Lo schiavo comunista 2^ parte

di
genere
dominazione

“Ah ma sei con lo schiavo comunista in pieno relax, eh!?” esordisce ironica la Santanchè al suo ingresso prima di raggiungere la Divina Giorgia sul divano.

“Eh si! Non ce la facevo più! Da stamattina alle sette che sono operativa. Prima per na cazzo de scuola elementare, annà a incotra' mocciosi, alcuni pure negri, e poi l'altri cazzi de impegni istituzionali! Fino a poco fa ero al telefono con quello psicolabile de Trump! Ho lo stress a mille...c'avevo proprio bisogno de staccà la spina e rilassamme. Fortunatamente ho realizzato anche il sogno di ave' un communista come schiavo per sfogarmi e adesso sto meglio...”

“Eh io ti cercavo proprio perchè avrei bisogno pure io dello schiavo per sfogarmi e rilassarmi! Comunisti di merda! Da giorni mi stanno sul collo...politici, giornalisti e magistrati di sinistra che pretendono mie dimissioni, mi vogliono in galera!! In parlamento poi, subisco attacchi violenti...basta!” le rispose la ministra, che dalla borsa Prada uscì un frustino da fantino e tutto ad un tratto mi afferra per un orecchio, strattonandomi verso di lei e inizia a frustarmi violentemente sulla schiena urlando: “Comunisti di merda! Schifosi! La verità è che mi odiate perchè sono ricca elegante e bella e voi...voi...dei vermi brutti e accattoni!!...e come vermi vi schiaccio sotto i miei tacchi 12 che tanto odiate perchè li invidiate!!”

“Pietà...pietà...mia Signora! Vi prego...pietà...oh si...mi schiacci sotto i suoi divini piedi! Ma non mi frusti più vi prego!” la implorai io mentre subisco piegato a terra le sue implacabili scudisciate.

“Su questo puoi starne certo! Altroché se ti schiaccio sotto i piedi! Sono qui proprio per questo!” mi disse con rabbia appena smise di frustarmi, mentre la Divina Giorgia se la rideva grassamente, incitandola a non avere pietà di me. Io, nonostante il bruciore che mi incendiava la schiena, ero al settimo cielo dalla goduria. Abusato e schiavizzato da due divinità del genere, una favola stupenda! E poi quel “ti schiaccio sotto i piedi” era musica celestiale per il mio cuore ed il mio cazzo imprigionato.

Quindi la ministra, mi riafferra per un orecchio trascinandomi fino al divano, dove si siede accanto ad una sempre più divertita ed eccitata Premier. Accavalla le gambe, indossa una gonna stretta poco sotto al ginocchio, senza collant e ai piedi delle arrapantissime dècolletè a punta Loubotin tacco 12 di vernice nera da 700 euro, che subito mi ordina di leccarle, ma senza osare togliergliele se non prima me lo ordinava lei.
“Devono brillare o riprendo lo scudiscio!!” mi intima sprezzante mentre io, annuisco per paura, mi metto all'opera iniziando a succhiare il tacco del piede sospeso.
“Del resto l'unica cosa a cui dovrebbe servire la vostra lingua, comunisti schifosi, è solo per questo! Leccarci le scarpe! E non per dire le vostre cazzate retoriche di merda!” continuò a dirmi sprezzante mentre lecco le punte e ai lati.

Mentre lecco, si mette più comoda sul divano, distoglie l'attenzione su i me e, come se nulla fosse, inizia a colloquiare di politica ed affari, con la Divina Giorgia, entrambi ignorandomi completamente. Solo ogni tanto si degnano di abbassare lo sguardo verso di me, ma solo per controllare, da ogni angolatura, la lucidatura prodotta dalla mia lingua su entrambe le scarpe. Poi tornano ad ignorarmi riprendendo i loro discorsi.
Ad un certo punto la Santanchè, sempre ignorandomi e gambe accavallate, scalza il calcagno del piede sospeso, lasciando pendolare la scarpa sulle sole dita.

