Clara

di
genere
trio

CLARA


Marco, un uomo di mezza età con occhi scuri e pelle abbronzata, si svegliava di buon umore. Il rumore del caffè che bolliva in cucina lo accolse come un amico di vecchia data, riempendo la stanza di un aroma caldo e avvolgente. La luce del mattino filtrava attraverso le tende, disegnando strisce gialle sul pavimento di legno chiaro. Marco si stiracchiò, facendo scricchiolare il letto, e si avviaò barcollando in cucina per iniziare la giornata.

Nel frattempo, la bella Elena, con i capelli scuri raccolti in una coda di cavallo, indossava un camicione di seta che lasciava intravedere le sue curve succulente. La notte precedente era stata di fuoco, con passioni che avevano scosso la camera come un terremoto. I due amanti si erano incontrati per la prima volta in un bar di periferia, attirati l'uno dall'altro da un'energia carnale che non poteva essere ignorata. La conversazione era stata breve e accesa, piena di sguardi furtivi e tocchi appassionati che parlavano di desideri inconfessabili.

Elena, con il seno generoso e le gambe lunghe e affusolate, si avvicinò a Marco, la lingua che le bagna le labbra in attesa di un bacio. Lui, non deluso da ciò che vedeva, la accolse con le braccia aperte, afferrando la stoffa leggera del camicione e facendola scivolare via, rivelando la pelle liscia e calda. I capezzoli eretti si inarcavano verso di lui come se avessero una mente propria, desiderando la pressione delle sue mani. Il contatto fu come un'esplosione di calore, il respiro di entrambi si fece affannoso e i corpi si unirono in una danza di lussuria che non conosceva confini.

Le dita di Marco esplorarono il ventre di Elena, scivolando giù, per toccare la sete del desiderio che bagna il tessuto sottilissimo. Elena reagì con un gemito soffocato, le ginocchia si piegarono leggermente, offrendo a Marco l'accesso completo a ciò che bramava. Le labbra di lei si aprirono in un sospiro di piacere, le mani afferrarono la testa di lui per avvicinarlo di più, per sentire la lingua che le accarezzava il clitoride gonfio come un frutto maturo. I suoni che uscivano da lei erano una miscela di piacere e disperazione, un richiamo all'unione che stava per avere luogo.

Clara, la cameriera del bar sotto casa, arrivò davanti alla porta socchiusa. Portava la colazione che avevano ordinato. Bussò con le mani e dalla camera da letto Elena disse:”Vieni avanti è aperto, metti la colazione sul tavolo della cucina.” Marco ed Elena continuarono a scopare incuranti della presenza di Clara. “Avvicinati.” le disse Marco che aveva il cazzo duro e caldo, e pulsava di voglia. Clara, la cameriera del bar, bellissima con i capelli rossi fluenti e il culo sodo come una mela matura, lo fissava con occhi pieni di desiderio. Era noto che Clara avesse un debole per i uomini maturi, e la scena che si stava per consumare tra Marco ed Elena la stava facendo impazzire. Clara si avvicinò, le mani che si muovevano con abilità e familiarità su se stessa, immaginando di toccare la pelle calda di Marco. I muscoli del culo di Clara si stringevano e rilassavano, come se stesse preparando il terreno per una invasione imminente.

Marco, consapevole del potere del desiderio che emanava da Clara, la guardò con un sorriso malizioso. La attirò con un gesto, invitandola a unirsi a loro. Clara non ebbe bisogno di ulteriori inviti, si inginocchiò e cominciò a leccare delicatamente l'asta di Marco, il gusto salato e l'odore maschile riempivano la bocca di una voglia selvaggia. Elena, ansimando di piacere, osservò la scena con gli occhi sbarrati, le labbra stillanti e il seno sollevato.

Elena, la mente in fiamme, si chinò su Clara e le sussurrò all'orecchio: "Voglio che mi lecchi qui, adesso." Clara, obbediente e assetata di piacere, si spostò tra le gambe di Elena, inalando il profumo intenso che si diffondeva da lì. Le sue labbra si posero sul clitoride gonfio, la lingua si mosse in cerchi stretti, facendo urlare Elena di piacere. Marco, sentendo il suono, si infilò in Clara, il suono del suo ingresso si unì al coro di gemiti e sospiri che riempivano la stanza.

