Lo schiavo Isauro - Parte 4
di
Ottobre Rosso 66
genere
dominazione
Lo schiavo è davanti la porta della camera di Daren. Bussa e dopo qualche secondo si sente dire: “Chi è? Avanti!”
Isauro risponde: “Sono io padroncino...lo schiavo di vostra madre...”.
Non ottiene nessuna risposta, quindi, con cautela, entra ugualmente. La stanza è in penombra e si sente ansimare. E' Daren. steso a letto a pancia in su che si sta masturbando. E' nudo con gli slip abbassati sulle ginocchia, con una mano tiene in mano il cellulare, da dove sta guardando un video porno, è con l'altra si sega velocemente il cazzo. C'è l'ha lungo e scappellato, degno erede del padre! Appena si vede lo schiavo davanti, toglie la mano dal pisello e gli ordina: “Continua tu!!...muoviti...fammi godere!”
Isauro: “Si padroncino!”. Poi si inginocchia accanto al letto, afferra il cazzo e riprende la sega da dove l'aveva lasciata Daren che così si può dedicare meglio a guardare il porno sul cellulare.
Daren, mentre viene masturbato dallo schiavo, ansima di piacere, alternando dei “Oh si...bravo bravo...così...così...che bello...che bello...oh dai!”
Isauro aumenta gradualmente la velocità della sega e dopo un po' quel cazzo lungo e duro come la pietra esplode in una sborrata tipo geyser, mentre Daren esclama: “Oh diodio che immensa goduria...bellissimo!”, che gli schizzi di sborra arrivano fino al lampadario.
Poi, dopo che si è ripreso, dice allo lo schiavo, mentre lo sta asciugando con delle salviettine: “Isauro...fammi vedere il tuo cazzo...voglio vedere come ce l'avete voi bianchi...dai!”
Isauro subito alza la tunica, abbassa la mutanda e glielo fa vedere. Daren, a quel punto, prima glielo accarezza, poi glielo prende in mano, lo sega un po' fino a che diventa teso e duro e a quel punto esclama: “Eh non c'è male...certo noi neri ce lo abbiamo più grosso...ma devo dite il tuo non è male...comunque lo voglio in bocca...”
Quindi si siede sul letto, lo schiavo sta dritto e fermo in piedi in mezzo alle sue gambe aperte che si tiene la tunica alzata, gli avvicina la bocca e inizia a leccare la cappella sgusciata. Dopo un po', leccate pure le palle, parte a pompare aiutandosi con una mano.
Daren succhia e lecca il cazzo dello schiavo con avidità per qualche minuto, fino a procurargli una sborrata che ingoia tutta, succhiandosi anche le dita.
Poi rilassandosi sul letto e mentre Isauro si ricompone, dice: “Che risveglio fantastico stamattina...come vedi io sono maschio e femmina nello stesso tempo...e credo proprio che con te mi divertirò parecchio, certo...sempre mamma permettendo! Adesso...prima che torni da lei... vammi a prendere un caffè...sbrigati!”
Uscito dalla camera di Daren, Isauro veloce sta per scendere le scale che conducono alla zona giorno della casa, quando si imbatte nella bella Yovina in camicia da notte semitrasparente che sta uscendo dal bagno, che come lo vede esclama: “Isaurooooo!! Che bello amore mio...qui sei!!??”.
Lo abbraccia forte, lo riempie di baci, bocca compresa, lo prende per mano e poi gli ordina: “Vieni in camera mia...dai!”
Isauro in forte imbarazzo, perchè deve portare il caffè al fratello e soprattutto perchè deve tornare dalla legittima proprietaria, sua madre, gli risponde: “Veramente padroncina adesso non posso...mi aspetta vostra madre per la colazione e vostro fratello mi ha ordinato di portargli subito un caffè...vi prego umilmente di perdonarmi se non vi obbedisco...”
Yovina a quel punto, con fare deciso, si affaccia dalla tromba della scala e avverte ad alta voce la madre che ha bisogno dello schiavo per un po e poi al fratello di scendere sotto per il caffè.
Poi prende Isauro per la mano e veloce se lo porta in camera. Arrivati li, gli toglie di forza la tunica, gli abbassa la mutanda, gli prende il cazzo in mano, ma è floscio e gli dice: “Oh che succede? Non ti piaccio proprio amore mio?”
