Il figlio del portiere - 2^parte

di
genere
gay

Da quella sera passavo le notti insonne e le giornate impaziente nell'attesa di rinchiudermi con Carmelo nello sgabuzzino. Mi masturbavo come un pazzo pensando a lui. Alla fine di ogni nostro incontro, pensavo a cosa si stessero perdendo le donne che lo schifavano. La potenza, e nello stesso tempo la dolcezza, con cui usava quel cazzone stupendo era di una goduria pazzesca. Era un porco depravato perchè pensava solo a sollazzarselo in tutte le maniere, con chiunque basta che respiri? Ok si! Ma io ero pazzo di lui proprio per questo. La sua depravazione mi eccitava da morire. Come mi trattava, da troia ma anche con gentilezza, ancora di più!
Tanto che incontrarlo a mordi e fuggi in quello sgabuzzino polveroso, iniziò a non bastarmi più. Mi svegliavo la mattina col cazzo durissimo e teso e mi segavo immaginando di averlo accanto nel mio letto. Adesso desideravo fortemente di poterci passare un'intera notte, forse anche un intero fine settimana. Di potermi addormentarmi e svegliarmi con lui dopo averlo soddisfatto.

Così, dopo l'ultimo dei nostri incontri, glielo proposi. Carmelo accettò e approfittando che i miei erano andati al mare da amici, lasciandomi solo in casa fino, un sabato sera lo feci salire.
Cenammo con delle pizze. Io la mia la mangiai a stento. Per l'emozione, l'eccitazione e la felicità di stare realizzando il mio sogno erotico, avevo un groppo in gola. Quando finimmo, visto che quella sera faceva molto caldo e complice pure qualche bicchiere di birra di troppo eravamo sudati, proposi a Carmelo di farci una doccia assieme.

“Oh si, sarebbe meraviglioso! Però prima ti voglio assaporare così, sudato...che fai un odore che mi arrapa da morire!” mi rispose con un espressione libidinosa e tirandomi a se.
Quindi, come mi ritrovai in piedi fra le sue gambe, iniziò a togliermi la maglietta. Poi mi sfilò i pantaloncini e le mutandine. Una volta completamente nudo, mi vide il cazzo durissimo e teso, e per questo mi sorrise come in segno di approvazione. Poi mi mise entrambi le mani sul culo e prese a leccarmi dolcemente tutto, iniziando dal collo, soffermandosi sotto le ascelle dove quei pochi peli che avevo erano zuppi di sudore. Mentre lo faceva mi diceva. “Sei bellissimo, mi fai impazzire, il tuo sudore è buonissimo, Alfonsina ti adoro!”.
Passò poi a succhiarmi capezzoli, mi leccò tutto l'addome fino a che arrivò al pube. Mi leccò i peli e il cazzo duro in una maniera sublime, tanto che stavo per venirmene. Poi però all'improvviso mi fece girare e mi leccò il culo fin dentro al buco. Si abbassò i suoi di pantaloncini e sentii il suo cazzo durissimo che si faceva largo tra le mie natiche. Io, usato come si fa con una troia, ero impazzito di piacere. Lui era davvero un porco, per la libidine con cui mi leccava emettendo versi simili a dei grugniti. Non m'inculò, ma si masturbò strusciando il cazzone fra le mie natiche. Dopo un po' sentì che gemeva per l'orgasmo e un fiume di sborra calda inondarmi la parte bassa della schiena.

Mi girai dopo un po', mi inginocchiai fra le sue cosce e leccando lo ripulii dalla sborra tra i peli e sui coglioni, nel mentre mi masturbavo. Venni pure io quasi subito. Ma come il suo cazzo tornò duro, ci ficcammo dentro la doccia. Lì lo insaponai tutto, soffermandomi di più sul cazzo che teso sembrava un enorme totem. Lui mi mise una mano sulla testa e delicatamente mi fece inginocchiare cosicché glielo prendessi in bocca. Mi scopò qualche minuto la bocca, senza però venirsene. Mi fece alzare. Mi disse ancora una volta che ero bellissimo, che bagnato sembravo davvero una ragazza e che lo arrapavo da morire. Poi mi abbracciò molto teneramente e mi baciò in bocca ficcandomi con delicatezza la lingua in bocca, mentre l'acqua e la saponata scorrevano sui nostri corpi nudi.

Finalmente nudi nel letto, come sognavo io, Carmelo si posizionò al centro a cosce larghe con quella meravigliosa bestia eretta che gli superava l'ombelico. Certo, nudo faceva un po' senso: grassoccio e peloso. Ma io, all'idea di dover sottostare alle sue voglie libidinose, lo trovavo arrapante!
Quindi mi posizionai in mezzo alle sue gambe larghe, disteso di pancia, e mi misi a leccargli lentamente il cazzo che masturbavo altrettanto lentamente con una mano, dai coglioni fino alla cappella, su e giù. Per poi iniziare un dolce pompino. Ad un certo punto notai che, stando con le gambe inarcate all'insù, Carmelo guardava la pianta dei miei piedi incrociati come se le desiderasse.
Infatti, mi mette una mano sulla testa come a fermare il pompino e mi dice: “Faresti un'altra cosa bella per me? Una cosa che mi piace tanto?”