Clara, con gli occhi chiusi e la testa china, sentiva la voglia di Marco crescere, la sensazione di piacere che si diffondeva da Elena. Le mani di Clara si muovevano rapidamente su Marco, stringendo e rilasciando, come se stesse cercando il ritmo perfetto per far esplodere la passione. La stanza era un vortice di sensazioni, di suoni e odori primordiali, come se i tre stessero celebrando un antico rituale d'amore.

Marco, in preda all'eccitazione, prese un po' di saliva e la fece scivolare sul culo di Clara, per lubrificare l'entrata stretta. Clara si irrigidì per un attimo, ma il tocco caldo e bagnato la rassicurò, le fece desiderare di sentire qualcosa di grande e duro che la riempisse. Con delicatezza, Marco posizionò la punta del proprio membro su quell'apertura rosa, la sentì contrarre leggermente, come se stesse aspettando il permesso di entrare.



"Fai come dico," sussurrò Elena, le dita che si muovevano in circolo intorno al clitoride di Clara, "Dicci che lo vuoi." Clara, il volto rosso per la passione e la vergogna, fece un respiro profondo e mormorò: "Lo voglio, lo voglio." Il tono era supplice, quasi un ordine. Marco, interpretando il desiderio di Clara, la penetrò con decisione, sentendo le pareti interne stringersi attorno a sé come una morsa calda. Clara emise un grido soffocato, un mix di dolore e piacere, ma non smise di leccare Elena, come se il dolore la stesse spingendo a dare il meglio di sé.

I movimenti di Marco divennero ritmici e profondi, il suono del sesso riempiva l'aria, mescolandosi al fruscio del setaccio e alle grida di Elena. Clara, con le lacrime che le rigavano il viso, si sentiva piena e completa come non lo era mai stata, il desiderio di Elena che le gocciolava addosso e la sensazione di Marco che la riempiva completamente, la portarono a un orgasmo potente e incontrollato. Elena, sentendo le contrazioni di Clara, si abbandonò a un orgasmo intenso, le dita intrecciate nei capelli di Clara, spingendola a continuare a leccarla.

Esausta, Clara si spostò, lascio andare un sospiro di sollievo e di piacere appagato. Elena, le braccia e le gambe tremanti, guardò Marco con occhi pieni di desiderio. Lentamente, si sollevò e si diresse a Marco, il cazzo duro e lucido di sperma e umori. Con la lingua appiccicosa e desiderosa, cominciò a pulirlo, leccando via il misto di piacere che Clara e Marco avevano condiviso. Il sapore era salato e dolce, la testa del pene le riempiva la bocca, il gusto le faceva venire la voglia di averlo di nuovo in bocca, di farlo proprio.

Marco, la guardò con occhi pieni di passione, il respiro affannoso. "Alla pecorina," sussurrò con voce roca, "Voglio scoparti come non hai mai provato." Elena, la mente offuscata dal desiderio, non esitò un attimo. Si arrampicò sul letto, appoggiando le mani e i gomiti sul cuscino, sollevando il sedere in un'offerta esplicita. I glutei sode si alzavano e si abbassavano con il respiro pesante, il buco del culo che si stringeva e si rilassava in attesa di accettare la lunga, dura offerta.

Marco si avvicinò a Elena, le mani scivolando sui fianchi, le dita esplorando il solco tra le natiche. Sentì il calore che emanava da lì, il desiderio che la pervadeva. Con la punta del cazzo lubrificata, si avvicinò all'apertura stretta. "Rompimi il culo," anelò Elena, le labbra tese in un sorriso di pura lussuria. Marco non poté resistere a tale invito, e lentamente, ma inesorabilmente, la penetrò. Il suono del suo ingresso era come un tonfo sordo, accompagnato da un gemito di Elena che si perdeva nel crescendo di piacere.

