Oltre il Giudizio

di
genere
incesti

Prologo

La porta d’ingresso si aprì con un lieve tonfo. Nicole era rientrata.

Voci leggere dal piano inferiore. Passi.
Gis si voltò verso di te, ancora stesa nuda sul tappeto, le cosce aperte, il suo culetto segnato dal vostro gioco.

«Dobbiamo rivestirci?»
Tu le sorridesti.
«No. Dobbiamo solo vedere se anche lei… ha voglia di peccare con noi.»

La porta della mansarda scricchiolò. Nicole stava per salire.
E voi eravate ancora lì. Nudi. Uniti. Peccatori.

Ma questo…
era solo l’inizio della prossima tentazione.



Capitolo 1 – L’alba dopo il peccato

Il sole saliva lentamente, incendiando le tende leggere della nuova casa.
Una casa di legno bianco e pietra viva, costruita sulla collina, affacciata sul mare.
Nessun vicino. Nessuna regola. Nessuna legge da rispettare.

Solo voi tre.
Tu.
Nicole.
Gis.

Dormivano ancora, nude, intrecciate come rami di un albero proibito.
La pelle che odorava ancora di sudore, sale e sperma.
Le lenzuola umide del piacere della notte prima.
Le gambe mescolate.
I corpi ancora caldi, vivi, aperti.

Ti alzasti in silenzio, il cazzo già gonfio.
Era come se il tuo corpo sapesse cosa voleva prima ancora di pensarci.
E loro…
loro erano lì per quello.

Nicole si voltò nel sonno, spalancando involontariamente le cosce.
La sua fica lucida e morbida ti chiamava.

Gis, alle sue spalle, la stringeva ancora da dietro, il seno premuto contro la sua schiena, il culo nudo esposto alla luce rosa del mattino.

Ti inginocchiasti sul letto.
Accarezzasti le due curve davanti a te.
Un culo da prendere.
Una fica da baciare.
Due donne da onorare.

Tua nipote.
Tua cognata.
Il tuo mondo.



Nicole si svegliò con un gemito, sentendo la tua lingua posarsi sul suo clitoride.
«Mmmh… buongiorno zio…»
Non rispondesti.
Solo leccavi.
Forte, lento, preciso.

Dietro di lei, Gis aprì gli occhi.
Si leccò le labbra.
«Lo vedo che ti ha già svegliata nel modo giusto.»

Tu continuasti a leccare Nicole, poi la voltasti lentamente.
Le mani le afferrarono il culo.
La tua cappella calda le sfiorò la fessura umida.

«Lo vuoi?»
Lei annuì.
«Tutto. Dentro. Ora.»

Entrasti.
Un colpo. Poi un altro.
Nicole gemeva sotto di te, mentre Gis si sedeva sul suo viso e si faceva leccare da sotto.

Un triangolo perfetto.
Una danza senza vergogna.

I colpi si fecero più forti.
I gemiti più acuti.
Le mani più affamate.

Quando veniste insieme, fu come una piccola scossa sulla terra.
I tre corpi tremavano uniti.
E il silenzio che seguì fu sacro.



Nicole si voltò, ancora ansimante.
Ti guardò, i capelli incollati alla fronte.
Poi si girò verso Gis, la baciò sulla bocca con dolcezza, e sussurrò:

«Abbiamo tutto il tempo del mondo.
Tutto il cazzo che voglio.
Tutta la figa che sogno.
Tutto l’amore che nessuno capirebbe.»

E tu, guardandole lì, nude, sfatte e felici…
capisti una cosa.

Non avevi più bisogno di nasconderti.
Perché quello non era più peccato.
Era solo la vostra verità.



Capitolo 2 – Il giorno senza fine

Il sole era già alto quando riapristi gli occhi.
Nicole dormiva ancora, nuda, con una gamba sul tuo fianco.
Il suo seno si muoveva appena al ritmo del respiro, e la sua fica sfiorava la tua pelle, calda e liscia.

Gis era già sveglia.
In cucina, nuda, con un caffè tra le mani, ti guardava attraverso il vetro.
Il suo corpo era una promessa. I capelli sciolti, le cosce forti, il culo tondo.
Ti sorrise.

Tu ti alzasti.
E mentre raggiungevi Gis, il tuo cazzo già teso precedeva i tuoi passi.

Non servivano parole.

Le afferrasti i fianchi.
Lei aprì le gambe senza smettere di sorseggiare.
Ti abbassasti, e le leccasti la fica mentre lei beveva.
«Così si comincia una giornata divina…» sussurrò.

Quando la prendesti in piedi, spingendola contro la vetrata calda di sole, lei gemette piano.
«Nicole ci sente…»
«Nicole si unirà…» rispondesti, affondando il cazzo dentro di lei con forza.

E infatti, pochi minuti dopo, arrivò.

