Paola, suo genero e.. 4
di
AngelicaBellaWriter
genere
incesti
4. Roberta se ne va. Un trasferimento improvviso, una promozione che non poteva rifiutare. Mi abbraccia sulla porta, mi sorride, ma nei suoi occhi c'è un’ombra. Forse sa che è sostituibile.
Resto con Marco e Chiara. Ma Chiara ha un problema. Non può più permettersi l’affitto da sola, e io non mi faccio pregare.
«Vieni a vivere qui. C’è spazio.»
Spazio, sì. Tre camere da letto, ma ne usiamo una sola.
La prima notte in tre è una danza sfrenata. Marco ci prende entrambe, una sull’altra, la mia bocca che divora i seni di Chiara, le sue mani che mi stringono, i suoi gemiti soffocati sul cuscino. Marco ci scopa come animali, il suo cazzo che ci riempie, i suoi grugniti che mi fanno tremare.
«Guardati, Paola... sei una vecchia troia, ma non ti basta mai, eh?» ansima, spingendo sempre più forte.
Io sorrido, mi lascio andare, mi avvinghio a Chiara, la mia lingua che gioca con la sua.
«Non mi basta... non mi basta mai...»
Chiara geme, la sua schiena che si inarca, il corpo che si stringe contro di me. Marco la prende da dietro, le sue mani che le afferrano i capelli, la sua bocca che la morde.
Io la guardo, la bacio, le mie dita che giocano con il suo clitoride.
«Ti piace, eh? Ti piace essere scopata come una puttanella?»
«Sì... sì, Paola...» geme, il suo viso arrossato, i suoi occhi che mi supplicano.
Marco spinge, sempre più forte, e io le afferro i capelli, la mia bocca che la divora.
Quando viene, la sua voce è un urlo soffocato, e io mi lascio andare, il piacere che mi attraversa come un fiume.
Ma Marco non si ferma. Si gira verso di me, mi prende, mi solleva, il suo cazzo che mi riempie, le sue mani che stringono i miei fianchi.
«Lo vuoi, vero? Vuoi essere scopata ancora?»
«Sì... sì, Marco... fammi tua...»
E lui mi sbatte, le sue spinte che mi scuotono, il letto che cigola, i nostri corpi che si scontrano.
Chiara si riprende, si inginocchia accanto a noi, la sua bocca che cerca il mio seno, la sua lingua che gioca, le sue dita che scivolano tra le mie cosce.
Siamo tre corpi intrecciati, sudati, affamati. Non c'è fine, non c'è tregua.
La nostra vita diventa un vortice di pelle, di gemiti, di sussurri osceni.
La mattina Marco va al lavoro, e io resto a casa con Chiara. Ma il desiderio non si spegne mai. Lei mi raggiunge in cucina, il suo corpo nudo sotto la vestaglia, mi bacia il collo, mi stringe.
«Paola... voglio ancora...»
E io la spingo contro il bancone, la mia bocca che scivola sul suo collo, le mie dita che la trovano già bagnata.
«Te lo sei cercato...» le sussurro.
E lì, tra i piatti sporchi e le tazze del caffè, la faccio gemere ancora.
Quando Marco torna, ci trova sempre insieme, avvinghiate, sudate, e non perde tempo. Si spoglia, si unisce a noi, e la casa si riempie dei nostri gemiti, delle nostre urla.
Il letto diventa il nostro regno, ma non ci basta. Lo facciamo in salotto, in cucina, perfino sul tavolo della terrazza, con il sole che ci accarezza la pelle.
Chiara si lascia prendere, si lascia usare. A volte mi guarda, mi supplica.
«Paola... sculacciami... fammi male...»
E io non mi faccio pregare. La piego sul letto, la mia mano che colpisce, il rosso che fiorisce sulla sua pelle.
Marco guarda, si tocca, eccitato. Poi si avvicina, mi spinge di lato, il suo cazzo che affonda in Chiara, le sue spinte che la fanno urlare.
Io mi inginocchio davanti a loro, la mia lingua che le accarezza il seno, la mia mano che stringe il collo di Marco.
«Siete due animali...» sussurro.
