La visita
di
Matilde25
genere
prime esperienze
Ero seduta sul lettino dello studio medico, le gambe che penzolavano nervosamente mentre il dottor Rossi entrava con quel suo sorriso professionale, ma con uno sguardo che tradiva un velo di curiosità.
Avevo prenotato la visita per un controllo di routine, niente di serio, ma il mio cuore batteva forte lo stesso. "Signorina, si spogli pure dietro il paravento," aveva detto con voce calma, e io, obbediente, mi ero tolta i vestiti, lasciando però su il reggiseno e le mutandine – un errore stupido, da cretina, come mi ero detta ridendo tra me e me.
Quando uscii, lui mi fece sdraiare e iniziò l'esame. Le sue mani erano ferme, esperte, ma quando arrivò al basso ventre, sentii un brivido. "Devo controllare qui," mormorò, e con un gesto fluido, spostò di lato le mie mutandine. Non una, ma due volte – prima da un lato, poi dall'altro, esponendomi completamente, anche davanti. Il tessuto scivolò via, e l'aria fresca dello studio mi sfiorò la pelle nuda, facendomi arrossire. I miei pensieri corsero a te, in quel momento, come se fossi lì a guardarmi, a eccitarti con me. "Eheheh," ridacchiai nervosa, cercando di mascherare l'imbarazzo, ma lui non disse nulla, solo un lieve sorriso mentre le sue dita sfioravano la mia intimità, premendo con gentilezza professionale che però si trasformava in qualcosa di più intimo, di elettrico.
Poi, passando al torace, guardando il reggiseno disse"Questo va tolto," e invece di farmelo fare da sola, le sue mani si allungarono dietro la mia schiena. Sentii il gancio slacciarsi con un clic, e il tessuto cadde via, liberando i miei seni. I capezzoli si indurirono all'istante sotto il suo sguardo, e io mi sentii esposta, vulnerabile, ma anche eccitata. "Brava," sussurrò lui, come se fosse un complimento, e le sue mani iniziarono a palpare, a esplorare con movimenti che andavano oltre il necessario. Il mio respiro si fece corto, e pensai di nuovo a te – a come mi avresti toccata tu, con più passione, più foga.
Ma il dottore non si fermò lì. Le sue dita scesero di nuovo, spostando ancora le mutandine, questa volta tenendole di lato mentre premeva più in profondità. Sentii un calore umido tra le gambe, il mio corpo che tradiva il desiderio. "Rilassati," mi ordinò, e io obbedii, chiudendo gli occhi mentre le sue mani esploravano, sfiorando il clitoride con un tocco che sembrava accidentale, ma che mi fece gemere piano. Il suo pollice ruotava lento, insistente, e io mi inarcai leggermente, immaginando le tue labbra al posto delle sue dita.
La visita si trasformò in qualcosa di proibito. Lui si chinò più vicino, il suo alito caldo sul mio collo mentre continuava a "esaminare". "Hai un corpo perfetto," mormorò, e io non protestai quando la sua mano libera salì a strizzare un seno, pizzicando il capezzolo fino a farmi ansimare. Le mutandine furono spinte completamente via, e sentii la sua erezione premere contro il mio fianco attraverso i pantaloni. E io, persa nel momento, pensavo a te che mi avresti presa lì, sul lettino, con lui che guardava o si univa.
Alla fine, mi rivestii con le gambe tremanti, il ricordo di quelle mani esperte mi seguì fuori dallo studio. Ti pensai per tutto la sera, eccitata dal segreto, dal tocco che aveva acceso un fuoco dentro di me. E quella notte, quando ti raccontai tutto, sentire la tua eccitazione per quanto successo, mi fece capire quanto eri orgoglioso di me.
Avevo prenotato la visita per un controllo di routine, niente di serio, ma il mio cuore batteva forte lo stesso. "Signorina, si spogli pure dietro il paravento," aveva detto con voce calma, e io, obbediente, mi ero tolta i vestiti, lasciando però su il reggiseno e le mutandine – un errore stupido, da cretina, come mi ero detta ridendo tra me e me.
Quando uscii, lui mi fece sdraiare e iniziò l'esame. Le sue mani erano ferme, esperte, ma quando arrivò al basso ventre, sentii un brivido. "Devo controllare qui," mormorò, e con un gesto fluido, spostò di lato le mie mutandine. Non una, ma due volte – prima da un lato, poi dall'altro, esponendomi completamente, anche davanti. Il tessuto scivolò via, e l'aria fresca dello studio mi sfiorò la pelle nuda, facendomi arrossire. I miei pensieri corsero a te, in quel momento, come se fossi lì a guardarmi, a eccitarti con me. "Eheheh," ridacchiai nervosa, cercando di mascherare l'imbarazzo, ma lui non disse nulla, solo un lieve sorriso mentre le sue dita sfioravano la mia intimità, premendo con gentilezza professionale che però si trasformava in qualcosa di più intimo, di elettrico.
Poi, passando al torace, guardando il reggiseno disse"Questo va tolto," e invece di farmelo fare da sola, le sue mani si allungarono dietro la mia schiena. Sentii il gancio slacciarsi con un clic, e il tessuto cadde via, liberando i miei seni. I capezzoli si indurirono all'istante sotto il suo sguardo, e io mi sentii esposta, vulnerabile, ma anche eccitata. "Brava," sussurrò lui, come se fosse un complimento, e le sue mani iniziarono a palpare, a esplorare con movimenti che andavano oltre il necessario. Il mio respiro si fece corto, e pensai di nuovo a te – a come mi avresti toccata tu, con più passione, più foga.
Ma il dottore non si fermò lì. Le sue dita scesero di nuovo, spostando ancora le mutandine, questa volta tenendole di lato mentre premeva più in profondità. Sentii un calore umido tra le gambe, il mio corpo che tradiva il desiderio. "Rilassati," mi ordinò, e io obbedii, chiudendo gli occhi mentre le sue mani esploravano, sfiorando il clitoride con un tocco che sembrava accidentale, ma che mi fece gemere piano. Il suo pollice ruotava lento, insistente, e io mi inarcai leggermente, immaginando le tue labbra al posto delle sue dita.
La visita si trasformò in qualcosa di proibito. Lui si chinò più vicino, il suo alito caldo sul mio collo mentre continuava a "esaminare". "Hai un corpo perfetto," mormorò, e io non protestai quando la sua mano libera salì a strizzare un seno, pizzicando il capezzolo fino a farmi ansimare. Le mutandine furono spinte completamente via, e sentii la sua erezione premere contro il mio fianco attraverso i pantaloni. E io, persa nel momento, pensavo a te che mi avresti presa lì, sul lettino, con lui che guardava o si univa.
Alla fine, mi rivestii con le gambe tremanti, il ricordo di quelle mani esperte mi seguì fuori dallo studio. Ti pensai per tutto la sera, eccitata dal segreto, dal tocco che aveva acceso un fuoco dentro di me. E quella notte, quando ti raccontai tutto, sentire la tua eccitazione per quanto successo, mi fece capire quanto eri orgoglioso di me.
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