Un determinante incontro.

Scritto da , il 2020-04-08, genere etero

Quella sera arrivai ad un incontro con un vecchio compagno di scuola che sapevo viveva agiatamente da vero signore, sperando così che potesse suggerirmi come fare per pagare i vari debiti che avevo non per gioco ma per vivere: bollette varie di sempre, conto dal fornaio, dal salumiere, dal macellaio, dal meccanico, insomma, se prima potevo vivere comodamente, dopo il licenziamento dal posto di lavoro, ero trasportatore, non avevo come vivere per vivere e contavo tutto su Alberto, l'amico che appellavo Albertone esce sempre dalla brutta situazione. C'incontrammo ad un bar poi m'invitò a cena ad una trattoria, dove mangiammo bene e mi godetti, oltre alla cucina, la cameriera, strafiga, morona da sogno. Durante la cena gli presentai la mia situazione economica disastrosa e lui, serenamente e tranquillamente, mi propose di "tappare i buchi", poi mi avrebbe fatto constatare di persona come se la stava passando. Avrei fatto di tutto per presentarmi ai miei creditori a testa alta! Alberto mi chiese se ero ingrado di dirgli quanto dovevo pagare in tutto e gli dissi di €. ottomila circa. Mi sorrise e mi disse di riparlarne domattina al bar di prima, tranquillizzandomi che avevo già risolto tutto. Usciti dalla trattoria, salimmo nella sua rosso fiammante alfa romeo giulia ed arrivammo al viale tor di quinto, noto stradone di Roma, dove "lavoravano" prostitute e trans. Si fermo a pochi metri da dove si trovava una biondona da infarto. Alberto mi disse che da due anni aveva smesso di fare il "camionaro" come me ed ora girava alla grande. Lo guardai e gli dissi che se la passava bene. Io per uscire dal baratro dei debiti avrei fatto anche il trans...!! Lui mi chiese se volevo provare a farmi un bel gruzzolo come lui e, senza esitare risposi "magari!" Allora partimmo da lì ed andammo a casa sua dove parlammo di aprire una "casa chiusa". A mezzanotte ero a casa mia ed il mattino dopo mi trovavo al bar del primo incontro con Alberto. Lui era già lì e mi sedetti accanto. Mi passò una busta chiusa e, preso un caffè, andammo a vedere una casetta di campagna tra Roma e fiumicino aeroporto. La casa ci piacque perchè aveva sei camere da letto, ottime per il lavoro. Firmato il contratto d'affitto, andammo da un mobiliere dove lui acquistò il mobilio per le camere, cucina e bagni che ne erano due. Consegnata e montata la merce, Alberto mi consegnò le chiavi della casetta che feci poi doppiare due volte, poi andai in banca ad incassare l'assegno che Alberto mi aveva fatto di novemila euro. Pagai tutti i debiti e tornai a casa per farmi una doccia per lavarmi da tutti i debiti di cui ancora sentivo la puzza addosso. C'incontrammo in pomeriggio e lui aveva in macchina la biondona di Tor di Quinto che portammo alla casetta e lei si stabilì lì. Poi, lei stessa prese il telefonino e chiamò due sue amiche che accettarono di lavorare per me ed Alberto, in cambio di protezione e la percentuale da stabilire. Alberto andò a prendere le ragazze ed io trascorsi il tempo scopandomi Ludmilla, la biondona. A vederla nuda tutta curve e cosce chilometiche, mi venne di scoparla più volte ed infine, chiestole se offriva il bel culo, ebbi il suo consenso, così le infilai il cazzonee che la fece trasalire con un lungo sospirone e lamento di dolore. Dopo che arrivai a non farcela più, ci facemmo insieme la doccia e poi ci rivestimmo ad attendere Alberto. Arrivò poco dopo e feci i complimenti a Ludmilla per le bellissime sue amiche, una rossa e l'altra mora, Ursula e Dayana, gran fighe. Ludmilla si preoccupò di chiamare i suoi vecchi clienti, spegando l'ubicazione della casetta e Alberto andò via, lasciandomi là con le "lavoratrici" che in attesa di attendere i potenziali clienti io mi scopai per provare la loro abilità di "amazzoni del bidet". Senza girarci intorno in parole ci creammo una facoltosa clientela che per farsi fare un semplice bocchino, offrivano sui duecento euro. Molti di loro erano commercianti e portavano alle tre gnoccolone vini pregiati, caviale, salmone e tanta costosa assai gustosa roba da mangiare e bere, perciò non facevamo spesa alimentare. Ad una riunione ci trovammo un bel gruzzolo di euro ed io lasciai la vecchia auto per cambiarla con un gioiellino di Porsche cabriolet. Dopo che le ragazze avevano incontrato clienti, mi raccontavano cosa le facevano fare, cosa le chiedevano e quanto disse Ursula, mi eccitò molto e volli provarlo anch'io: con Ludmilla che mi baciava in bocca, Ursula mi ciucciava il cazzo e Dayana mi leccava il buco del culo. Dopo il lecca e rilecca, mi feci una sborrata da godere da matti! Poi, dopo, quando vidi che Ursula si fissava ai fianchi un cazzo di lattice e lo stava avvicinando al mio culo, mi girai fulmineamente e presi Dayana rigirandola a pancia sotto ed invitai Ursula ad inculare la rossa. Dayana gridò un poco all'inizio poi però si adattò alle dimensioni e subì l'inculata senza più lamentarsi. Poi al mattino dopo ricevetti una telefonata dove mi proponevano consegne giornaliere alternando mattina o pomeriggio, cosa che accettai anche per farmi un motivo per giustificare il possedere una auto di lusso, così mi alternai anche sul lavoro alla casetta con Alberto, vivendo beatamente alla grande. Poi col tempo le cose cambiarono.

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