Isauro: “oh no padroncina...siete bellissima e desiderabilissima...è che sono stato usato da vostro fratello poco fa...”
Yovina: “Ah ecco...va bè...ci penso io a fartelo tornare duro...ho una voglia di te, amore mio...ma una voglia, che non si può capire...non ci ho dormito stanotte, ancora penso a ieri sera come ti sei occupato dei miei piedi...mi sono pure toccata pensando a te”.
Quindi inzia a masturbarlo dolcemente, poi si avvicina al ragazzo e lo bacia in bocca. Ma Isauro si tira subito indietro e gli fa: “Oh no...padroncina...io sono uno schiavo, non posso baciarvi in bocca...quando mi hanno addestrato mi raccomandavano che il bacio in bocca è da uomini e donne libere, non da schiavi...anzi lo schiavo che osa baciare in bocca i padroni viene punito con cinquanta frustate...”
Yovina, con un sorriso beffardo: “Si...ma non te l'hanno detto anche che la volontà della tua padrona è suprema? Che può farti fare quello che vuole? Qualunque cosa? Che la tua vita gli appartiene?...e che quindi se voglio che mi baci i bocca, tu lo fai altrimenti le cinquanta frustate te le do io?”
Isauro: “Si padroncina...se questa è la vostra volontà...ma vi prego che non lo sappia vostra madre o per me sono guai grossi...”
Yovina, determinata: “Vieni qua!...”. Si spoglia, gli salta addosso e lo bacia ancora più profondamente di prima.
I due, dunque, si mettono a scopare sul letto, con lei sopra lui a cavalcare a smorzacandela. Quando la ragazza sente che lo schiavo sta per venire, subito sostituisce la fica con la bocca e si fa spruzzare la sborra dentro. Poi, siccome ancora non ha raggiunto l'orgasmo, ordina allo schiavo di leccarle la fica. Isauro esegue e la fa venire.
Poi mentre si ricompongono, Yovina dice: “Ma perchè sei uno schiavo?...perchè?...io ti vorrei come mio ragazzo, sei bellissimo e io sono pazza di te...invece ti devo usare solo come schiavo!...e devo stare pure attenta che non mi metti incinta o sono guai pesanti per te...”
Gli schiavi a Muricio, infatti, sono oggetti e non soggetti per sempre. Non possono mai tornare liberi e anche se nella remota ipotesi che una padrona gli restituisca la libertà, l'ex schiavo non sarà mai uguale ad un uomo libero. Avrà sempre il marchio di schiavo, non potrà avere una casa o qualunque altra proprietà e non potrà mai sposare una donna libera, ma nemmeno un ex schiava in quanto di schiave non ne esistono, la schiavitù colpisce solo i maschi. Muricio è una società matriarcale. Riguardo le gravidanze, infine, se uno schiavo mette incinta la propria padrona, peggio ancora la figlia della padrona, se scoperto viene punito a bastonate e poi abbandonato nel “recinto”, che è un luogo del sud dell'isola, tra la foresta, dove vengono scaricati tutti gli schiavi che diventano inutili, come gli anziani o i malati, o gli indegni, appunto, che vengono usati come schiavi pubblici per i lavori più pesanti e degradanti nei villaggi, come la nettezza urbana, lo spurgo di fogne, la manutenzione delle strade.
Finito di scopare, Yovina e lo schiavo scendono in sala da pranzo dove trovano il resto della famiglia seduta a tavola. Donna Vima ha una faccia ancora più nera della sua carnagione. E' incazzatissima. Lancia un'occhiata di fuoco alla figlia che si sta sedendo e poi ad Isauro urlandogli: “Tu!...subito di la! C'è la colazione da servire! Muoviti!!”
Poi furiosa rivolgendosi ai figli: “E' stato e non sarà mai più!!...io quello schiavo l'ho comprato per me...per i miei bisogni...no per darlo a voi!...ve l'ho prestato e voi ne avete approfittato più del dovuto! Non ve lo darò più nemmeno per mezzo secondo la prossima volta!!...per colpa vostra sto facendo colazione tardi...ho da fare la mia cavalcata, devo andare a controllare i campi! E invece sono ancora qui!...perciò, è stato e non sarà mai più!!”
