Camminando nell'estate
di
Maktero
genere
esibizionismo
Io e mia sorella ci siamo vestite per bene con dei leggeri e colorati vestitini estivi.
Ci guardiamo allo specchio e ci ammiriamo tra noi contente di quei simpatici vestitini leggeri, leggeri coloratisimi e simpatici che lasciano scoperte le nostre gambe e le le nostre spalle.
Non vediamo l'ora di sfoggiare quell'abbigliamento così sexy.
Indossiamo dei sandalini leggeri che espongono i nostri bellissimi piedi decorati con smalto nero, anellini e cavigliere.
Resta da risolvere il mio problema; potrei eccittarmi manifestando un inestetico gonfiore sotto il vestito.
Ma mia sorella mi sorprende facendomi una inaspettata sorpresa.
Ha comprato una cintura di castità per maschio che mi impedirà di manifestare la mia mascolinità.
Guardo con sentimento controverso quell'oggetto che senz'altro valorizzerà la mia femminilità e bloccherà inestetiche, ineleganti ed inopportune erezioni che non si confanno con una femminuccia come me.
L'ordigno sia pur molto elegante nel suo colore rosa mi attrae e nello stesso tempo mi spaventa; potrebbe precludere per sempre il rapporto con il mio migliore amico.
Ma al momento sollecitato da mia sorella che mi dice che devo indossare quel congegno per non sfigurare; quasi spaventata non esito e me l'ho faccio montare.
Provo una strana sensazione, cerco di toccarmi rendendomi conto di non avere nessuna sensibilità al pene.
Mia sorella mi guarda con attenzione, compredendo la mia perplessità, il mio sgomento; per incoraggiarmi mi dice che non arà per sempre.
A quelle parole mi apro in un sorriso di felicità e cerco la testa di mia sorella che avvicino in un abbraccio bacciandola profondamente.
Suggellando così una intima intesa sull'utilizzo del mio cazzo.
Dopo il primo sconcertante impatto mi sto abituando a quel tribolo che in fin dei conti mi rende più femminile evitando erezioni mascoline.
In fin dei conti mi piace.
Mi eviterà di prendere in mano il mio cazzo masturbandomi come una bestia.
Sarà uno strumento utileper la mia femminillizazione.
Scambiandoci queste opinioni ed approffondendole io e mia sorella discutevamo sulla nostra femminilità.
Ma si era fatto tardi ed era arrivata l'ora di uscire per sfoggiare la nostra delicata femminilità!
Elegantissime nei nostri vestitini e sandalini; convenientemente truccate, ci avviamo per la nostra passeggiata.
Camminnando a braccetto per il viale sul lungomare riceviamo molte occhiate dai maschi che incrociavamo.
Tante teste si voltavano per guardarci.
Ci sentivamo entusiate da quella nostra esibizione e ci scambiavamo orecchio nell'orecchio come delle vere femminucce i segreti riguardanti maschi che incrociavamo.
Che frizzante e simpatica mattina passavamo.
Ci fermammo a gustare un gelato sempre osservate dagli sguardi vogliosi dei maschi a cui noi facevamo finta di nonvedere.
Tra una cucchiaiata di gelato e l'altra sorridendo, contente degli sguardi maschili ci scambiavamo segretamente i giudizi sui maschi che ci desideravano.
Immaginavamo il loro desiderio, magari i loro cazzi arrapati.
I loro sguardi erano inequivocabili; ma noi volevamo giocare e facemmo di tutto per provocare quei maschi.
Ci lasciammo andare a mosse e mossette molto femminili che sconvolgevano gli altri maschi che gustavano gelati e bibite in quel bar.
I maschi accompagnati dalle loro donne furono cattivamente ripresi dalle loro donne su cui sfolgoravano su di noi i loro sguardi di vero odio.
Sorridevamo e ridevamo da quella situazione; ci divertivamo.
Poi improvvisamente ci alzammo lasciando il bar seguite da suardi assatanati e da bocche spalancate.
A braccetto ritornammo verso casa tutte contente della nostra uscita che aveva provocato tanto copiglio.
