Una ordinaria giornata da domestico di una MILF - Parte 1

Scritto da , il 2022-04-28, genere dominazione

Il campanello suona all'improvviso. Salto in aria. Mi sono assopito un attimo sul tavolo della cucina che con Rosmary, la cuoca governate filippina, ho appena finito di pulire e rassettare di prima mattina. Guardo l'orologio sulla parete. Segna le nove. Esclamo allarmato: “La signora!...”. Il panico mi assale. Se dovesse suonare una seconda volta, saranno cazzi amari per me. Corro alla macchinetta del caffè. L'accendo, metto una cialda, posiziono la tazzina, preparo il vassoietto con il piattino, la zuccheriera e un bicchiere d'acqua. La spia della macchinetta si accende di verde, è pronta. Pigio il tasto. Il caffè scende cremoso e profumato. Posiziono la tazzina piena nel piattino sul vassoietto e vado veloce.
Salgo le scale che conducono alla zona notte della villa. Sono davanti ad una delle porte. Busso con discrezione. Aspetto. Non risponde nessuno. Faccio passare qualche altro secondo e ribusso. Dopo un po' una voce femminile mi risponde: “Avanti...entra!”. Apro la porta. La stanza è in penombra. Saluto: “Buongiorno signora...ben svegliata...”

Sul letto matrimoniale, al centro, è distesa una donna dai lunghi capelli biondi in babydoll di raso rosso. Distesa su un fianco, mi da il culo. Un bellissimo culo. Bellissime cosce. Piedi curatissimi. E' in leggero sovrappeso, non più giovanissima, ma ancora una gran bella donna. Al mio saluto gira lentamente la testa e con la voce ancora impastata di sonno esclama: “Buongiorno un cazzo!!...grandissima testa di minchia, ma che cazzo bussi che mi trapani il cervello a quest'ora del mattino?...ben svegliata sto paio di palle...coglione!”
Ecco, il buongiorno di ogni mattina. Io con aria deferente: “Chiedo perdono Signora...non era mia intenzione disturbarla...ma...ma...siccome ieri mattina mi ha rimproverato perchè sono entrato senza bussare...e allora, ecco...ho pensato che...”
Lei: “...hai pensato...tu ora pensi?...io ti ho preso per servirmi, no per pensare...se avessi avuto bisogno di uno che pensa a quest'ora mi sarei presa un filosofo e non un domestico del cazzo che deve solo ubbidire...grandissima testa di minchia!...e poi (girandosi totalmente con tutto il corpo) cosa mi stai rinfacciando, eh!?...cosa?”
Io: “No niente...non mi permetterei mai Signora...le chiedo perdono anzi...”
Lei: “Eh no!...Non mi prendere per il culo, tu stai osando rinfacciare a me di essere incoerente...non ti permettere sai!!...io posso dirti e farti tutto quello che voglio...e poi il suo contrario...e tu devi stare muto!...devi dire solo, si Signora! chiaro!? Altrimenti, insolente come sei, ti sbatto fuori e te ne torni al tuo paesello del cazzo con le pecore...sono stata abbastanza chiara no?...”

Io: “Si signora...chiarissima...ribadisco la mia richiesta di perdono...ma io...io...non mi sognerei nemmeno lontanamente di mancarle di rispetto o di disubbidire ai suoi ordini...non dimentico certo che mi ha preso in casa al suo servizio personale, togliendomi dalla strada...non finirò mai di ringraziarla e soprattutto di adorarla e servirla umilmente, Signora...”
Lei, con espressione accigliata, mentre si sistema seduta sul letto appoggiata alla testiera: “Ancora parli!? zitto!!...ci vuole proprio coraggio a dirmi ben svegliata costringendomi non solo a vedere la tua faccia di cazzo, ma pure a sopportare la tua voce di merda che fa polemica...e poi devo pure sentire le mie amiche che mi fanno, beata te che hai un domestico così giovane, bello e sottomesso...certo...perchè non ti praticano, se lo facessero...vedrebbero che sorta di coglione incapace sei e che stress mi procuri ogni santa mattina solo a guardarti!...perdonami...perdonami de che?...dammi sto cazzo di caffe'!!”

