Luca ed Elisa 20' Capitolo

di
genere
incesti

Maria si stava preparando per passare la serata con suo figlio a cena da soli, visto che Francesca, l’altra figlia era uscita con la compagnia e doveva rientrare in tarda serata.
Aveva indossato i tacchi a spillo, le autoreggenti, un vestito nero che terminava con una mini molto aderente che copriva, una volta seduta solo il bordo delle autoreggenti.
Il vestito non aveva spalline, ma teneva le spalle scoperte.
Aveva un reggiseno che sosteneva bene il seno da sotto, ma senza coprirlo del tutto.
Il vestito era sufficientemente stretto da fare da supporto ad un davanzale mediamente prosperoso, ben sostenuto.
Marco si era vestito con un jeans attillato e una camicia molto bella ed aderente che metteva in rilievo il suo bel fisico.
Una cinquantenne ben tirata con un ragazzo neanche trentenne, nessuno avrebbe pensato a madre e figlio ma a qualcos’altro.
Maria ad un vestito così aveva aggiunto una bella acconciatura.
Al ristorante Maria, decise di affrontare un discorso che non aveva mai avuto il coraggio di affrontare bene.
Maria: “Ascolta Marco, quando è iniziata la storia tra te e tua sorella?”
Marco: “Sai che io e Francesca facciamo sesso?”
Maria: “Si lo so e vi ho visto.”
Marco: “Quando te ne sei accorta?”
Maria: “Vi ho visto un giorno al mare, mentre scopavate nel camerino e vi ho visto a casa mentre scopavate a letto.”
Marco: “Come ti sei sentita?”
Maria: “Ho provato molti sentimenti contrastanti, non sapevo che fare, ma in realtà il sentimento più forte è stata la gelosia, nel vedere mia figlia farsi scopare da un maschio come te.”
Marco: “Che maschio sono?”
Maria: “Hai meno di 30 anni però sei deciso, sei bello, alto, muscoloso, forte, quando scopi si vede che ti piace farla godere la donna e far si che lei si trasformi in una preda per te. Hai un cazzo che ogni donna desidererebbe avere in bocca.”
Marco: “Tu volevi che succedesse ciò che è successo tra me e te o no?”
Maria: “Volevo capire veramente quanto lo avevi grosso e lungo, ma quando mi hai presa e posseduta, quando mi trattenevi con la forza, il mio corpo diceva di lasciarti fare.”
Marco: “Mi devo sentire un porco, un pervertito?”
Maria: “Come ti senti tu?”
Marco: “Io sono un uomo e onestamente ragiono molte volte con il cazzo. Devo dire che molte ti ho pensata sessualmente.”
Maria: “Cosa ha fatto scattare il tutto tra te e tua sorella?”
Marco: “Mentre eravamo in ferie al mare abbiamo scoperto, che un fratello e una sorella facevano sesso veramente, io ho cominciato a desiderare Francesca finchè l’ho posseduta, e poi ancora e ancora, tanto che a lei è piaciuto.”
Maria: “Io non voglio che ti scopi tua sorella. Ha diritto di conoscere l’amore ed il sesso nella maniera giusta e poi il tuo cazzo è grosso.”
Maria era seduta di lato sul tavolo rispetto a Marco e non davanti come di solito succede, così con una mano Marco, coperto dalla tovaglia salì tra le cosce della mamma e raggiunse le mutandine, accarezzandole le cosce.
Marco: “Non devo scopare Francesca, quindi queste calze autoreggenti sono per me?”
Maria: “I reggicalze e il perizoma li ho messi perchè non voglio che scopi Francesca.”
Marco: “Sai che se mi piacciono le cose poi me ne innamoro.”
Maria: “Spero che tu sia già innamorato di mamma.”
Cenarono e poi andarono a fare una passeggiata, allungando la strada prima di ritornare a casa.
Ad un certo punto Marco fermò la mamma e la appoggiò al parapetto di un ponte, la prese dai fianchi e la baciò.
Mentre lui la stringeva dai fianchi, lei si era attaccata ai suoi bicipiti, mentre la lingua di lui si avvolgeva a quella di lei.
Si baciavano a labbra attaccate, come se fossero fidanzati da una vita.
Si staccavano e riattacavano erano affamati.
Ma Maria, di più che lo stringeva a lei e cercava di entrare con la lingua il più possibile dentro la bocca del figlio.
Maria: “Ti voglio Marco, ti voglio portami a casa.”
Marco: “Sei sicura mamma?”
Maria: “Portami a casa, portami a casa.”
Andarono a casa, con calma, in silenzio, nessuno aveva il coraggio di dire niente, perchè sapevano quello che sarebbe successo.
Maria sapeva che il figlio l’avrebbe spogliata e scopata, sapeva che avendolo caricato così non poteva chiedergli di fermarsi o pensare a ciò che faceva, sapeva che il grosso pene del figlio l’avrebbe pompata per bene, sapeva anche avrebbe potuto restare incinta del figlio.
Arrivati a casa, fu Marco che senza tanti preamboli o presentazioni, fece capire alla mamma come doveva andare la serata, perchè la portò in camera da letto e si mise davanti a lei che lo guardava in silenzio deglutendo e mordendo le labbra.
Lui si spogliò per primo, davanti a lei completamente.
Una volta nudo, manifestò il fatto che aveva il pene quasi perfettamente duro.
Era più alto di lei, muscoloso, era forte.
Lei respirava tanto profondamente che il petto si vedeva alzarsi e abbassarsi.
Senza toccarla la baciò ancora, lei cercò di abbracciarlo, ma lui la fermò e le abbassò le mani.
