“Club Privè N.1” – Capitolo 53
di
penna
genere
confessioni
Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com
Vi invito a lasciare un commento oppure a scrivermi in privato.
La sera fissata arrivò con un misto di ansia ed eccitazione.
Per Mauro era come attendere un battesimo: non si trattava solo di un gioco, ma di un passo che avrebbe cambiato definitivamente il suo modo di vivere la femminilizzazione.
Loretta lo fece sedere davanti allo specchio della camera da letto, dove aveva disposto con cura trucchi, pennelli e accessori. L’aria profumava di cipria e rossetto, come il backstage di un teatro.
«Respira,» gli disse, sfiorandogli le mani che tremavano. «Questa è la tua serata. Io e Carlo saremo accanto a te in ogni momento.»
Mauro annuì, lasciandosi andare al tocco sapiente della moglie. Il pennello scivolava delicato sulle palpebre, dipingendo ombre scure e seducenti; il rossetto cremisi rendeva le sue labbra più piene, sensuali. Ogni gesto di Loretta era lento, attento, quasi amoroso, come se stesse scolpendo una nuova identità.
«Guardati,» sussurrò, spostandosi di lato. Mauro sollevò gli occhi e vide nel riflesso un volto diverso: ancora il suo, ma trasformato, più morbido, più ambiguo. Una parte di sé che fino a poche settimane prima avrebbe rifiutato con imbarazzo ora lo faceva fremere.
Il passo successivo fu l’abbigliamento. Dal letto, Loretta prese il completino scelto con Carlo: reggiseno in pizzo nero, perizoma coordinato e reggicalze che tenevano su un paio di autoreggenti velate. La pelle di Mauro, coperta da quei tessuti femminili, vibrava di vergogna e piacere.
«Alzati,» ordinò Loretta con dolce fermezza. Gli infilò un abito aderente color prugna, con una scollatura profonda e una gonna che cadeva appena sopra le ginocchia. «Sei elegante e provocante allo stesso tempo. Perfetto per stasera.»
Carlo, che osservava la scena dal divano, non nascose l’emozione. «È incredibile, Loretta. Sembra davvero nato per essere vestito così.»
Mauro arrossì, ma non distolse lo sguardo. Dentro di sé sentiva crescere una strana fierezza: non era più solo un gioco imposto, ora era una scelta sua.
Per completare la trasformazione, Loretta gli mise ai piedi un paio di tacchi neri a spillo, che lo costrinsero subito a raddrizzare la postura. Infine, Carlo prese dalla scatola il collare in pelle e glielo allacciò al collo. «Ora sei pronto,» disse, con un sorriso complice.
Anche Loretta e Carlo si prepararono con cura. Lei, sopra la biancheria sexy, indossava un vestito chiaro, con uno spacco laterale che lasciava intravedere le gambe. I capelli sciolti le cadevano sulle spalle, e il profumo leggero completava la sua aura sensuale.
Carlo, invece, optò per un completo scuro elegantissimo, camicia nera senza cravatta. Un’eleganza maschile essenziale, perfetta accanto alla femminilità di Loretta e alla nuova immagine di Mauro.
Quando i tre si guardarono allo specchio prima di uscire, nessuno parlò per qualche secondo.
Era chiaro a tutti che quella serata non sarebbe stata come le altre.
Il club privè si trovava in una villa fuori città. La facciata discreta, le luci soffuse e l’ingresso riservato segnalavano che dentro si stava per entrare in un mondo parallelo.
All’ingresso, una donna elegante li accolse con un sorriso complice. «Benvenuti.»
Mauro abbassò lo sguardo, stringendo la mano di Loretta, mentre Carlo rispondeva con sicurezza. Varcata la soglia, furono avvolti da una musica sensuale e da un’atmosfera calda, fatta di luci rosse e dorate, mormorii e risate discrete. Coppie e singoli si muovevano tra i divani, sorseggiando drink, osservando, cercando.
«Tranquillo,» sussurrò Loretta all’orecchio di Mauro. «Qui sei al sicuro. Qui puoi essere quello che sei.»
