Party casalingo (episodio 3)
di
Petulka
genere
orge
Petra giaceva a terra, il suo bellissimo ed eccitante corpo nudo inerte in una pozza di sperma, secrezioni vaginali e ovariche e latte delle sue tette, le labbra bluastre per l’ultimo orgasmo che l’aveva fatta svenire. Gli uomini si accalcarono intorno a lei, sudati e ansimanti. "Cazzo, è morta?" chiese il muratore, scuotendole una spalla. "No, respira… ma è fredda," rispose il direttore di banca, tastandole il polso con dita tremanti. Dopo venti minuti di urla e schiaffi e acqua in faccia, decisero di chiamare i medici. "Meglio farla vedere a qualcuno, prima che ci accusino di omicidio," borbottò il professore, mentre il fruttivendolo le ficcava ancora un dito nel culo, sperando di farla reagire.
La sirena dell’ambulanza squarciò il silenzio dell’alba. Due medici entrarono di corsa, in camice bianco macchiato di sangue secco e sperma vecchio. "Cos’è successo qui?" chiese il più alto, un uomo calvo con un pizzetto curato e occhi da predatore. "La troia si è svenuta dopo aver preso venti cazzi in bocca," rise il pompiere, ancora con il cazzo di fuori. Il medico lo squadrò, poi sorrise. "Ah, una paziente difficile. Sono il dottor Malatesta, specializzato in… rianimazioni estreme." Il suo collega, un ragazzone con tatuaggi di scheletri erotici sulle braccia, aggiunse: "Io sono l’infermiere Sodom, mi occupo delle cavità profonde."
Senza perdere tempo, Malatesta le aprì le palpebre con due dita, illuminandole le pupille con una torcia. "Pupille dilatate, segno di sovrastimolazione. Classico caso di sindrome da orgasmo multiplo," diagnosticò, mentre le infilava un termometro nel culo. "39° di febbre… il suo corpo brucia di desiderio," ghignò, estraendo il termometro gocciolante di muco. "Dobbiamo rianimarla, ma prima…" Si slacciò il camice, rivelando un cazzo enorme legato a un tubo di gomma. "Questa è la mia siringa personale. Inietterò direttamente nel suo collo."
Sodom intanto le allargò le gambe con forza, infilandole un bisturi tra le labbra vaginali. "La fica è gonfia, iperlubrificata… perfetta per un intervento d’urgenza," sibilò, sostituendo il bisturi con un dildo di acciaio chirurgico. "Apriamo l’accesso venoso," aggiunse Malatesta, infilandole un ago nell’arteria del collo collegato a una sacca piena di sperma sintetico. "Questa flebo le darà la carica necessaria."
Petra non reagiva, ma i medici non si fermarono. Malatesta le ficcò il cazzo in bocca, pompandole dentro mentre Sodom le infilava un secondo dildo nel culo, collegato a un defibrillatore. "Carica a 300 joule, infermiere," ordinò il dottore, mentre Petra giaceva inerte. "Pronti? Via!" Gli elettrodi si accesero, mandando scosse elettriche direttamente nel suo sesso e nel retto. "AHHH! SÌ, CAZZO, SÌ!" urlò Petra, svegliandosi di colpo, il corpo scosso da spasmi violenti. "La troia è viva!" rise Sodom, aumentando la potenza. "Ancora, cazzo, ancora!" gridò Petra, il sesso che squirtava un getto bollente che inzuppò il pavimento.
I medici non si limitarono al defibrillatore. Malatesta le infilò un tubo endotracheale in gola, collegandolo a un pallone da rianimazione pieno di sperma. "Respira, puttana, è il tuo ossigeno ora," sibilò, pompando il pallone mentre Sodom le iniettava un farmaco nel clitoride con una siringa ipodermica. "Questo è un stimolatore cerebrale… ti farà venire con un pensiero solo," le sussurrò all’orecchio. Petra urlò, il corpo che si inarcò in un orgasmo così violento che le fece perdere di nuovo i sensi. "Di nuovo, cazzo, di nuovo!" implorò, anche svenuta.
