“Club Privè N.3” – Capitolo 55

di
genere
confessioni

Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
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Il collare al collo stringeva con dolce fermezza, e il guinzaglio tenuto da Carlo era il segno tangibile della nuova condizione di Mauro. Non protestava, non cercava scuse: seguiva sui tacchi a spillo, quasi con devozione, i passi della coppia. Ogni tintinnio metallico dell’anello sul collare lo faceva fremere, mentre l’eco dei tacchi di Loretta guidava il suo respiro.
Attraversarono corridoi soffusi di luci rosse, tende pesanti che celavano mondi nascosti, e sale allestite per ogni fantasia. Da alcune filtravano gemiti, da altre il rumore di corpi che si cercavano senza pudore.
Carlo si fermò davanti a una porta: una dark room, invasa da ombre che si muovevano come spettri eccitati. Si udivano sospiri profondi, baci rubati nell’oscurità, mani che esploravano senza chiedere. Mauro tremò. Il pensiero di entrare lo spaventava, eppure lo eccitava fino alle ossa.
Proseguirono. Loretta aprì una tenda e mostrò una parete con fori allineati: una glory hole, un mondo dove l’identità spariva e rimanevano solo il contatto, l’eccitazione, l’anonimo piacere. “Chissà…” mormorò Carlo, tirando il guinzaglio quel tanto che bastava a far sobbalzare Mauro. Loretta rise con malizia, promettendo con lo sguardo che quel luogo sarebbe tornato nei loro giochi.
Ma fu davanti a un’altra stanza che si fermarono davvero. Due donne, in intimo e calze autoreggenti, sembrava li attendevano come se fossero stati invitati. Le loro risate complici tradivano l’intesa già decisa.
«Entriamo,» disse Loretta, stringendo la mano di Carlo. Mauro fu trascinato dentro, docile, il guinzaglio sempre saldo nella mano del suo padrone.
La stanza era rivestita di specchi, con un grande letto al centro. Le due donne si avvicinarono subito a Loretta, sfiorandole le braccia, i fianchi, baciandole le spalle nude. Carlo osservava divertito, accendendosi sempre di più.
Mauro restò in piedi, pochi passi indietro, e il suo cuore si accese di un misto di gelosia e adorazione. Vedere Loretta sorridere tra le due sconosciute, vederla aprirsi con naturalezza al loro tocco, lo paralizzava e lo eccitava.
«Vieni,» disse una delle donne a Carlo, attirandolo tra loro. In pochi istanti i corpi si intrecciarono: mani, labbra, sospiri. Loretta rideva e gemeva, abbandonandosi a carezze femminili mentre stringeva Carlo a sé, condividendolo con naturalezza.
Mauro guardava. Non poteva fare altro. Era lì per testimoniare, per sentire dentro di sé l’onore e il tormento di appartenere a chi si stava offrendo ad altri. Ogni gemito di Loretta era una fitta che lo scuoteva, ma anche una fiamma che lo teneva acceso.
Le due donne guidarono la coppia in un crescendo irresistibile: baci sempre più profondi, mani che si infilavano sotto i tessuti, vestiti che si sfilavano. Il letto divenne il palcoscenico di un gioco ardente. Carlo e Loretta, ormai nudi, si abbandonavano completamente, circondati da quelle mani femminili che li accarezzavano senza tregua.
Il corpo di Loretta vibrava, le sue urla di piacere rimbalzavano tra gli specchi. Carlo, accanto a lei, gemeva di desiderio mentre si perdeva nei corpi delle due donne. Era un vortice di pelle, profumo e calore.
E Mauro… sui tacchi, col guinzaglio che gli cadeva sul petto, guardava. Non gli era chiesto nulla se non esserci. Ma in quella presenza silenziosa trovava la sua vera essenza: spettatore innamorato, prigioniero felice del loro piacere.
Quando Loretta raggiunse il culmine tra le braccia delle due sconosciute, il suo sguardo cercò quello di Mauro. Non servivano parole: in quegli occhi lui lesse tutto. Era parte del gioco, pur restando immobile. Era necessario, anche se non toccava. Era amato, proprio perché obbediva.
E in quel momento Mauro comprese che la sua sottomissione non era un limite, ma un dono. Ogni carezza che Loretta riceveva, ogni gemito che Carlo liberava, passava attraverso di lui, trasformandosi in una scarica che lo faceva vibrare fin nel profondo.
Il guinzaglio era il suo legame.
Il silenzio, la sua voce.
L’amore per Loretta e Carlo, la sua unica verità.
di
scritto il
2025-09-18
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