Al disco-pub
di
Gio85
genere
sentimentali
Mi chiamo Giovanni, ho 40 anni e sono ancora single. Una delle mie tante passioni è ballare e stasera con i miei amici andremo all’innaugurazione di un disco-pub. Purtroppo ho un lavoro importante da chiudere e comunico ai miei amici che lì raggiungerò con la mia macchina più tardi. Terminato di lavorare, passo prima da casa per cambiarmi e subito dopo vado raggiungo i miei amici al locale. Arrivato, mi accorgo subito che l’età della maggior parte delle persone è poco più che adolescenziale e che mie coetanee ce ne sono poche. A me importa solo divertirmi, quindi raggiungo i miei amici e dopo un giro di birra, raggiungo subito la pista da ballo. Neanche il tempo di arrivare in pista che subito vengo circondato da ragazzine che iniziano a ballarmi vicino. Oltre le ragazzine, c’è una bella donna, più o meno mia coetanea che balla con le amiche e spesso mi guarda continuando a ballare e sorseggiare il suo drink. Appena le sue amiche si allontanano, mi avvicino continuando a ballare e lei senza parlare continua a ballare sorseggiando il drink e scrutandomi tutto. Mentre mi avvicino sempre più per tentare un approccio, le ragazze che prima ballavano vicino a me, mi raggiungono ed una spinge la donna facendola cadere. Preoccupato mi avvicino per sincerarmi che non si sia fatta male, ma lei mi allontana subito liquidandomi con “sto bene, torna dalle tue ragazzine”. Mentre si allontana, noto che un po' zoppica ma continuo a ballare con le ragazzine. La donna, raggiunge le sue amiche che stavano sedute a qualche tavolo di distanza dal nostro e raggiungendo i miei amici al tavolo, noto che una sua amica si era fatta dare del ghiaccio da mettere sulla caviglia. Noto anche che la donna parlotta con le sue amiche ma ha lo sguardo fisso verso di me. L’orario passa velocemente e sono quasi le 3 del mattino, quando girandomi verso il tavolo della donna, vedo che stanno andando via. Con una scusa, mi liquido dai miei amici e nonostante le loro proteste dove per loro la notte era ancora lungha, li saluto e vado via. Uscito dal locale vedo che è con una sua amica che attendono qualcuno, ma quando mi vede la saluta e zoppicando si allontana. Prendo la mia macchina e quando la raggiungo, rallento ed abbasso il finestrino.
Io: “Ti serve un passaggio? Sai che non è una buona idea camminare sola su una strada così buia?”
Lei: “Grazie ma non mi serve un passaggio, poi non è neanche una buona idea accettare i passaggi da uno sconosciuto”
Io: “Ok, buona fortuna”
Mentre il finestrino della macchina si stava alzando, sento che fa un lamento di dolore e riabbosso il finestrino.
Io: “Dai non fare la stupida, sali in macchina altrimenti rischi di farti ancora più male”
Lei si ferma, sospira e poi entra in macchina. Mentre riprendo velocità, allungo la mano e mi presento “Piacere Giovanni”. Lei guarda la mano, guarda me e mentre riprende a guardare la strada, allunga la sua mano e si presenta “Piacere Marta”.
Io: “Ora non sono più uno sconosciuto, quindi puoi stare serena”
Marta continuando a guardare la strada: “Se lo dici tu!”
Io: “Sei sempre così acida?”
M: “Solo con chi reputo uno stronzo”
Io: “Perché mi reputi stronzo? Ti sto pure accompagnando a casa perché ti sei fatta male”
M: “Dai hai ballato con ragazzine dove alcune avevano l’età per essere tue figlie, poi cosa ne so del passaggio, sei un uomo quindi speri che solo per il bel gesto io poi te la dia”
Io: “Ho ballato per le ragazzine ok, ma solo perché a me piace ballare, poi non devo certo dartene conto. Poi non vorrei rovinare la tua autostima ma non rientri per niente nei miei canoni di bellezza”
Per tutto il resto del tragitto, Marta non mi rivolse più la parola, si notava che il mio commento l’aveva offesa, si limitava solo a darmi le indicazioni stradali per raggiungere casa sua.
