La casa gotica delle porte chiuse - 2

di
genere
dominazione

Seconda stanza – La lingua della pelle
Marcello entra e sente subito l’aria cambiare. È più densa. Non calda, non fredda. Solo carica. Come se ogni molecola stesse aspettando che qualcosa accadesse. La stanza è scura, tranne per un alone di luce sul centro: una sedia. Non un letto. Non un divano. Una sedia con braccioli larghi, di legno chiaro, ruvido.
Lucia è già lì. Nuda. Bendata.
Come prima, ma diversa.
Più ferma. Più potente.
Non più visione: ora è presenza.
«Siediti.»
La voce non chiede. Ordina.
Marcello lo fa.
La pelle del legno è viva, graffia appena le cosce. I braccioli sono freddi.
Lucia prende due fasce nere. Le lega ai polsi. Strette. Ma non troppo.
Quanto basta a farlo suo.
Poi gli benda gli occhi. Ora è cieco. Nudo. Immobilizzato.
E vulnerabile come una confessione a gambe aperte.
«Adesso ascolta. Con la pelle. Ogni cosa che ti farò… sarà una parola. Ma se non capirai la frase, non verrai.»
Il primo tocco è un soffio. Sotto il mento.
Poi saliva. Una goccia. Sottile. Che scende giù, fino al petto.
Marcello si tende. Il cazzo pulsa, ma non si alza ancora.
Lei ride piano. «Non è tempo di alzarsi. Prima devi cadere.»
Lo lecca. Sotto l’ascella. Solo una volta.
Poi lo morde sulla clavicola. Non forte.
Ma quanto basta a marchiarlo.
«Sai cosa mi faceva più godere, quando mi guardavi scoparmi con le parole? Che tu credevi di condurmi. Ma ero io a decidere quando farti venire. E ora… lo deciderò di nuovo.»
Si inginocchia. Senza parlare. Il suo fiato avvolge il cazzo. Ma non lo prende.
Gli soffia sopra, gli lecca le cosce, lo punta col naso.
Lo sfiora con il pube bagnato, senza toccarlo. Il cazzo di Marcello pulsa, vibra, urla muto.
Poi lo prende.
Tutto.
In un colpo solo. Fino in fondo.
Senza preavviso. Senza ritmo. Solo abisso.
Marcello geme, si tende, lotta con le fasce.
Lei lo stringe con la gola. Lo lascia uscire.
Lo bacia sulla punta.
E poi… si ferma.
«Se vuoi venire,» gli sussurra mentre si alza e gli siede in grembo, senza infilarlo, «devi chiedermelo con la pelle. Dimmi che sei mio. Con il cazzo. Con il sudore. Con il tremore.»
Marcello spinge il bacino, ma lei non si muove.
L’umidità della sua figa scivola sulla pancia di lui.
Calda. Aperta. Inafferrabile.
E allora Marcello capisce: non deve parlare.
Si arrende. Respira forte.
Offre il corpo, il cuore, il cazzo.
Lascia che lei lo usi.
Lucia lo prende. Lenta. Una discesa completa.
Un gesto che non è sesso, è scrittura.
E mentre affonda su di lui, lo guarda pur senza vedere.
Le mani sul suo petto. Il respiro che si spezza. Il corpo che si apre.
E poi…
Marcello viene.
Non per piacere. Perché ha capito.

Marcello è appena venuto.
Ma non è svuotato. È pieno.
Come se dentro di lui si fosse acceso qualcosa che il corpo, da solo, non può contenere.
Lucia è ancora lì, seduta su di lui. Ma non si muove. Non ondeggia. Non scivola.
Resta.
Il cazzo ammorbidito è ancora dentro, ancora caldo.
Avvolto dalle sue pareti che non stringono, non premono.
Contengono.
Come se lo accogliessero anche quando non serve più.
Marcello sente il fiato di lei sul collo. Più lento. Più reale. Più umano.
Lei parla. Ma non con la voce. Con le dita che lo accarezzano piano sul petto, seguendo i cerchi del suo respiro.
Con la fronte appoggiata alla sua, come se stesse ascoltando i pensieri che lui non dice.
Poi si solleva di poco. Il cazzo gli scivola fuori. Un suono umido. Dolce. Intimo come un addio che non sa se è per sempre.
Lucia resta in ginocchio davanti a lui. Gli apre le gambe. Lo guarda, anche se ha ancora la benda sugli occhi.
E con due dita raccoglie quel che resta di lui.
Lo porta alla bocca. Lo assaggia. Poi lo spalma lentamente sul petto di Marcello.
Un gesto antico, primitivo. Come se lo segnasse. Come se dicesse: questo è mio. Questo sei tu, adesso.
«Ora sì,» mormora. «Ora puoi desiderarmi davvero.»

E in quel momento, Marcello capisce che non ha mai desiderato così.
Non una donna. Non un corpo. Ma la resa che lei gli ha concesso.
[a.marcellocallisto@gmail.com]
scritto il
2025-05-19
3 8 1
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.