“Tra boschi e vapore N.1” - Capitolo 15

di
genere
confessioni

Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com

Era tempo di ferie per la coppia, che ordinariamente sceglieva per due settimane la montagna. Il viaggio verso il resort fu silenzioso e pieno di attese. Le Dolomiti Friulane si mostravano imponenti e luminose sotto il cielo terso di agosto. Loretta e Mauro avevano scelto un resort esclusivo, incastonato tra le rocce, con vista su vallate verdi e percorsi segnalati che sembravano disegnati apposta per Mauro. Lei, invece, aveva già prenotato i suoi rituali quotidiani: massaggi, percorsi Kneipp, sauna finlandese.
Durante il giorno, i due si dividevano con naturalezza. Mauro, zaino in spalla e bastoncini, affrontava ogni sentiero con passo costante e silenzioso entusiasmo. Loretta si perdeva nei vapori delle piscine termali, tra oli profumati e mani esperte che scioglievano tensioni, ma accendevano altre voglie. La sera, dopo cena, sorseggiavano un bicchiere di grappa insieme sulla terrazza panoramica, parlando con lentezza di quello che stavano vivendo. Sempre, immancabilmente, anche delle esperienze con Carlo.
Fu Loretta la prima a pronunciare l’idea che ormai danzava tra loro da giorni. «E se venisse qui? Solo per un fine settimana. Solo per noi.»
Mauro sorrise. «Sarebbe davvero piacevole movimentare il nostro relax.»
«Lo chiami adesso? Chiedigli quando può. Non deve negarsi.»
Carlo li raggiunse un paio di giorni dopo rispetto alla telefonata. Arrivò il sabato mattina con un borsone e un sorriso largo «Voi due non potete più fare a meno di questo rapporto». Loretta gli fece un cenno d’intesa e lo accolse con un bacio lieve, Mauro con un abbraccio. Nessuna tensione, solo quella sensazione elettrica che precede qualcosa di atteso.
Il pomeriggio Mauro e Carlo uscirono insieme, lasciando Loretta alla spa. Camminavano in silenzio su un sentiero che si inoltrava tra larici e abeti, il sole filtrava tra i rami creando disegni sul terreno. Il profumo di resina e terra bagnata si mischiava al rumore distante dell'acqua che scorreva.
A un certo punto, Carlo si fermò accanto a una radura. Il muschio copriva il terreno come un tappeto denso e verde. Senza una parola, si voltò verso Mauro, lo fissò. Gli occhi erano diversi, più scuri, più decisi. Con un gesto calmo, lo spinse contro un tronco.
«Non perderei altro tempo. Sei pronto?» mormorò.
Mauro annuì. Il cuore ora gli batteva forte, ma non per la camminata interrotta.
Carlo prese il controllo con naturalezza. Lo sguardo era calmo, ma le mani ferme. Sapeva dosare la forza, come chi conosce già il corpo dell’altro. Le sue mani cercarono sotto la maglia tecnica di Mauro, esplorando il petto nudo. Mauro si lasciava fare. Il contatto ruvido della corteccia alle spalle, l’aria fresca, il profumo della pelle di Carlo. Tutto era esaltante. Carlo si abbassò i pantaloni tecnici quel tanto che bastava. Era lui a decidere, a guidare. Mauro chiuse gli occhi, prima di scendere con la testa, sospirando piano mentre il desiderio prendeva forma. La voce di Carlo, bassa, sussurrò parole che erano comandi e promesse. Ogni tocco era una presa. Ogni respiro, una resa.
Non fu lungo, ma fu pieno. Un momento che rimase sospeso nel bosco, tra le foglie e il vento.
Al ritorno, silenziosi ma con lo sguardo acceso, entrarono nella loro stanza. Loretta era stesa sul letto, avvolta in un accappatoio bianco, con un calice di vino bianco in mano. Quando vide i due uomini, il suo sorriso si fece lento, curioso.
Mauro si tolse gli scarponi. Carlo si avvicinò a lei, le baciò fronte. Poi si voltò verso Mauro.
«Doccia insieme?» propose.
Non fu una domanda.
Il bagno era spazioso, tutto marmo e legno chiaro. La doccia a cascata si accese, l’acqua calda riempì lo spazio di vapore. Mauro entrò per primo. Carlo lo seguì e, senza fretta, gli tolse la maglietta bagnata di sudore. I loro corpi si toccarono, si sfiorarono sotto l’acqua. Loretta li osservava dalla soglia, l’accappatoio aperto appena, il seno nudo, il respiro calmo ma profondo.
Carlo spinse Mauro contro il vetro, una mano sulla nuca, l’altra che guidava. La schiuma del bagnoschiuma scivolava tra loro, come un lubrificante naturale. I baci si fecero più audaci, i gesti più netti. Loretta entrò, si sedette su uno sgabello in legno, le gambe accavallate, lo sguardo fisso su di loro. Ogni gesto, ogni gemito le scaldava il ventre. Si accarezzava con dolcezza, osservando, partecipe.
Carlo sapeva di essere osservato, e questo lo eccitava. Condusse Mauro verso l’orgasmo, lento, trattenuto, vibrante. Loretta si alzò solo quando vide Mauro stringere i denti, il corpo scosso dal piacere. Non entrò sotto l’acqua con loro, per rispetto del momento. Solo quando uscirono gli porse due grandi salviette come a ringraziarli per quanto visto.
Dopo essersi asciugati con calma, i tre si vestirono con cura. Loretta indossava un abito lungo blu, Mauro un completo scuro senza cravatta, Carlo una camicia bianca e pantaloni di lino.
Scesero insieme nella sala del ristorante. La vista era mozzafiato, la luce del tramonto accendeva le montagne. Gli altri ospiti li guardavano come si guarda una coppia elegante.
Non sapevano che erano in tre. Non sapevano nulla del bosco, della doccia, della gabbia intima ancora nella valigia.
Mauro ordino subito champagne, ma fu Loretta a proporre il brindisi «Che spettacolo!»
di
scritto il
2025-07-28
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