Arrivati sotto casa, parcheggio e lei scende zoppicando, poi prima di chiudere lo sportello, vedendo che io non stavo scendendo mi dice:
M: “Che fai, non scendi ad aiutarmi? Lo vedi che sei uno stronzo?
Questa volta a sospirare sono io e subito dopo aver spento la macchina, mentre esco dalla macchina parlando verso il nulla “Ma cosa ho fatto di male stasera per meritarmi una così acida? Che fosse il mio tipo almeno”
Marta dopo avermi sentito, sbatte arrabbiata la portella della macchina e si dirige verso il portone di casa zoppicando.
Io: “Dai non fare l’offesa, aspetta che ti aiuto”
Marta non mi ascolta e subito dopo aver aperto il portone, la prendo in braccio e le dico: “A che piano abiti?”
Marta fingengo malamente una faccia dispiaciuta “Al terzo piano e l’ascensore non funziona”
Io facendo una faccia rassegnata, inizio a salire le scale tenendola sempre in braccio. Arrivati all’ultima rampa, Marta si muove per toccarsi la gamba e mentre lo fa mi sporca con il rossetto la mia camicia bianca.
Arrivati al pianerettolo, dopo averla fatta scendere noto che la mia camicia ho sporca ed inizio a lamentarmi.
M: “Non l’ho fatto apposta, se hai paura che la tua ragazza lo veda te la posso pulire io”
Io: “Non ho una ragazza, ma questa è una delle mie camice preferite”
M: “Dai entra e toglila, se la lavo subito se ne verrà”
Io: “Non preoccuparti, ormai sei a casa, io vado”
M: “Non fare lo stupido tu ora, entra che te la lavo, almeno mi sdebito per il passaggio”
Io: “Solo per il passaggio? E per la camicia rovinata e la salita delle scale in braccio?”
M: “Che fai ci provi? Ma se l’hai detto tu che non ti piaccio. Entra e levati la camicia”
Entrati in casa, mi levo la camicia e resto a petto nudo. Non sono un palestrato, ma andando in palestra due volte alla settimana posso dire di essere in ottima forma e lei mentre le porgo la camicia resta a fissare i miei addominali. Mentre va vero il bagno, vedo che continua a zoppicare, così quando ritorna le dico:
Io: “Ora che toglierai la scarpa, il piedi si gonfierà, dammi un pomata ed una fascia così il piede starà protetto”
Marta senza fare obiezioni, prende da un cassetto una pomata e una garza e viene da me che mi ero seduto sul divano. Si sdraia sul divano e mette il suo piede sulla mia gamba, mentre stando stesa, il suo vestito era salito parecchio mettendo quasi tutta la sua coscia in bella mostra.
La visione inizia a farmi effetto, ma faccio finta di nulla, le tolgo la scarpa, le massaggio il piede e le metto la garza.
A lavoro finito, con l’altro piede urta il mio cazzo che era in piena erezione: “Non avevi detto che non rientravo nei tuoi canoni di bellezza? A vedere la tua reazione al solo massaggiarmi il piede devo proprio immaginare che qualcuno abbia mentito”
Io: “ Quindi sarei io il solo bugiardo?”
M: “Perché, chi altro?”
Io: “Sei caduta a destra ma al pub ti sei fatta mettere il ghiaccio sul piede sinistro. Prima di entrare in macchina zoppicavi con il piede destro. Sei uscita dalla macchina e zoppicavi di nuovo sul sinistro. Ora ti sei fatta medicare il piede destro che non è per nulla gonfio. Chi tra i due ha mentito?”
M: “Che occhio … complimenti. Ma ora che fai? Resti lì a gondolarti della tua deduzione o fai l’uomo e mi baci?”