Nicole era nuda, spettinata, con gli occhi pieni di sonno e voglia.
Si avvicinò in silenzio.
Si inginocchiò.
E iniziò a leccare le vostre lingue che si intrecciavano.
Poi la tua base. Le palle.
Le sue dita nella fica.
I suoi gemiti soffocati mentre tu venivi dentro Gis, tremando.

«Adesso voglio essere scopata anch’io.»
Nicole si stese sul tavolo della cucina.
Tu ti chinasti, e le apristi la fica con due dita.
«Così? O vuoi il culo?»
«Entrambi. Tutto. Voglio il tuo cazzo dove vuoi. E le dita di zia dentro di me.»



E così cominciò la giornata senza fine.

Sul divano: Nicole a cavalcioni di te, le mani sui tuoi pettorali, mentre Gis le leccava il clitoride.
Sotto la doccia: tu scopavi Gis da dietro mentre Nicole si toccava davanti a voi, urlando.
Nel giardino, sull’amaca: Gis sdraiata, Nicole a leccarle il culo, e tu che guardavi, duro, godendo solo a vederle.

Ogni stanza era un altare.
Ogni ora, un rituale.

Pranzaste nudi, tra un morso e una lingua.
Nicole si sedette sulle tue gambe, con la tua cappella che le accarezzava la fessura.
Mangiava pomodori freschi mentre tu le accarezzavi i capezzoli.

«Hai fame?» chiese Gis, allungando una fragola tra le labbra.
«Sì. Ma non di cibo.»
E Nicole si infilò il frutto nella fica.
«Allora mangiami.»



Al tramonto, esausti ma mai sazi, vi stendeste sul grande letto.
Gis si abbandonò sulle lenzuola ancora umide.
Nicole ti baciò la pancia, poi si voltò e si sedette sul tuo viso.
«Finisci la giornata come l’hai iniziata: con la mia fica sulla tua bocca.»

E mentre la leccavi con la lingua che affondava lenta, Gis ti prese in bocca, succhiandoti con devozione.

Sesso.
Desiderio.
Amore oltre ogni regola.
Un giorno vissuto solo con la pelle e l’anima.



La notte calava.
Il corpo stanco, ma vivo.
Le mani intrecciate.
I respiri profondi.
La tua cognata e la tua nipote…
…le tue donne.



Capitolo 3 – La notte senza limiti

Scese la sera, lenta, rossa, silenziosa.
Il vento portava con sé il profumo della salsedine e della pelle.
La villa era chiusa, le tende abbassate.
La luce di candele e lanterne disegnava ombre calde sui corpi nudi, pronti.

Gis si chinò su Nicole, e le sussurrò:
«Stanotte non ci fermeremo. Nessuno dormirà finché ogni parte del nostro corpo non avrà urlato almeno una volta.»

Nicole sorrise.
«Una volta? Io voglio venire dieci volte. Tu?»
Ti voltasti verso di loro.
«Finché i nostri corpi ci reggono.»



Cominciò piano.
Nicole si sdraiò sul letto, gambe aperte, e Gis la leccava lenta, metodica, esperta.
Tu guardavi, il cazzo duro, pulsante.
Nicole gemeva forte, già bagnata, le mani nei capelli di Gis.

Poi fu il tuo turno.

Ti inginocchiasti e le apristi le labbra con due dita.
«Stasera ti voglio fino in gola. Poi nel culo. E poi di nuovo nella fica.»
Nicole annuì, tremando.
«Sì zio. Sì«Sì zio. Sì. Prendimi tutta.»

La stanza diventò un tempio.
I vostri tre corpi intrecciati.
Gis che si faceva scopare da dietro mentre succhiava il clitoride di Nicole.
Nicole cavalcava il tuo viso.
Tu le leccavi la fica mentre lei si toccava il culo.

Poi la rovesciasti.

La prendesti da dietro.
Il tuo cazzo affondava nella sua fica, lento, poi più forte.
Gis sotto di lei.
Tre respiri. Tre anime fuse.

E ancora:
• Nicole a quattro zampe, tu che le scopi il culo mentre le tiri i capelli.
• Gis legata con una sciarpa, le gambe aperte, la lingua di Nicole nella sua fessura.
• Tu che le guardi mentre si leccano, e poi le penetri insieme: una lingua su di te, una fica che ti accoglie.

Ore.
Non minuti.
Ore.

Tre, poi quattro.
Il tempo si dissolveva.
I vostri corpi erano caldi, tremanti, brillanti di sudore.

Nicole venne sei volte.
Gis sette.
Tu ti svuotasti in entrambe.
Poi ancora.
E ancora.

Nessuno chiedeva pausa.
Solo “ancora”.

