“Perizoma con i vestiti” – Capitolo 50
di
penna
genere
confessioni
Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com
Vi invito a lasciare un commento oppure a scrivermi in privato.
Il consueto giovedì, dedicato alla lezione di ballo, arrivò quasi in sordina, ma l’attesa che precedette quel momento fu un crescendo di tensione. Mauro indossava i suoi jeans scuri e un maglione: all’apparenza, un uomo qualunque pronto a trascorrere un’ora di svago con la moglie e un amico. Ma sotto quei vestiti, stretto e segreto, un perizoma di pizzo rosa gli ricordava chi fosse davvero e a chi appartenesse.
Ogni passo, ogni movimento, era accompagnato dal contatto della stoffa femminile sulla pelle.
Non era solo un indumento: era un simbolo. E quel simbolo lo accendeva, lo faceva fremere.
«Stai bene?» chiese Loretta mentre lo guardava aggiustarsi la cintura davanti allo specchio. La sua voce aveva una nota di malizia, impercettibile per chiunque non fosse parte del loro segreto.
Mauro abbassò gli occhi, imbarazzato. «Sì… è che lo sento. Ogni volta che cammino, lo sento. Leggero ma stretto.»
Carlo rise, avvicinandosi. «È questo il bello, Mauro. Nessuno qui dentro sa nulla, ma tu sì. E noi due lo sappiamo. Questo è il tuo guinzaglio invisibile.»
Loretta sorrise complice e gli passò un dito sul petto, come per rassicurarlo. «Sii bravo. Goditi questa sensazione. È tutta per noi.»
La sala da ballo era luminosa, con specchi lungo le pareti e musica latina che già scaldava l’atmosfera. Le coppie prendevano posto sul parquet lucido, ridendo, salutandosi. A chiunque avesse guardato, Carlo e Loretta sembravano solo due amanti appassionati pronti a divertirsi. Mauro era accanto a loro, in silenzio, come un marito un po’ timido che accompagna per compiacere.
Ma dentro di lui ribolliva tutto. Ogni passo sul pavimento rivelava il contatto segreto del pizzo. Ogni piegamento dei fianchi, ogni cambio di ritmo, era un promemoria che lo incatenava a quell’identità nascosta.
Loretta ballava con Carlo, e la loro intesa era magnetica. Il modo in cui lui la stringeva e guidava, il sorriso di lei, la complicità dei corpi: tutto trasudava energia sessuale. Mauro li osservava con attenzione, fingendo disinvoltura, ma il perizoma sotto i jeans lo tradiva.
Durante una pausa, Loretta tornò da lui. Gli prese la mano con dolcezza e la posò sul proprio fianco, mentre Carlo si asciugava la fronte con un asciugamano pulito. «Divertiti, Mauro. Non dimenticare cos’hai addosso. È come se stessi ballando anche tu, dentro di noi.»
Lui arrossì, incapace di rispondere. Il cuore gli batteva forte, il perizoma gli sembrava più stretto che mai.
La seconda parte della lezione fu ancora più intensa. Carlo si avvicinò a Mauro, dandogli una pacca sulla spalla come farebbe un amico qualsiasi. Ma le parole che gli sussurrò erano tutt’altro che innocenti:
«Ogni volta che muovi i fianchi, Loretta mi guarda… e pensa al tuo segreto. E io mi eccito immaginandoti in perizoma mentre cammini qui, tra la gente, senza che nessuno lo sappia.»
Mauro deglutì, gli occhi fissi sul pavimento. «Non riesco a pensare ad altro. È come se fossi nudo.»
Carlo sorrise soddisfatto. «Ecco, è quello che vogliamo. Che tu ti senta esposto anche quando sei coperto.»
Loretta si avvicinò a entrambi e, con una risata leggera, li zittì: «Ora basta parlare. Fate finta che sia solo un gioco da sala. Ma ricordatevi: qui dentro ci siamo noi tre, e solo noi sappiamo la verità.»
La lezione terminò tra gli applausi e le battute leggere delle altre coppie.
Nessuno sospettava nulla, nessuno avrebbe potuto immaginare che sotto quei jeans ordinari Mauro custodiva un segreto così intimo.
Mentre uscivano dalla sala, l’aria fresca della sera li accolse.
Loretta si strinse al braccio di Carlo, e con un sorriso rivolto al marito sussurrò: «Stasera, quando torniamo a casa, ti farò togliere i jeans davanti a noi. Voglio vederti rimanere solo con quel perizoma addosso, dopo aver passato tutta la serata a nasconderlo.»
Carlo rise piano, tirando fuori le chiavi dell’auto. «Sarà il nostro premio. Il nostro modo di celebrare questo segreto.»