Batte una mano sul tavolo che fa saltare le posate e i piatti. Nessuno dei suoi osa fiatare per ribattere. Poi si gira verso la porta della cucina e urla: “Sta cazzo di colazione!!...che fine ha fatto!!??...o vi devo pestare a sangue per favi svegliare!!??”
Immediatamente Isauro con gli altri due schiavi, terrorizzati, arrivano coi vassoi e iniziano a servire veloci e con molta attenzione perchè sanno che quando la padrona è arrabbiata le eventuali punizioni, anche al più insignificante errore, sono più feroci del normale.
Mentre la famiglia fa colazione in silenzio, l'aria è tesissima, Donna Vima ordina ad Isauro: “Tu!!...lascia tutto agli altri due e sali subito in camera mia!...voglio trovare sul letto i miei vestiti da cavallo, stivali compresi che vanno lucidati e puliti perbene...sbrigati!!”
Isauro veloce sale in camera. Anche se è la prima mattina a servizio, ha già individuato nella cabina armadio i vestiti che servono alla sua padrona. Li piega con cura e li stende sul letto. Dall'enorme scarpiera estrae gli stivali. Li pulisce e li lucida, poi li depone accanto al letto vicino i vestiti.
Mentre sta dando un po' di ordine alla stanza, arriva Donna Vima. Isauro subito si mette sull'attenti a testa bassa. La donna esamina bene i vestiti sul letto. Non dice una parola, segno che sono quelli giusti. Va in bagno, ci sta un po e dall'odore che proviene sta cagando. Quando finisce, esce ed ordina al suo schiavo: “Va a pulire...veloce però che mi devo vestire e non voglio aspettare i tuoi porci comodi...vai!!”
Isauro entra in bagno, una puzza di merda nauseante lo investe. La padrona ha solo tirato lo sciacquone, ma il wc è tutto imbrattato della sua merda. Quindi si mette a pulirlo e a profumarlo. Una volta finito torna in camera da letto, dove Donna Vima si è già vestita, gli mancano solo gli stivali. La donna è seduta sul letto a piedi nudi. Accavalla una gamba e punta il piede verso lo schiavo che capisce che deve mettergli i calzini. Infatti Isauro si inginocchia, prima gli bacia il piede e poi gli infila il calzino. Donna Vima gli porge un altro calzino, il ragazzo pensa che sia dell'altro piede. Invece gli arriva un ceffone con la padrona che gli dice: “Idiota...non vedi che ho sempre questo piede alzato?...va messo qua!...io metto i doppi calzini perchè non voglio rovinarmi i miei bellissimi piedi con gli stivali? Testa di cazzo...”.
Quindi quando ha finito con l'altro piede, Isauro sta per infilare il primo stivale alla sua padrona che questa lo blocca. Donna Vima, sgrana gli occhi infuriata: “E questo cos'è!!??” indicando con un dito un puntino sullo stivale.
Isauro, deglutendo per la paura: “Cosa...padrona?”
Vima, prendendolo per un orecchio e avvicinandolo ancora di più allo stivale: “Questo (indicando il puntino sempre col dito) grandissima testa di cazzo...questo...cos'è!!??” .
Poi, prima che lo schiavo possa rispondere, gli passa il dito sopra e il puntino scompare, a quel punto tenendolo per l'orecchio gli scuote con violenza la testa e urlando sbotta: “Un granello di polvere sui miei stivali!!??..un granello di polvere sui miei sacri stivali!!?? ...maledetto idiota incapace!!...ora me li lecchi tutti e subito!!”
Gli lascia la testa e Isauro immediatamente si mette a leccare lo stivale. Nel frattempo Donna Vima ha preso il frustino e inizia a percuotere lo schiavo sulla schiena urlando: “Bastardo!! I miei stivali sporchi!!...maledetto, ti spello vivo...le mie calzature sono sacre!! Maledetto!!”
Quando lo ha massacrato per bene di frustate e il ragazzo ha leccato tutt'e due gli stivali e poi, tremante per il dolore, glieli calza, Donna Vima pronta ad uscire gli intima: “Hai cinque minuti di tempo sistemare la stanza...ti aspetto nella scuderia, ritarda anche di un solo secondo e ne prendi altre cinquanta, chiaro, stronzo!!??”