Veloce ed intimorito, mi avvicino al letto. Mi metto in ginocchio e le porgo il vassoietto. La signora prima prende il bicchiere, beve in un sorso tutta l'acqua, poi prende la tazzina. Appena il tempo di assaggiare un goccio di caffè, che me lo sbuffa in faccia e inviperita esclama: “Fa schifo sto cazzo di caffe'!!..è freddo!! ...idiota testa di cazzo incapace!!”
Con un gesto repentino mi gira la tazzina in testa e me lo versa sui capelli. Ho il caffè che mi cola in faccia, sugli occhi, sulla bocca. Ma resto immobile al mio posto. Al che, sempre incazzata, mi fa: “vammene a fare un altro...lo sai che lo voglio caldo...coglione!...che cazzo fai impalato ancora qui!? devo aspettare ancora i tuoi porci comodi per avere un cazzo di caffe'!!??”
Allora velocemente mi accingo a rialzarmi, ma mi blocca: “Aspetta idiota...devo andare a pisciare!”.
Significa che devo metterle le infradito. Lo devo fare tutte le volte che si alza dal letto. E' un suo ordine preciso fin dal primo giorno in cui mi prese al suo servizio. Quindi la signora si siede sul letto mi porge i suoi piedi bellissimi dalle unghia laccate di rosso vivo. Glieli bacio e poi dolcemente le calzo le infradito. Non appena in piedi mi fa: “Puoi andare adesso e sbrigati che il caffè di prima mattina per me è vitale...vai!!”

Scendo velocemente in cucina e ripeto tutta l'operazione di prima. Risalgo e la trovo ancora sdraiata al centro di letto che guarda la tv con la schiena appoggiata a due cuscini messi in verticale, capelli sciolti a coprire le spalle, gambe incrociate e piedi accavallati che si strofinano tra loro in maniera sensuale, insomma: è bellissima, più mi maltratta e più l'adoro!
Mi rimetto in ginocchio davanti al letto e le porgo il vassoietto. La signora mi guarda con aria annoiata, prima beve l'acqua, poi prende la tazzina e se la porta alla bocca. Assaggia un primo goccio di caffè. A quel punto io tremo. Chiudo gli occhi perchè me lo vedo già di nuovo in testa. Ma non succede. Riapro gli occhi e vedo che lo ha bevuto tutto. Fiiuuu, è andata!
La signora poggia la tazzina sul piattino e mi fa: “Coglione...le cose te le devo sempre far fare due volte affinchè le capisci...secondo me sei pure ritardato mentale...”
Io a testa bassa: “Grazie signora per la pazienza che ha nei mie confronti...io cerco di fare del mio meglio per essere alla sua altezza...”
Lei: “Si...si..va bene...non riprendere con la tua logorrea a triturarmi le palle...ti prego!...sto sentendo le notizie al tg, ok!?...e poi ho detto che la tua voce di prima mattina soprattutto, non la sopporto...piuttosto togliti dai coglioni...alzati posa sto vassoio e mi vai a massaggiare i piedi...che ho bisogno di calmarmi...non c'è mattina dove non ne combini una per farmi incazzare di brutto...proprio un domestico così coglione e mentalmente menomato non lo potevo trovare...vai, muoviti non stare più li con quella faccia da ebete!...sbrigati!”