Clara, testimone di tale scena di passione, non poteva fare a meno di sentirsi eccitata al massimo. Le dita si infilarono tra le cosce, toccando il clitoride gonfio e umido. Inizialmente, si masturbò lentamente, guardando Elena che si abbandonava al piacere, ma presto la lentezza divenne insopportabile. Il desiderio di unirsi a loro era troppo grande, il bisogno di sentire le labbra di Elena su di lei era irrefrenabile. Si avvicinò al letto, le ginocchia che udivano il suono del pavimento di legno. "Posso?" chiese in un sussurro, le guance infiammate per l'imbarazzo.

Elena, il volto distorto in un'espressione di piacere, alzò lo sguardo. Vide Clara lì, le mani che si muovevano frenetiche tra le gambe, e capì. Con un cenno del capo, la invitò a unirsi, la bocca che le sussurrava: "Sentilo, Clara, sentilo." Clara si allineò con Elena, le dita che si muovevano velocemente sul clitoride, il fiato che si faceva corto. Elena le si avvicinò, le labbra calde che si posarono sui capezzoli di Clara, il contatto che la fece tremare come una foglia. Poi, la lingua di Elena si spostò, leccando il seno, il ventre, la pancia, per arrivare infine a dove Clara desiderava ardentemente.

Mentre Clara godeva del piacere che Elena le stava dando, Marco la penetrava con forza, il rumore del sesso che riempiva la stanza. Elena sentiva il cazzo di Marco scivolare via da dentro di sé, ma la riportava indietro con movimenti del bacino decisi. Clara, ormai fuori di sé, si avvicinò, la lingua che si allungava per toccare l'apertura umida e gonfia di Elena. Elena reagì con un gemito, il culo che si contraeva attorno a Marco, il piacere che si diffondeva in tutta la stanza.



Marco, sentendo il piacere crescere in se stesso come un'ondata inarrestabile, capì che era arrivato il momento. "Sborrami nel culo," disse Elena con voce tremante, "Dammi il tuo seme, e poi faremo leccare tutto a Clara." Clara, sentendo queste parole, si sentì come se stesse per esplodere di desiderio, la vagina che si contrasse per la tensione. Marco, il viso distorto per l'eccitazione, accelerò i movimenti, la punta del cazzo che si infiammava.

Elena sentiva l'orgasmo avvicinarsi, il calore del pene di Marco che si gonfiava all'interno di lei, la sensazione del piacere che si accumulava come una tempesta in arrivo. "Adesso," urlò Elena, "Fallo adesso!" E allora, con un grido bestiale, Marco si abbandonò, iniettando il proprio seme caldo e denso nel profondo del culo di Elena. Il piacere che ne derivò fu talmente intenso che per un attimo si sentirono come se il tempo si fosse fermato.

Clara, con le labbra e le dita impregnate del gusto di Elena, osservava la scena con occhi pieni di venerazione. La vedeva contorcersi di piacere, le natiche che si alzavano e si abbassavano ritmicamente, come se stesse danzando su un fuoco di lussuria. Non appena Marco si ritirò, Elena si voltò, il viso distorto da un'espressione di pura soddisfazione. "Vieni qui, Clara," la chiamò, la voce roca e affannosa, "Devi assaggiare la mia passione." Clara, obbediente e desiderosa, si avvicinò al letto, le labbra umide per il desiderio.

Elena si allargò le natiche, offrendo a Clara il proprio buco del culo appena violato. Clara, la lingua che le penzolava, si chinò e le diede un bacio lento e appassionato lì dove il piacere era appena esploso. L'odore muschiato riempiva le narici di Clara, il sapore misto a sperma e lubrificante le faceva venire l'acquolina in bocca. Cominciò a leccare delicatamente, pulendo via con amore e devozione il residuo del seme di Marco. Elena emise un gemito di piacere, il culo che si stringeva e si rilassava al tocco caldo e umido di Clara.

"Oh Dio," mugolò Elena, "Clara, stai facendo impazzire." Clara, la testa tra le gambe di Elena, si sentiva in paradiso. Quel sapore, quell'odore, la potenza del piacere che Elena le stava concedendo, la faceva sentire vivere come non aveva mai provato. "Voglio esservi utile," sussurrò, le mani che scivolavano sul viso di Elena, "Voglio esser la vostra schiava sessuale."

