“Nostra per sempre” – Il Triangolo del Desiderio

di
genere
incesti

Prologo

La porta d’ingresso si aprì con un lieve tonfo. Nicole era rientrata.

Voci leggere dal piano inferiore. Passi.
Gis si voltò verso di te, ancora stesa nuda sul tappeto, le cosce aperte, il suo culetto segnato dal vostro gioco.

«Dobbiamo rivestirci?»
Tu le sorridesti.
«No. Dobbiamo solo vedere se anche lei… ha voglia di peccare con noi.»

La porta della mansarda scricchiolò. Nicole stava per salire.
E voi eravate ancora lì. Nudi. Uniti. Peccatori.

Ma questo…
era solo l’inizio della prossima tentazione.



Capitolo I – Il Triangolo

Nicole salì piano.
Quando aprì la porta e vi vide, si bloccò.
Il tuo corpo nudo. Gis ancora sul tappeto, la fica umida, il plug nel culo.
L’aria profumava di sesso.

Nicole deglutì.
«Avete cominciato… senza di me?»
Gis le lanciò uno sguardo pieno.
«Tu ci hai lasciati soli. Ma ora sei qui. Vuoi entrare?»

Nicole si tolse il vestitino.
Sotto, nulla.
Solo la sua fica liscia, gonfia, bagnata.

Ti avvicinasti.
«Sei pronta, piccola? Tua zia ti guiderà. Io ti prenderò.»

Nicole:
«Sono vostra. Fatemi vostra.»

Gis la abbracciò da dietro. Le mani sui fianchi.
«Ti voglio leccare la figa mentre ti succhi il cazzo dello zio.»

Nicole gemette. Tu la sfiorasti tra le labbra. Calda. Umida.
Gis le aprì il culo con le mani e le leccò lo sfintere.
Nicole sussurrava solo:
«Scopatemi… prendetemi tutta.»

La distendeste a terra.
Il tuo cazzo entrò in lei con forza.
La sua fica si aprì per te.
Stretta. Giovane. Perfetta.

Gis la baciava mentre la scopavi.
Nicole gemeva forte, si piegava, urlava:
«Più forte… voglio sentirtelo fino in gola!»

Venisti dentro di lei.
Poi toccò a Gis.
Glielo infilasti nel culo mentre Nicole vi guardava.
Le vostre mani, le bocche, i corpi.
Un solo peccato. Un solo piacere.



Capitolo II – Flashback: Il Giorno In Cui Cominciò Tutto

Fu tua l’idea.
Sapevi che tra loro c’era qualcosa.
Nicole era tua nipote. Gis la tua cognata.
Ma il desiderio non ha rispetto per la parentela.

Quel giorno uscisti.
Le lasciasti sole.

Nicole salì con una scusa.
Gis era in camicia, gambe nude.
Sedettero vicine. Bicchieri in mano. Sguardi.
Nicole si confessò:
«Ti sogno, zia. Ti voglio.»

Gis:
«Anche io. Ma non ti toccherò per prima…»
Nicole la baciò.

Spogliate piano.
Gis le leccava la fica con fame.
Nicole urlava. Tremava.
«Sì zia… leccami… voglio il tuo viso sulla mia fica…»

Quando rientrasti, le trovasti nude.
Gis ti guardò.
«È tua. Ma è anche mia. Per sempre.»



Capitolo III – L’Ultima Notte

L’ultima notte la passammo in barca, tra le calette.
Soli.
Il mare calmo. Il cielo carico di stelle.

Nicole si alzò in piedi, nuda.
Contro l’albero maestro.
Il corpo teso. Il culo rotondo. La fica lucida alla luna.

Ti guardò.
«Fammi tua. Fammi urlare sotto le stelle. Spingi il tuo cazzo dove vuoi. E svuotami.»

Ti avvicinasti.
Le dita tra le sue labbra calde.
La lingua sul clitoride.
Poi la prendesti da dietro.
La tua cappella affondò nella sua fica.
Colpi forti.
Il suo culo che sbatteva contro il tuo bacino.

«Ti piace, piccola?»
«Sì… zio… scopami… scopami ancora…»

Gis dormiva sotto coperta.
Ora eri solo con Nicole.
Lei si voltò. Ti salì sopra.
Cavalcava il tuo cazzo, ansimando, baciandoti forte.

Veniste insieme.
Lei si accasciò su di te.
Sussurrando:
«Anche se domani finirà… stanotte sono tua.»



Epilogo – Il Sapore dell’Eterno

Ci sono notti che non finiscono mai.
Restano incise sul corpo,
tra le pieghe della pelle e il silenzio dei sospiri.

Quella fu la nostra.

Tu.
Io.
Nicole.
La cognata e la nipote, intrecciate su di te come due fiamme che non vogliono spegnersi.

Eravamo carne e respiro,
cazzo e lingua,
fica e labbra,
mani che non chiedevano permesso.

I nostri corpi parlavano una lingua che nessuno ci aveva insegnato.
L’inventammo lì,
in quella stanza,
in quella barca,
sotto quel cielo stellato che ci guardava senza giudicare.

Ci siamo fuse sotto di te.
La mia lingua nella sua fica.
Il tuo cazzo nella mia bocca.
Le sue dita nel mio culo.

Ci siamo perse.
E nel perderci, ci siamo trovate.

E anche se il giorno dopo la barca tornò a riva,
anche se ci rivestimmo, anche se fingemmo normalità…

quel sapore,
quel sapore di pelle salata e sottomissione,
quel sapore di incesto e complicità,
quel sapore di noi,
non se n’è mai andato.

Siamo tue.
Siamo l’errore che rifaremmo.
Siamo il peccato che ci ha salvate.



Lettera Segreta di Nicole (non consegnata)

Zio…

Non ti ho mai detto tutto.
Quello che provo… non riesco a chiamarlo in nessun modo che non sia amore.

Non è solo desiderio. Non è solo quel cazzo che mi prendeva fino a farmi piangere.
È il tuo sguardo, la tua voce, le tue mani che mi hanno fatto sentire viva.

Quando Gis mi ha toccata per la prima volta, era per te.
Quando mi hai presa quella notte sulla barca, era per noi.

Io vi amo.
In silenzio. Nella colpa. Ma anche nella carne.

Anche se tutto questo non dovrebbe esistere,
anche se il mondo non capirebbe mai…

…io lo rifarei.

Anche stanotte. Anche adesso.

Tua per sempre,
Nicole
scritto il
2025-07-08
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