppe nei locali ancora vuoti. "Troia dovevi essere nel mio studio un'ora fa." ringhiò, sbattendo la porta. L'odore del suo dopobarba acre copriva appena il tanfo di sudore. Mi avvicinai lentamente, con aria di sfida, sentendo la cucitura della gonna strofinare sull'inguine ancora irritato. "Come ti ha ben chiarito mio marito, l'accordo è finito ieri" sibilai, puntando gli occhi sulla sua cravatta sgualcita. Fece un passo avanti, le dita che si strinsero attorno alla mia mascella. "Tu e tuo marito mi avete preso per il culo."
Scostai con un gesto del braccio la sua mano. “Non permetterti più di toccarmi. Vattene o chiamo la vigilanza."
Il suo respiro fetido mi investì quando aggiunse: "La tua carriera finisce qui." Scoppiai a ridere, un suono duro che lo fece indietreggiare. "Ma chi ti credi di essere, vattene o ti denuncio " Gli indicai la telecamera di sicurezza sopra la porta. "Le telecamere hanno ripreso quando mi hai messo le mai addosso" . Si allontanò mugugnando e sbattendo la porta dietro di se.
Nel pomeriggio, mentre sistemavo le stampe di Piranesi, il telefono vibrò con un messaggio di Luis: "Porto il vino rosso per stasera. Ti prego, indossa la gonna che si solleva facile."
Sorrisi immaginando le sue mani larghe sulla mia pelle mentre rispondevo: "Si, e niente mutande. Come piace a mio marito."
Alle sei precise, il citofono squillò. Ettore aprì con un ghigno mentre Luis entrava portando l'odore della pioggia e del Barolo d'annata. Il suo abito sartoriale non riusciva a nascondere il rigonfiamento nella zona dell'inguine. "Benvenuto," sussurrai baciandolo, con la mia mano che già cercava la forma del suo membro attraverso il tessuto.
Durante l'antipasto, Ettore osservava Luis con intensità clinica.
Poi con una naturalezza inaspettata disse "Mi dica, Luis... quanto misura esattamente quel bastone che ha sfondato il culo di mia moglie l'altro giorno?"
Luis, che stava sorseggiò del Barolo, quasi strafogò a quella inattesa domanda, poi rispose con calma: "Ventidue centimetri di durezza africana.
"Mostraglielo, disse mia moglie"
"Vuole vederlo ?"
Ettore annuì, " Mia moglie non vede l'ora di poterlo prendere in bocca"
Quando Luis sbottonò la cerniera, il cazzo eretto schizzò fuori come un animale vivo, la punta già umida di precum. Ettore emise un rantolo di approvazione mentre io mi chinavo sotto il tavolo.
La mia lingua raccolse la prima goccia salata prima di inghiottire la cappella. Le palle di Luis sfregavano contro il mio mento mentre Ettore guardava compiaciuto.
A cena ormai interrotta, mi portarono sul divano di pelle. Luis mi sollevò come una bambola, le mie gambe avvolte attorno alla sua vita.
"Pronta per la tua dose di cazzo nero?" ringhiò mentre la sua punta sfiorava lo sfintere rilassato. Annuii, sentendo Ettore filmare col cellulare. L’impatto mi strappò un urlo quando mi penetrò in un solo colpo secco. "Dio come sei bella oggi!" gemette Luis, afferrandomi i fianchi. Ogni spinta mi sollevava dal cuscino, il suo pube che batteva sulle mie natiche.
Ettore si accovacciò vicino al nostro punto di congiunzione commentando il video che stava riprendendo: "Questo è Luis, il suo cazzo nero scompare tutto nel culo di mia moglie." La videocamera zoommò sull’anello rosa che si stirava attorno alla base scura.
Quando Luis accelerò, le mie unghie gli scavarono solchi sulla schiena. "Sborrami dentro! Sto venendo" gridai sentendo le sue palle contrarsi. Il getto caldo inondò le mie viscere mentre Ettore catturava ogni spasimo sul video.
Mentre Luis si ritraeva, il suo seme colò sul divano. Ettore si precipitò a leccare la pozza bianca mista ai miei umori anali.
"Assaggia la tua ricompensa" gli sussurrò Luis ironico, sistemandosi i pantaloni. Fuori, un tuono coprì il mio gemito quando le dita di Ettore sostituirono il cazzo nel mio buco aperto.