Marco, che osservava la scena, sentì il sangue ribollire. L'idea di avere Clara a disposizione, di poterla usare per i propri capricci, lo eccitò al massimo. "Sarebbe un sogno," rispose, il tono di voce cupo e pieno di desiderio. Elena, sentendo Clara che leccava via la propria essenza mischiata al seme di Marco, si sentì dominata, posseduta, e la sensazione le piaceva. "Fai come vuoi," le disse Clara, "Io sono tua."

Marco allora le diede un ordine. "Leccami," disse, il pene che sbatteva per l'eccitazione, "Voglio sentirti leccarmi il culo." Clara, le guance rosse per l'imbarazzo, ma la vagina umida per il desiderio, si spostò da Elena e si avvicinò a Marco. Le sue mani tremanti afferrarono i glutei di Marco, le labbra si avvicinarono all'apertura scura e lo leccò delicatamente. La sensazione era diversa da qualsiasi altra cosa avesse provato, un mix di potere e sottomissione, di piacere e umiltà.

Elena, osservando la scena, si sentì di nuovo eccitata. L'idea di Clara obbediente e disposta a soddisfare i desideri di Marco la faceva impazzire. "Fai bene, Clara," le disse, "E se non obbedisci..." Elena si interruppe, guardando Clara con un'espressione maliziosa, "Vuoi sapere che succede se non obbedisci?" Clara, con il viso sepolto tra le natiche di Marco, annuì, la lingua che continuava a leccare il buco del culo di Marco con avidità.

Marco, sentendo le parole di Elena, le diede una spinta. "Alzati," le disse, "Mostragli di che pasta sei fatta." Clara, obbediente, si alzò, il viso bagnato di umori, gli occhi pieni di voglia. Marco le porse la cintura. "Mi piacerebbe vederle le mani rosse su quei fianchi," le disse con un sorriso perverso, "Ma per adesso, metti le mani sul muro e piegati." Clara, la testa china in segno di sottomissione, fece come le era stato detto, mostrando il proprio culo perfetto e tondo.

Elena, il desiderio che bruciava, prese la cintura da Marco e la fece scivolare tra le proprie mani. I fianchi di Clara si sollevarono e si abbassarono leggermente, in attesa. Elena la colpì per prima, non troppo dura, ma sufficiente per farla sobbalzare. Clara emise un gemito soffocato, il buco del culo che si stringeva attorno alla lingua di Elena, il piacere e il dolore che si mescolavano in una pozione di passione. "Vuoi di più?" chiese Elena, la cintura che si alzava in aria. Clara annuì, il respiro che affannosamente si faceva corto.

Marco, osservando la scena, si sentiva come un dio, il potere che emanava da Elena e Clara lo stava rendendo pazzo. "Fammi sentire il tuo culo," le disse a Clara, la voce piena di autorità. Clara si voltò, le natiche rosse e calde, le mani che si stringevano intorno al cuscino. Elena le diede un'ultima leccata prima di allontanare la testa, il viso appena visibile dietro il culo di Clara. Marco, con un sorriso divertito, la colpì, la cintura che impattava con un suono sonoro. Clara urlò, ma il suono si tramutò presto in un gemito di piacere, il culo che si alzava incontro alla prossima sculacciata.

"Sii la mia brava bambina," continuò Elena, la frusta che le penzolava tra le dita, "E ti darò un dolce premio." Clara, il volto pieno di lacrime e di sperma, annuì freneticamente. Desiderava quel premio, qualsiasi esso fosse. Elena, soddisfatta, le diede una pausa, le mani che si muovevano sui seni di Clara, facendoli ballare al tocco. Poi, con un gesto deciso, le diede un'ultima sculacciata, sentendo la carne che rimbombava. Clara, il respiro corto e affannoso,
si alzò a fatica, le ginocchia che scricchiolavano.

