Dominata e scopata da mio figlio 3

Scritto da , il 2021-10-08, genere dominazione

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Venne mattina in un lampo. La madre si alzò prima del figlio con mille pensieri che le passavano per la testa, era confusa per tutto quello che le stava capitando.
Avrebbe voluto prendere le sue cose ed andarsene per finirla lì ma dentro di lei quella sensazione di essere dominata, posseduta, usata la sconvolgeva in un turbine di desiderio. Decise di rimanere per assecondare i desideri perversi del figlio. Stava preparando la colazione ed indossava una vestaglia sentì arrivare il figlio alla spalle che le cinse i fianchi baciandola sul collo dicendogli ciao mammina piaciuto come ti ho scopato ieri sera?: Mentre lo diceva da dietro le slacciò la vestaglia facendola cadere: devi restare sempre nuda davanti a me, capito?

La girò guardandola negli occhi e disse: non rispondi?
Lei lo guardò con un flebile sorriso dicendo sì. Allora lui la baciò sulla bocca attaccandosi con le mani sul culo aprendogli le chiappe.
“Cara mammina da oggi farai tutto quello che voglio io capito?”.
“Sì tutto quello che desideri” disse lei con un fiato solo.
“Molto bene mammina ho girato il tuo numero di cellulare ad Hassan dopo sicuramente ti chiama dovrai essere supe rgentile.con lui e gli dovrai anche dire che al tuo ritorno sei ben contenta di appartenere a lui senza nessuna riserva capito mammina?”
Lei rispose ancora con un sussurro sì.
Allora lui le fece una carezza sul viso e con l’altra mano le accarezò la fica rimanendo stupito di trovarla bagnata. La troia si era già eccitata-
“Ma mamma sei fradicia ma quanto cagna sei”. Le abbassò gli slip aveva il cazzo duro spinse la madre sul tavolo baciandola appoggiò il cazzo sulla fica e con un solo colpo lo ficcò tutto dentro sbattendo sull’utero.
La madre urlò violentemente ma lui iniziò a scoparla come un forsennato. Lei godeva come non mai urlando di piacere ed incitandolo a spingere più forte presa dagli spasmi. Lui estrasse il cazzo dalla fica: “Sei una troia”. Lo rimise dentro, lei mugolava come una cagna: “scopami fai di me quello che vuoi ma scopami”. Lui lo ficcò dentro violentemente dicendole troia e le sputo più volte sul viso. Con il volto coperto di saliva, gli occhi pieni di saliva lei urlava sempre più forte sìììì scopami sono la tua cagna puttana!
“Diventerai la troia di Hassan!  Ti metterà o piercing sui capezzoli puttana gli dirò di tatuarti la fica”. “Sì farò tutto quello che vuoi come godo solo tu mi fai godere così”.
“Ti sbirro dentro cagna schifosa”: Si accasciò sopra di lei respirando affannosamente. “Mammina sei veramente una ninfomane vedrai che Hassan si divertirà con te ti trasformerà e tu non dovrai rifiutare nulla”.
“Sì farò tutto quello che vorrà di me”. 
“Brava mammina gli dirò che ti tatui la fica con le sue iniziali” e scoppiò a ridere.
“Adesso vatti a lavare facciamo colazione in spiaggia”.
Andò a prepararsi uscì dalla camera con solo il micro perizoma che in pratica non copriva nulla. Lui la guardò dicendo metti il prendi sole e andiamo” dandole una pacca sul sedere.
Arrivati in spiaggia nella pineta c’era un piccolo chiosco si sedettero per fare colazione e lui le ordinò di sedersi con le gambe aperte.
Poi si diressero verso gli asciugamani non c’era molta gente e tutti si facevano i fatti loro si vedevano parecchie coppie in topples o con costumo succinti d’altronde erano in Croazia nota per il nudismo nessuno si scandalizzava facilmente.
Si distesero sugli asciugamani per prendere il sole di tanto in tanto si girava verso la madre per accarezzarle le tette strizzandole i capezzoli così da farli restare sempre dritti qualche gridolino le scappava dalla bocca poi toccandole la fica rimase stupito era bagnata.
“Mamma ma hai sempre la fica bagnata che troia sei. Non ti serve il costume”. Con una mossa furtiva le strappò la mutandina “non ti serve nemmeno questa e non provare a fiatare”.
Lei ormai era completamente soggiogata da lui accettava qualsiasi cosa
“Lo sai mammina quando torna papà ho intenzione di parlarlgli vedrai ch lo convincerò sicuramente a lasciare che il mio amico lo rimpiazzi quando lui non c’è”
Lei ebbe paura, lo supplicò di non farlo ma lui non volle saperne. “Vedrai che papà sarà molto comprensivo capirà tutto anche perchè noterà ogni volta al suo ritorno il tuo cambiamento meglio sia a conoscenza di tutto”. Lei era terrorizzata cosa sarebbe successo l’avrebbe cacciata di casa? O l’avrebbe picchiata? Sarebbe finita per strada a fare la puttana per sopravvivere? Aveva paura ma era anche eccitata, essere scopata da vecchi bavosi, da ragazzini, da negri puzzolenti la eccitava. Essere la troia di tutti.
La giornata volgeva al termine verso sera ctornarono a casa lei con il suo bel prendisole trasparente con le sue nudità in bella vista si vergognava da morire ma allo stesso tempo era sovrastata da quella situazione che la rendeva eccitata perennemente.
Appena entrati in casa il cellulare iniziò ha squillare lei lo prese e vide che il numero era sconosciuto rispose.

“Buon pomeriggio signora Elena sono Hassan le telefono per farle i coeplimenti per le foto che mi ha mandato suo figlio, è veramente bella”.
“Grazie Hassan vorrei se posso chiederti una cosa”.
“Dica pure signora”.
“Ti farebbe piacere occuparti di me durante l’assenza di mio marito?”
“Non capisco si spieghi meglio”.
“Le chiedo se lei è disposto ad avermi come sua schiava sessuale sottomessa a ogni suo volere e desiderio”.
“Molto volentieri mi prenderò cura di lei non si preoccupi la farò diventare la mia troia disponibile a ogni mia volontà”.
“Bene Hassan sarò sua”.
Mise giù il telefono, si sentiva impaurita di aver fatto un passo troppo grande da cui non sarebbe più tornata indietro. E se lui l’avesse portata dai suoi amici? Se l’avesse obbligata ricattandola a farsi scopare da altri? Magari l’avrebbe messa in vendita per guadagnarci. Però l’eccitazione prese il sopravvento: “Sì diventerò una autentica puttana, non avrò più una vita mia, sarò scopata stuprata sbarrata da uomini diversi non potrò dire di no diventerò la cagna di tutti”. Si toccò la fica era tutta bagnata corse in bagno a masturbarsi. Aveva scoperto di essere una ninfomane sempre in calore.



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