“Salsa di passioni” - Capitolo 1
di
penna
genere
confessioni
Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com
La piccola sala della scuola di ballo, con la primavera alle porte, era per la prima volta immersa in una luce calda e tremolante. La salsa, danza caraibica, come sempre riempiva l'aria, e i corpi delle sette coppie si muovevano con passione al ritmo della musica. Loretta, una donna elegante e minuta di cinquantasei anni dai capelli biondi, ballava con qualche incertezza dettata dalla poca esperienza, tra le braccia di Carlo, un trentaseienne alto e dallo sguardo intenso, anche lui alle prime armi con questa danza. I suoi movimenti, però, erano più decisi, e Loretta si sentiva sicura ogni volta che lui la conduceva in una giravolta, chiamata dall'insegnante per provare la coreografia.
Dall’altra parte della sala, Mauro, il marito di Loretta, osservava in silenzio. Sessantadue anni, gli occhi segnati da piccole rughe e un sorriso affettuoso. Aveva accettato di iscriversi a quel corso per rendere felice sua moglie, e nonostante i suoi passi fossero davvero incerti, era felice di vederla risplendere seguendo le sue passioni. Tra i due c'era un matrimonio di oltre trent'anni, una vita agiata e nessun figlio, per scelta. E Carlo… beh, Carlo, dall'inizio del corso di salsa, aveva portato qualcosa di nuovo nei loro giovedì sera. Una leggerezza, un'energia nuova, ma anche qualcosa di più profondo. Mauro non era geloso. Al contrario, c'era un fremito in lui che non sapeva spiegare da quando sua moglie ballava con Carlo in preparazione del saggio finale.
Dopo la lezione, stanchi ma entusiasti, Mauro e Loretta per la prima volta invitarono Carlo a casa loro, con la scusa di perfezionare qualche passo e concedersi la possibilità di conoscersi meglio. Arrivati all'interno della signorile villetta singola, Mauro non esitò nel fare gli onori di casa a Carlo. Loretta, d’altro canto, ancora vestita con l'abito nero da ballo, le spalle scoperte e i tacchi ai piedi, versò un primo calice di vino e lo porse a Carlo.
«Ti sei superato oggi nella conduzione,» disse, accarezzandogli la spalla.
Mauro, nel frattempo, si era seduto sul comodo divano del salotto, osservando i due con un sorriso discreto. Aveva imparato a leggere nei gesti di sua moglie, il desiderio, e ora quel desiderio era palese. Non era solo attrazione, ma l'inizio di un nuovo gioco, un rituale che Mauro e Loretta avevano costruito insieme, lezione dopo lezione, e che li aveva portati a quel preciso momento. Un'intimità condivisa tra di loro, con Carlo al centro delle loro attenzioni, ancora per poco inconsapevole di questo.
Loretta si avvicinò ulteriormente a Carlo, sollevando di poco il calice, per un brindisi. Carlo si rivolse poi verso Mauro, che ricambiò il gesto. Mauro li osservava a distanza. Non c'era bisogno di parole. Loretta, tra un sorriso e un sorso di vino, si voltò verso il marito e gli fece un cenno. Lui annuì, con quella comprensione profonda che nasce dopo una vita insieme.
La donna appoggiò il bicchiere sul tavolo, poi si voltò verso Carlo e lo abbracciò con desiderio. Le sue mani erano gentili, ma decise, sui fianchi, e Loretta chiuse gli occhi prima di baciarlo con passione. La stanza si riempì di un silenzio denso, carico. Mauro osservava, immobile, il respiro lento, gli occhi pieni di emozione. La passione erotica tra la moglie e Carlo si stava alzando. Non c'era umiliazione, non c'era distanza: c'era fiducia, complicità, e un desiderio condiviso che aveva coinvolto anche Carlo.
Le luci soffuse della stanza rendevano ogni gesto più intimo, sensuale. Loretta, con movimenti fluidi, guidava Carlo con sicurezza alla scoperta del suo corpo, mentre Mauro rimaneva spettatore silenzioso, ma partecipe. Era come se la danza continuasse, ma con un altro ritmo, più profondo, più carnale.
Se durante la salsa era Carlo a condurla, nel sesso era Loretta la guida ai reciproci piaceri.
Quando quel rapporto caldo, intenso e avvolgente si concluse, Loretta, spoglia di ogni inibizione, si voltò di nuovo verso il marito. Si avvicinò accanto a lui e gli accarezzò il viso.
«Grazie,» sussurrò. «Per questo sesso.»
E in quel silenzio, tra i tre respiri che si intrecciavano, si compì qualcosa di raro: un amore maturo, che non aveva paura di esplorare, di cambiare forma, pur rimanendo profondo e vero.
Mauro le prese la mano, la baciò e sorrise.
