Il seminario di approffondimento del maestro zen
di
Maktero
genere
sadomaso
Io mia sorella ed una altra coppia siamo stati ammessi al seminario di approffondimento del maestro zen.
Il seminario si svolge come al solito; noi tutte nude in ginocchio ascoltiamo le chiacchiere noiose di quel presunto profeta.
Ma in questo seminario di approffondimento, il maestro usa una dura canna di banboo per picchiarci quando avverte che la nostra attenzione viene a mancare.
Il seminario dura delle ore, in cui noi avvertiamo un certo sfinimaento, sia mentale, per le chiacchiere insulse del maestro; sia fisico per le molte botte che subiamo.
Poi quel porco dopo aver capito il nostro sfinimento fisico e mentale ci costringe a realizzare il contenuto delle sue insulse parole.
Ci costringe ad amoreggiare tra di noi in una orgia confusa in cui ci accoppiamo tra noi; donna e uomo, uomo ed uomo, donna e donna.
Il maestro si eccita masturbandosi proferendo frasi mistiche e ficcando il suo cazzo di tanto in tanto tra le nostre bocche, culi e fighe.
Quando dopo diverso tempo siamo esausti per l'attività "mistica" appena svolta, il maestro ci propone il nuovo livello di conoscenza ed apprendimento.
Un lungo digiuno che ci purificherà dai nostri desideri materiali.
Che iprotica?
Veniamo rinchiusi in una stanzetta, molto piccola dove stiamo stretti; la stanza delle "riflessioni" la chiama il maestro.
Qui avremo qualcosa da bere ogni tanto, ma dovremmo rimanere in completo digiuno che ci aiuterà a trovare noi stessi.
In quello strettissimo spazio cercammo di accomodarci al meglio, ma non era facile.
Lo spazio per noi quattro era talmente stretto che dovemmo organizzare gambe, braccia per trovare una minima comodità.
Passarono le ore mentre un altoparlante ripeteva le parole del maestro che esaltava il nostro sacrificio come una salita verso la conoscenza universale.
Di tanto in tanto, attraverso un buco della cella veniva introdotto un tubo di gomma da cui usciva dell'acqua.
Noi assetati ci avventevamo verso quel tubo lottando gli uni con gli altri, mentre l'altoparlante ci illustrava la filosofia di purificazione del maestro.
Non sò quanto rimanemmo in quel buco ristretto, pisciando e cagando, gli uni su gli altri per quanto eravamo ristretti.
So solo che la fame si faceva sentire, perchè a parte la poca acqua che ci veniva concessa di tanto in tanto non avevamo avuto nessun cibo.
Quando venimmo liberati da quell'orrido buco, le serventi del maestro ci portarono come al solito al centro del tempio.
In ginocchio uno accanto all'altra notammo i nostri corpi magri, coperti di ematomi subiti per la ristrettezza dell'ambiente in cui eravamo stati costretti a muoverci; sporchi di piscio ed escrementi e sudore.
Il maestro dal suo palco ci disse che avevamo superato un livello di conoscenza zen superiore.
Poi quel porco chiese ad ognuno di farsi succhiare il cazzo per riconoscenza.
Uno alla volta ci avviammo a gratificare quel cazzo che ci aveva portato ad un tale livello di conoscenza.
Una boccata alla volta e facemmo ingrandire il cazzo del maestro; poi quando uno di noi riuscì a farlo sborrare ci litigammo il sacro sperma del maestro.
Ce lo condividemmo, scambiandoci di bocca in bocca quel mistico liquido.
Poi il maestro ci congedò dicendoci che eravamo pronti per il prossimo livello di conoscenza.
Noi ringraziammo il maestro che ci aveva fatto conoscere tanta "spiritualità", recuperammo i nostri vestiti e ci avviammo verso casa.
Il seminario si svolge come al solito; noi tutte nude in ginocchio ascoltiamo le chiacchiere noiose di quel presunto profeta.
Ma in questo seminario di approffondimento, il maestro usa una dura canna di banboo per picchiarci quando avverte che la nostra attenzione viene a mancare.
Il seminario dura delle ore, in cui noi avvertiamo un certo sfinimaento, sia mentale, per le chiacchiere insulse del maestro; sia fisico per le molte botte che subiamo.
Poi quel porco dopo aver capito il nostro sfinimento fisico e mentale ci costringe a realizzare il contenuto delle sue insulse parole.
Ci costringe ad amoreggiare tra di noi in una orgia confusa in cui ci accoppiamo tra noi; donna e uomo, uomo ed uomo, donna e donna.
Il maestro si eccita masturbandosi proferendo frasi mistiche e ficcando il suo cazzo di tanto in tanto tra le nostre bocche, culi e fighe.
Quando dopo diverso tempo siamo esausti per l'attività "mistica" appena svolta, il maestro ci propone il nuovo livello di conoscenza ed apprendimento.
Un lungo digiuno che ci purificherà dai nostri desideri materiali.
Che iprotica?
Veniamo rinchiusi in una stanzetta, molto piccola dove stiamo stretti; la stanza delle "riflessioni" la chiama il maestro.
Qui avremo qualcosa da bere ogni tanto, ma dovremmo rimanere in completo digiuno che ci aiuterà a trovare noi stessi.
In quello strettissimo spazio cercammo di accomodarci al meglio, ma non era facile.
Lo spazio per noi quattro era talmente stretto che dovemmo organizzare gambe, braccia per trovare una minima comodità.
Passarono le ore mentre un altoparlante ripeteva le parole del maestro che esaltava il nostro sacrificio come una salita verso la conoscenza universale.
Di tanto in tanto, attraverso un buco della cella veniva introdotto un tubo di gomma da cui usciva dell'acqua.
Noi assetati ci avventevamo verso quel tubo lottando gli uni con gli altri, mentre l'altoparlante ci illustrava la filosofia di purificazione del maestro.
Non sò quanto rimanemmo in quel buco ristretto, pisciando e cagando, gli uni su gli altri per quanto eravamo ristretti.
So solo che la fame si faceva sentire, perchè a parte la poca acqua che ci veniva concessa di tanto in tanto non avevamo avuto nessun cibo.
Quando venimmo liberati da quell'orrido buco, le serventi del maestro ci portarono come al solito al centro del tempio.
In ginocchio uno accanto all'altra notammo i nostri corpi magri, coperti di ematomi subiti per la ristrettezza dell'ambiente in cui eravamo stati costretti a muoverci; sporchi di piscio ed escrementi e sudore.
Il maestro dal suo palco ci disse che avevamo superato un livello di conoscenza zen superiore.
Poi quel porco chiese ad ognuno di farsi succhiare il cazzo per riconoscenza.
Uno alla volta ci avviammo a gratificare quel cazzo che ci aveva portato ad un tale livello di conoscenza.
Una boccata alla volta e facemmo ingrandire il cazzo del maestro; poi quando uno di noi riuscì a farlo sborrare ci litigammo il sacro sperma del maestro.
Ce lo condividemmo, scambiandoci di bocca in bocca quel mistico liquido.
Poi il maestro ci congedò dicendoci che eravamo pronti per il prossimo livello di conoscenza.
Noi ringraziammo il maestro che ci aveva fatto conoscere tanta "spiritualità", recuperammo i nostri vestiti e ci avviammo verso casa.
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