Isauro, sempre tremante: “Si..si...padrona...si...arrivo subito...”
Isauro risponde: “Sono io padroncino...lo schiavo di vostra madre...”.
Non ottiene nessuna risposta, quindi, con cautela, entra ugualmente. La stanza è in penombra e si sente ansimare. E' Daren. steso a letto a pancia in su che si sta masturbando. E' nudo con gli slip abbassati sulle ginocchia, con una mano tiene in mano il cellulare, da dove sta guardando un video porno, è con l'altra si sega velocemente il cazzo. C'è l'ha lungo e scappellato, degno erede del padre! Appena si vede lo schiavo davanti, toglie la mano dal pisello e gli ordina: “Continua tu!!...muoviti...fammi godere!”
Isauro: “Si padroncino!”. Poi si inginocchia accanto al letto, afferra il cazzo e riprende la sega da dove l'aveva lasciata Daren che così si può dedicare meglio a guardare il porno sul cellulare.
Daren, mentre viene masturbato dallo schiavo, ansima di piacere, alternando dei “Oh si...bravo bravo...così...così...che bello...che bello...oh dai!”
Isauro aumenta gradualmente la velocità della sega e dopo un po' quel cazzo lungo e duro come la pietra esplode in una sborrata tipo geyser, mentre Daren esclama: “Oh diodio che immensa goduria...bellissimo!”, che gli schizzi di sborra arrivano fino al lampadario.
Poi, dopo che si è ripreso, dice allo lo schiavo, mentre lo sta asciugando con delle salviettine: “Isauro...fammi vedere il tuo cazzo...voglio vedere come ce l'avete voi bianchi...dai!”
Isauro subito alza la tunica, abbassa la mutanda e glielo fa vedere. Daren, a quel punto, prima glielo accarezza, poi glielo prende in mano, lo sega un po' fino a che diventa teso e duro e a quel punto esclama: “Eh non c'è male...certo noi neri ce lo abbiamo più grosso...ma devo dite il tuo non è male...comunque lo voglio in bocca...”
Quindi si siede sul letto, lo schiavo sta dritto e fermo in piedi in mezzo alle sue gambe aperte che si tiene la tunica alzata, gli avvicina la bocca e inizia a leccare la cappella sgusciata. Dopo un po', leccate pure le palle, parte a pompare aiutandosi con una mano.
Daren succhia e lecca il cazzo dello schiavo con avidità per qualche minuto, fino a procurargli una sborrata che ingoia tutta, succhiandosi anche le dita.
Poi rilassandosi sul letto e mentre Isauro si ricompone, dice: “Che risveglio fantastico stamattina...come vedi io sono maschio e femmina nello stesso tempo...e credo proprio che con te mi divertirò parecchio, certo...sempre mamma permettendo! Adesso...prima che torni da lei... vammi a prendere un caffè...sbrigati!”
Uscito dalla camera di Daren, Isauro veloce sta per scendere le scale che conducono alla zona giorno della casa, quando si imbatte nella bella Yovina in camicia da notte semitrasparente che sta uscendo dal bagno, che come lo vede esclama: “Isaurooooo!! Che bello amore mio...qui sei!!??”.
Lo abbraccia forte, lo riempie di baci, bocca compresa, lo prende per mano e poi gli ordina: “Vieni in camera mia...dai!”
Isauro in forte imbarazzo, perchè deve portare il caffè al fratello e soprattutto perchè deve tornare dalla legittima proprietaria, sua madre, gli risponde: “Veramente padroncina adesso non posso...mi aspetta vostra madre per la colazione e vostro fratello mi ha ordinato di portargli subito un caffè...vi prego umilmente di perdonarmi se non vi obbedisco...”
Yovina a quel punto, con fare deciso, si affaccia dalla tromba della scala e avverte ad alta voce la madre che ha bisogno dello schiavo per un po e poi al fratello di scendere sotto per il caffè.
Poi prende Isauro per la mano e veloce se lo porta in camera. Arrivati li, gli toglie di forza la tunica, gli abbassa la mutanda, gli prende il cazzo in mano, ma è floscio e gli dice: “Oh che succede? Non ti piaccio proprio amore mio?”
