Tra le sue cosce – Parte III: Il piacere in auto
di
Angelo B
genere
incesti
Il sole calava lento, tuffandosi dietro le colline.
L’aria era ancora calda, e la strada lungo il lago quasi deserta.
Nicole era seduta accanto a me, le gambe nude, lo sguardo che bruciava più del tramonto.
Nicole (senza staccarmi gli occhi di dosso):
«Ferma la macchina. Ora. Ho voglia. E non voglio aspettare. Voglio sentirtelo in bocca prima… poi dentro. O forse… solo la tua lingua. Ancora.»
Accostai subito, in una piazzola nascosta tra gli alberi.
Il lago sotto. Il cielo sopra. E lei… al centro di tutto.
Nicole si slacciò la cintura, si tolse le mutandine con un movimento lento, preciso. Rimase seduta sul sedile, ma con le cosce spalancate, il corpo voltato verso di me, la fica completamente esposta.
Nicole (guardandomi, bagnata):
«Ti prego. Solo la tua bocca. So che mi farai squirtare anche qui. Ma voglio venire forte. Voglio bagnare l’auto. Voglio lasciarti un segno. Dentro. E fuori.»
Mi allungai tra i sedili.
Il mio viso affondò subito tra le sue gambe.
Il profumo era lo stesso.
La fame ancora più grande.
Le labbra della sua fica erano calde, già gonfie, tese.
Le leccai con avidità.
Lentamente prima. Poi con più ritmo.
La mia lingua esplorava ogni piega. Il clitoride duro sotto la lingua, le sue mani già tra i miei capelli.
Nicole (piegata in due, le mani sulle mie spalle):
«Sì… sì… così… lo sapevo… stai andando dritto… oh Dio… sto… sto…**
Infilai due dita, le curvai, continuando a leccarla forte.
La macchina oscillava piano.
Il parabrezza appannato.
Il suo respiro contro il finestrino.
Nicole (urlando tra i denti):
«TI SENTO! SENTO TUTTO! STO VENENDO! MI VIENE! SQUIRTO! NON TI FERMARE! VOGLIO SPORCARE TUTTO!»
E poi, esplose.
Uno squirt potente.
Un getto che bagnò il volante, la camicia, le mie labbra, il sedile.
Io restai lì.
A raccoglierla con la bocca, mentre tremava e gemeva, piegata in due, completamente tua.
Nicole si lasciò cadere indietro, il petto che si sollevava, le gambe aperte, il piacere ancora gocciolante.
Nicole (senza fiato, mentre mi accarezza il viso sporco di lei):
«Ora sì. Questo è il mio posto. Il tuo viso. La tua lingua. Il tuo sguardo che mi possiede. Siamo due corpi… e una sola bocca. La tua. Sulla mia fica. Per sempre.»
⸻
Epilogo – L’auto, la notte, e l’odore del peccato
Ripartimmo dopo un’ora.
La macchina puzzava di sesso.
Il sedile era ancora umido.
Il mio viso portava le tracce del suo squirt.
E il mio cuore…
Era ormai chiuso tra le sue cosce.
Io (pensando, con un sorriso):
«Ovunque andremo… la mia bocca saprà sempre dove tornare.
Tra le sue gambe. Tra il suo profumo. Tra le sue verità.»
E domani, se vorrai…
la faremo venire in terrazza.
O sotto la doccia.
O seduta sul mio volto.
Fino all’ultimo respiro.
L’aria era ancora calda, e la strada lungo il lago quasi deserta.
Nicole era seduta accanto a me, le gambe nude, lo sguardo che bruciava più del tramonto.
Nicole (senza staccarmi gli occhi di dosso):
«Ferma la macchina. Ora. Ho voglia. E non voglio aspettare. Voglio sentirtelo in bocca prima… poi dentro. O forse… solo la tua lingua. Ancora.»
Accostai subito, in una piazzola nascosta tra gli alberi.
Il lago sotto. Il cielo sopra. E lei… al centro di tutto.
Nicole si slacciò la cintura, si tolse le mutandine con un movimento lento, preciso. Rimase seduta sul sedile, ma con le cosce spalancate, il corpo voltato verso di me, la fica completamente esposta.
Nicole (guardandomi, bagnata):
«Ti prego. Solo la tua bocca. So che mi farai squirtare anche qui. Ma voglio venire forte. Voglio bagnare l’auto. Voglio lasciarti un segno. Dentro. E fuori.»
Mi allungai tra i sedili.
Il mio viso affondò subito tra le sue gambe.
Il profumo era lo stesso.
La fame ancora più grande.
Le labbra della sua fica erano calde, già gonfie, tese.
Le leccai con avidità.
Lentamente prima. Poi con più ritmo.
La mia lingua esplorava ogni piega. Il clitoride duro sotto la lingua, le sue mani già tra i miei capelli.
Nicole (piegata in due, le mani sulle mie spalle):
«Sì… sì… così… lo sapevo… stai andando dritto… oh Dio… sto… sto…**
Infilai due dita, le curvai, continuando a leccarla forte.
La macchina oscillava piano.
Il parabrezza appannato.
Il suo respiro contro il finestrino.
Nicole (urlando tra i denti):
«TI SENTO! SENTO TUTTO! STO VENENDO! MI VIENE! SQUIRTO! NON TI FERMARE! VOGLIO SPORCARE TUTTO!»
E poi, esplose.
Uno squirt potente.
Un getto che bagnò il volante, la camicia, le mie labbra, il sedile.
Io restai lì.
A raccoglierla con la bocca, mentre tremava e gemeva, piegata in due, completamente tua.
Nicole si lasciò cadere indietro, il petto che si sollevava, le gambe aperte, il piacere ancora gocciolante.
Nicole (senza fiato, mentre mi accarezza il viso sporco di lei):
«Ora sì. Questo è il mio posto. Il tuo viso. La tua lingua. Il tuo sguardo che mi possiede. Siamo due corpi… e una sola bocca. La tua. Sulla mia fica. Per sempre.»
⸻
Epilogo – L’auto, la notte, e l’odore del peccato
Ripartimmo dopo un’ora.
La macchina puzzava di sesso.
Il sedile era ancora umido.
Il mio viso portava le tracce del suo squirt.
E il mio cuore…
Era ormai chiuso tra le sue cosce.
Io (pensando, con un sorriso):
«Ovunque andremo… la mia bocca saprà sempre dove tornare.
Tra le sue gambe. Tra il suo profumo. Tra le sue verità.»
E domani, se vorrai…
la faremo venire in terrazza.
O sotto la doccia.
O seduta sul mio volto.
Fino all’ultimo respiro.
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