Mauro chinò il capo, il volto arrossato, ma gli occhi lucidi di eccitazione. «Non vedo l’ora…»
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Il consueto giovedì, dedicato alla lezione di ballo, arrivò quasi in sordina, ma l’attesa che precedette quel momento fu un crescendo di tensione. Mauro indossava i suoi jeans scuri e un maglione: all’apparenza, un uomo qualunque pronto a trascorrere un’ora di svago con la moglie e un amico. Ma sotto quei vestiti, stretto e segreto, un perizoma di pizzo rosa gli ricordava chi fosse davvero e a chi appartenesse.
Ogni passo, ogni movimento, era accompagnato dal contatto della stoffa femminile sulla pelle.
Non era solo un indumento: era un simbolo. E quel simbolo lo accendeva, lo faceva fremere.
«Stai bene?» chiese Loretta mentre lo guardava aggiustarsi la cintura davanti allo specchio. La sua voce aveva una nota di malizia, impercettibile per chiunque non fosse parte del loro segreto.
Mauro abbassò gli occhi, imbarazzato. «Sì… è che lo sento. Ogni volta che cammino, lo sento. Leggero ma stretto.»
Carlo rise, avvicinandosi. «È questo il bello, Mauro. Nessuno qui dentro sa nulla, ma tu sì. E noi due lo sappiamo. Questo è il tuo guinzaglio invisibile.»
Loretta sorrise complice e gli passò un dito sul petto, come per rassicurarlo. «Sii bravo. Goditi questa sensazione. È tutta per noi.»
La sala da ballo era luminosa, con specchi lungo le pareti e musica latina che già scaldava l’atmosfera. Le coppie prendevano posto sul parquet lucido, ridendo, salutandosi. A chiunque avesse guardato, Carlo e Loretta sembravano solo due amanti appassionati pronti a divertirsi. Mauro era accanto a loro, in silenzio, come un marito un po’ timido che accompagna per compiacere.
Ma dentro di lui ribolliva tutto. Ogni passo sul pavimento rivelava il contatto segreto del pizzo. Ogni piegamento dei fianchi, ogni cambio di ritmo, era un promemoria che lo incatenava a quell’identità nascosta.
Loretta ballava con Carlo, e la loro intesa era magnetica. Il modo in cui lui la stringeva e guidava, il sorriso di lei, la complicità dei corpi: tutto trasudava energia sessuale. Mauro li osservava con attenzione, fingendo disinvoltura, ma il perizoma sotto i jeans lo tradiva.
Durante una pausa, Loretta tornò da lui. Gli prese la mano con dolcezza e la posò sul proprio fianco, mentre Carlo si asciugava la fronte con un asciugamano pulito. «Divertiti, Mauro. Non dimenticare cos’hai addosso. È come se stessi ballando anche tu, dentro di noi.»
Lui arrossì, incapace di rispondere. Il cuore gli batteva forte, il perizoma gli sembrava più stretto che mai.
La seconda parte della lezione fu ancora più intensa. Carlo si avvicinò a Mauro, dandogli una pacca sulla spalla come farebbe un amico qualsiasi. Ma le parole che gli sussurrò erano tutt’altro che innocenti:
«Ogni volta che muovi i fianchi, Loretta mi guarda… e pensa al tuo segreto. E io mi eccito immaginandoti in perizoma mentre cammini qui, tra la gente, senza che nessuno lo sappia.»
Mauro deglutì, gli occhi fissi sul pavimento. «Non riesco a pensare ad altro. È come se fossi nudo.»
Carlo sorrise soddisfatto. «Ecco, è quello che vogliamo. Che tu ti senta esposto anche quando sei coperto.»
Loretta si avvicinò a entrambi e, con una risata leggera, li zittì: «Ora basta parlare. Fate finta che sia solo un gioco da sala. Ma ricordatevi: qui dentro ci siamo noi tre, e solo noi sappiamo la verità.»
La lezione terminò tra gli applausi e le battute leggere delle altre coppie.
Nessuno sospettava nulla, nessuno avrebbe potuto immaginare che sotto quei jeans ordinari Mauro custodiva un segreto così intimo.
Mentre uscivano dalla sala, l’aria fresca della sera li accolse.
Loretta si strinse al braccio di Carlo, e con un sorriso rivolto al marito sussurrò: «Stasera, quando torniamo a casa, ti farò togliere i jeans davanti a noi. Voglio vederti rimanere solo con quel perizoma addosso, dopo aver passato tutta la serata a nasconderlo.»
Carlo rise piano, tirando fuori le chiavi dell’auto. «Sarà il nostro premio. Il nostro modo di celebrare questo segreto.»
Mauro chinò il capo, il volto arrossato, ma gli occhi lucidi di eccitazione. «Non vedo l’ora…»
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