Isauro: “oh no padroncina...siete bellissima e desiderabilissima...è che sono stato usato da vostro fratello poco fa...”
Yovina: “Ah ecco...va bè...ci penso io a fartelo tornare duro...ho una voglia di te, amore mio...ma una voglia, che non si può capire...non ci ho dormito stanotte, ancora penso a ieri sera come ti sei occupato dei miei piedi...mi sono pure toccata pensando a te”.
Quindi inzia a masturbarlo dolcemente, poi si avvicina al ragazzo e lo bacia in bocca. Ma Isauro si tira subito indietro e gli fa: “Oh no...padroncina...io sono uno schiavo, non posso baciarvi in bocca...quando mi hanno addestrato mi raccomandavano che il bacio in bocca è da uomini e donne libere, non da schiavi...anzi lo schiavo che osa baciare in bocca i padroni viene punito con cinquanta frustate...”
Yovina, con un sorriso beffardo: “Si...ma non te l'hanno detto anche che la volontà della tua padrona è suprema? Che può farti fare quello che vuole? Qualunque cosa? Che la tua vita gli appartiene?...e che quindi se voglio che mi baci i bocca, tu lo fai altrimenti le cinquanta frustate te le do io?”
Isauro: “Si padroncina...se questa è la vostra volontà...ma vi prego che non lo sappia vostra madre o per me sono guai grossi...”
Yovina, determinata: “Vieni qua!...”. Si spoglia, gli salta addosso e lo bacia ancora più profondamente di prima.
I due, dunque, si mettono a scopare sul letto, con lei sopra lui a cavalcare a smorzacandela. Quando la ragazza sente che lo schiavo sta per venire, subito sostituisce la fica con la bocca e si fa spruzzare la sborra dentro. Poi, siccome ancora non ha raggiunto l'orgasmo, ordina allo schiavo di leccarle la fica. Isauro esegue e la fa venire.
Poi mentre si ricompongono, Yovina dice: “Ma perchè sei uno schiavo?...perchè?...io ti vorrei come mio ragazzo, sei bellissimo e io sono pazza di te...invece ti devo usare solo come schiavo!...e devo stare pure attenta che non mi metti incinta o sono guai pesanti per te...”
Gli schiavi a Muricio, infatti, sono oggetti e non soggetti per sempre. Non possono mai tornare liberi e anche se nella remota ipotesi che una padrona gli restituisca la libertà, l'ex schiavo non sarà mai uguale ad un uomo libero. Avrà sempre il marchio di schiavo, non potrà avere una casa o qualunque altra proprietà e non potrà mai sposare una donna libera, ma nemmeno un ex schiava in quanto di schiave non ne esistono, la schiavitù colpisce solo i maschi. Muricio è una società matriarcale. Riguardo le gravidanze, infine, se uno schiavo mette incinta la propria padrona, peggio ancora la figlia della padrona, se scoperto viene punito a bastonate e poi abbandonato nel “recinto”, che è un luogo del sud dell'isola, tra la foresta, dove vengono scaricati tutti gli schiavi che diventano inutili, come gli anziani o i malati, o gli indegni, appunto, che vengono usati come schiavi pubblici per i lavori più pesanti e degradanti nei villaggi, come la nettezza urbana, lo spurgo di fogne, la manutenzione delle strade.
Finito di scopare, Yovina e lo schiavo scendono in sala da pranzo dove trovano il resto della famiglia seduta a tavola. Donna Vima ha una faccia ancora più nera della sua carnagione. E' incazzatissima. Lancia un'occhiata di fuoco alla figlia che si sta sedendo e poi ad Isauro urlandogli: “Tu!...subito di la! C'è la colazione da servire! Muoviti!!”
Poi furiosa rivolgendosi ai figli: “E' stato e non sarà mai più!!...io quello schiavo l'ho comprato per me...per i miei bisogni...no per darlo a voi!...ve l'ho prestato e voi ne avete approfittato più del dovuto! Non ve lo darò più nemmeno per mezzo secondo la prossima volta!!...per colpa vostra sto facendo colazione tardi...ho da fare la mia cavalcata, devo andare a controllare i campi! E invece sono ancora qui!...perciò, è stato e non sarà mai più!!”
