Veronica, il suo culo e il cornuto felice

di
genere
bondage

Prefazione

Ci sono attese che bruciano.
Attese fatte di foto cancellate, messaggi scritti alle tre di notte, audio sussurrati con la voce rotta dalla voglia.
Due anni a immaginare la sua figa. Due anni a farmi seghe pensando al suo culo. Due anni a sentirmi dire: “Mi piaci da morire, ma sarà il destino a decidere”.

Quel giorno, il destino ha parlato. E Veronica si è presentata come una troia promessa. Con suo marito al seguito. Simone, il cornuto consenziente.

E io? Io ero pronto.



Il racconto

La Zafira grigia si è fermata davanti al mio camion. Ho mollato tutto, cuore a mille, cazzo già mezzo duro.
Mi sono avvicinato.
— Veronica…
Lei ha sorriso.
— Angelo…

Non ci siamo detti altro. Bastava guardarla.
Gonna alzata, cosce nude, nessuna mutanda. Una provocazione vivente.
Ho infilato la mano dentro come se mi appartenesse. E in effetti… mi apparteneva.
Era bagnata, calda, pulsante. La figa di Veronica non chiedeva: pretendeva. Gemiti subito, occhi chiusi, respiro che saltava. Si stava contorcendo sul sedile, le gambe si aprivano da sole.
E accanto, Simone. Calmo, con la mano sulla sua spalla, come se stesse guardando un film che conosce a memoria. Le baciava piano la guancia mentre io le facevo schizzare la figa con due dita decise e sporche.

— Sali, — ho detto.
Li ho fatti entrare nel camion come si fa con una coppia da sgozzare lentamente col piacere.

Veronica si è messa a quattro zampe da sola. Quel culo… lo aspettavo da troppo. L’ho infilato subito, senza avvertire, tutto d’un colpo.
— Cristo, sì… — ha urlato, — scopami il culo, fammi male, voglio tutto!

L’ho presa con rabbia, col fiato corto, con il cuore che batteva nelle tempie e nel cazzo.
Le sbattevo il culo come fosse una vacca da monta, e lei gridava come se la stessero esorcizzando dal peccato.
Simone guardava. Si masturbava piano, zitto.
Una scena da film porno girato in un camion. Sudore, carne, sguardi sporchi.
Veronica mi implorava:
— Vienimi dentro… fammi godere nel culo…

Ho esploso la prima volta gridando, affondato in quel culo bagnato d’olio e squirt. Lei si è voltata e mi ha leccato tutto, come una cagna fedele. Mi ha ripulito, me l’ha succhiato con la lingua in gola, mentre Simone le accarezzava la figa e le diceva:
— Sei la mia puttana… sei bellissima…

La seconda venuta è arrivata dopo che l’ho fatta squirtare strusciandole il clitoride mentre glielo reinfilavo piano nel culo. Un lago. Il materasso fradicio. Una puzza di sesso che dava alla testa.
La terza, mentre lei cavalcava il mio cazzo con la lingua in bocca a suo marito.

Avevo svuotato le palle e pure l’anima.
Veronica era tutta bagnata, spettinata, con il culo ancora aperto e rosso.



Epilogo

Mi sono acceso una sigaretta.
Li ho guardati. Simone l’aveva sulle ginocchia, la baciava mentre lei gli sussurrava qualcosa all’orecchio.
L’ho detto sottovoce, con la voce roca:
— Che troia meravigliosa…
E lui ha sorriso. Come se ne fosse orgoglioso.

Grazie, piccioncini.
Siete tornati a casa bagnati, svuotati e complici.
Io?
Io aspetto il prossimo giro. E magari… stavolta la condividiamo a quattro.
scritto il
2025-06-28
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