Furono:
• Piaceri gridati con la gola rotta.
• Sputi e saliva tra i seni.
• Le dita nel culo.
• Il tuo cazzo tra le tette di Gis mentre Nicole lo leccava.



Al mattino, nessuno dormiva.

Eravate stesi sul letto, esausti, distrutti, ma vivi.

Nicole si accarezzava la pancia, stremata.
Gis ti baciava il petto.
Tu li stringevi entrambi.

«Abbiamo fatto l’amore o abbiamo fatto la storia?»
Chiese Nicole, con un sorriso sporco di sperma.

Tu rispondesti solo:
«Abbiamo fatto tutto. E non è ancora finita.»



Capitolo 4 – Il segreto e il rito della festa

L’alba si faceva strada tra le tende leggere della villa, disegnando strisce di luce sul corpo nudo di Nicole.
Lei sedeva sul bordo del letto, il viso nascosto tra le mani tremanti.
Tu e Gis vi svegliaste insieme, pronti a vivere un nuovo giorno di piacere, ma qualcosa nell’aria era cambiato.

Ti avvicinasti a lei con cautela.
«Nicole?»

Lei sollevò gli occhi, lucidi e pieni di emozione.
Prese la tua mano con forza, cercando nel tuo sguardo un appiglio.
«Devo dirvi qualcosa. Qualcosa che ho tenuto dentro per troppo tempo.»

Gis si sedette accanto a Nicole, abbracciandola dolcemente, trasmettendole calma e forza.
Il silenzio si fece intenso.

Nicole prese un respiro profondo, come per radunare tutto il coraggio.
«Non è solo desiderio quello che provo per voi.
Non è solo voglia di sesso o bisogno di fuga.»

Si voltò verso Gis, poi tornò a guardarti negli occhi, cercando verità e accoglienza.
«Io… sono incinta.»

Il silenzio cadde nella stanza come un tuono improvviso.
Tu sentisti il cuore battere forte, un turbinio di emozioni si mescolava in te: sorpresa, paura, gioia, responsabilità.
La vita cresceva dentro Nicole, eppure il padre era un mistero tra le notti di passione condivise.

Gis inspirò profondamente, poi parlò con voce dolce e ferma:
«Non importa chi sia. Siamo insieme. Saremo qui per te. Per voi.»

Tu la stringesti tra le braccia, mentre Nicole si rannicchiava tra voi due, trovando conforto.
Quel segreto, così fragile e potente, aveva cambiato tutto.

Ma in quell’abbraccio capisti una cosa:
la vostra scelta, il vostro amore, era più forte di ogni dubbio.



Emozioni e rituale di festa

La tensione si sciolse lentamente in un sorriso condiviso.
Gis ti guardò con occhi profondi, pieni di desiderio e gratitudine.
«Dobbiamo celebrare. Celebrarci. Celebrarla.»

Nicole si voltò a guardarti con un sorriso birichino, nonostante la stanchezza.
«Festeggiamo questo miracolo… con il piacere che solo noi sappiamo donarci.»

Vi spostaste nel soggiorno, la luce soffusa, le candele accese.
Nicole si mise a quattro zampe sul divano, il culo morbido e perfetto esposto.
Gis la baciò sul collo e le accarezzò i fianchi.
Tu ti inginocchiasti dietro di lei, le mani strette sui fianchi rotondi.

Con delicatezza ma con ardore, iniziasti a penetrarla nel culo.
Lei gemeva, il viso incollato al cuscino, le gambe che tremavano per il piacere e la sorpresa.
Gis intanto le leccava il clitoride, le mani intrecciate a quelle di Nicole.

Il tuo cazzo dentro di lei era un atto sacro.
Un rito di unione e accettazione.
Un modo per dirle:
«Ti amo. Ti proteggo. Ti onoro.»

Nicole venne a quel tocco proibito, la voce rotta dal piacere e dalla tenerezza.
Gis la seguì poco dopo, il respiro affannato.
Tu la finisti dentro con calma, sentendo ogni tremito del suo corpo.

Rimaneste lì, abbracciati, come un’unica cosa.
Il futuro era un’incognita, ma quella notte avevate costruito un presente indistruttibile.



Chiusura – In attesa dell’evento

Il silenzio tornò, ma non era vuoto.
Era carico di promesse.
Di sogni che crescono, come il piccolo segreto dentro Nicole.

Mentre le stelle fuori brillavano nel cielo notturno,
tu, Nicole e Gis vi addormentaste uniti, corpo contro corpo, anima contro anima,
in attesa dell’evento che avrebbe cambiato per sempre la vostra vita.

E qualunque cosa fosse venuta dopo, sapevate che l’avreste affrontata insieme.
Senza paura. Senza rimpianti.
Solo con il vostro amore, intenso e indissolubile.
scritto il
2025-07-08
1 . 6 K
visite
4
voti
valutazione
6
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.