Batte una mano sul tavolo che fa saltare le posate e i piatti. Nessuno dei suoi osa fiatare per ribattere. Poi si gira verso la porta della cucina e urla: “Sta cazzo di colazione!!...che fine ha fatto!!??...o vi devo pestare a sangue per favi svegliare!!??”
Immediatamente Isauro con gli altri due schiavi, terrorizzati, arrivano coi vassoi e iniziano a servire veloci e con molta attenzione perchè sanno che quando la padrona è arrabbiata le eventuali punizioni, anche al più insignificante errore, sono più feroci del normale.
Mentre la famiglia fa colazione in silenzio, l'aria è tesissima, Donna Vima ordina ad Isauro: “Tu!!...lascia tutto agli altri due e sali subito in camera mia!...voglio trovare sul letto i miei vestiti da cavallo, stivali compresi che vanno lucidati e puliti perbene...sbrigati!!”
Isauro veloce sale in camera. Anche se è la prima mattina a servizio, ha già individuato nella cabina armadio i vestiti che servono alla sua padrona. Li piega con cura e li stende sul letto. Dall'enorme scarpiera estrae gli stivali. Li pulisce e li lucida, poi li depone accanto al letto vicino i vestiti.
Mentre sta dando un po' di ordine alla stanza, arriva Donna Vima. Isauro subito si mette sull'attenti a testa bassa. La donna esamina bene i vestiti sul letto. Non dice una parola, segno che sono quelli giusti. Va in bagno, ci sta un po e dall'odore che proviene sta cagando. Quando finisce, esce ed ordina al suo schiavo: “Va a pulire...veloce però che mi devo vestire e non voglio aspettare i tuoi porci comodi...vai!!”
Isauro entra in bagno, una puzza di merda nauseante lo investe. La padrona ha solo tirato lo sciacquone, ma il wc è tutto imbrattato della sua merda. Quindi si mette a pulirlo e a profumarlo. Una volta finito torna in camera da letto, dove Donna Vima si è già vestita, gli mancano solo gli stivali. La donna è seduta sul letto a piedi nudi. Accavalla una gamba e punta il piede verso lo schiavo che capisce che deve mettergli i calzini. Infatti Isauro si inginocchia, prima gli bacia il piede e poi gli infila il calzino. Donna Vima gli porge un altro calzino, il ragazzo pensa che sia dell'altro piede. Invece gli arriva un ceffone con la padrona che gli dice: “Idiota...non vedi che ho sempre questo piede alzato?...va messo qua!...io metto i doppi calzini perchè non voglio rovinarmi i miei bellissimi piedi con gli stivali? Testa di cazzo...”.
Quindi quando ha finito con l'altro piede, Isauro sta per infilare il primo stivale alla sua padrona che questa lo blocca. Donna Vima, sgrana gli occhi infuriata: “E questo cos'è!!??” indicando con un dito un puntino sullo stivale.
Isauro, deglutendo per la paura: “Cosa...padrona?”
Vima, prendendolo per un orecchio e avvicinandolo ancora di più allo stivale: “Questo (indicando il puntino sempre col dito) grandissima testa di cazzo...questo...cos'è!!??” .
Poi, prima che lo schiavo possa rispondere, gli passa il dito sopra e il puntino scompare, a quel punto tenendolo per l'orecchio gli scuote con violenza la testa e urlando sbotta: “Un granello di polvere sui miei stivali!!??..un granello di polvere sui miei sacri stivali!!?? ...maledetto idiota incapace!!...ora me li lecchi tutti e subito!!”
Gli lascia la testa e Isauro immediatamente si mette a leccare lo stivale. Nel frattempo Donna Vima ha preso il frustino e inizia a percuotere lo schiavo sulla schiena urlando: “Bastardo!! I miei stivali sporchi!!...maledetto, ti spello vivo...le mie calzature sono sacre!! Maledetto!!”
Quando lo ha massacrato per bene di frustate e il ragazzo ha leccato tutt'e due gli stivali e poi, tremante per il dolore, glieli calza, Donna Vima pronta ad uscire gli intima: “Hai cinque minuti di tempo sistemare la stanza...ti aspetto nella scuderia, ritarda anche di un solo secondo e ne prendi altre cinquanta, chiaro, stronzo!!??”
Isauro, sempre tremante: “Si..si...padrona...si...arrivo subito...”
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