Non me lo faccio ripetere due volte, le scivolo da sotto gambe e le saldo addosso baciandola ed iniziandola a tastare le sue belle tette. Lei mi bacia e con la mano mi afferra i capelli mentre con l’altra mi acchiappa il culo e lo stringe. Io non perdo tempo e continuandola a baciare la denudo liberandola dal vestito e reggiseno. Le afferro con entrambe le mani i suoi seni ed uno per volta le mordicchio i capezzoli mentre lei produce lamenti di piacere. Mi alzo e le sedita sul divano, mi abbassa pantaloni e mutande liberando il mio cazzo in piena erezione.
M: “Oh bonsuir grosse bite (Oh buonasera grosso cazzone in francese)”
Marta inizia a leccarmi la testa e tutta la l’asta del mio cazzo mentre con le mani mi massaggia le palle.
M: “Finalmente un cazzo da uomo e non sempre quei ragazzini che appena li tocchi vengono”
Le afferro la testa e le detto i tempi della pompata e lei me lo prende in bocca seguendo il ritmo. Dopo un po', mi fermo, la sollevo prendendola in braccio e la porto in camera da letto. Dopo averla fatta stendere di pancia in su, le alzo le gambe ed inizio a leccarle la figa scendendo fino al buco del culo. Lei mi afferra i capelli premendo la mia testa sempre più contro la sua figa, emettendo gemiti di piacere. Lei è bagnatissima ed io alzo il busto e mentre inizio a baciarla la penetro tutta, strozzando sempre più i suoi gemiti nella mia bocca. Lei molto selvaggiamente si gira mettendosi lei sopra di me ed inizia a cavalcare il mio cazzo come una indemoniata. Il suo seno balla come ballano i suoi capelli e lo spettacolo è bellissimo.
Lei gode molto e quando sta per venire, si stacca e mi mette la sua figa in faccia chiedendomi di leccargliela. Io le lecco la figa mentre lei si mantiene alla spalliera del letto, poi quando sta per venire emette un urlo di piacere ed io me ne accorgo perché tutti i suoi umori mi riempiono la faccia. Avevamo iniziato subito a fare sesso quindi non avevo preso dal portafoglio il preservativo, lo stavamo facendo senza precauzioni e quando stavo per venire le domando dove potevo sborrare e lei “Prendo la pillola ma voglio assaggiare la tua sborra”. Scende e si mette a pecora con la faccia tra le mie gambe, mentre io dallo specchio potevo ammirare il suo bel culo. Marta mi masturba con la mano e con la lingua mi lecca la testa e le palle, poi quando le dico che stavo per arrivare posiziona apre la bocca al massimo ed esce la lingua mentre con la mano aumenta il ritmo della sega. Le sborro in faccia e lei dopo aver ingoiato tutto mi mostra la bocca pulita, poi si sdraia al mio fianco.
M: “Mi ci voleva proprio questa bella scopata”
Io: “A chi lo dici, domani anzi stamattina in ufficio deve arrivare una nuova collega che da quanto ho saputo è una vera stronza acida”
M: “Ahahah allora stanotte hai fatto pratica. Io invece devo iniziare in una nuova azienda e da alcune amiche ho saputo che il capo progettista è un uomo bello ed astuto ma che se la tira molto”
Io: “Vedrai che andrà tutto bene, ora mi vesto e vado”
Io: “Ti serve un passaggio? Sai che non è una buona idea camminare sola su una strada così buia?”
Lei: “Grazie ma non mi serve un passaggio, poi non è neanche una buona idea accettare i passaggi da uno sconosciuto”
Io: “Ok, buona fortuna”
Mentre il finestrino della macchina si stava alzando, sento che fa un lamento di dolore e riabbosso il finestrino.
Io: “Dai non fare la stupida, sali in macchina altrimenti rischi di farti ancora più male”
Lei si ferma, sospira e poi entra in macchina. Mentre riprendo velocità, allungo la mano e mi presento “Piacere Giovanni”. Lei guarda la mano, guarda me e mentre riprende a guardare la strada, allunga la sua mano e si presenta “Piacere Marta”.
