“Perizoma senza vestiti” – Capitolo 51

di
genere
confessioni

Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
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L’aria della sera iniziava poco a poco a farsi più tiepida quando i tre uscirono dalla scuola di ballo. Carlo guidava l’utilitaria con sicurezza, una mano sul volante e l’altra appoggiata distrattamente al cambio.
Loretta, accanto a lui, aveva lo sguardo acceso da una complicità elettrica. Dietro, sul sedile posteriore, Mauro si muoveva a disagio. Ogni vibrazione dell’auto gli ricordava il perizoma di pizzo che portava sotto i jeans.
La strada era tranquilla, le luci dei lampioni filtravano dall’esterno illuminando a tratti l’abitacolo. A un certo punto, Carlo parlò con tono basso ma fermo:
«Mauro, è ora di mostrare a Loretta e a me cosa hai lì sotto. Spogliati per noi.»
Il respiro di Mauro si fece corto. Si guardò intorno, come se qualcuno potesse vederli, ma il buio della sera li proteggeva. Obbedì con mani tremanti, sbottonò i pantaloni e li abbassò fino alle ginocchia. L’intimo femminile apparve nella sua interezza: un perizoma rosa, teso e fragile, che metteva in risalto la sua condizione.
Loretta si voltò, osservandolo dal sedile anteriore. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso di piacere. «Così sì che ti riconosco. Guarda come sei bello, amore mio. Mi emoziona sapere che hai ballato con noi tenendo questo segreto addosso.»
Carlo ridacchiò, uno sguardo rapido dallo specchietto retrovisore. «Sì, e adesso non sei più nascosto. Sei esposto. Così ci piaci.»
Il tragitto continuò per qualche minuto in silenzio, rotto solo dal ronzio del motore e dal fruscio del tessuto contro la pelle di Mauro. Poi Carlo sterzò e si infilò in una stradina laterale, poco illuminata, fino a un parcheggio isolato. Spense il motore e abbassò il finestrino per far entrare l’aria ora più fresca della notte.
«Perfetto,» disse. «Qui nessuno ci disturberà.»
Loretta si slacciò la cintura e si voltò verso Mauro. Con un gesto lento, allungò la mano verso di lui, accarezzandogli l’interno coscia sopra il perizoma. «Sei pronto a donarci tutto, amore?»
«Sì. Non mi trattengo più.» sussurrò Mauro, quasi senza voce.
«Bene,» replicò Carlo, inclinando il sedile. «Perché questa sera vogliamo vederti arrivare al limite.»
Il gioco prese vita nell’abitacolo stretto dell’utilitaria. Carlo attirò Loretta verso di sé, baciandola con foga. Le mani di lui percorrevano la sua pelle, i loro corpi si intrecciavano senza pudore, e Mauro fu costretto a guardare. Il perizoma lo stringeva, la sua eccitazione cresceva mentre la coppia davanti a lui si lasciava andare.
«Guarda bene,» disse Carlo, interrompendo un istante i baci. «Questo è il tuo ruolo: spettatore e complice. E mentre noi ci amiamo, tu desideri. Questo ti lega a noi.»
Loretta ansimava, i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle. Guardò Mauro negli occhi, mentre Carlo la toccava tra le gambe. «Non distogliere lo sguardo, tesoro. Voglio che tu veda ogni istante. È così che diventi parte di noi.»
Mauro obbedì, tremante, i jeans ormai scesi fino alle caviglie. Il contatto del pizzo contro la sua pelle era quasi insopportabile.
Dopo un tempo che sembrò sospeso, Carlo si voltò verso di lui. «Adesso tocca a te. Voglio che finisca proprio lì, su quel perizoma. È il segno della tua appartenenza.»
Loretta lo incoraggiò con un cenno, accarezzandogli il volto. «Lasciati andare, amore. Fallo per noi.»
Mauro chiuse gli occhi un istante, il respiro spezzato. Poi, guardando Loretta e Carlo ancora uniti davanti a lui, si lasciò andare completamente. Toccandosi, sempre con maggiore foga, il piacere lo attraversò con violenza, e quando arrivò al culmine, il pizzo si macchiò del suo seme abbondante.
Per un attimo nell’auto regnò il silenzio, interrotto solo dal loro respiro affannoso.
Loretta lo fissò con dolce intensità. «Così, tesoro… Sei bellissimo. Questa immagine resterà con me per sempre.»
Carlo si piegò in avanti, prendendo tra le dita il tessuto ancora umido. «È il nostro sigillo.»
Rimasero qualche minuto fermi nel parcheggio, in un silenzio denso e carico di significato. Nessuno dei tre sentì il bisogno di parlare subito: era come se le emozioni e il desiderio avessero detto già tutto.
Quando Carlo riaccese il motore, un senso di intimità li avvolgeva. Non era solo l’eccitazione fisica, ma la consapevolezza di aver compiuto insieme un altro passo, sempre più profondo, nel loro gioco.
Mauro si tirò lentamente sui jeans, ma il contatto del pizzo bagnato sulla pelle era un promemoria che non sarebbe svanito.
Loretta posò una mano sul ginocchio di suo marito e lo strinse piano. «Sei nostro, amore. E non potrei amarti di più di quanto ti amo adesso.»
di
scritto il
2025-09-12
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