Marco, il respiro affannoso, si avvicinò a Clara, le mani che le stringevano le natiche. "Ti sento pronta," le sussurrò, "Voglio il tuo culo adesso." Clara, le lacrime che scivolavano giù per il viso, annuì. Sentiva la voglia che le bruciava all'interno, il desiderio di sentire qualcuno che la riempisse di piacere e di dolore. Con un gesto deciso, Elena prese Clara per i capelli, facendola inginocchiare. "Aprilo per noi," le disse, il cazzo di Marco che pulsava di voglia.

Clara, obbediente, si mise a carponi sul letto, le mani che si stringevano al cuscino per il dolore alle ginocchia. Elena le si avvicinò, la cintura che le penzolava minacciosamente. Con un rapido movimento, le diede una sculacciata sonora, facendola urlare. "Non dimenticare chi comanda qui," le disse con voce ferma, "Sei la nostra bambina e farai come ti dico." Clara, le lacrime che le rigavano il viso, si aprì le natiche, mostrando il buco del culo rosa e gonfio. Marco, non resistendo a lungo, si avvicinò, la punta del cazzo che bussava per l'ingresso.

Elena, la bocca che le brulicava di desiderio, prese la cintura e la posizionò sul culo di Clara. Un colpo, due, tre, e Clara si contorceva di piacere, il viso sepolto nel cuscino. "Lo voglio," anelò Clara, "Lo voglio adesso." Marco, il respiro affannoso, la infilò con decisione, sentendo le pareti del culo di Clara stringersi attorno al proprio membro. Clara gridò, il dolore che si mescolava al piacere, il viso che si contorceva in un'espressione di estasi. Marco, il volto teso per l'eccitazione, la prese per i fianchi e la penetrò a ritmo deciso.

Clara, le ginocchia che udivano il suono del legno, si sentiva come se stesse volando, il dolore e il piacere che si alternavano in un ciclo di estasi. Sentiva le scosse del letto, il respiro affannoso di Elena e Marco, le lacrime che le rigavano il viso. "Clara," sussurrò Elena, "Voglio la tua bocca." Clara, obbediente come un'ottima schiava, si voltò e le offrì la propria lingua, le labbra che si aprivano in un sorriso di sottomissione. Poi si chinò e con la lingua la penetrò profondamente, il culo il cui sapore mischiato a quello di Marco che riempiva la bocca.

Marco, in preda all'eccitazione, la prese per la cintura e la fece girare, il culo gonfio e arrossato che si alzava e si abbassava a ritmo con le sue pugnate. "E' il mio turno," disse, il viso che brillava di lussuria, "Voglio sentire la tua bocca sul mio cazzo." Clara, le mani che si stringevano sui seni di Elena, si alzò a fatica, il viso bagnato di lacrime e di sperma. Con un gesto rapido, Marco si avvicinò a Clara, il cazzo duro e lucido, e le premette il glande tra le labbra. Clara, con un ansimare, cominciò a leccarlo, il sapore del seme che le riempiva la bocca.

Elena, la mente in fiamme per la scena, si avvicinò a Clara, la lingua che leccava via le lacrime che le rigavano il viso. "Sei la nostra brava bambina," le mormorò all'orecchio, "Sei la nostra piccola puttana." Clara, le guance rosse per l'imbarazzo, continuava a leccare il cazzo di Marco, le labbra che si allargavano per accettare la lunghezza crescente. Elena, con un sorriso diabolico, prese la cintura e cominciò a sculacciarla leggermente, il suono che si diffondeva come un'eco in tutta la stanza. Clara reagiva a ciascuna sculacciata con un movimento del bacino, come se stesse ballando la danza del piacere.

Marco, sentendo la tensione crescere, la prese per i fianchi e la penetrò nuovamente, il culo di Clara che si stringeva attorno a lui come un guanto. Clara, con un grido, si abbandonò, le braccia che si aggrappavano a Elena, il viso che si spingeva tra le tette generose. Marco, il viso distorto per la passione, cominciò a muoversi con forza, il rumore del sesso che riempiva l'aria, mescolandosi ai gemiti e ai sussurri di piacere. Elena, la lingua che leccava i capezzoli duri e sensibili di Clara, sentiva il proprio desiderio crescere, il bisogno di possedere e di dominare la propria anima gemella.