«Vederci felici… è tutto ciò che voglio.»
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com
La piccola sala della scuola di ballo, con la primavera alle porte, era per la prima volta immersa in una luce calda e tremolante. La salsa, danza caraibica, come sempre riempiva l'aria, e i corpi delle sette coppie si muovevano con passione al ritmo della musica. Loretta, una donna elegante e minuta di cinquantasei anni dai capelli biondi, ballava con qualche incertezza dettata dalla poca esperienza, tra le braccia di Carlo, un trentaseienne alto e dallo sguardo intenso, anche lui alle prime armi con questa danza. I suoi movimenti, però, erano più decisi, e Loretta si sentiva sicura ogni volta che lui la conduceva in una giravolta, chiamata dall'insegnante per provare la coreografia.
Dall’altra parte della sala, Mauro, il marito di Loretta, osservava in silenzio. Sessantadue anni, gli occhi segnati da piccole rughe e un sorriso affettuoso. Aveva accettato di iscriversi a quel corso per rendere felice sua moglie, e nonostante i suoi passi fossero davvero incerti, era felice di vederla risplendere seguendo le sue passioni. Tra i due c'era un matrimonio di oltre trent'anni, una vita agiata e nessun figlio, per scelta. E Carlo… beh, Carlo, dall'inizio del corso di salsa, aveva portato qualcosa di nuovo nei loro giovedì sera. Una leggerezza, un'energia nuova, ma anche qualcosa di più profondo. Mauro non era geloso. Al contrario, c'era un fremito in lui che non sapeva spiegare da quando sua moglie ballava con Carlo in preparazione del saggio finale.
Dopo la lezione, stanchi ma entusiasti, Mauro e Loretta per la prima volta invitarono Carlo a casa loro, con la scusa di perfezionare qualche passo e concedersi la possibilità di conoscersi meglio. Arrivati all'interno della signorile villetta singola, Mauro non esitò nel fare gli onori di casa a Carlo. Loretta, d’altro canto, ancora vestita con l'abito nero da ballo, le spalle scoperte e i tacchi ai piedi, versò un primo calice di vino e lo porse a Carlo.
«Ti sei superato oggi nella conduzione,» disse, accarezzandogli la spalla.
Mauro, nel frattempo, si era seduto sul comodo divano del salotto, osservando i due con un sorriso discreto. Aveva imparato a leggere nei gesti di sua moglie, il desiderio, e ora quel desiderio era palese. Non era solo attrazione, ma l'inizio di un nuovo gioco, un rituale che Mauro e Loretta avevano costruito insieme, lezione dopo lezione, e che li aveva portati a quel preciso momento. Un'intimità condivisa tra di loro, con Carlo al centro delle loro attenzioni, ancora per poco inconsapevole di questo.
Loretta si avvicinò ulteriormente a Carlo, sollevando di poco il calice, per un brindisi. Carlo si rivolse poi verso Mauro, che ricambiò il gesto. Mauro li osservava a distanza. Non c'era bisogno di parole. Loretta, tra un sorriso e un sorso di vino, si voltò verso il marito e gli fece un cenno. Lui annuì, con quella comprensione profonda che nasce dopo una vita insieme.
La donna appoggiò il bicchiere sul tavolo, poi si voltò verso Carlo e lo abbracciò con desiderio. Le sue mani erano gentili, ma decise, sui fianchi, e Loretta chiuse gli occhi prima di baciarlo con passione. La stanza si riempì di un silenzio denso, carico. Mauro osservava, immobile, il respiro lento, gli occhi pieni di emozione. La passione erotica tra la moglie e Carlo si stava alzando. Non c'era umiliazione, non c'era distanza: c'era fiducia, complicità, e un desiderio condiviso che aveva coinvolto anche Carlo.
Le luci soffuse della stanza rendevano ogni gesto più intimo, sensuale. Loretta, con movimenti fluidi, guidava Carlo con sicurezza alla scoperta del suo corpo, mentre Mauro rimaneva spettatore silenzioso, ma partecipe. Era come se la danza continuasse, ma con un altro ritmo, più profondo, più carnale.
Se durante la salsa era Carlo a condurla, nel sesso era Loretta la guida ai reciproci piaceri.
Quando quel rapporto caldo, intenso e avvolgente si concluse, Loretta, spoglia di ogni inibizione, si voltò di nuovo verso il marito. Si avvicinò accanto a lui e gli accarezzò il viso.
«Grazie,» sussurrò. «Per questo sesso.»
E in quel silenzio, tra i tre respiri che si intrecciavano, si compì qualcosa di raro: un amore maturo, che non aveva paura di esplorare, di cambiare forma, pur rimanendo profondo e vero.
Mauro le prese la mano, la baciò e sorrise.
«Vederci felici… è tutto ciò che voglio.»
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