“Oddio che meraviglia!” esclamai eccitato nella mia mente. Adoro da impazzire questa cosa che fanno molte donne in maniera così naturale, ma nello stesso tempo così erotica.
Quindi, con molta attenzione approfittando di essere ignorato, mi insinuo in quello spazio che si era creato fra scarpa e pianta del piede, ed inizio ad annusare. L'afrore è acre ma celestiale. Faccio scorrere dolcemente la lingua sulla suoletta interna e mi inebrio col sapore impresso della pianta che vi è stata appoggiata. Poi, improvvisamente, la scarpa cade, mostrando interamente il piede nudo e maturo della ministra, che nonostante l'alluce leggermente valgo, è bellissimo e molto curato. Libera dalla scarpa, inizia a muovere le dita, dalle unghia perfettamente laccate di rosso vivo, arricciandole ed aprendole a ventaglio per sgranchirle. Io estasiato mi blocco, come ipnotizzato, a guardarlo. Così vicino ne sento pure l'odore arrapante di sudore misto a creme cosmetiche. Ho il cuore che mi batte all'impazzata ed il cazzo che vuole sfondare la gabbietta. Prego ogni dio che almeno mi ordini anche solo di baciarlo.

Invece un urlo mi sveglia da quella sorta di ipnosi : “Che cazzo hai fatto!!?? Stronzo!!” è la ministra incazzata. “Hai fatto cadere la mia scarpa!!??...allora sei proprio povero comunista incapace!! Meriti un'altra passata di frustate!!” continua a urlare.
Così afferra il frustino e comincia a frustarmi di nuovo sulla schiena, mentre io la imploro perdono e pietà. La Divina Giorgia, prima se la ride. Poi dopo un po la ferma e le dice:”Se lo vuoi fare soffri' ancora, dagli quello che vuole. I tuoi piedi, come faccio io. Mettiglieli in faccia, fatteli lecca', come piace a lui. Però siccome gli ho messo in gabbia er cazzo con tanto de lucchetto, non può sfogare il suo piacere e quindi soffre da impazzire!”

“Ma guarda te, Giorgia! Lo so che ha il cazzo ingabbiato, ma a sta tortura qui non c'avevo pensato...che raffinatezza! Sei unica, sei veramente mefistofelica!” esclamò la Santanchè fra lo stupito ed il divertito. La Divina si mise a ridere e poi aggiunse: “Non per nulla sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana...con una mano do, ma cor l'artra te chiudo e palle in gabbia!”. E ride nuovamente, stavolta seguita dalla ministra.

Quindi Daniela, finito di sgranchirselo, mi guarda con sadismo e quel piede stupendo me lo sfrega con sensuale lentezza per tutto il viso, sia dalla parte della pianta che da quella della monta, per tornare, ignorandomi, alle discussioni con la Premier. Dopo aver fatto su e giù diverse volte per tutta l'area della faccia con quel piede odoroso, lo sofferma sulla mia bocca e con le dita pressa sulle labbra a farmi intendere che vuole le apra. Così faccio, apro la bocca e lei, rivolgendomi solo per un attimo uno sguardo come annoiato, con assoluta naturalezza glielo infila dentro. Torna a guardare la Premier che le parlava, e comincia a muovermelo dentro la bocca lentamente ad entra ed esci.
Dopo un po', fa uguale con l'altro piede: accavalla l'altra gamba, sfila lentamente la scarpa, se lo sgranchisce, me lo fa odorare, me lo sfrega in faccia e me lo mette in bocca ad entra ed esci.
La tortura funziona perfettamente. Io sono totalmente impazzito di goduria, ma nello stesso tempo essendo col cazzo costretto, sto male, vorrei piangere.