«E tu sei la nostra padrona...» geme Chiara, il suo corpo che si tende, che trema.
E così viviamo. Tre corpi in una sola stanza. Tre desideri che non si placano mai.
Resto con Marco e Chiara. Ma Chiara ha un problema. Non può più permettersi l’affitto da sola, e io non mi faccio pregare.
«Vieni a vivere qui. C’è spazio.»
Spazio, sì. Tre camere da letto, ma ne usiamo una sola.
La prima notte in tre è una danza sfrenata. Marco ci prende entrambe, una sull’altra, la mia bocca che divora i seni di Chiara, le sue mani che mi stringono, i suoi gemiti soffocati sul cuscino. Marco ci scopa come animali, il suo cazzo che ci riempie, i suoi grugniti che mi fanno tremare.
«Guardati, Paola... sei una vecchia troia, ma non ti basta mai, eh?» ansima, spingendo sempre più forte.
Io sorrido, mi lascio andare, mi avvinghio a Chiara, la mia lingua che gioca con la sua.
«Non mi basta... non mi basta mai...»
Chiara geme, la sua schiena che si inarca, il corpo che si stringe contro di me. Marco la prende da dietro, le sue mani che le afferrano i capelli, la sua bocca che la morde.
Io la guardo, la bacio, le mie dita che giocano con il suo clitoride.
«Ti piace, eh? Ti piace essere scopata come una puttanella?»
«Sì... sì, Paola...» geme, il suo viso arrossato, i suoi occhi che mi supplicano.
Marco spinge, sempre più forte, e io le afferro i capelli, la mia bocca che la divora.
Quando viene, la sua voce è un urlo soffocato, e io mi lascio andare, il piacere che mi attraversa come un fiume.
Ma Marco non si ferma. Si gira verso di me, mi prende, mi solleva, il suo cazzo che mi riempie, le sue mani che stringono i miei fianchi.
«Lo vuoi, vero? Vuoi essere scopata ancora?»
«Sì... sì, Marco... fammi tua...»
E lui mi sbatte, le sue spinte che mi scuotono, il letto che cigola, i nostri corpi che si scontrano.
Chiara si riprende, si inginocchia accanto a noi, la sua bocca che cerca il mio seno, la sua lingua che gioca, le sue dita che scivolano tra le mie cosce.
Siamo tre corpi intrecciati, sudati, affamati. Non c'è fine, non c'è tregua.
La nostra vita diventa un vortice di pelle, di gemiti, di sussurri osceni.
La mattina Marco va al lavoro, e io resto a casa con Chiara. Ma il desiderio non si spegne mai. Lei mi raggiunge in cucina, il suo corpo nudo sotto la vestaglia, mi bacia il collo, mi stringe.
«Paola... voglio ancora...»
E io la spingo contro il bancone, la mia bocca che scivola sul suo collo, le mie dita che la trovano già bagnata.
«Te lo sei cercato...» le sussurro.
E lì, tra i piatti sporchi e le tazze del caffè, la faccio gemere ancora.
Quando Marco torna, ci trova sempre insieme, avvinghiate, sudate, e non perde tempo. Si spoglia, si unisce a noi, e la casa si riempie dei nostri gemiti, delle nostre urla.
Il letto diventa il nostro regno, ma non ci basta. Lo facciamo in salotto, in cucina, perfino sul tavolo della terrazza, con il sole che ci accarezza la pelle.
Chiara si lascia prendere, si lascia usare. A volte mi guarda, mi supplica.
«Paola... sculacciami... fammi male...»
E io non mi faccio pregare. La piego sul letto, la mia mano che colpisce, il rosso che fiorisce sulla sua pelle.
Marco guarda, si tocca, eccitato. Poi si avvicina, mi spinge di lato, il suo cazzo che affonda in Chiara, le sue spinte che la fanno urlare.
Io mi inginocchio davanti a loro, la mia lingua che le accarezza il seno, la mia mano che stringe il collo di Marco.
«Siete due animali...» sussurro.
«E tu sei la nostra padrona...» geme Chiara, il suo corpo che si tende, che trema.
E così viviamo. Tre corpi in una sola stanza. Tre desideri che non si placano mai.
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