Angelo nel mio culo, Simone nel mio cuore

di
genere
confessioni

Prefazione

Lo desideravo da due anni.
Angelo era il mio vizio segreto. La mia deviazione. Il mio fuoco.
Con lui chattavo di notte, nuda nel letto, mentre Simone dormiva al mio fianco. Gli mandavo messaggi sporchi, foto proibite, vocali con la voce rotta dalla voglia.
Lui mi diceva che mi avrebbe presa per davvero, un giorno. Che mi avrebbe spaccata il culo, come diceva lui.

Io rispondevo che bisognava lasciar fare al caso, al destino.
Ma la verità? La verità è che aspettavo solo il momento giusto per lasciarmi scopare da quell’uomo.

E quel giorno è arrivato.



Il racconto

Appena ho visto Angelo fuori dal camion, mi si è gelato il respiro… e subito dopo mi si è bagnata la figa.
Era lui. Mi fissava. Mi è bastato sorridergli e dire:
— Ciao, Pirata…

E lui ha capito tutto.
Avevo scelto apposta quella minigonna, senza mutande, con le cosce nude in bella vista. Mi sentivo già sporca solo a pensarci. E quando ha infilato la mano tra le gambe, mi sono sciolta come burro caldo.
Le sue dita erano affamate, dirette, senza pietà. Mi contorcevo sul sedile, con Simone che mi teneva per le spalle e mi baciava piano, come se stesse benedicendo tutto.

Poi Angelo ha detto solo una parola:
— Sali.
E da lì, tutto è diventato puro istinto.

Nel camion, mi sono piegata a quattro come una troia pronta al sacrificio. Non c’è stato bisogno di chiedere, di parlare.
Me l’ha messo dritto nel culo, forte, senza pietà. E io l’ho voluto così.
— Sì, Angelo… — gli ho urlato, — scopami il culo, fammi male, fammi tua…

Sentivo le sue mani stringermi i fianchi, le sue palle sbattermi contro, il cazzo che mi apriva come avevo sognato mille notti.
Simone ci guardava. Si toccava. Ogni tanto mi sussurrava:
— Sei bellissima… la mia troia… fallo con lui, dammi tutto…

Angelo veniva dentro di me come un animale, e io squirtavo ogni volta che mi prendeva. La sua voce roca, i suoi insulti, la sua lingua sulla mia schiena… ero posseduta, usata, amata.
L’ho pulito con la bocca, lo leccavo come se fosse il mio pasto preferito. Lo guardavo mentre Simone mi accarezzava la figa e mi infilava due dita dentro, mentre il mio culo gocciolava del seme di un altro.

Ho goduto così tanto che ho perso il conto. Ho urlato, tremato, squirtato fino ad allagare il materassino.

E quando lui mi ha fatta cavalcare per l’ultima volta, l’ho fatto guardando Simone dritto negli occhi, mentre venivo con il cazzo di un altro dentro e mio marito che mi diceva:
— Sei perfetta così…



Epilogo

Alla fine ero stremata, sudata, con il trucco colato e le gambe ancora che tremavano.
Angelo ci guardava fumando, con quel sorriso sporco che avevo sognato per mesi.
— Che troia meravigliosa… — ha detto.

Simone ha stretto la mia mano. Non aveva bisogno di dire niente.

Abbiamo lasciato quel camion col culo indolenzito, il cuore leggero e la figa ancora piena.
Sapevo che non sarebbe finita lì. E dentro di me c’era una nuova certezza:

Non sarò mai più solo di uno.
E nessuno dei due lo vorrà cambiare.
scritto il
2025-06-28
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