I tre amanti si muovevano come una macchina del piacere, le mani che esploravano, i corpi che si univano e si dividevano, in un balletto di lussuria e passione. Clara, la bocca piena di sperma, guardava Elena con occhi pieni di adorazione. Elena, a sua volta, la guardava con un misto di ammirazione e brama, desiderando di poterla tenere per sempre, di poter assaporare il suo culo ininterrottamente.

Ma, come tutte le cose belle, la notte stava per finire. I gemiti si fecero meno intensi, i movimenti meno frenetici, e infine, un ultimo, profondo grido di piacere riempì la stanza, segnando il culmine del triplice amplesso. Marco, la faccia bagnata di sudore, si ritirò da Clara, il pene che si ammorbidiva leggermente. Clara, le braccia che si rilassavano intorno al cuscino, emise un sospiro di sollievo, il volto illuminato da un sorriso di pura soddisfazione.

Elena, le gambe intrecciate a quelle di Clara, le dita che si muovevano sui fianchi di Marco, si sentiva appagata, la mente che galleggiava su di un oceano di piacere. Guardò Clara, la bocca che si apriva in un sorriso di gratitudine, le guance rosse per l'eccitazione. Sapeva che avrebbero voluto rivivere momenti come questi, che la connessione tra di loro era qualcosa di speciale, qualcosa che non potevano lasciare andare facilmente.

Marco, il respiro che rallentava, si distese sul letto, le braccia che si aprivano in un gesto di soddisfazione. "Che scopata," mormorò, lo sguardo che si posava su Clara e Elena, "Vi rivedrò presto?" Clara, la lingua che leccava via un ultimo residuo di sperma da un capezzolo, annuì freneticamente, il desiderio di avere di nuovo quei due corpi su di sé era inarrestabile.

Elena, le labbra che si curavano attentamente intorno al clitoride di Clara, alzò lo sguardo. "Non appena ne avrò la possibilità," promise con un sorriso malizioso, "Non potrò aspettare per gustare il tuo culo di nuovo." Clara, il viso che ardeva per l'imbarazzo e il piacere, rise, il suono che si perdeva tra le risate di Elena. Sapeva che la notte era solo l'inizio di qualcosa di incredibile, di qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la propria esistenza.

Clara si alzò a fatica dal letto, le gambe tremanti e le natiche che bruciavano. "Devo andare," disse con voce roca, "Ho il turno al bar." Elena, il seno che si sollevava con il respiro pesante, la guardò con un po' di dispiacere. "Ti mancherò?" chiese Clara, le mani che si muovevano sui seni di Elena. "Ogni minuto," le rispose Elena, le labbra che leccavano via un ultimo goccio di sperma da Clara, "Ma la prossima volta che ci incontreremo, sarà ancora meglio."

Clara, con un sorriso triste, si vestì in fretta, il viso che rifletteva la consapevolezza di dover tornare alla propria realtà. Il bar, i clienti, la solitudine notturna, tutti i pensieri si affollavano nella testa, ma sapeva che la memoria di quella notte le avrebbe tenuto calda la pelle per molto tempo. "Ti aspetto," le disse con un cenno, le labbra che si schiudevano per un bacio d'addio. Marco, che osservava la scena, si alzò a sua volta, il cazzo che penzolava per la fiacchezza, e si vestì lentamente, il volto pensieroso.

Elena, avvolta in una luce di piacere appena saziato, guardava Clara andare via, il desiderio che le bruciava la pelle. I momento appena trascorso era stata qualcosa di inimmaginabile, un sogno che si era materializzato in carne e ossa. Mentre Clara chiudeva la porta, Elena si sentiva come se stesse perdendo un pezzo di se stessa, ma sapeva che non era la fine. Era solo l'inizio di un gioco pericoloso e appassionato che avrebbero continuato a recitare, una danza di dominio e sottomissione che la faceva sentire viva come non era mai stata.
scritto il
2025-10-27
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