Io: “Ora non sono più uno sconosciuto, quindi puoi stare serena”
Marta continuando a guardare la strada: “Se lo dici tu!”
Io: “Sei sempre così acida?”
M: “Solo con chi reputo uno stronzo”
Io: “Perché mi reputi stronzo? Ti sto pure accompagnando a casa perché ti sei fatta male”
M: “Dai hai ballato con ragazzine dove alcune avevano l’età per essere tue figlie, poi cosa ne so del passaggio, sei un uomo quindi speri che solo per il bel gesto io poi te la dia”
Io: “Ho ballato per le ragazzine ok, ma solo perché a me piace ballare, poi non devo certo dartene conto. Poi non vorrei rovinare la tua autostima ma non rientri per niente nei miei canoni di bellezza”
Per tutto il resto del tragitto, Marta non mi rivolse più la parola, si notava che il mio commento l’aveva offesa, si limitava solo a darmi le indicazioni stradali per raggiungere casa sua.
Arrivati sotto casa, parcheggio e lei scende zoppicando, poi prima di chiudere lo sportello, vedendo che io non stavo scendendo mi dice:
M: “Che fai, non scendi ad aiutarmi? Lo vedi che sei uno stronzo?
Questa volta a sospirare sono io e subito dopo aver spento la macchina, mentre esco dalla macchina parlando verso il nulla “Ma cosa ho fatto di male stasera per meritarmi una così acida? Che fosse il mio tipo almeno”
Marta dopo avermi sentito, sbatte arrabbiata la portella della macchina e si dirige verso il portone di casa zoppicando.
Io: “Dai non fare l’offesa, aspetta che ti aiuto”
Marta non mi ascolta e subito dopo aver aperto il portone, la prendo in braccio e le dico: “A che piano abiti?”
Marta fingengo malamente una faccia dispiaciuta “Al terzo piano e l’ascensore non funziona”
Io facendo una faccia rassegnata, inizio a salire le scale tenendola sempre in braccio. Arrivati all’ultima rampa, Marta si muove per toccarsi la gamba e mentre lo fa mi sporca con il rossetto la mia camicia bianca.
Arrivati al pianerettolo, dopo averla fatta scendere noto che la mia camicia ho sporca ed inizio a lamentarmi.
M: “Non l’ho fatto apposta, se hai paura che la tua ragazza lo veda te la posso pulire io”
Io: “Non ho una ragazza, ma questa è una delle mie camice preferite”
M: “Dai entra e toglila, se la lavo subito se ne verrà”
Io: “Non preoccuparti, ormai sei a casa, io vado”
M: “Non fare lo stupido tu ora, entra che te la lavo, almeno mi sdebito per il passaggio”
Io: “Solo per il passaggio? E per la camicia rovinata e la salita delle scale in braccio?”
M: “Che fai ci provi? Ma se l’hai detto tu che non ti piaccio. Entra e levati la camicia”
Entrati in casa, mi levo la camicia e resto a petto nudo. Non sono un palestrato, ma andando in palestra due volte alla settimana posso dire di essere in ottima forma e lei mentre le porgo la camicia resta a fissare i miei addominali. Mentre va vero il bagno, vedo che continua a zoppicare, così quando ritorna le dico:
Io: “Ora che toglierai la scarpa, il piedi si gonfierà, dammi un pomata ed una fascia così il piede starà protetto”
Marta senza fare obiezioni, prende da un cassetto una pomata e una garza e viene da me che mi ero seduto sul divano. Si sdraia sul divano e mette il suo piede sulla mia gamba, mentre stando stesa, il suo vestito era salito parecchio mettendo quasi tutta la sua coscia in bella mostra.
La visione inizia a farmi effetto, ma faccio finta di nulla, le tolgo la scarpa, le massaggio il piede e le metto la garza.
A lavoro finito, con l’altro piede urta il mio cazzo che era in piena erezione: “Non avevi detto che non rientravo nei tuoi canoni di bellezza? A vedere la tua reazione al solo massaggiarmi il piede devo proprio immaginare che qualcuno abbia mentito”
Io: “ Quindi sarei io il solo bugiardo?”