Poi prese il vestito e cominciò a farlo scendere, sempre baciandola, con la lingua.
Poi quando il vestito scivolò per terra, lui si mise a succhiarle il collo e le spalle, lei senti le mani di lui entrare nel perizoma e farlo scendere.
Lei aveva il pene di lui appoggiato all’addome dritto in su, come se sentisse la misura di quanto sarebbe entrato.
Con una spinta lui la fece distendere, la prese e la portò a bordo letto e le piegò le gambe verso il torace.
Aveva ancora le autoreggenti.
Tutto il perineo era a disposizione del figlio a bordo letto, e con disinvoltura era lei che teneva le gambe piegate e aperte per capire cosa volesse fare il figlio.
Era li distesa, con il pene di lui durissimo.
Marco si inginocchiò e cominciò a leccarle la vagina.
Maria: “Aaaaaaaaaaaa …………..aaaaaaaaaaaaaaaaa…………. Marco cosa mi hai fatto ……………. mi hai reso la tua puttana ……………. sono ancora tua madre? ………….mmmmmmmm ………………mmmmmmmmm che lingua che hai, che bravo.”
Marco l’aveva presa dai fianchi, ma con le mani cominciò a salire prendendole con forza i seni e stringendoli.
Maria: “Aaaaaaaaaaaa …………… aaaaaaaaaaaa ……………… i seni che ti hanno allattato, ora sono tra le tue mani, i capezzoli sono duri perchè vogliono le tue labbra …………….”
Maria si irrigidì e cominciò a muovere il pube, finchè Marco senti la bocca piena degli umori di mamma.
Maria: “aaaaaaaaaaaaaaaaaaa ……….. Marco che fai ……………….. aaaaaaaaaaa ……………… ti amo Marco ti amo Marco …………………”
Marco con tutte e due le mani aprì delicatamente le grandi labbra della mamma, ma molto delicatamente e leccò colmo intensamente, tanto che si trovò la bocca completamente appoggiata alla vagina della mamma e con la lingua cercava di penetrarla.
Maria: “Marco, Marco, Marco cosa mi fai.”
Stringeva le lenzuola con le mani, ma non per il dolore, ma perchè la testa le diceva di farlo smettere, ma la figa no.
La mamma si irrigidì ancora e esplose per la seconda volta.
Marco si sollevò, Maria era ansimante e bagnatissima.
Lui prese il pene e lo puntò sulla vagina dalla mamma, entrò qualche centimetro, lei fece per andare indietro verso il centro del letto, ma lui la fermò.
Mentre in ginocchio le spingeva il pene dentro e fuori le tolse le calze autoreggenti, ovviamente entrando sempre di più, finchè alla fine si trovava che quando spingeva il cazzo le era tutto dentro.
Quando si fermò tutto dentro, Maria percepì che il figlio era pronto per riempirla, si guardarono negli occhi.
Lui velocemente senza farle male lo estrasse, le spostò le gambe, le andò all’altezza del viso, mamma si sollevò con i gomiti, lui glielo mise in bocca ed esplose dentro la sua bocca.
Lui rimase fermo, lei lo succhiò per bene bevendo tutto il seme del figlio.
Marco: “Adesso, durerò di più, ma questa volta mamma non mi fermerò.”
Ritornò in mezzo alle sue gambe, la penetrò e questa volta mettendosi sopra di lei, baciandola, succhiandole le tette, mordendole il collo la scopò per bene.
Maria si attaccava alle lenzuola, alle braccia di lui, alla testa, al torace, ma lui la stava montando per bene.
Le sue tette danzavano con i colpi che gli dava, anche quando lui li prendeva con la bocca e li succhiava.
Quando la penetrò completamente e si fermò dentro di lei. …………..
Maria: “No, Marco no, dai non voglio rimanere incinta di te, non voglio non ……………..”
Marco la baciò profondamente ed intensamente e con un altro paio di colpi forti sentì il suo addome riempirsi.
Mosse il pube in varie direzioni, ma niente ormai era li preda di suo figlio.
Lo sapeva che sarebbe successo.
Marco mentre la baciava con una mano scorreva dal collo, sul seno palpandolo, sull’addome accarezzandolo fino al pube.
Poi prese la mano destra della mamma la portò a cingere il cazzo, prese la sinistra e fece lo stesso, e sollevandosi un pò fece uscire quasi tutto il pene, per poi farlo rientrare lentamente più volte.
Tenendo le mani della mamma sul pene per farle sentire la lunghezza che entrava dentro e poi ancora, così con le mani che tenevano il pene del figlio conficcato dentro di lei, sentì una nuova onda calda innondarla.
Marco: “Cazzo quanto sei troia mamma, quanto ti ci metti.”
lei staccò le mani dal pene lui si attaccò al collo di lei per succhiarlo e baciarlo scopandola un altro pò.
Poi si tolse da lei e la lasciò libera a letto, stendendosi vicino a lei.
Maria: “Basta ……….. scopare ………… tua …………. sorella.”

CARISSIMI AMICI, GRAZIE PER AVER LETTO IL MIO RACCONTO.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO.

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“300 MILIONI: SOCIETA’ PASSIONE INTRIGHI”.
In questa storia completamente inventata, un ragazzo si trova a dover riscrivere la sua vita.
Riuscirà a dissolvere tutti i problemi che gli si presenteranno davanti?
Saranno i loro amici a crearli o altri?
Manterrà integra la sua persona?
Dovrà fare scelte forti?
Voi come reagireste davanti ai suoi problemi?
I miei amici come mi vedrebbero se mi comportassi così?

BUONA LETTURA
scritto il
2024-08-25
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