Aurora – La puttanella della porta accanto

di
genere
prime esperienze

Un racconto di passione e trasgressione



Parte 1 – Quella sera d’estate

Era una di quelle sere afose, in cui anche il silenzio suda. Stavo sul divano, in boxer, con una birra mezza calda in mano, quando bussò alla porta.

Aurora.

Canottiera bianca senza reggiseno, capezzoli tesi sotto il cotone leggero. Shorts inguinali. Sorriso da brivido.

«Ti va una compagnia… sporca?»

Non risposi. Le feci solo cenno di entrare.

Si tolse le ciabatte, poi salì sul divano, a cavalcioni su di me.
Il suo culo, sodo e giovane, si strusciava sul mio cazzo che già premeva contro il boxer.
La sua voce era un sussurro umido all’orecchio:
«Lo senti, vero? La mia fica è già bagnata…»

Le mani mi afferrarono forte. Strappò il boxer. Il mio cazzo uscì libero, duro e assetato.
Si abbassò gli shorts e non aveva nulla sotto.
La sua fica era liscia, calda, pulsante.

Si sedette sopra di me, lentamente.
Gemette piano, mentre lo prendeva tutto.
«Mmm… così… sì… me lo sento in gola…»

Il suo movimento divenne più selvaggio, più sporco, più affamato.
Il piacere ci travolse.

Mi scopava lei.
Vent’anni di pura voglia.
Una puttanella vera. E io non volevo più nessun’altra.



Parte 2 – Il gioco proibito

Aurora non si accontentava mai. Quella sera prese un sorriso malizioso e un piccolo oggetto dalla borsa: un plug di silicone nero, liscio e freddo.

«Ti piace il rischio? Voglio sentirti dentro, fino a scoppiare…»

Mi fece sdraiare sul letto, poi iniziò a giocare col mio cazzo e il suo corpo, intrecciando bocca, lingua e mani. Ma il vero divertimento iniziò quando con calma prese il plug, lo lubrificò con cura, e con un sussurro mi ordinò di rilassarmi.

Sentii il gelo del silicone scivolare nel mio culo, un piacere diverso, un misto di fastidio e eccitazione. Lei mi guardava negli occhi, provocante, pronta a spingere il gioco oltre.

Si mise sopra di me di nuovo, la fica umida che stringeva e il culo che si muoveva lentamente, per farmi assaporare ogni sfumatura. Sentivo il plug dentro, a ogni spinta un piacere doppio, forte e profondo.

«Ti voglio vedere perdere il controllo», mi sussurrò mentre il suo respiro diventava affannoso.

Quel gioco proibito ci fece esplodere insieme, un urlo di cazzo, culo, fica e piacere che sembrava non avere fine.



Parte 3 – La bocca infinita del piacere di Angelo

Dopo il gioco proibito, Aurora si sdraiò sul letto, occhi pieni di fuoco e desiderio. Non c’era solo il suo corpo da esplorare, ma un’altra voglia che bruciava dentro me: la bocca di Angelo.

Angelo, il mio vicino, il mio amante, il mio padrone del piacere. Aveva quella bocca che non si fermava mai, che conosceva ogni angolo, ogni curva, ogni segreto nascosto tra le mie gambe.

Si abbassò lento, la lingua calda che accarezzava il mio culo ancora pulsante, mentre le dita affondavano dentro di me, aprendo porte di piacere inesplorato.

La sua bocca si fece vorace, senza limiti. Il cazzo di Angelo cresceva tra le mie mani, ma era la sua bocca quella che mi faceva tremare. Mi succhiava con fame, mi mordeva dolcemente la fica, scivolava tra le mie gambe bagnate, senza mai fermarsi.

Sentivo il piacere salire come un’onda inarrestabile, il culo ancora giocato dal plug, il cazzo pulsante di Angelo che chiedeva di essere preso.

«Urlami, voglio sentire la tua voce di puttanella», sussurrò con la bocca calda sul mio collo.

Io gridai, persa in quel vortice di cazzo, culo, fica e piacere. La bocca infinita di Angelo era il mio paradiso e la mia dannazione, e non avrei mai voluto altro.



Parte 4 – L’orgasmo pauroso

Quella notte Aurora si trasformò in un uragano di voglia e trasgressione. Angelo non si limitava a scoparla, la dominava, la spingeva oltre ogni limite.

Sul letto, la luce soffusa, i respiri affannosi, e il plug ancora dentro di me a ricordarmi quanto fossi sua, fino in fondo.

Lei mi guardava con occhi di fuoco, le mani strette attorno al mio cazzo duro, mentre io la spingevo forte, lento, poi sempre più veloce. Il suo culo si apriva come un invito, la sua fica stringeva come una morsa.

«Fammi sentire tutto, cazzo, voglio il tuo piacere più vero», sussurrai, mentre infilavo tutto dentro di lei.

Lei gemette, urlò, prese la mia bocca con la sua, affondando le unghie sulla mia schiena.

Poi arrivò la tensione, quella che ti fa tremare il corpo, le gambe cedere, la testa confondersi. Il piacere salì come un’onda nera, violenta, paurosa.

«Sto per venire…», gridò.

E quella venuta fu un’esplosione di cazzo, culo, fica e piacere, una tempesta che ci travolse senza scampo.

Il suo corpo si irrigidì, la bocca spalancata, gli occhi persi in un’estasi folle.

Io la raggiunsi subito dopo, un getto caldo e potente che la bagnò tutta, segnando la fine di una notte che non avremmo mai dimenticato.

Eravamo due puttanelli liberi, persi nel piacere più puro, in un gioco senza fine.



Epilogo – L’eterno desiderio di cazzo, fica e culo

Aurora e Angelo, vent’anni di differenza, due corpi che si cercavano e si trovavano nella notte, tra cazzo, fica e culo.

Lei, la puttanella della porta accanto, con la sua voglia insaziabile, il suo corpo giovane e selvaggio.

Lui, il padrone maturo, capace di guidarla nel piacere più profondo, nel gioco proibito che brucia le regole.

Ogni cazzo infilato, ogni fica bagnata, ogni culo stretto e spinto diventavano la loro lingua segreta, il loro modo di parlare senza parole.

Un linguaggio di urla, gemiti, sudore e desiderio.

Un gioco senza limiti, senza fine, dove il piacere era il solo padrone.

Aurora e Angelo non avevano bisogno di altro: cazzo, fica, culo e un piacere che consumava ogni paura, ogni barriera.

Un legame fatto di fuoco e carne, di notti infuocate e giorni di attesa spasmodica.

Una storia di pura trasgressione e amore carnale, destinata a non finire mai.
scritto il
2025-07-09
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