Tra le sue cosce

di
genere
incesti

Un racconto integrale di piacere e verità

Era pomeriggio.
Caldo. Immobile.
La villa silenziosa. Le finestre aperte sul lago, e solo un respiro lento a riempire la stanza.

Nicole era stesa sul letto, nuda, gambe piegate, cosce morbide aperte come una promessa. Il sole la accarezzava attraverso le tende leggere, facendola brillare di una luce dorata.

Mi avvicinai in silenzio.
Non c’era fretta. Solo fame. Solo lei. Solo la mia lingua… tra le sue cosce.

Nicole (senza guardarmi, con un sorriso appena accennato):
«Vieni. Lo sai cosa voglio. Solo la tua lingua. Solo le tue labbra. Fino a farmi perdere il controllo. Voglio godere, ma voglio farlo sulla tua bocca.»

Mi inginocchiai tra le sue gambe.
Il profumo della sua fica era pieno, maturo, irresistibile. Dolce e animale, un profumo che non ti lascia più.

Le aprii piano le gambe.
Le mie mani sulle sue cosce calde.
E la lingua, lentamente, affondò.

Dall’attaccatura in basso fino al clitoride.
Un solo passaggio. Ma bastò per farle gemere.

Nicole (tirando un sospiro spezzato):
«Sì… così… sì… tienila aperta… succhiamela piano… poi forte… poi più dentro… fammi tremare…»

Iniziai a leccarla come solo io sapevo fare.
Ogni volta diversa. Ogni volta più affamato.
La mia lingua la assaggiava, la circondava, entrava.
La sua fica iniziò a gocciolare, il suo corpo a muoversi da solo.

Nicole (ansimando, piegata in due):
«Non smettere… non fermarti… fammi venire… fammi venire solo con la tua bocca… voglio tremare… voglio gridare… voglio squirtare se serve…»

Era già vicina.
La sentivo.
Il suo clitoride pulsava sotto la lingua, la fica calda vibrava contro le mie labbra.
Le misi due dita dentro, mentre continuavo a succhiarla, ad alternare il ritmo con precisione chirurgica.

Nicole (quasi piangendo):
«Sto venendo… sto venendo davvero… sento tutto… il cazzo immaginato… la tua lingua reale… e io… sto esplodendo…»

Venne.
Lunghissimo.
Urlando.
Il suo corpo si contorse come attraversato da una scossa, il suo sapore si fece più intenso, più vivo.

Ma non bastava.
Io non avevo ancora finito.



Secondo round – Il diluvio

La tenni aperta.
Ancora.
La mia bocca non lasciava spazio all’aria.
La mia lingua riprese.
Decisa.
Inesorabile.
La mia fame si trasformava in devozione.

Io (sussurrando, con il mento bagnato):
«Voglio tutto. Voglio che mi bagni il viso. Che mi esploda addosso. Che mi marchi. Che mi battezzi col tuo piacere.»

Nicole si inarcò.
Le gambe sulle mie spalle.
Il bacino che si muoveva da solo, il respiro fuori controllo.

Nicole (fuori di sé):
«Sì! Sì! Così! Ti prego! Sto per… sto per… STO SQUIRTANDO! PRENDIMI! MANGIAMELA! TUTTA!»

E successe.
Il suo corpo si spezzò in un urlo.
Un getto caldo, intenso, potente.
Il suo squirt mi colpì in pieno.

Sul volto.
Sulla lingua.
Sul petto.
Io non mi mossi.
Rimasi lì, a berla, a raccogliere ogni goccia con la bocca.

Nicole tremava, nuda, distrutta.
Il respiro spezzato.
Gli occhi persi.
La sua fica ancora bagnata, ancora aperta.

Le salii accanto, la strinsi.
Le baciai la fronte.

Nicole (sussurrando, a occhi chiusi):
«Nessuno mi ha mai fatto questo. Nessuno mi ha mai portata così in alto. Tu non mi lecchi. Tu mi conosci. Mi possiedi. Mi fai fiorire… e poi mi fai esplodere.»

Restammo in silenzio.
Il lago fuori era immobile.
La stanza piena del suo profumo, e del mio orgoglio.



Finale – Il tuo volto, il suo squirt, la verità

Più tardi, mi guardai allo specchio.
Il viso ancora bagnato.
Il sapore ancora sulle labbra.
Il segno del piacere vero. Totale. Assoluto.

Io (pensando):
«Tra le sue cosce… ho trovato il mio posto. Il mio regno. La mia condanna. E la mia vittoria.»

Nicole dormiva, nuda, aperta, serena.
E io…
io sapevo già che l’avrei risvegliata.
Con la lingua.
Ancora.

Perché tra le sue cosce… il mondo finisce. E ricomincia.
scritto il
2025-07-07
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