Passo almeno più di mezz'ora umiliato da questo gioco sadico ma paradisiaco. Fino a quando la Divina Giorgia, la mia Dea, come fosse gelosa, mi afferra per i capelli. Mi strattona trascinandomi vicino a lei come fossi un cuscino o uno sgabello, mi fa stendere a terra come un tappeto, parallelamente al divano, e mi piazza i suoi dolci piedini nudi sulla faccia che mi coprono occhi e bocca, lasciando solo il naso libero. La Santanchè invece i suoi me li piazza fra addome e bacino, così tranquillamente riprendono le loro discussioni. Io sono in paradiso. Sotto i piedi stupendi di due Dee! Quelli della mia Divina Padrona, poi, nudi sulla faccia senza pietà. Una meraviglia! Ma nello stesso tempo sto soffrendo da impazzire, non so quanto pagherei perchè mi liberi da questa gabbietta, concedendomi di masturbarmi così umiliato come un tappeto sotto i loro piedi. Ma non c'è nulla da fare, la mia Dea e Padrona non ha la minima pietà di me. E' veramente sadica e crudele. Devo soffrire sotto di lei e di chi dice lei. Ma alla fine, mi conforto fra me e me, anche questo soffrire è una goduria.

Sto così, sotto di Lei, per diverso tempo. I suoi piedi sulla mia faccia non mi danno tregua, ogni tanto devo pure usare la lingua per rinfrescarglieli..Fino a quando decide di andare in bagno per rivestirsi. A quel punto, rimasta sola sul divano, è la Santanchè che mi mette i piedi in faccia. Per poi stendere le braccia sulla spalliera, piegare la testa all'indietro, chiudere gli occhi e rilassarsi in silenzio, che di tanto in tanto rompe, per ordinarmi di usare la lingua, soprattutto negli interstizi fra le dita. Io lo faccio, gustandomi tutto il misto di sapori di sudore e cosmetici, ma di conseguenza sto sempre più soffrendo per la voglia matta di sborrare.

Passano diversi minuti e la Divina Giorgia torna vestita di tutto punto. Le due Dee si accordano su dove cenare. Ma prima decidono di guardare la tv per il consueto giro di consulta dei telegiornali. Così mi fanno mettere a quattro piedi usando la mia schiena, rigata di frustate, come sgabello poggiapiedi. Finita la consulta, le due donne si alzano per andare via. Mentre la Santanchè si rimette le scarpe e si da una rinfrescata al trucco, la Divina Giorgia mi fa tirare giù i boxer e fa come se mi volesse liberare il cazzo dalla gabbietta. Infila la chiave nella serratura del lucchetto, ma si ferma. Guarda la ministra e le chiede: “Che dici Dani gli 'o liberamo? A quest'ora sa che arretrato c'ha nei coglioni!” e ride.

“Ma anche no! Assolutamente. Lascialo così! E' un comunista di merda e deve soffrire!” le rispose sprezzante e nello stesso tempo divertita la ministra “Semmai, se mi va...dopo cena, più tardi lo utilizzo io a letto che è da tanto che non prendo un cazzo giovane...ma sempre se mi va, eh! Se no vediamo domani...dai Giorgia, andiamo che ho fame!” aggiunse, poi, con cinica supponenza Daniela.

“E...hai visto!? Come me dispiace! Te annata male anche stavorta!” disse con tagliente ironia e un sorriso beffardo la mia Divina, rivolgendosi a me. Sfila la chiave dal lucchetto, mi fa rialzare i boxer e mi ordina: “Vatte' a rimette' sotto la scrivania, muoviti communista demmerda...che se me va, qualcosa da magna' più tardi te la porto...ma, anche a me, sempre se me va! Artrimenti buonanotte e a domani!”

“Buonanotte...a Voi mia Divina e a Voi mia Signora...” risposi io con le lacrime agli occhi, mentre obbediente mi distendevo rassegnato sotto la scrivania. La serratura fa lo scatto di apertura, sento i passi delle due Donne che escono e la porta si chiude.

fine

sottomesso1966@gmail.com
scritto il
2025-08-13
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