“Io faccio tutto quello che vuoi tu, Carmelo...sono la tua troia a tua disposizione! Dimmi..” gli risposi guardandolo dopo aver sollevato la bocca dalla cappella dal suo cazzo.

“Prendi lo smalto per le unghia di tua madre e portamelo” mi disse. Io, velocemente mi alzai, andai in bagno e tornai con la bottiglietta di smalto rosso. Mi sedetti sul letto e lui mi chiese, con molto garbo, se non avessi nulla in contrario se me lo applicava sulle unghia dei miei piedi.
Gli ribadii che poteva farmi quello che voleva e così me lo applicò con molta delicatezza e precisione.

“Hai dei piedi bellissimi, molto femminili, Alfonso...adesso così lo sono di più...sono arrapantissimi!” mi disse dopo aver finito e baciandomi i piedi. “Fra e mie porcate ho anche un debole per i piedi femminili. Mi piacerebbe poterteli leccare e averli in faccia...lo faresti per me?” aggiunse ridacchiando e accarezzandomi con dolcezza il viso.

“Certo che lo faccio...dimmi che devo fare e io lo faccio!” gli risposi eccitatissimo.

Così mi disse di distendermi al suo fianco all'opposto, si fece mettere i piedi in faccia e iniziò a leccarmeli avidamente. Mentre leccava mi prese la mano e se la mise sul cazzo duro facendomi intendere che dovevo masturbarlo. Così, infatti, feci, strusciandogli le piante su tutto il viso per dargli maggiore piacere.
Quindi con una mano masturbavo lui e con l'altra iniziai a masturbare il mio cazzo che era durissimo e vogliosissimo. Ma Carmelo, come se ne accorse, spostò la mia mano e me lo segò lui. Tanto ero impazzito di goduria che venni quasi subito con una poderosa fontana di sborra. Dopo qualche minuto esplose lui e fu una valanga di sborra calda.
Ci addormentammo rimanendo in quella posizione, imbrattati di sperma dappertutto, esausti ma felici.

Alle prime luci dell'alba, mi svegliai. Lui russava, ma il suo cazzo era sveglio. Dritto e duro, nella penombra mi svettava davanti. Era una meraviglia, se a quei tempi ci fossero stati i cellulari di oggi, gli avrei fatto una foto e me la sarei conservata per segarmi nei momenti di solitudine.
Così mi ci avvicinai e cominciai a leccarlo dolcemente per tutta la lunghezza, roteando la lingua su quell'enorme cappella. Leccai fino a quando Carmelo si svegliò e mi sorrise. Quindi mi posizionai meglio, per prenderglielo bene in bocca, e lo spompinai mentre lui ansimante diceva: “Oh che risveglio fantastico...bellissimo...siii...così...come vorrei averti tutte le mattine!”.
Lo feci sborrare di nuovo a bomba nella mia bocca, ingoiando tutto. Poi lui volle fare uguale con me. Mi fece stendere e si mise sopra di me in modo da prendermelo in bocca. Mi fece un pompino goduriosissimo, venni a bomba pure io nella sua bocca e pure lui ingoiò tutto.

Ci rilassammo fino a quando non fu mattina del tutto. Nel frattempo Carmelo si mise con la faccia sotto i miei piedi. Me li leccò ancora e io mentre lo segavo, mi accorsi che in quella posizione potevo pure prenderglielo in bocca. Così feci, lo spompinai coi miei piedi sulla sua faccia e lo feci sborrare a bomba di nuovo.
Quando si ritenne soddisfatto, lasciai che si rilassasse. Gli preparai un caffè che ebbi il piacere di servirgli a letto. Dopo che lo bevve, mi guardò in piedi accanto a lui disteso, ero ancora tutto nudo col cazzo eretto eccitato perchè mi piaceva essere ai suoi comandi come una geisha. Mi disse ancora che ero bellissimo e lo facevo arrapare, mi accarezzò fino ad arrivare sul cazzo e mi fece una sega.
Quando fu il momento di andare ognuno per le sue cose, Carmelo mi disse: “E' stato stupendo...quanto ho goduto! Lo dobbiamo rifare...da questo momento ti considererò la mia ragazza! Che ne dici?”

“Che si, mi piace...ma più che la tua ragazza, la tua troia!” gli risposi con un sorrisetto malizioso e così ci lasciammo.

sottomesso1966@gmail.com
scritto il
2025-09-09
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