M: “Perché, chi altro?”
Io: “Sei caduta a destra ma al pub ti sei fatta mettere il ghiaccio sul piede sinistro. Prima di entrare in macchina zoppicavi con il piede destro. Sei uscita dalla macchina e zoppicavi di nuovo sul sinistro. Ora ti sei fatta medicare il piede destro che non è per nulla gonfio. Chi tra i due ha mentito?”
M: “Che occhio … complimenti. Ma ora che fai? Resti lì a gondolarti della tua deduzione o fai l’uomo e mi baci?”
Non me lo faccio ripetere due volte, le scivolo da sotto gambe e le saldo addosso baciandola ed iniziandola a tastare le sue belle tette. Lei mi bacia e con la mano mi afferra i capelli mentre con l’altra mi acchiappa il culo e lo stringe. Io non perdo tempo e continuandola a baciare la denudo liberandola dal vestito e reggiseno. Le afferro con entrambe le mani i suoi seni ed uno per volta le mordicchio i capezzoli mentre lei produce lamenti di piacere. Mi alzo e le sedita sul divano, mi abbassa pantaloni e mutande liberando il mio cazzo in piena erezione.
M: “Oh bonsuir grosse bite (Oh buonasera grosso cazzone in francese)”
Marta inizia a leccarmi la testa e tutta la l’asta del mio cazzo mentre con le mani mi massaggia le palle.
M: “Finalmente un cazzo da uomo e non sempre quei ragazzini che appena li tocchi vengono”
Le afferro la testa e le detto i tempi della pompata e lei me lo prende in bocca seguendo il ritmo. Dopo un po', mi fermo, la sollevo prendendola in braccio e la porto in camera da letto. Dopo averla fatta stendere di pancia in su, le alzo le gambe ed inizio a leccarle la figa scendendo fino al buco del culo. Lei mi afferra i capelli premendo la mia testa sempre più contro la sua figa, emettendo gemiti di piacere. Lei è bagnatissima ed io alzo il busto e mentre inizio a baciarla la penetro tutta, strozzando sempre più i suoi gemiti nella mia bocca. Lei molto selvaggiamente si gira mettendosi lei sopra di me ed inizia a cavalcare il mio cazzo come una indemoniata. Il suo seno balla come ballano i suoi capelli e lo spettacolo è bellissimo.
Lei gode molto e quando sta per venire, si stacca e mi mette la sua figa in faccia chiedendomi di leccargliela. Io le lecco la figa mentre lei si mantiene alla spalliera del letto, poi quando sta per venire emette un urlo di piacere ed io me ne accorgo perché tutti i suoi umori mi riempiono la faccia. Avevamo iniziato subito a fare sesso quindi non avevo preso dal portafoglio il preservativo, lo stavamo facendo senza precauzioni e quando stavo per venire le domando dove potevo sborrare e lei “Prendo la pillola ma voglio assaggiare la tua sborra”. Scende e si mette a pecora con la faccia tra le mie gambe, mentre io dallo specchio potevo ammirare il suo bel culo. Marta mi masturba con la mano e con la lingua mi lecca la testa e le palle, poi quando le dico che stavo per arrivare posiziona apre la bocca al massimo ed esce la lingua mentre con la mano aumenta il ritmo della sega. Le sborro in faccia e lei dopo aver ingoiato tutto mi mostra la bocca pulita, poi si sdraia al mio fianco.
M: “Mi ci voleva proprio questa bella scopata”
Io: “A chi lo dici, domani anzi stamattina in ufficio deve arrivare una nuova collega che da quanto ho saputo è una vera stronza acida”
M: “Ahahah allora stanotte hai fatto pratica. Io invece devo iniziare in una nuova azienda e da alcune amiche ho saputo che il capo progettista è un uomo bello ed astuto ma che se la tira molto”
Io: “Vedrai che andrà tutto bene, ora mi vesto e vado”
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