Sorelle K
di
AngelicaBellaWriter
genere
dominazione
Milano, ore 3.07.
La città là sotto dorme o si masturba, ma qui, al trentunesimo piano, le sorelle Kruger si stanno facendo leccare la figa da uno stesso uomo, in ginocchio su un tappeto persiano da quarantamila euro.
Katia è distesa sul divano Roche Bobois con una gamba sollevata sulla spalla del tipo. Indossa solo un collare in pelle Hermes e il rossetto sbavato. Kassandra, appoggiata al bracciolo, ha appena finito di farsi una riga di cocaina con una carta di credito del padre. Respira forte, le narici tremano, il seno si solleva. La seta della vestaglia Dior è già scivolata a terra.
— Leccala bene, stronzetto — dice Katia, spingendo la testa di lui con il tacco Louboutin, sporco di champagne e saliva.
— E dopo tocca a me — sussurra Kassandra, con la voce impastata e un sorriso da porcellina viziata.
Il tipo geme, ci prova, ma si vede che è stanco. È la quarta ora che le serve. Lo hanno trovato in un club privé in zona Brera, lo hanno portato su con un Uber Black e gli hanno detto: «Se scopi male, ti buttiamo giù dal balcone. Se scopi bene, ti paghiamo.»
Sul tavolo in marmo c’è una candela accesa, un paio di plug gioiello, un flacone di lubrificante alla vaniglia e una foto del padre, l’avvocato Corrado Kruger, sorridente in toga nera accanto a un ministro. Katia la guarda e scoppia a ridere.
— Sai, papà direbbe che siamo delle perversioni della giustizia divina.
Kassandra si inginocchia dietro il tipo e lo penetra con un dildo dorato a forma di serpente.
— Papà dovrebbe farsi fottere in Parlamento — risponde.
Gemiti. Schiaffi. Lamenti. Il parquet assorbe. L’attico non giudica. Le pareti insonorizzate sono state fatte apposta per contenere l’inferno.
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