E' l'ordine che aspetto con ansia ogni mattino. Mi posiziono alla fine del letto e inizio a massaggiare il piede che sta sollevato sull'altro. E' morbidissimo, odoroso, la sua pianta rosea liscia è coronata da delle dita grandi e perfette. Sono in paradiso ed eccitato alle stelle. Il cazzo mi fa scintille dentro le mutande. Lei prima mi da un'occhiata, alternando di tanto in tanto il piede accavallato per agevolare il massaggio, poi mi ignora riservando le sue attenzioni un poco alle notizie alla tv e un poco al suo iphone sul quale ogni tanto smanetta.
Glieli massaggio per un bel po'. Fino a quando la Signora stufa della tv, non posa il telefonino e mi lancia di nuovo quel suo sguardo penetrante. Io sbianco e deglutisco dalla paura, ma continuo a massaggiare. Sicuro mi cazzierà ancora perchè non è soddisfatta del massaggio. Invece, mi da uno schiaffetto sulla guancia col piede e mi fa: “Coglionazzo...va a fare il bagno che voglio fare la doccia...pulitissimo, mi raccomando, no come ieri che c'era un pelo sul bidet...e stavolta se ne trovo un altro te lo faccio pulire con la lingua...muoviti!”
Io: “Si Signora subito...”. Mi alzo veloce, ma prima di entrare nel bagno mi fermo davanti la finestra balcone e sto per tirare su la serranda, quando lei mi fa: “Ma che cazzo stai facendo?...ti ordinato di alzare la serranda o di preparami la doccia?”
Io: “..la doccia, signora...”
Lei: “Lo vedi quindi che sei ritardato?...e perchè cazzo stai alzando sta cazzo di serranda allora, scemo?”
Io: “...perchè pensavo che...”
Lei: “...un'altra volta con sto pensavo!!??...ma mi vuoi fare incazzare bene bene già di capo mattina?” .
Prende una delle infradito a terra e me la tira violentemente addosso. Mi centra perfettamente in faccia, fortunatamente è in gomma e a parte un forte bruciore non mi provoca altro. Io subisco il colpo senza muovermi.
Poi mi fa:”Lo capisci che tu non sei un essere pensante...tu sei un essere obbediente e basta...non devi prendere iniziative, ma quante volte te l'ho detto...quante!!??...tu devi solo obbedire senza fiatare o deviare a qualunque mio ordine...parlare solo quando ti autorizzo io e basta!...l'unica cosa che ti consento di fare autonomamente è respirare...non voglio più sentirti dire la parola pensavo...perchè ti metto una delle mie ciabatte in bocca fino a quando non vomiti, capito testa di cazzo?”
Io: “Si...si signora...si...chiedo umilmente perdono...non succederà più, signora...ma mi permetta umilmente di dirle che non è una mia iniziativa...è che ieri mi aveva ordinato di prendere l'abitudine, quando le servo il caffè della mattina, di tirare un po' su la serranda per far entrare un po' più di luce e di aria nella sua camera da letto...e io...”
Lei: “un'altra volta!!??...non ti posso sentire...osi ancora polemizzare con me!!??...vieni subito qui con quella ciabatta...muoviti!”

Veloce mi avvicino al letto e mi posiziono di nuovo in ginocchio. Le porgo l'infradito che mi ha tirato e mi fa: “Adesso te la metto davvero in bocca perchè mi hai rotto i coglioni...e guai a te se osi togliertela o solo muoverti senza il mio permesso...guai!!”.
Così mi fa aprire la bocca e con un gesto deciso me la infila dal lato della punta quasi fino in gola che mi provoca un conato di vomito. Però resisto.
Adesso, fermo in ginocchio sullo scendiletto, ho la sua infradito in bocca. Ne sento il sapore. E' un misto di gomma, polvere della suola e aroma dolciastro della sua pelle, che però non mi disgusta. Tutt'altro. Questa è nuova rispetto alle altre mattine. Io che ho già il cazzo durissimo non appena entro nella sua stanza, questa nuova umiliazione me lo pietrifica di più. Tra l'altro in questa posizione, sono costretto ad ammirare la mia Signora voluttuosamente distesa nel letto fra i cuscini, con quel babydoll che le esalta le forme estremamente sexy nonostante i 55 anni suonati, quelle belle cosce tornite e quella maniera lenta e sensuale con cui muove i suoi bellissimi piedi incrociati.

La Signora Wanda, questo il suo nome, gode ad ignorarmi mentre mi fa soffrire costringendomi a stare fermo e dritto accanto a Lei. Il fatto che in questi momenti valgo quanto uno dei suoi comodini le piace proprio. Lo so. Quello sguardo che mi rivolge ogni tanto in maniera distratta, per vedere se oso muovermi dalla posizione, lo conosco benissimo. La sua eccitazione nell'umiliarmi in tutte le maniere possibili le si legge in quei bellissimi occhi verdi. Del resto sono due anni che sto al suo servizio e fin dal primo giorno mi ha fatto capire che gode da pazzi a trattarmi così. Se non fosse per quel poco di stipendio che mi accredita, per Lei, che mi da pure vitto ed alloggio, sono il suo schiavo più che il suo domestico. Ma il bello è che pure a me piace da impazzire. E impazzisco ancora di più di goduria perchè lei non lo sa. O anche lo intuisce, non gliene frega nulla. Di cosa piace o no a me non gli importa. Esistono solo Lei e le sue esigenze. Dunque per Lei l'instaurare un rapporto padrona/schiavo è del tutto naturale. Ed è bellissimo!
FINE PRIMA PARTE

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