Avventura estiva in Versilia

di
genere
tradimenti

Prosecuzione del racconto di Shadowline La gita in pedalò
https://www.eroticiracconti.it/racconto/109376-la-gita-in-pedalo


Ancora frastornati dopo la travolgente avventura erotica appena consumata, riportammo in tutta fretta il pedalò a riva: eravamo in ritardo e non volevamo in alcun modo insospettire i nostri rispettivi consorti, che ci attendevano sotto l'ombrellone.

Quella più a rischio era come sempre Vanessa, che avrebbe sicuramente subìto un terzo grado da parte del marito. Lei d'altronde era anche più giovane, e probabilmente più inesperta di noi; per sentirsi all'altezza della situazione, poco prima, si era scolata da sola mezza bottiglia di quel Prosecco, praticamente a digiuno, e quando il Professore la vide arrivare barcollando, paonazza in volto e bagnata come un pulcino, la aggredì verbalmente senza curarsi degli sguardi curiosi dei vicini di ombrellone. La reticenza e la poca convinzione con cui tentò di giustificarsi, peggiorati dalla tipica parlata con la voce impastata di chi ha bevuto parecchio, furono la goccia che fece traboccare un vaso già ben ricolmo: il marito, strattonandola malamente, la prese per un braccio e, trascinandola a forza lungo la passerella di legno, verso le cabine, le urlò che, essendosi comportata come un'adolescente scapestrata, si meritava una punizione esemplare.

E lo scotto da pagare fu più alto del previsto. Rientrando difatti poco dopo di loro al residence, ci accorgemmo che il professore stava già caricando con foga i loro bagagli sull'automobile, intenzionato più che mai a tornare in città anzitempo. A nulla valsero i nostri timidi tentativi di dissuaderlo, cercando di normalizzare la situazione. E purtroppo il piagnucolare bambinesco di Vanessa non migliorò le cose. Partirono di lì a breve, lasciandoci interdetti e dispiaciuti.

L'unico lato positivo di questa inaspettata circostanza fu che, distratti da tanto clamore, sia io che Simone riuscimmo a dissimulare bene, davanti ai nostri rispettivi coniugi, la sordida complicità che si era inevitabilmente creata tra di noi, ormai rimasti soli a custodire quel torbido e godurioso segreto.

Tuttavia, dopo il frugale pranzo, consumato ognuno nella propria casetta, e il seguente riposino pomeridiano, una volta tornati in spiaggia, sotto i nostri ombrelloni vicini, eravamo entrambi consci che tra di noi si respirava una tensione erotica senza precedenti. Ancora avevamo negli occhi il groviglio dei nostri corpi che si erano procurati quel piacere carnale proibito; ancora nei nostri orecchi rimbombavano quei gemiti lascivi, che avevano rotto il silenzio solenne che di solito risuona in mare aperto; ancora le nostre narici erano sopraffatte dall'odore di sesso promiscuo mescolato al pungente salmastro; e - soprattutto - ancora le nostre menti custodivano gelosamente quel desiderio che ardeva come sotto la brace, pronto ad aizzarsi di nuovo non appena si fosse creata una condizione propizia.

Avevamo quindi trascorso quel pomeriggio fingendo, come due attori consumati, naturalezza nei gesti più consueti, senza però perdere occasione per lanciarci occhiate furtive che parlavano più di mille parole, e sfiorandoci appena fugacemente durante il bagno pomeridiano.

La prova più ardua che ci toccò però affrontare, in termini di resistenza, fu durante la cena, al ristorante del villaggio, seduti tutti e quattro vicini, intorno allo stesso tavolo rotondo, quando le ore trascorse da quella peccaminosa avventura in pedalò erano diventate ormai troppe, e la voglia di riappartenersi di nuovo, senza alcun ritegno né vergogna, stava diventando insostenibile. Ancora una volta l'alcohol ci venne almeno parzialmente in soccorso, come a mitigare, quasi fosse un effetto placebo, quel tormento che stavano sopportando i nostri corpi, tesi e attirati come due magneti l'uno verso l'altro. E probabilmente sempre il vino, dopo cena, fu un valido alleato di Simone, per trovare il coraggio di inviarmi quel breve ma inequivocabile messaggio: "Ore 1:30 all'imbocco della pineta. Ci stai?" Il mio spudorato "Certo!" non tardò ad arrivargli.

Se già prima di quell'invito nutrivo forti dubbi nel riuscire a prendere sonno, da quel momento in poi un moto di eccitazione crescente mi pervase completamente. Trascorsi il tempo che ci separava da quella fuga notturna contando letteralmente i minuti, con battiti sempre più accelerati e salivazione pressoché azzerata. Vista l'afa estiva, che non accennava a calare nemmeno di notte, amplificata dal fuoco della passione che mi bruciava dentro, decisi di indossare un vestitino che di solito utilizzavo come copricostume, di una stoffa leggerissima, quasi eterea, volutamente senza alcuna biancheria sotto, sicura che il mio partner in crime sarebbe rimasto folgorato dalla mia sfrontatezza.

Alle 1:25 riservai un'ultima occhiata a mio marito che, inconsapevole, dormiva beatamente nel nostro letto, e mi tirai la porta del bungalow alle spalle, avviandomi a passi svelti verso la pineta, come fossi una ragazzina emozionata che sta per incontrare, di nascosto, il bello e maledetto del gruppo, quel sogno proibito che ti fa battere il cuore forte forte, più di tutti gli altri.
scritto il
2025-09-25
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