Chissà quanti cazzi duri avevamo lasciati sognanti.
Ci guardiamo allo specchio e ci ammiriamo tra noi contente di quei simpatici vestitini leggeri, leggeri coloratisimi e simpatici che lasciano scoperte le nostre gambe e le le nostre spalle.
Non vediamo l'ora di sfoggiare quell'abbigliamento così sexy.
Indossiamo dei sandalini leggeri che espongono i nostri bellissimi piedi decorati con smalto nero, anellini e cavigliere.
Resta da risolvere il mio problema; potrei eccittarmi manifestando un inestetico gonfiore sotto il vestito.
Ma mia sorella mi sorprende facendomi una inaspettata sorpresa.
Ha comprato una cintura di castità per maschio che mi impedirà di manifestare la mia mascolinità.
Guardo con sentimento controverso quell'oggetto che senz'altro valorizzerà la mia femminilità e bloccherà inestetiche, ineleganti ed inopportune erezioni che non si confanno con una femminuccia come me.
L'ordigno sia pur molto elegante nel suo colore rosa mi attrae e nello stesso tempo mi spaventa; potrebbe precludere per sempre il rapporto con il mio migliore amico.
Ma al momento sollecitato da mia sorella che mi dice che devo indossare quel congegno per non sfigurare; quasi spaventata non esito e me l'ho faccio montare.
Provo una strana sensazione, cerco di toccarmi rendendomi conto di non avere nessuna sensibilità al pene.
Mia sorella mi guarda con attenzione, compredendo la mia perplessità, il mio sgomento; per incoraggiarmi mi dice che non arà per sempre.
A quelle parole mi apro in un sorriso di felicità e cerco la testa di mia sorella che avvicino in un abbraccio bacciandola profondamente.
Suggellando così una intima intesa sull'utilizzo del mio cazzo.
Dopo il primo sconcertante impatto mi sto abituando a quel tribolo che in fin dei conti mi rende più femminile evitando erezioni mascoline.
In fin dei conti mi piace.
Mi eviterà di prendere in mano il mio cazzo masturbandomi come una bestia.
Sarà uno strumento utileper la mia femminillizazione.
Scambiandoci queste opinioni ed approffondendole io e mia sorella discutevamo sulla nostra femminilità.
Ma si era fatto tardi ed era arrivata l'ora di uscire per sfoggiare la nostra delicata femminilità!
Elegantissime nei nostri vestitini e sandalini; convenientemente truccate, ci avviamo per la nostra passeggiata.
Camminnando a braccetto per il viale sul lungomare riceviamo molte occhiate dai maschi che incrociavamo.
Tante teste si voltavano per guardarci.
Ci sentivamo entusiate da quella nostra esibizione e ci scambiavamo orecchio nell'orecchio come delle vere femminucce i segreti riguardanti maschi che incrociavamo.
Che frizzante e simpatica mattina passavamo.
Ci fermammo a gustare un gelato sempre osservate dagli sguardi vogliosi dei maschi a cui noi facevamo finta di nonvedere.
Tra una cucchiaiata di gelato e l'altra sorridendo, contente degli sguardi maschili ci scambiavamo segretamente i giudizi sui maschi che ci desideravano.
Immaginavamo il loro desiderio, magari i loro cazzi arrapati.
I loro sguardi erano inequivocabili; ma noi volevamo giocare e facemmo di tutto per provocare quei maschi.
Ci lasciammo andare a mosse e mossette molto femminili che sconvolgevano gli altri maschi che gustavano gelati e bibite in quel bar.
I maschi accompagnati dalle loro donne furono cattivamente ripresi dalle loro donne su cui sfolgoravano su di noi i loro sguardi di vero odio.
Sorridevamo e ridevamo da quella situazione; ci divertivamo.
Poi improvvisamente ci alzammo lasciando il bar seguite da suardi assatanati e da bocche spalancate.
A braccetto ritornammo verso casa tutte contente della nostra uscita che aveva provocato tanto copiglio.
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