Una donna inquieta

di
genere
etero

Io Gilda e mio marito Aurelio siamo una coppia direi normale quasi in tutto e per tutto se non fosse per il fatto che io sono, anzi sono sempre stata, una femmina sessualmente inquieta. Da quando sono uscita dall’adolescenza mi è sempre piaciuta essere corteggiata, attenzionata dai miei coetanei con i quali mi lasciavo coinvolgere in filarini più o meno brevi. Sperimentavo con il partner del momento il bacio, le coccole, i toccamenti, scoprivo le diverse zone erogene, mi piaceva sentirmi i loro pene tra le gambe ed il loro sperma che le bagnava. Poi ho conosciuto mio marito: un uomo caldo, passionale ma tradizionale e a corto di fantasia; siamo ormai sposati da quasi 20 anni e per i primi 15 anni ho fatto sesso sempre con lo stesso uomo anche se non mi sentivo appagata ma ho sempre frenato la mia esuberante inquietudine sessuale. Poi, c’è stata un’evoluzione; mio marito ha cambiato, in meglio, le sue mansioni di lavoro ed ora è soggetto a trasferte settimanali in altre città o addirittura mensili all’estero. Queste sua assenze sono state il detonatore per far esplodere la mia inquietudine. Non pensate subito che io sia una cagna in calore alla ricerca del maschio montatore; se le occasioni mi si presentano, indipendentemente dalla mia volontà, non me le lascio scappare. L’ultima per esempio è stata una delle migliori che mi sia capitata. Abitiamo in un condominio fatto di villette leggermente fuori città, la struttura ha un servizio di privato di collegamento con il centro città ed un servizio di vigilanza interno. Mio marito è partito per Lagos – Nigeria – e francamente ogni volta che va in quel paese io vivo in uno stato di ansia per la sua sicurezza personale; tornerà tra quattro settimane e devo dire che la sua assenza mi pesa, mi manca. La settimana scorsa ero scesa in garage perché volevo uscire con l’auto ma ebbi la brutta sorpresa di non poterla utilizzare per un guasto; la navetta aveva già sospeso le corse ed io ero rimasta bloccata. Telefonai al capo-turno della vigilanza e gli esposi il problema, molto collaborativamente mi disse: signora non si preoccupi adesso le mando Gennaro che è a fine turno e sarà a sua disposizione. Pochi minuti dopo mi citofonò questo Gennaro e grande fu la mia sorpresa nel vedermi davanti un armadio di muscoli e di possanza nero, superato l’impasse andammo in garage e immediatamente lui trovò l’origine del guasto. Signora guardi che il problema era il mancato collegamento dei cavi della batteria, qualcuno deve averli staccati adesso va tutto bene; serve altro? No grazie ma scusi mi tolga una curiosità? Lei non è italiano e come mai si chiama Gennaro? No il mio nome Moustapha e sono nigeriano ma ho scelto come nome italiano Gennaro perché l’ho trovato simpatico forse dovevo sceglierne un altro vero? No..no… va bene anche questo, senta, considerata l’occasione, volevo delle informazioni sulla Nigeria perché mio marito è là per ragioni di lavoro, ha tempo da perdere? ho tutto il tempo che vuole. Ci sedemmo sul divano e lui mi ragguagliò ampiamente sulla situazione del suo paese ma mi accorsi che lui, pur parlando, non aveva mai tolto il suo sguardo dal mio corpo e più di una volta si era aggiustato il cavallo dei pantaloni. Oh..Dio! Gennaro era un omaccione alto circa 1,90 e con una corporatura solida, mani e piedi grandi con la forma del viso allungato e per me piacente, non era assolutamente un uomo da buttare via tutt’altro ma io non volevo prendere l'iniziativa e andare oltre quindi aspettavo che lui si manifestasse e lo fece subito.
Alzandosi per andare via mi tese la mano per salutarmi e quando gli porsi la mia la fece sparire nella sua allungando l’indice per massaggiarmi il polso e capire le mie intenzioni.
Non ritirai la mano e lui capì. Mi attirò a se come se fossi un fuscello, non opposi resistenza, mi strinse a sé tanto da togliermi il fiato e cercò le mia labbra che gli offrii generosamente. Mi adagiò con delicatezza sulla moquette e cominciò a spogliarmi mettendo a nudo il mio seno con i capezzoli già turgidi, lasciò scivolare la zip della gonna e restai con il perizoma che rapidamente strappò mettendo completamente a nudo la vagina ed il monte di venere tratteggiato da un filo di peluria; la sua grossa mano coprì completamente il tutto, rapido un grosso e lungo dito si avventurò tra le labbra entrando nel canale della vulva: ebbi un grosso fremito. Gennaro si era arrapato molto bene e cominciò rapidamente a spogliarsi per restare solo con lo slip all’interno del quale pulsava insistente un grosso pene. Si stese al mio fianco e posò sul mio ventre la sua coscia massiccia mentre con la mano che praticamente raccoglieva tutta una mia mammella diede una forte stretta che mi fece soffrire ma ebbi anche una contrazione uterina. Bella, soffice, naturale e mentre mormorava queste parole apriva e chiudeva la mano come se volesse mungermi, si prese in