L'incontro tra Ettore e Luis
Il mattino dopo il dolore al bacino si era trasformato in un pulsare sordo. Andai alla Galleria Morgese per sistemare i disegni per una mostra che la mia agenzia stava allestendo in quei locali. La galleria era proprio di fronte agli uffici di mio marito. Monti, che sapeva del mio allestimento della mostra, attendeva alla finestra in attesa di vedermi entrare. Quando mi vide scese e irruppe nei locali ancora vuoti. "Troia dovevi essere nel mio studio un'ora fa." ringhiò, sbattendo la porta. L'odore del suo dopobarba acre copriva appena il tanfo di sudore. Mi avvicinai lentamente, con aria di sfida, sentendo la cucitura della gonna strofinare sull'inguine ancora irritato. "Come ti ha ben chiarito mio marito, l'accordo è finito ieri" sibilai, puntando gli occhi sulla sua cravatta sgualcita. Fece un passo avanti, le dita che si strinsero attorno alla mia mascella. "Tu e tuo marito mi avete preso per il culo."
Scostai con un gesto del braccio la sua mano. “Non permetterti più di toccarmi. Vattene o chiamo la vigilanza."
Il suo respiro fetido mi investì quando aggiunse: "La tua carriera finisce qui." Scoppiai a ridere, un suono duro che lo fece indietreggiare. "Ma chi ti credi di essere, vattene o ti denuncio " Gli indicai la telecamera di sicurezza sopra la porta. "Le telecamere hanno ripreso quando mi hai messo le mai addosso" . Si allontanò mugugnando e sbattendo la porta dietro di se.
Nel pomeriggio, mentre sistemavo le stampe di Piranesi, il telefono vibrò con un messaggio di Luis: "Porto il vino rosso per stasera. Ti prego, indossa la gonna che si solleva facile."
Sorrisi immaginando le sue mani larghe sulla mia pelle mentre rispondevo: "Si, e niente mutande. Come piace a mio marito."
Alle sei precise, il citofono squillò. Ettore aprì con un ghigno mentre Luis entrava portando l'odore della pioggia e del Barolo d'annata. Il suo abito sartoriale non riusciva a nascondere il rigonfiamento nella zona dell'inguine. "Benvenuto," sussurrai baciandolo, con la mia mano che già cercava la forma del suo membro attraverso il tessuto.
Durante l'antipasto, Ettore osservava Luis con intensità clinica.
Poi con una naturalezza inaspettata disse "Mi dica, Luis... quanto misura esattamente quel bastone che ha sfondato il culo di mia moglie l'altro giorno?"
Luis, che stava sorseggiò del Barolo, quasi strafogò a quella inattesa domanda, poi rispose con calma: "Ventidue centimetri di durezza africana.
"Mostraglielo, disse mia moglie"
"Vuole vederlo ?"
Ettore annuì, " Mia moglie non vede l'ora di poterlo prendere in bocca"
Quando Luis sbottonò la cerniera, il cazzo eretto schizzò fuori come un animale vivo, la punta già umida di precum. Ettore emise un rantolo di approvazione mentre io mi chinavo sotto il tavolo.
La mia lingua raccolse la prima goccia salata prima di inghiottire la cappella. Le palle di Luis sfregavano contro il mio mento mentre Ettore guardava compiaciuto.
A cena ormai interrotta, mi portarono sul divano di pelle. Luis mi sollevò come una bambola, le mie gambe avvolte attorno alla sua vita.
"Pronta per la tua dose di cazzo nero?" ringhiò mentre la sua punta sfiorava lo sfintere rilassato. Annuii, sentendo Ettore filmare col cellulare. L’impatto mi strappò un urlo quando mi penetrò in un solo colpo secco. "Dio come sei bella oggi!" gemette Luis, afferrandomi i fianchi. Ogni spinta mi sollevava dal cuscino, il suo pube che batteva sulle mie natiche.
Ettore si accovacciò vicino al nostro punto di congiunzione commentando il video che stava riprendendo: "Questo è Luis, il suo cazzo nero scompare tutto nel culo di mia moglie." La videocamera zoommò sull’anello rosa che si stirava attorno alla base scura.
Quando Luis accelerò, le mie unghie gli scavarono solchi sulla schiena. "Sborrami dentro! Sto venendo" gridai sentendo le sue palle contrarsi. Il getto caldo inondò le mie viscere mentre Ettore catturava ogni spasimo sul video.
Mentre Luis si ritraeva, il suo seme colò sul divano. Ettore si precipitò a leccare la pozza bianca mista ai miei umori anali.
"Assaggia la tua ricompensa" gli sussurrò Luis ironico, sistemandosi i pantaloni. Fuori, un tuono coprì il mio gemito quando le dita di Ettore sostituirono il cazzo nel mio buco aperto.
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