Camminarono tra la gente, e non passarono inosservati. Gli sguardi si posarono subito su Mauro, sul suo abito stretto, sul trucco impeccabile, sui tacchi che lo facevano muovere con un’eleganza incerta ma irresistibile. Alcuni sorridevano con curiosità, altri con malizia, ma nessuno con giudizio.
Carlo notò quegli sguardi e ne fu fiero. «Vedi?» disse, stringendo il braccio di Mauro. «Sei desiderabile, proprio come volevamo.»
Si accomodarono a un tavolo laterale. Un cameriere portò tre bicchieri di vino. Loretta, divertita, prese il calice di Mauro e lo avvicinò alle sue labbra dipinte di rosso. «Bevi, amore. Questa è la tua notte.»
Con il passare delle ore, il club prese vita. Coppie che si baciavano senza pudore, carezze intrecciate, sguardi che invitavano. Mauro, all’inizio rigido, iniziò a rilassarsi: il contatto delle autoreggenti sotto l’abito, il sapore del vino, le mani di Loretta sul suo ginocchio gli ricordavano continuamente chi era e perché era lì.
A un certo punto, una coppia si avvicinò. Lui, elegante e maturo; lei, una donna avvolta in un abito di seta rossa. «Buonasera,» disse lei con un sorriso intrigante. «Siete una compagnia interessante.»
Loretta ricambiò il sorriso, mentre Carlo prese la parola. «Siamo qui per goderci la serata. E per far scoprire al nostro amico un lato di sé che forse non aveva mai osato mostrare.»
Gli occhi della donna si posarono su Mauro, con una lentezza quasi studiata. «Allora siete nel posto giusto,» mormorò. «Qui, i desideri non si nascondono.»
Mauro deglutì, sentendo le guance scaldarsi. Ma quando guardò Loretta e Carlo, vide nei loro occhi la conferma: era davvero pronto.
La notte era solo all’inizio, e il club offriva promesse che ancora non conosceva.
Per la prima volta, Mauro non si sentiva prigioniero della sua femminilizzazione, ma orgoglioso di viverla.
E Loretta e Carlo, accanto a lui, sapevano che quello era il frutto della loro complicità: un legame che si era trasformato in una vera, eccitante, nuova identità condivisa.
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La sera fissata arrivò con un misto di ansia ed eccitazione.
Per Mauro era come attendere un battesimo: non si trattava solo di un gioco, ma di un passo che avrebbe cambiato definitivamente il suo modo di vivere la femminilizzazione.
Loretta lo fece sedere davanti allo specchio della camera da letto, dove aveva disposto con cura trucchi, pennelli e accessori. L’aria profumava di cipria e rossetto, come il backstage di un teatro.
«Respira,» gli disse, sfiorandogli le mani che tremavano. «Questa è la tua serata. Io e Carlo saremo accanto a te in ogni momento.»
Mauro annuì, lasciandosi andare al tocco sapiente della moglie. Il pennello scivolava delicato sulle palpebre, dipingendo ombre scure e seducenti; il rossetto cremisi rendeva le sue labbra più piene, sensuali. Ogni gesto di Loretta era lento, attento, quasi amoroso, come se stesse scolpendo una nuova identità.
«Guardati,» sussurrò, spostandosi di lato. Mauro sollevò gli occhi e vide nel riflesso un volto diverso: ancora il suo, ma trasformato, più morbido, più ambiguo. Una parte di sé che fino a poche settimane prima avrebbe rifiutato con imbarazzo ora lo faceva fremere.
Il passo successivo fu l’abbigliamento. Dal letto, Loretta prese il completino scelto con Carlo: reggiseno in pizzo nero, perizoma coordinato e reggicalze che tenevano su un paio di autoreggenti velate. La pelle di Mauro, coperta da quei tessuti femminili, vibrava di vergogna e piacere.
«Alzati,» ordinò Loretta con dolce fermezza. Gli infilò un abito aderente color prugna, con una scollatura profonda e una gonna che cadeva appena sopra le ginocchia. «Sei elegante e provocante allo stesso tempo. Perfetto per stasera.»
Carlo, che osservava la scena dal divano, non nascose l’emozione. «È incredibile, Loretta. Sembra davvero nato per essere vestito così.»