bocca il capezzolo succhiandolo come un bambino ma con più vigore anzi tanto vigore per cui non potei che gemere; la vagina cominciava ad inumidirsi abbondantemente. Le sue labbra carnose si poggiarono sulle mie e la sua lingua lunga e grossa si infilò nella mia bocca riempiendola in un bacio carnale, mi alitava sul collo e mi mordeva i lobi, mi leccava tutta ormai cominciavo ad avere i sintomi di un orgasmo e quando mi strofinò il suo membro ancora contenuto nello slip non potei fare a meno di liberarmi con un grido piacere. Solo allora lui si tolse lo slip e mi slargò le gambe, il cappellone mi puntava la figa, la spinta del suo pene fu lenta e progressiva, scivolò nella mia vulva più che lubrificata rapido arrestandosi quando toccò il fondo, gli cinturai i larghi fianchi con le mie gambe e cominciò allora a muoversi dentro procurandomi un’estasi; si fermò un momento, si inarcò, affondò dentro e spinse oltre la cervice fin nell’utero. Non fu un urlo di piacere ma di dolore di vero dolore, scuotevo la testa a destra e sinistra continuando a dire basta, basta ma lui incurante continuava ad agitarsi dentro di me. Sentivo quella montagna di muscoli sul mio corpo, riuscivo a vedere in uno specchiera del soggiorno i nostri corpi distesi sulla moquette, io che cinturavo con le gambe i suoi fianchi, lui che freneticamente muoveva il bacino per affondare di più e meglio i suoi colpi, io che mi dibattevo sotto di lui non più per il dolore ma per il piacere che stavo provando. Non potevo resistere a lui e nel vedermi riflessa mi provocò una eccitazione profonda per cui mi lasciai andare e lui mi sussurrò: si..si... vieni che sento la tua figa contrarsi intorno al mio cazzo ed ora ti riempo: più che un grido il suo fu un rantolo possente di godimento, sentivo contro le pareti dell’utero i suoi fiotti abbondanti di sperma. Eravamo supini quando lui girò verso di me la testa e mi chiesi come ti senti?, svuotata ma nello stesso piena del tuo liquido non mi avrai per caso messa incinta? ti piacerebbe? e cosa dico a mio marito ed a mio figlio che un angelo nero mi ha annunciato che sarei rimasta incinta solo scopando con il pensiero? e tuo marito non potrebbe avere qualche meticcio in Nigeria? Vieni, dove? stenditi su di me ed anche se è moscio mettiti il mio pene in figa è abbastanza grosso per riuscirci, ci sei?
Si, ci sto provando, si mi sembra che sia dentro lo senti? si così al caldo tra poco viene ancora duro, ti piace? ci riuscirai? Certo non è la prima volta e poi mi eccita il pensiero di quello che mi darai, vuoi baciarmi? si. Poggiai la bocca sulla sua e insinuai la lingua che lui cominciò a succhiare; Moustafa così me la strappi! Ricominciammo. Il suo “uccellino” era diventato duro ed io mi muovevo su di lui per aiutarlo a diventare e restare più duro. Vorrei una cosa da te, me la darai? Tu prova a chiedere chissà se mi convinci te la darò. Senza parole mi mise la mano sul culo ed il dito che cercava di intrufolarsi nell’ano. Sei pazzo? Si! il culo mi fa impazzire tanto quanto la figa me lo dai? No! non lo faccio più da anni, credi che sia matta? Dai proviamoci. Con un colpo di reni si alzò tenendomi tra le braccia mi distese sullo schienale del divano con le gambe divaricate, mi allargo le natiche e con la sua linguona cominciò a leccarmi tutta dalla figa al buco del culo.
No…No… Moustapha no mi farai male lo sai vero? Se ti dicessi che all’inizio non senti un poco di dolore sarei un bugiardo, ma ti dico e garantisco che poco dopo il piacere sarà intenso per te e per me credimi!. Non finì di parlare che la sua lingua e le sue dita trafficavano con il mio povero buco che a dire il vero con quel trattamento cominciava ad allargarsi ma non ero convinta tutt’altro. Era ancora tesa quando sentii la sua saliva scivolare tra le natiche e il suo cappellone puntarsi e poi un bel colpo di reni mi slargava gli sfinteri: credo che il mio grido l’abbiamo sentito anche all’ingresso. Adesso rilassati e spingi verso l’esterno, il dolore è troppo forte lo capisci ? Ok!! con una mano mi agguantò un capezzolo e me lo sfregolava e le dita dell’altra mano trovarono il clitoride a lo massaggiavano. È bastato un niente per farmi slargare l’ano e sentirmi scivolare tutto quel cazzone nel culo, mi girai verso di lui e gli dissi: sei un gran bastardo ma sai fottere da dio. Ero una cagna in calore guaivo sotto i suoi colpi, e lui se ne approfittava spingendo sempre più in fondo: mi piaceva non avrei voluto che finisse. Con quell’uomo ho passato un mese fantastico e là dove non arrivava la sua fantasia c’era il mio desiderio di scoprire sensazioni nuove; creammo un ottimo felling sessuale. Come tutte le cose belle c’è stato un inizio ed una fine.
Mio marito è rientrato e lui ha avuto il ricongiungimento con la moglie e con i figli, ma capita ancora che l’auto resti ferma in box.

di
scritto il
2018-03-21
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