Gli uomini presenti si unirono alla "rianimazione". Il pompiere le legò i polsi al lettino con cinghie da ambulanza, mentre il cuoco le ficcava un cazzo artificiale nello culo e tramite un tubo gastrico che fuoriusciva dalla sua punta, gli insufflava come fosse una sborrata sperma sintentico direttamente nel suo intestino "Così la nutriamo questa troia e gli ridiamo le forze.." rise, spingendo il dildo e pompando forte. Il professore, invece, usò un endoscopio per guardare dentro la sua fica, commentando: "Le pareti vaginali sono terribilmente gonfie e arrossate.. dobbiamo irrigarle." Un altro medico entrato nel frattempo con delle sacche per flebo, non se lo fece ripetere e tiro fuori il suo cazzo sporgente dal camice e si mise sopra di lei penetrandola con forza nella vagina, dicendogli: "Ehi troia, ora di spruzzo un po di sperma lenitivo per la tua fica e il tuo utero da ninfomane!" Dopo pochissime spinte dentro la sua fica gonfia che gli avvolgeva il cazzo, il medico non resistette oltre e le sborrò copiosamente dentro fino a far uscire fuori dalle labbra vaginali il suo sperma. A quel punto vedendola ancora collassata, il dottor Malatesta urlò: "basta cazzo, ora sta morendo davvero.. allontanatevi tutti che do la scarica massima della potenza elettrica!", conficandogli gli elettrodi del defibrillatore ancora piu profondi di prima sia nel culo che nella fica, facendoli arrivare rispettivamente negli intestini e sulle ovaie. Tutti si allontanarono e il dottore premette il pulsante di scarica del defibrillatore alla potenza massima disponibile di 500 joule. Gli elettrodi diedero la scarica dentro di lei illuminando e rendendo trasparente per qualche secondo il suo intero apparato genitale e i suoi intestini.. Petra ebbe fece un salto da terra di circa 50 cm e spalancò gli occhi urlando: "SBORRROOOOOOOOOOOO..". Dalla sua fica uscì un flotto di secrezioni misto a sperma che arrivo al soffitto bagnano tutti i presenti in faccia.. dal suo culo altrettanto uscì un rivolo di sperma precedentemente accumulato di tutte le sborrate ricevute dai porci che l'avevano a lungo scopata. Ma anche dalla sua bocca usci almeno un litro di sperma misto a saliva che proveniva da tutto quello ungurgitato con i numerosi pampini fatti.. dai suoi capezzoli invece usciva latte come se stesse allattando.. la scena era indescrivibile ed eccitante all'inverosimile, tanto che tutti i presenti ebbero istantaneamente l'ennesima erezione che li costrinse a masturbarsi tutti insieme e culminarono in una sborrata quasi contemporanea addosso a Petra che eccitata li guardava vogliosa e diceva: "annaffiatemi tutta con la vostra sborra.. porci!".
All’alba, i medici se ne andarono, ma non prima di averle impiantato un microchip nel collo. "Così sapremo quando hai bisogno di noi," sussurrò Malatesta, lasciandole un biglietto da visita con un numero verde: "Pronto Soccorso Sesso-Emergenza". Petra, esausta ma felice, si addormentò tra le braccia degli uomini, il corpo ancora pulsante per le scosse del defibrillatore.
Da quella notte, il "Pronto Soccorso Sesso-Emergenza" divenne famoso. E Petra, la paziente numero uno, non chiamò mai un’ambulanza normale. Perché sapeva: quando il piacere uccide, solo i medici perversi possono rianimarti.
La sirena dell’ambulanza squarciò il silenzio dell’alba. Due medici entrarono di corsa, in camice bianco macchiato di sangue secco e sperma vecchio. "Cos’è successo qui?" chiese il più alto, un uomo calvo con un pizzetto curato e occhi da predatore. "La troia si è svenuta dopo aver preso venti cazzi in bocca," rise il pompiere, ancora con il cazzo di fuori. Il medico lo squadrò, poi sorrise. "Ah, una paziente difficile. Sono il dottor Malatesta, specializzato in… rianimazioni estreme." Il suo collega, un ragazzone con tatuaggi di scheletri erotici sulle braccia, aggiunse: "Io sono l’infermiere Sodom, mi occupo delle cavità profonde."
Senza perdere tempo, Malatesta le aprì le palpebre con due dita, illuminandole le pupille con una torcia. "Pupille dilatate, segno di sovrastimolazione. Classico caso di sindrome da orgasmo multiplo," diagnosticò, mentre le infilava un termometro nel culo. "39° di febbre… il suo corpo brucia di desiderio," ghignò, estraendo il termometro gocciolante di muco. "Dobbiamo rianimarla, ma prima…" Si slacciò il camice, rivelando un cazzo enorme legato a un tubo di gomma. "Questa è la mia siringa personale. Inietterò direttamente nel suo collo."
Sodom intanto le allargò le gambe con forza, infilandole un bisturi tra le labbra vaginali. "La fica è gonfia, iperlubrificata… perfetta per un intervento d’urgenza," sibilò, sostituendo il bisturi con un dildo di acciaio chirurgico. "Apriamo l’accesso venoso," aggiunse Malatesta, infilandole un ago nell’arteria del collo collegato a una sacca piena di sperma sintetico. "Questa flebo le darà la carica necessaria."