Mauro arrossì, ma non distolse lo sguardo. Dentro di sé sentiva crescere una strana fierezza: non era più solo un gioco imposto, ora era una scelta sua.
Per completare la trasformazione, Loretta gli mise ai piedi un paio di tacchi neri a spillo, che lo costrinsero subito a raddrizzare la postura. Infine, Carlo prese dalla scatola il collare in pelle e glielo allacciò al collo. «Ora sei pronto,» disse, con un sorriso complice.
Anche Loretta e Carlo si prepararono con cura. Lei, sopra la biancheria sexy, indossava un vestito chiaro, con uno spacco laterale che lasciava intravedere le gambe. I capelli sciolti le cadevano sulle spalle, e il profumo leggero completava la sua aura sensuale.
Carlo, invece, optò per un completo scuro elegantissimo, camicia nera senza cravatta. Un’eleganza maschile essenziale, perfetta accanto alla femminilità di Loretta e alla nuova immagine di Mauro.
Quando i tre si guardarono allo specchio prima di uscire, nessuno parlò per qualche secondo.
Era chiaro a tutti che quella serata non sarebbe stata come le altre.
Il club privè si trovava in una villa fuori città. La facciata discreta, le luci soffuse e l’ingresso riservato segnalavano che dentro si stava per entrare in un mondo parallelo.
All’ingresso, una donna elegante li accolse con un sorriso complice. «Benvenuti.»
Mauro abbassò lo sguardo, stringendo la mano di Loretta, mentre Carlo rispondeva con sicurezza. Varcata la soglia, furono avvolti da una musica sensuale e da un’atmosfera calda, fatta di luci rosse e dorate, mormorii e risate discrete. Coppie e singoli si muovevano tra i divani, sorseggiando drink, osservando, cercando.
«Tranquillo,» sussurrò Loretta all’orecchio di Mauro. «Qui sei al sicuro. Qui puoi essere quello che sei.»
Camminarono tra la gente, e non passarono inosservati. Gli sguardi si posarono subito su Mauro, sul suo abito stretto, sul trucco impeccabile, sui tacchi che lo facevano muovere con un’eleganza incerta ma irresistibile. Alcuni sorridevano con curiosità, altri con malizia, ma nessuno con giudizio.
Carlo notò quegli sguardi e ne fu fiero. «Vedi?» disse, stringendo il braccio di Mauro. «Sei desiderabile, proprio come volevamo.»
Si accomodarono a un tavolo laterale. Un cameriere portò tre bicchieri di vino. Loretta, divertita, prese il calice di Mauro e lo avvicinò alle sue labbra dipinte di rosso. «Bevi, amore. Questa è la tua notte.»
Con il passare delle ore, il club prese vita. Coppie che si baciavano senza pudore, carezze intrecciate, sguardi che invitavano. Mauro, all’inizio rigido, iniziò a rilassarsi: il contatto delle autoreggenti sotto l’abito, il sapore del vino, le mani di Loretta sul suo ginocchio gli ricordavano continuamente chi era e perché era lì.
A un certo punto, una coppia si avvicinò. Lui, elegante e maturo; lei, una donna avvolta in un abito di seta rossa. «Buonasera,» disse lei con un sorriso intrigante. «Siete una compagnia interessante.»
Loretta ricambiò il sorriso, mentre Carlo prese la parola. «Siamo qui per goderci la serata. E per far scoprire al nostro amico un lato di sé che forse non aveva mai osato mostrare.»
Gli occhi della donna si posarono su Mauro, con una lentezza quasi studiata. «Allora siete nel posto giusto,» mormorò. «Qui, i desideri non si nascondono.»
Mauro deglutì, sentendo le guance scaldarsi. Ma quando guardò Loretta e Carlo, vide nei loro occhi la conferma: era davvero pronto.
La notte era solo all’inizio, e il club offriva promesse che ancora non conosceva.
Per la prima volta, Mauro non si sentiva prigioniero della sua femminilizzazione, ma orgoglioso di viverla.
E Loretta e Carlo, accanto a lui, sapevano che quello era il frutto della loro complicità: un legame che si era trasformato in una vera, eccitante, nuova identità condivisa.
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