Sette giorni di riposo ad un agriturismo 4.

Scritto da , il 2020-06-03, genere etero

Poco dopo ritornarono Alberto ed Isabella ed io stesso presentai loro il nuovo ospite, il signor Passi pensionato ex Pilota di aerei di linea. Isabella preparò la cena per tutti noi e ci mettemmo a tavola insieme. La notte stava iniziando ed io non volevo andare a letto e, mentre stavo girando intorno al casolare, eccoti raggiungermi Lauretta che mi prese per mano conducendomi alla sua alcova che era testimone degli incontri tra lei ed il ragazzetto vicino di casa, così mi fece entrare ed accese una lampada a petrolio, antico oggettino di buon valore. Mi abbracciò e mi propose di fare lì l'iniziazione del suo bel culo e subito le feci notare che la saliva non bastava per lenire il dolore della penetrazione e lei mi fece vedere che aveva con se il tubetto del gel, così avrei potuto "farle la festa". A quel punto persi completamente il controllo delle emozioni infatti mi eccitai subito al pensare alle sue chiappette dure e soffici insieme e gliele afferrai sotto il vestitino corto e leggero, dicendole che avrei fatto l'impossibile per non fare sentire dolore ma a quel punto non potevo e sopratutto non volevo attendere ancora l'inizio di quel morboso ed eccitante gioco. Le sfilai il vestitino e le abbassai le mutandine, scoprendole così la fighettina pelosa, rosea e sempre eccitantissima. intanto le infilavo a fatica l'Indice nell'ano, poi mi abbassai i calzoni e le strofinai il cazzo sullo spacco tra le natiche, quindi le stuzzicai il clitoride e e lei iniziò subito a fare uscire umori che le colavano tra le cosce ed allora ne raccolsi un poco con le dita e cosparsi il suo ano, poi la feci stendere a terra sulla paglia che fungeva da materasso e le allargai le gambe andando a nfilarle un dito al culo e poi mi misi a leccarglielo intensamente e subito dopo sentii che gemeva soddisfatta della leccata ed allora salii al petto e le ciucciai i capezzaoli poi scesi all'ombelico, alla fighina, dopo la rigirai di nuovo e presi il gel cospargendolo sull'ano poi spalmai il glande che svettava in alto pronto a penetrare la ragazzina eccitatissima ma ahimè per lei anche tessissima come una corda tirata ed era curiosa di vedere come andava il gioco ma aveva anche da considerare la paura del dolore fisico. Le accostai il cazzo all'ano e quando la punta spinse nel forellino spinsi un poco delicatamente ma lei che si era messa in ginocchio fece la mossa sbagliata di venirmi incontro nella penetrazione invece di starsene immobile e subire la pratica passivamente, così si trovò mezzo cazzo già dentro di lei e le sofferenze iniziarono a farsi sentire, così, per non farla soffrire di più, dovetti darle il colpo di affondo e penetrarla completamente ma in un solo colpo, facendola così gridare di dolore ed iniziò ad insultarmi perchè le avevo assicurato di non farle sentire dolori così acuti. Dopo che le sborrai dentro fino all'ultima goccia, la strinsi ai fianchi e la baciai sulle guance vedendola piangere con grossi lacrimoni ma le spiegai subito che se lei se ne fosse stata buona ed avesse seguito le mie direttive sull'eseguire il gioco, non avrebbe neanche minimamente conosciuto il dolore della deflorazione anale. Riconobbe di avere sbagliato ma cercava di rendere subito al termine la sodomizzazione ed allora le promisi che non subito ma in seguito lo avremmo rifatto ma a modo mio. Rientrammo così al casolare e ce ne andammo a dormire. Al mattino mi si presenta Lauretta che m'informa sul movimento al casolare: Alberto ed Isabella a fare spesa al paese ed il pilota è insieme a loro perciò siamo soli e subito mi propone di di andare al capanno, sua alcova. Così ce ne andiamo subito là e, spogliatisi entrambi, ci stendiamo sulla paglia e ci abbracciamo, baciamo poi passiamo ad un focoso sessantanove ed io le lecco anche l'ano che poi lei unge col gel e si gira verso di me per ungermi bene il cazzo ed infine, tenendomi a pancia sopra, si siede aderendo il cazzo al suo buchino che subito si strinse intorno al mio batacchio ed iniziò a fare su e giù e gemette all'inizio con un pò di dolore ma che poi subito divenne piacere per lei. La penetrai fino a sborrare a lungo poi lei lo prese subito in bocca e lo ripulì tutto, dopo mi chiese se volevo scoparla un poco e subito sentii che lui si addrizzava di nuovo ed allora la feci stendere a cosce allargate e la penetrai in figa facendola sobbalzare dai colpi che le davo infilandola. Quel mattino la scopai più volte e lei infine mi chiese una pausa per riprendere le energie bruciate ma ci accorgemmo che era quasi mezzogiorno e certo sareebero tornati dal paese, così tornammo a casa ed io mi feci trovare a leggere un libro e lei ad apparecchiare la tavola per il pranzo.

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