Petra non reagiva, ma i medici non si fermarono. Malatesta le ficcò il cazzo in bocca, pompandole dentro mentre Sodom le infilava un secondo dildo nel culo, collegato a un defibrillatore. "Carica a 300 joule, infermiere," ordinò il dottore, mentre Petra giaceva inerte. "Pronti? Via!" Gli elettrodi si accesero, mandando scosse elettriche direttamente nel suo sesso e nel retto. "AHHH! SÌ, CAZZO, SÌ!" urlò Petra, svegliandosi di colpo, il corpo scosso da spasmi violenti. "La troia è viva!" rise Sodom, aumentando la potenza. "Ancora, cazzo, ancora!" gridò Petra, il sesso che squirtava un getto bollente che inzuppò il pavimento.
I medici non si limitarono al defibrillatore. Malatesta le infilò un tubo endotracheale in gola, collegandolo a un pallone da rianimazione pieno di sperma. "Respira, puttana, è il tuo ossigeno ora," sibilò, pompando il pallone mentre Sodom le iniettava un farmaco nel clitoride con una siringa ipodermica. "Questo è un stimolatore cerebrale… ti farà venire con un pensiero solo," le sussurrò all’orecchio. Petra urlò, il corpo che si inarcò in un orgasmo così violento che le fece perdere di nuovo i sensi. "Di nuovo, cazzo, di nuovo!" implorò, anche svenuta.
Gli uomini presenti si unirono alla "rianimazione". Il pompiere le legò i polsi al lettino con cinghie da ambulanza, mentre il cuoco le ficcava un cazzo artificiale nello culo e tramite un tubo gastrico che fuoriusciva dalla sua punta, gli insufflava come fosse una sborrata sperma sintentico direttamente nel suo intestino "Così la nutriamo questa troia e gli ridiamo le forze.." rise, spingendo il dildo e pompando forte. Il professore, invece, usò un endoscopio per guardare dentro la sua fica, commentando: "Le pareti vaginali sono terribilmente gonfie e arrossate.. dobbiamo irrigarle." Un altro medico entrato nel frattempo con delle sacche per flebo, non se lo fece ripetere e tiro fuori il suo cazzo sporgente dal camice e si mise sopra di lei penetrandola con forza nella vagina, dicendogli: "Ehi troia, ora di spruzzo un po di sperma lenitivo per la tua fica e il tuo utero da ninfomane!" Dopo pochissime spinte dentro la sua fica gonfia che gli avvolgeva il cazzo, il medico non resistette oltre e le sborrò copiosamente dentro fino a far uscire fuori dalle labbra vaginali il suo sperma. A quel punto vedendola ancora collassata, il dottor Malatesta urlò: "basta cazzo, ora sta morendo davvero.. allontanatevi tutti che do la scarica massima della potenza elettrica!", conficandogli gli elettrodi del defibrillatore ancora piu profondi di prima sia nel culo che nella fica, facendoli arrivare rispettivamente negli intestini e sulle ovaie. Tutti si allontanarono e il dottore premette il pulsante di scarica del defibrillatore alla potenza massima disponibile di 500 joule. Gli elettrodi diedero la scarica dentro di lei illuminando e rendendo trasparente per qualche secondo il suo intero apparato genitale e i suoi intestini.. Petra ebbe fece un salto da terra di circa 50 cm e spalancò gli occhi urlando: "SBORRROOOOOOOOOOOO..". Dalla sua fica uscì un flotto di secrezioni misto a sperma che arrivo al soffitto bagnano tutti i presenti in faccia.. dal suo culo altrettanto uscì un rivolo di sperma precedentemente accumulato di tutte le sborrate ricevute dai porci che l'avevano a lungo scopata. Ma anche dalla sua bocca usci almeno un litro di sperma misto a saliva che proveniva da tutto quello ungurgitato con i numerosi pampini fatti.. dai suoi capezzoli invece usciva latte come se stesse allattando.. la scena era indescrivibile ed eccitante all'inverosimile, tanto che tutti i presenti ebbero istantaneamente l'ennesima erezione che li costrinse a masturbarsi tutti insieme e culminarono in una sborrata quasi contemporanea addosso a Petra che eccitata li guardava vogliosa e diceva: "annaffiatemi tutta con la vostra sborra.. porci!".
All’alba, i medici se ne andarono, ma non prima di averle impiantato un microchip nel collo. "Così sapremo quando hai bisogno di noi," sussurrò Malatesta, lasciandole un biglietto da visita con un numero verde: "Pronto Soccorso Sesso-Emergenza". Petra, esausta ma felice, si addormentò tra le braccia degli uomini, il corpo ancora pulsante per le scosse del defibrillatore.
Da quella notte, il "Pronto Soccorso Sesso-Emergenza" divenne famoso. E Petra, la paziente numero uno, non chiamò mai un’ambulanza normale. Perché sapeva: quando il piacere uccide, solo i medici perversi possono rianimarti.
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